Un terzo del clero mondiale appartiene a un ordine o a una congregazione religiosa. Tuttavia nella Chiesa raramente ci si è soffermati a riflettere sullo specifico dei consacrati che hanno ricevuto il sacramento dell'ordine.
L'autore è mosso dal desiderio di indagare la differenza tra il presbitero secolare e quello religioso e di verificare se, nel momento in cui si definisce il carisma religioso, il sacramento dell'ordine si riduca a una dimensione secondaria. Scopo del saggio è inoltre abbozzare una concezione pluriforme del ministero ordinato che appaia pertinente sotto il profilo teologico, pastorale e canonico. L'intento è quello di contribuire all'evoluzione della concezione del presbitero nella Chiesa italiana affinché, conservando l'unità sacramentale, si rispettino le differenze che nascono dai carismi ecclesiali riconosciuti dalla Chiesa.
Nell'affrontare il rapporto storico e teologico tra ministero ordinato e vita consacrata, la ricerca prende avvio esaminando la letteratura prodotta nel post-concilio sull'argomento, chiarisce poi lo sviluppo storico della figura del presbitero religioso nella Chiesa, offre una riflessione teologica sul ministero ordinato e il carisma della vita religiosa in rapporto all'attuale teologia del ministero ordinato e infine verifica quanto sviluppato nei capitoli precedenti alla luce del documento della CEI sulla formazione del presbitero in Italia (2007).
Sommario
Abbreviazioni. Introduzione. I. La condizione attuale del presbitero religioso nella Chiesa. II. Presupposti storici per una comprensione attuale del presbitero religioso. III. Presupposti teologici per una comprensione pluriforme del ministero ordinato. IV. Il presbitero religioso e il documento della CEI sulla formazione dei presbiteri nella Chiesa italiana. Conclusione.
Note sull'autore
ROSSANO ZAS FRIZ DE COL è sacerdote della Compagnia di Gesù, docente di teologia spirituale nella Facoltà teologica dell'Italia Meridionale - sezione San Luigi e direttore del biennio di specializzazione in vita cristiana. Nato a Lima (Perù), ha iniziato gli studi nella facoltà di teologia di Lima e, dopo la laurea in psicologia, ha continuato l'iter formativo nelle facoltà della Compagnia a Belo Horizonte (Brasile) e alla Gregoriana di Roma, oltre che alla facoltà di spiritualità Teresianum e all'Ateneo Sant'Anselmo. Collabora attivamente con il Centro Ignaziano di Spiritualità (Napoli), con l'Istituto di spiritualità e mistica della sezione San Luigi; è inoltre fondatore delle riviste web www.ignaziana.org e www.mysterion.it.
Il Cristo della formazione è un ottimo manuale per i formatori e le formatrici, un prezioso "vademecum" per quanti sono stati chiamati al servizio dell'autorità nella vita religiosa e una guida sicura per tutti quelli che nelle varie tappe della formazione sentono il bisogno di approfondire, alla luce della Sacra Scrittura e del Magistero della Chiesa, il senso positivo, soprattutto cristologia, della loro identità.
La presente poderosa opera di Sua Eccellenza Mons. Andrea Gemma, che egli definisce il suo testamento spirituale, è veramente eccezionale, sia per i solidi contenuti teologici, morali, catechetici, spirituali e pastorali, sia per l'ingente numero di pagine.
L'occasione che ha generato questa pubblicazione è la conclusione del'"Anno sacerdotale" indetto lo scorso anno da Papa Benedetto XVI. Conclusione di un anno dedicato alla riflessione ecclesiale sul ministero sacerdotale affidato ai presbiteri.
L'Autore, con le riflessioni riproposte e raccolte in questa pubblicazione intende offrire il proprio contributo al rinnovamento e alla crescita spirituale dei presbiteri.
Dalla premessa dell'editore
Nella discussione sul celibato dei ministri della Chiesa cattolica, che ritorna costantemente e che si ? intensificata in questi ultimi tempi, si devono costatare delle opinioni assai diverse, soprattutto sulla sua origine e sul suo sviluppo nella Chiesa Occidentale ed Orientale. Esse vanno dalla convinzione di una origine divina fino ad una mera istituzione ecclesiastica soprattutto della disciplina pi? stretta della Chiesa Latina. Per quest?ultima si afferma spesso che un tale obbligo si possa accertare solo dal quarto secolo in poi; per altri ? stato introdotto solo all?inizio del secondo millennio soprattutto dal secondo Concilio Lateranense del 1139.
A noi chi ci pensa? Ho sentito ripetere molte volte queste parole. Da sacerdoti. Qualcuno era in difficolta`. Ma molti invece potevano essere additati come modelli. Ma non e` pur sempre vero che anche un santo abbia bisogno d’aiuto? L’importante e` che trovi preti come Michele Cosentino.
Queste pagine sono una riflessione a voce alta sulla spiritualità dei presbiteri, vale a dire sulla loro vita plasmata dall’azione dello Spirito che hanno ricevuto in dono nella celebrazione del sacramento dell’ordine.
Non possiamo parlare della vita presbiterale senza partire da quell’evento che ne costituisce la sorgente: l’ordinazione, infatti, è un preciso intervento di Dio dentro l’esistenza di un battezzato, che da questo agire viene intimamente trasformata.
È a partire dall’ordinazione che voglio riflettere su come lo Spirito Santo coinvolge la vita dei presbiteri.
Un libro con gli insegnamenti dei grandi maestri di vita cristiana.
Un testo che favorisce la contemplazione del Signore, coinvolge il lettore e suscita in lui fede, amore, volontà di bene, con un linguaggio accessibile anche a persone che vivono il quotidiano nella semplicità e nel silenzio.
Il momento attuale, per la vita consacrata, non è certo dei migliori, almeno dal punto di vista vocazionale. In una cultura ritenuta post cristiana la vita consacrata sarebbe insignificante. Dove, invece, è ancora presente un bisogno di senso, lì il consacrato ha ancora un suo posto preciso e il compito di riconoscere e indicare, da uomo spirituale quale è, quella nostalgia di Dio nascosta nel profondo di ogni cuore anche in chi la nega.
punti forti
Argomento sempre pregnante e talvolta oggi «angosciante».
La scrittura è immediata e la notorietà dell’autore è simbolo di qualità.
destinatari
Consacrati e consacrate, chi si interroga sul rapporto fede-mondo e
vita consacrata-chiesa.
autore
Amedeo Cencini, sacerdote canossiano, è docente dei corsi di Formazione permanente e di Problematiche psicologiche della vita sacerdotale e religiosa, oltre che di Accompagnamento personale: aspetti teorici e pratici, al corso dei Formatori Vocazionali presso l’Università Salesiana. Insegna libertà e maturità affettiva nel celibato consacrato alla Scuola di teologia e diritto organizzata dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e Società di Vita apostolica, di cui è consultore. Conferenziere molto richiesto, è autore di numerose opere, presso vari editori cattolici. Tra queste ricordiamo la trilogia sul celibato, quella sulla vita fraterna, per le Paoline (Com’è bello stare insieme... Come rugiada dell’Ermon... Come olio profumato), la collana «I quaderni di padre Cencini» con gli ultimi: Mi fido... dunque decido e L’arte del discepolo
«Siamo convinti che non si può intraprendere un processo di rivitalizzazione di un Istituto religioso senza prestare una particolare attenzione all’uso evangelico dei beni, al modo cioè di acquistare i beni, alla loro gestione finanziaria, alla quantità di beni che vengono accumulati, all’uso cui si destinano il patrimonio e il denaro e al modo in cui si condivide ciò che si possiede. Riuscire ad utilizzare le risorse economiche a vantaggio della missione e nel rispetto dei valori evangelici è una preoccupazione importante che riguarda l’identità religiosa oggi e la credibilità della testimonianza che si offre» (dalla Presentazione).
Si tratta di un libro molto attuale, interessante e che pone seri interrogativi. Particolarmente indicato per gli economi/e generali, provinciali e locali, nonché per ogni persona di governo di un Istituto di vita consacrata.
La pedofilia di preti e di religiosi e il modo con cui il problema è stato gestito – al di là dello tsunami mediatico che ha provocato – è certamente una ferita aperta nella vita della Chiesa. Questo saggio si propone di riflettere sul problema in quanto tale, le sue cause, le sue caratteristiche psicologiche, le possibili prevenzioni, le piste per il futuro. Con il testo integrale della "Lettera di Bendetto XVI ai cattolici irlandesi".
Poesia di un sacerdote sulla vocazione sacerdotale.
Impallidiscono, al confronto, tante pagine di «poesia religiosa» alla Turoldo o anche alla Rebora: perché qui l’aggettivo non è decorazione del sostantivo, bensì un tutt’uno con la poesia, che non è più poesia religiosa, bensì poesia teologica, teo-poesia (dalla Prefazione di Cesare Cavalleri).
Un’opera ancora una volta entusiasta e severa, la testimonianza di una grandezza abbacinante e di una fragilità inquieta qual è quella del prete: l’incarnazione non si è conclusa con la partenza del Figlio di Dio da questa vita, ma continua e si rinnova anche nella dedizione dei suoi ministri ordinati, consapevoli che la Misericordia e la Salvezza non vengono da loro pur passando attraverso di loro.
Dopo l’esperienza di Gesù di Nazaret, Dio Padre non ha cambiato registro: il Regno cammina con i passi dell’umanità (dalla Postfazione di don Lucio Mozzo).