La ricostruzione della vicenda del film muto girato, un quinquennio prima dei Patti Lateranensi, dal pastore valdese Paolo Bosio per rievocare, a fini missionari all'estero, la storia dei valdesi e la loro vita al momento della realizzazione, con la scomparsa e il ritrovamento a New York nel 1981 e il successivo restauro.
In questo libretto la studiosa Susanna Peyronel Rambaldi ripercorre la storia della nascita e dell'evoluzione della Riforma protestante in stretta continuità con il periodo storico precedente, di cui rappresenta tanto una parziale continuità quanto un significativo cambiamento.
Il distacco, via regia per la realizzazione della Realtà autentica sia negli insegnamenti evangelici che nel Buddhadharma, è praticato attraverso una costante presenza mentale e un ricordo continuo della fondamentale istruzione: recidi l'amore verso te stesso." Due insegnamenti spirituali in apparenza lontani si incontrano e dialogano nell'esperienza personale dell'autrice che intuisce l'armonia di fondo che collega le parole di Saggezza e di Amore del Buddha e di Gesù, svelando che il distacco dall'ego è il fondamento comune ad entrambe le Vie. Buddhadharma e Vangeli sono presentati al lettore attraverso una visione che coglie l'unità dell'autentica esperienza spirituale, esperienza universale che precede etichette e nomi che differenziano e separano ciò che all'origine è uno: l'antica sempre nuova esperienza dell'Essere che si presenta in modi diversi secondo tempi, luoghi e culture ma è fondamentalmente la stessa sotto ogni cielo, così come le coordinate dell'interiorità umana sono le stesse pur nella molteplicità di espressione.
In questo volume, l’autore presenta il pensiero di Enrico Castelli (1900-1977), che ha suggerito negli anni Sessanta e Settanta una filosofia cristiana dell’esistenza attraverso una forma sintetica e asistematica.
In occasione del settantesimo compleanno, la Facoltà valdese di Teologia dedica questo volume a Yann Redalié, pastore e teologo francese di formazione calvinista, studioso e professore di Nuovo Testamento a Roma, figura capace, in un'epoca di frammentazione del sapere, di una visione complessiva del compito teologico. Saggi di: Roberto Bottazzi, Carla Busato, Corina Combet-Galland, Elian Cuvillier, Cesare G. De Michelis, Fulvio Ferrario, Pawel Andrzej Gajewski, Daniele Garrone, Ermanno Genre, Corinna Landi, Corinne Lanoir, Maurizio Marcheselli, Daniel Marguerat, Eric Noffke, Romano Penna, Daniele Pevarello, Yann Redalié, Sergio Rostagno, Lorenzo Scornaienchi, Jean-Louis Ska, Lothar Vogel, François Vouga, Michael Wolter, Giorgio Jossa.
Un quadro ampio e significativo delle attuali ricerche interdisciplinari italiane - dalla storia alla teologia passando per l'arte, la letteratura, l'economia e il diritto - sul movimento riformatore all'origine del mondo moderno: figure, momenti, snodi problematici della Riforma analizzati secondo nuove indagini, nuove fonti e chiavi di lettura aggiornate al dibattito internazionale.
La "lunga battaglia" condotta da Jacques Maritain contro l'antisemitismo segue una evoluzione complessa e articolata che dura oltre cinque decenni. I testi raccolti nel presente volume, scritti dal 1921 al 1972, offrono per la prima volta al lettore italiano l'opportunità di seguire passo passo il percorso intellettuale di Maritain sulla questione ebraica, l'antisemitismo e lo Stato di Israele. Il pensiero del filosofo francese conosce una serie di significative trasformazioni, messe in luce dall'indagine storico-critica svolta in queste pagine. Costante è tuttavia la presenza di una stessa domanda: può un cristiano essere antisemita? Almeno a partire dagli anni Trenta, Maritain si adoperò instancabilmente per dimostrare che questo è possibile solo obbedendo allo spirito del mondo, non certo a quello del cristianesimo.
Ideato per il centenario della Grande Guerra, il volume (che raccoglie gli Atti del LIV Convegno di studi sulla Riforma e sui movimenti religiosi in Italia) presenta nuove ricerche e riflessioni sulle posizioni delle chiese evangeliche di fronte al conflitto e sui suoi costi, in particolar modo rispetto alle Valli valdesi, territorio di una minoranza religiosa nonché caso esemplare di una realtà sociale, contadina e piccolo-borghese, coinvolta nello scontro. Oltre all'analisi del dibattito teologico, delle ragioni del consenso, delle riserve e dei dissensi delle chiese protestanti di fronte alla guerra, vengono alla luce le attività di assistenza, il tragico tributo di sangue, cattolico e valdese, e la memoria del conflitto. Scritti di Andrea Annese, Gilberto Clot, Silvia Facchinetti, Franco Giampiccoli, Irene Guerrini, Annalisa B. Pesando, Luca Pilone, Marco Pluviano, Giorgio Rochat, Sergio Rostagno, Gabriella Rustici, Anna Strumia, Giorgio Tourn, Sara Tourn, Samuele Tourn Boncoeur.
Al centro della riflessione di questo volume - che raccoglie gli atti del XLVII Convegno di studi sulla Riforma e sui movimenti religiosi - vi è il conflitto tra fedi che per più di un secolo infuriò in una vasta area d'Europa. Combattute con le armi e con la parola, le guerre di religione dell'età moderna sono qui analizzate secondo linee di ricerca al tempo stesso antitetiche e complementari. In primo luogo, la linea della guerra e della resistenza armata contro un'autorità sovrana ostile, percorso da cui emersero le giustificazioni teoriche dell'opposizione a un sovrano legittimo nonché i primi tentativi di pace religiosa e tolleranza. In secondo luogo, la linea dello sviluppo della controversistica religiosa, il "gran débat sans effusion de sang", fenomeno dai molteplici linguaggi, retorici, teologici e biblici.
Il mito è da sempre oggetto di analisi da parte di storici, filosofi, antropologi, sociologi, che ne hanno proposte le interpretazioni più disparate, riconfermandone però sempre l'importanza nell'ambito della vita associata. Anche gli psicoanalisti si sono rivolti a esso: per loro il mito, come il sogno, rivela la struttura stessa della psiche. Secondo Jung, il mito sarebbe un sognare a occhi aperti, il sogno una continuazione del mito ed entrambi la manifestazione di motivi arcaici, che rivelano l'esistenza di elementi strutturali della psiche inconscia. Questi motivi o immagini, da lui chiamati archetipi, dimostrano che esiste un inconscio collettivo comune da sempre a tutti gli uomini. Nello scrivere questo saggio sul mito dell'eroe, Joseph Campbell si è rifatto alle concezioni psicoanalitiche, in particolare a quelle di Jung, ma ha tenuto conto anche delle altre interpretazioni. Perciò "L'eroe dai mille volti" è un fantasmagorico viaggio attraverso le culture di tutto il mondo e di tutte le epoche. Centinaia di miti, favole e leggende, una folla di uomini, eroi, mostri, spettri, fate e geni, un pantheon di dèi clementi e terribili, maestosi e beffardi, costituiscono la materia di un libro che dalla sua prima pubblicazione, nel 1949, si è imposto come un grande classico.
Oggetto dell'opera è il rapporto tra il cristianesimo e le altre religioni. Il tema, studiato già dalla metà del XX secolo, ha trovato ampia ricezione nel concilio Vaticano II, che su di esso ha suscitato un vasto dibattito teologico. È importante che ogni religione mantenga ben distinti il proprio valore e la propria identità, ma è anche indispensabile riaffermare la dimensione cristologica, soteriologica ed ecclesiologica di ogni tentativo di proporre una teologia delle religioni. Essa, a sua volta, richiede ancora precisazioni circa un proprio status metodologico. La questione principale riguarda la possibilità della salvezza escatologica e ultraterrena non come privilegio dei soli cristiani, ma come salvezza che abbraccia tutti gli uomini del mondo; una salvezza offerta a tutti attraverso l'unico mediatore e salvatore, Gesù Cristo: un evento storico-escatologico da intendersi in un orizzonte trinitario.