Il sacerdozio uxorato: significato teologico e prospettive future.
I movimenti e le nuove comunità. Una riflessione illuminante sull'azione dello Spirito nella storia della Chiesa.
Dal Concilio Vaticano II è nato un movimento di ricerca teologica e psico-socio-pedagogica che ha portato alla riscoperta del messaggio cristiano completo sulla vocazione e le vocazioni. La Chiesa offre, infatti, una visione larga e multiforme di “chiamate” che concorrono a formare la ricchezza del popolo di Dio impegnato nel mondo per la costruzione del Regno. Questa pubblicazione, che raccoglie le quaranta riflessioni con­dotte dal programma “Orizzonti cristiani” dalla Radio Vaticana nel la Quaresima del 2011, si propone di portare il tema della vocazione fuori dalla ristretta cerchia degli addetti ai lavori. Ricchezza dei contenuti, chiarezza espositiva, visione della vocazione a trecentosessanta gradi, rendono l’opera interessante per un vasto pubblico. Vengono toccati tutti gli aspetti della vocazione: la natura, il significato, le forme, i luoghi, i mezzi, i modelli e le testimonianze, la tradizione e il magistero. Non si tratta, però, di un libro di studio, quanto di una gustosa meditazione sull’interrogativo posto dal titolo: “Che cosa vuoi da me?”, certi che, per ogni persona, scoprire la “chiamata” che cambia la vita e rende interlocutori di Dio, sia davvero un’avventura bella e meritevole di essere vissuta fino in fondo.
Il volume ricostruisce, attraverso l'analisi della vicenda intellettuale del gesuita Giacomo Masò (l626-1674), la genesi di un prezioso codice manoscritto di architettura militare. Lo studio dell'opera di Masò ci permette di collocare l'architettura nell'ordo scientiarum della Compagnia di Gesù e di descrivere il ruolo degli architetti dell'Ordine. Un discorso a parte merita l'architettura militare che molto spesso fu osteggiata dalle gerarchie della Compagnia perché contraria ai precetti del cristianesimo. Non sempre questi divieti fecero desistere i padri dal professare un pubblico interesse per queste tematiche creando non poche frizioni all'interno dell'Ordine, come fu nel caso di Masò. L'unicità dell'opera di Masò risiede, dunque, sia nella sua provenienza gesuitica sia nel suo essere stata elaborata in occasione di un corso di lezioni per i Cavalieri di Malta che il gesuita tenne nell'isola a metà degli anni Cinquanta del XVII secolo. Masò dimostra non solo di conoscere il modo di fortificare alla 'moderna', ma è consapevole di quanto la tradizione italiana ed europea aveva elaborato fino ad allora per far fronte alla novità delle armi da fuoco.
Agnoli mette piede in quella sdrucciolosa e torta vicenda dello scandalo pedofilia tra i preti, per dar conto del ''panico morale'' e, soprattutto, del ''dagli all'untore!'' scatenato dal circuito mediatico giudiziario internazionale. Chiaro che sotto la polvere c'e' anche tanto ''male presente dentro la Chiesa'', come ha ammesso papa Benedetto XVI; ma v'e' pure il dichiarato obbiettivo di liberarsi di quell'antico cascame che si frappone tra popolo e potere.
«Perché a 50 anni, nel momento in cui una persona può gestire nel modo migliore la propria vita, si sperimentano in modo tanto acuto le ansie del proprio tempo? Perché la sensazione di aver donato il meglio di se stessi a un ideale sembra esigere un sacrificio troppo grande?» (dall'Introduzione). Da esperto formatore, specialista delle problematiche della mezza età, l'autore offre uno strumento dedicato ai consacrati quale aiuto per affrontare questioni psicologiche, esistenziali e spirituali che si agitano dentro di loro e favorire percorsi di soluzione.
JAVIER GARRIDO, religioso francescano, licenziato in filosofia e in teologia all'Università di Friburgo (Svizzera), ha approfondito soprattutto lo studio della spiritualità cristiana, con particolare riferimento ai temi francescani; si dedica alla pastorale degli adulti, con particolare cura all'accompagnamento personale. Tra le sue numerose pubblicazioni sul tema ricordiamo: Adulto y cristiano (1989); Una espiritualidad para hoy (31990) Educación y personalización (1991). Nella stessa collana EDB ha pubblicato La relazione affettiva con Dio (2008), Rileggere la propria storia. Le età della vita e le loro crisi (2009) e Personalizzare. Un modo per formare alla vita religiosa (2010).
Le pagine di questo studio ci aiutano a conoscere meglio la storia del rito della professione religiosa con le sue diverse forme elaborate nel tempo, fino alla pubblicazione dell’edizione tipica dell’Ordo professionis religiosae nel 1970. Di questo si analizzano la struttura generale, con speciale attenzione alle preghiere di benedizione dei neoprofessi, e le linee teologiche portanti. Particolare spazio è offerto all’analisi di alcune rielaborazioni del rituale tipico realizzate da tre diversi istituti, uno monastico, l’altro appartenente agli ordini mendicanti e l’ultimo facente parte degli istituti di vita apostolica.
Matias Augé (Perafort 1936), clarettiano, è preside emerito dell’Istituto di teologia della vita consacrata “Claretianum” e professore onorario al Pontificio istituto liturgico Sant’Anselmo di Roma. Dal 1994 è consultore della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Ha scritto numerosi articoli e collaborato a diversi volumi e dizionari teologici.
Una lunga chiacchierata tra un prete e un giornalista, per capire meglio cosa "fa" e chi è, oggi, un ministro di Dio, alla luce delle significative trasformazioni che coinvolgono la vita cristiana.
Prefazione di Domenico Sigalini
In questo testo l'Autore vuole riportare all'attenzione dei sacerdoti e dei consacrati la situazione reale del mondo vocazionale della Chiesa del nostro tempo.
Sullo sfondo del passaggio dal regime borbonico a quello piemontese, le lettere che un padre gesuita invia al fratello, farmacista in Melfi. Partito da Napoli nel 1855 poco più che ventenne, esercita il suo ministero di insegnante e sacerdote in varie città della Spagna, dopo aver rinunciato ai propri beni secondo i precetti della sua religione. Inviato in missione in Argentina, vi rimarrà per quasi trent'anni e sarà amato dal popolo fino alla morte, avvenuta a Cordova nel 1900. Onorato per il suo apostolato, per la dedizione verso gli orfani e i bisognosi, padre Carlucci sarà ricordato come fondatore della comunità dei Giuseppini. La scrittura, non sempre assidua, è il suo legame indissolubile con la famiglia e con la patria: molto è l'interesse per la salute dei suoi cari, per le «domestiche cose», per i fatti politici, e sempre raccomanda preghiere, devozione e prudenza.
Attraverso una lunga inchiesta che copre l'insieme delle chiese di Oriente e di Occidente nei primi 7 secoli, l'autore mostra come la legge del celibato era una tradizione non scritta di origine apostolica