Nata sotto la cattiva stella dell'arma che può distruggere il mondo, l'energia nucleare ha sempre attirato grandi consensi e grandi rifiuti. Da qualche anno si parla di "rinascimento nucleare" poiché questa fonte sembra rispondere non solo alla crescente domanda di energia mondiale, ma anche all'esigenza di produrre elettricità senza emettere gas serra. Ma è vero che il nucleare conviene e può contribuire allo sviluppo sostenibile? Oppure il rischio di emissioni radioattive e il problema delle scorie da smaltire ce ne devono tenere lontani? Le risposte a queste domande sono fondamentali anche per decidere se convenga al nostro paese riprendere la strada interrotta più di venti anni fa, dopo i tre referendum del 1987.
Luigi De Paoli insegna Economia dell'energia e dell'ambiente all'Università Bocconi di Milano. Dirige la rivista "Economia delle Fonti di Energia e dell'Ambiente".
Le nanotecnologie, insieme alle biotecnologie, alle neuroscienze e all'informatica, promettono di cambiare non solo il nostro mondo, ma anche noi stessi. Le possibili ricadute, suggestive e vertiginose, hanno a che fare con l'elettronica molecolare e i computer quantistici, le celle solari superefficienti e i biosensori. E non sembra lontano il giorno dei nano-farmaci e del nano-dosaggio, né quello in cui ci saranno iniettati nano-robot capaci di "riparare" le cellule difettose o sostituirle una per una. Eppure l'idea che lo sviluppo tecnoscientifico stia imprimendo un'accelerazione al cambiamento sociale è illusoria: la società non è in ritardo e la tecnoscienza non è in anticipo perché evolvono insieme. Viviamo già - come illustrato nel libro - in una società nanotecnologica, quel che appare un ipotetico futuro diventa il nostro febbrile presente.
Federico Neresini insegna Scienza, tecnologia e società nell'Università di Padova. Per il Mulino ha curato, con M. Bucchi, l'edizione 2010 dell'"Annuario scienza e società".
"La passeggiata che Nuno Crato intraprende attraverso i sentieri della scienza di aleatorio ha solamente il titolo. Lui conosce bene i cammini che percorre e, se lo seguiremo, scopriremo nuovi ed eccellenti panorami." Carlos Fiolhais, autore di Fisica per tutti e Nuova Fisica per tutti
Può trattarsi dei farmaci che assumiamo, delle scarpe che preferiamo o della birra che scegliamo di bere: la statistica descrive qual è la forma del mondo in cui viviamo. E di solito ci appare "schiacciante", "agghiacciante" o, meno spesso, "incoraggiante". Con l'aiuto delle belle illustrazioni di Borin Van Loon, Eileen Magnello racconta la storia e le utilizzazioni pratiche della statistica, invitando il lettore a un viaggio ricco di sorprese in un argomento affascinante e al tempo stesso di importanza fondamentale per comprendere il nostro mondo.
Kevin Kelly appartiene a quella ristretta cerchia di pensatori in grado di cogliere le grandi traiettorie che attraversano la storia, e di svelarne la trama. In "Quello che vuole la tecnologia" Kelly ci racconta come la tecnologia nel suo complesso non sia solo un guazzabuglio di fili e metallo, ma un organismo vivente e in continua evoluzione, con esigenze proprie e tendenze inconsce. Guardando alla nostra realtà attraverso gli occhi di questo sistema ora globale per scoprire "ciò che vuole", Kelly ne traccia la storia, seguendo poi le traiettorie delle principali tecnologie del prossimo futuro per capire dove sia diretto. Perché solo l'ascolto di quello che la tecnologia vuole può preparare noi e i nostri figli alle tecnologie che inevitabilmente verranno, e solo allineando noi stessi con gli imperativi a lungo termine di questo sistema quasi-vivente saremo in grado di godere al meglio dei suoi doni. Una visione fiduciosa e trasparente, che travalica la distinzione tra umano e artificiale, tra scienza e umanesimo. Tra quello che la tecnologia vuole e quello che il genere umano ha sempre sperato per sé.
Un mondo governato dai matematici: questo sembra vagheggiare Platone nel libro settimo della Repubblica. La storia, però, non ha dato seguito a quel suo autorevole suggerimento: ci sono stati, è vero, politici di estrazione matematica, oppure tentativi più o meno riusciti di socialismo "scientifico". Ma nel complesso l'utopia di uno stato matematico è rimasta tale. Non così in letteratura: i classici ci propongono infatti esempi di società matematiche, come l'isola del terzo viaggio di Gulliver, sperduta non in mezzo al mare, ma tra le nuvole, come del resto i cervelli dei suoi distrattissimi abitanti, persi nell'empireo delle speculazioni astratte. In genere tra gli scrittori "matematica" è spesso sinonimo di rigidità, predeterminazione soffocante e disumana contro cui ribellarsi. Osserva per esempio Dostoevskij che la vita è "pur sempre la vita, e non solo una radice quadrata". Eppure anche in letteratura - in Borges, Carroll, Musil, Queneau e moltissimi altri - emerge un'altra immagine di matematica, che è invece gusto del paradosso e dell'aforisma, libertà da ogni schema, fantasia di inventarne di nuovi, levità e giocosità: quella che Italo Calvino definisce nelle sue Lezioni americane la "leggerezza della pensosità" e Thomas Mann chiama in Altezza Reale un "gioco dell'aria". È di queste matematiche esotiche e variegate che il libro tratta, presentandole così come ce le dipingono i riferimenti letterari.
Ricerche recentissime hanno dimostrato che i nostri sensi funzionano insieme, condividono effetti percettivi, si influenzano l’un l’altro, compensano reciprocamente le eventuali deficienze, al punto che il nostro cervello non ha interesse a sapere se al momento reclutiamo questa o quell’area sensoriale: l’essenziale è orientarci nel mondo.
Ogni giorno siamo dunque in grado di udire e annusare le forme, toccare le parole, vedere gli oggetti con la lingua, assaggiare gli odori. Possiamo permetterci il lusso dell’autocoscienza proprio perché appena sotto la sua soglia agisce un retaggio evolutivo che ci fa muovere con la sicurezza dei pipistrelli, fiutare il prossimo come i cani, utilizzare il tatto per procura alla stregua dei ragni.
Lawrence D. Rosenblum ci svela a noi stessi attraverso una sarabanda trascinante di esperienze quotidiane e di casi non comuni, ed è bravissimo nel ricondurre sia le prime sia i secondi alla stessa origine nei meccanismi basilari della percezione implicita.
Essi hanno del miracoloso non solo quando si attivano nei ciechi che vanno in mountain bike, giocano a baseball o dipingono, ma anche ogni volta che si traducono nei gesti apparentemente banali di cercare le chiavi in tasca o mangiare delle patatine, e nei comportamenti più coinvolgenti quali la scelta del partner. Nessun gesto umano è troppo arduo o elementare per i magnifici cinque e per il loro sodalizio multisensoriale: grazie a Rosenblum adesso ne abbiamo le prove.
l'autore
Lawrence D. Rosenblum insegna Psicologia alla University of California (Riverside) e vive a Los Angeles. Le sue ricerche sulla lettura delle labbra e sull’integrazione multimodale sono state sostenute dalla National Science Foundation e dal National Institute of Health, e quelle sull’avvisamento acustico delle automobili ibride dalla National Federation of the Blind. È coautore di una cinquantina di articoli specialistici sulla percezione.
I ritmi della vita – Perché gli attacchi di cuore sono più frequenti nelle prime ore del mattino? Come fa un bisonte a sapere quando è il momento di spostarsi in altri territori o un salmone quando è tempo di deporre le uova? La risposta a queste domande è negli orologi biologici. La loro esistenza è nota da decenni, ma solo i progressi degli ultimi anni hanno permesso di individuare le complesse interazioni genetiche che letteralmente dettano i ritmi della vita di tutti gli organismi viventi, esseri umani compresi. Attraverso un’avventurosa esplorazione degli sterminati orizzonti della cronobiologia, Foster e Kreitzman introducono il lettore nei segreti di questa nuova disciplina che studia le fluttuazioni periodiche delle funzioni vitali e le loro varie applicazioni in campo medico, dai sintomi del jet-lag a condizioni patologiche gravi come la depressione e i disturbi del sonno.
l'autore
Russell Foster, neuroscienziato di fama internazionale, insegna alla Università di Oxford ed è membro della Royal Society. Ha vinto numerosi premi per la scoperta dei fotorecettori oculari.
Leon Kreitzman, biologo, è un apprezzato giornalista scientifico.
Scritti scelti. 1933-1964 – Kurt Gödel, uno dei massimi logici di tutti i tempi, è autore di un’opera che ha influenzato tutti gli sviluppi successivi della logica, nonché l’ulteriore riflessione sui fondamenti della matematica. Questa raccolta di scritti intende presentare in modo unitario e valorizzare il contributo di Gödel alla filosofia del Novecento. In questo modo essa apre vie nuove alla diffusione del suo pensiero al di fuori della cerchia degli specialisti, rendendolo accessibile al pubblico più generale dei filosofi, degli storici della scienza, degli informatici, dei fisici. Ha scritto Paolo Casalegno: «Leggere Gödel può essere, se si ha un po’ di gusto per queste cose, un’esperienza intellettuale assai gratificante, di cui è bene cercare di approfittare».
l'autore
Kurt Gödel (1906-1978) formula tra il 1930 e il 1931 i due risultati che gli hanno dato fama universale, anche al di fuori del ristretto ambito accademico: la dimostrazione della completezza semantica del calcolo dei predicati, e il cosiddetto «teorema di incompletezza di Gödel», secondo cui all’interno dei sistemi assiomatici contenenti l’aritmetica esistono proposizioni «indecidibili». L’edizione delle sue Opere è apparsa presso Bollati Boringhieri.
Il Tempo ha attirato l'attenzione dell'uomo di tutte le epoche e civiltà, ha ispirato poeti, artisti e pensatori. Ma che cos'è, in realtà, il Tempo? in questo saggio il professor Antonino Zichichi si cimenta in una impresa nuova: portare al grande pubblico le conquiste della Scienza sulla natura del Tempo, mettendone in evidenza i valori e le affascinanti problematiche. Il grande fisico di fama mondiale illustra le due componenti in cui si articola la sfida del Tempo: quella mistica sentita da Dionigi il Piccolo, dalla quale nasce il Calendario perfetto, e quella scientifica, derivata dall'atto di fede galileiano che porta al Teorema del Tempo e agli orologi atomici.
Basta poco per cambiare il mondo, passo dopo passo. E basta poco a chi vuole vivere bene, felice e senza sprechi.
Dopo Non sprecare, Antonio Galdo ritorna sul necessario (e possibile) cambiamento del nostro modello di consumo e di sviluppo, raccontando le grandi idee che potrebbero salvare il pianeta, ma anche i comportamenti quotidiani che migliorano il mondo intorno a noi.
Se la crisi globale rischia di rendere tutti più poveri, forse vale la pena di riscoprire la sobrietà; se l'inquinamento e lo sfruttamento delle risorse naturali sta minacciando il nostro futuro, forse bisogna capire che si può vivere meglio con meno; se le nostre giornate sono assediate dal lavoro, dal traffico, dallo stress, forse si può tornare a un rapporto più equilibrato con il tempo e lo spazio che ci circonda.
Come possiamo liberarci dalla dipendenza del petrolio? Come possiamo utilizzare meglio gli strumenti tecnologici che abbiamo, senza farcene dominare?
Come tornare al piacere della normalità, senza finire nell'ossessione della decrescita?
Un libro di storie da tutto il mondo, alla frontiera dell'innovazione, ma anche della dimensione individuale delle nostre scelte quotidiane.
Il mito degli extraterrestri e l'attesa "messianica" che si addensa intorno alla figura dell'Alieno fanno ormai stabilmente parte dell'immaginario dell'uomo contemporaneo. Pochissimi, tuttavia, sospettano quali legami vi siano fra questo mito - apparentemente connotato in chiave scientifica e tecnologica - e le correnti più ambigue e nebulose dell'occultismo moderno. In questo saggio si ricostruiscono le radici "occulte" e ignorate del mito extraterrestre, attraverso i suoi legami con lo spiritismo ottocentesco, la nascita del contattismo, la mediazione di singolari personaggi a cavallo tra scienza e magia, il ruolo del cinema, l'affermazione dell'"archeologia spaziale" e dell'"interpretazione extraterrestre" dei Libri Sacri; con sullo sfondo la realtà, tanto ambigua quanto evanescente, dei cosiddetti "fenomeni UFO". Tutti elementi, questi, caratterizzanti un mito che è anche una delle più incredibili quanto riuscite parodie moderne della religione.