Uno degli aspetti più celebrati del recente progresso civile è il grandioso sviluppo della medicina. Eppure, attendibili indizi segnalano che, stranamente, cresce anche il potere della malattia sull’uomo. Essa paralizza la libertà, il timore di esserne raggiunti è oggi più che mai insistente, la cura della salute si fa ossessiva. Se da un lato, grazie alla medicina, cresce il potere tecnico sulla malattia, dall’altro diminuiscono le risorse morali per affrontarla. Si deve infatti riconoscere che la malattia pone anche, e non marginalmente, un compito morale. Per questo, oltre a liberare l’uomo dalla malattia, è necessario fare di tale condizione un tempo in cui volere, e non in cui sospendere la vita in attesa che passi. La tradizione cristiana considerava la malattia come tempo di ‘penitenza’: non solo nel senso di pena e di espiazione, ma soprattutto nel senso di un tempo che propone il rinnovato appello alla conversione, chiedendo di riconsiderare la propria vita con altri occhi. Questo aspetto della malattia oggi non è più riconosciuto. Si parla con insistenza di etica della medicina, non di morale della malattia. Il valore in questione è sempre e solo il sollievo dalla sofferenza. Chi vive quell’esperienza in forme gravi, vede svanire le evidenze ovvie che sostenevano la sua vita nel tempo ‘normale’ della salute, ed è quindi coinvolto in una lotta per la speranza. Essa è vissuta oggi in modo solitario e implicito, viene rimossa dalla comunicazione reciproca, o perché è oggetto di tacita censura o perché non si dispone delle parole per esprimerla. Il saggio di Angelini denuncia i diversi modi nei quali si esercita tale censura, e consente al malato di sostenere la lotta per riappropriarsi della speranza restituendogli la parola.
"La religione esprime le aspirazioni più profonde della persona umana, ne determina la visione del mondo, ne guida il rapporto con gli altro: offre, in fondo, la risposta alla questione del vero significato dell'esistenza nell'ambito sia personale che sociale. La libertà religiosa costituisce, pertanto, il cuore stesso dei diritti umani". Con queste parole Giovanni Paolo II, nel messaggio per la giornata mondiale della pace 1999, richiama l'attenzione dei governanti e di tutti gli uomini di buona volontà su questo diritto fondamentale, di cui si era già ripetutamente e ampiamente occupato nel precedente magistero. L'attualità della questione - largamente dimostrata dalla drammatica situazione dei credenti dei vari paesi - e l'insistenza del santo padre nel rilevarne la capitale importanza hanno suggerito di dedicare il presente volume a una completa e organica raccolta degli insegnamenti proposti a tale riguardo nei primi vent'anni del pontificato di Giovanni Paolo II, dal 1978 al 1998. Il materiale è stato organizzato in due sezioni. Nella prima ("Documenti") sono riportati in ordine cronologico i testi integrali degli interventi espressamente dedicati al tema o comunque ritenuti più significativi al riguardo. Nella seconda ("Raccolta di testi") trovano posto, sempre in ordine cronologico, stralci di altri pronunciamenti nei quali il pontefice ha utilizzato, anche in via del tutto incidentale, l'espressione "liberta religiosa" (e analoghe, quali ad esempio: "liberta di religione"). Il volume è corredato in più sezioni per agevolare la consultazione, consentendo approcci diversificati alla ricerca dei testi.
Il libro istruisce adeguatamente sulla vita matrimoniale ed e una pratica incitazione per un'esperienza spirituale matrimoniale.