È la sera di Capodanno, e Nicole non vede l'ora che i festeggiamenti abbiano inizio. I suoi familiari però vogliono prima ascoltare il discorso del Presidente della Repubblica. All'improvviso tutti ammutoliscono perché Sergio Mattarella sta parlando proprio di lei... Nicole si spaventa. - Che ho fatto? - domanda con un filo di voce. Ma Niki non ha combinato nulla: viene citata perché ha vinto quattro medaglie d'oro ai Mondiali di atletica. È una campionessa del mondo, ma una campionessa un po' speciale: è nata con la sindrome di Down. Un problema? Non per lei. La sua vita è come correre i 100 metri controvento: ci mette un po' di più ma taglia sempre il traguardo. E vince. Perché fin da bambina le hanno spiegato che "è vietato dire non ce la faccio". Un motto che le ha permesso di conquistare medaglie, avere amici, amare, viaggiare, divertirsi... Con la sua inesauribile carica di simpatia, Nicole ha dimostrato contro ogni pregiudizio che nelle persone come lei non c'è solo la disabilità ma tanta, tantissima abilità. Età di lettura: da 12 anni.
Dal 1943 al 1957, l’ancor giovane scrittore, giornalista ed editore Leo Longanesi visse l’ultimo e febbrile spicchio della sua esistenza. Presto affiancato da Montanelli, Prezzolini e Ansaldo, si trasformò nel più arguto megafono dei connazionali passati dal fascismo al post-fascismo, senza mai farsi “contaminare” dalla Resistenza. Il “Borghese”, la rivista politicamente scorretta da lui fondata nel 1950, diventerà uno degli snodi fondamentali di questa “destra carsica”, sdoganata poi nel 1994 da Berlusconi.
"È gelida l'acqua. Mi entra nelle ossa. Non riesco a liberare la stazza dall'acqua. Uso tutta la mia forza e la mia agilità ma la lancia resta piena. E cado. Ho paura. È notte fonda e fa freddo. Siamo a quaranta miglia da Lampedusa e, se non riesco a farmi sentire subito, mi lasceranno qui e sarà la fine. Non voglio morire così. Non a sedici anni. Il panico sta per impadronirsi di me e comincio a urlare con quanto fiato ho in gola, cercando di rimanere a galla e di non farmi trascinare giù da questo mare che ci consente di sopravvivere ma che può anche decidere di abbandonarci per sempre. "Patri" urlo. "Patri." Lui è al timone e non mi sente. La fine si avvicina, penso. Poi qualcosa accade... Ciò che non potevo sapere allora è che non solo quella notte sarebbe rimasta per sempre impressa nella mia mente ma che la mia esistenza sarebbe stata segnata da un mare che restituisce corpi e vite e che sarebbe toccato proprio a me salvare quelle vite e toccare per ultimo quei corpi." Pietro Bartolo è il medico che da oltre venticinque anni accoglie i migranti a Lampedusa. Li accoglie, li cura e, soprattutto, li ascolta. Queste pagine raccontano la sua storia: la storia di un ragazzo mingherlino e timido, cresciuto in una famiglia di pescatori, che si è duramente battuto per cambiare il proprio destino e quello della sua isola. E che, non dimenticando le difficoltà passate, ha deciso di vivere in prima persona quella che è stata definita la più grande emergenza umanitaria del nostro tempo.
Un uomo "sempre presente a sé stesso, sempre domatore, che non s'arresta di fronte a nulla", capace di agire con coscienza e di non arrendersi alle allucinazioni collettive. A questo tipo morale si riferiva il "giovane prodigioso" Piero Gobetti, in lotta con il suo tempo. Per esplorare lo spazio della scelta, del dubbio etico, della costruzione di sé come individui, questo libro interroga storie di esseri umani di fronte a un bivio. Giovani temerari nella realtà e nel mito, figure della filosofia e della grande letteratura alle prese con decisioni radicali, estremiste, e soprattutto durevoli. Dagli interrogativi di Kierkegaard al "no" perentorio di un personaggio di Melville, da un Benjamin pressato dall'orologio della Storia a un Calvino in cerca di una strada coerente, il corpo a corpo con la propria identità appare senza uscita. E oggi? L'identità "allargata" e "aggiornabile" si traduce in un desiderio di vivere su più fronti insieme, perché scegliere davvero comporterebbe rischi e rinunce. Ma forse in ogni tempo c'è una via più difficile e impervia, per arrivare a essere, come voleva Gobetti, "sé stessi dappertutto".
Sono gli ottant'anni a scatenare in Pasquale Zagaria, in arte Lino Banfi, la voglia di guardare indietro e ripercorrere le tappe della sua vita come se fosse uno sketch: Pasquale e Lino si raccontano, si provocano, si sfottono, e non mancano di coinvolgere nei ricordi gli alter ego di cui via via hanno assunto l'identità: il commissario Lo Gatto, Oronzo Canà, Auricchio, Nonno Libero... Una vita piena, vista dalla prospettiva dell'incredibile popolarità di oggi. Eppure non è stato sempre così: di umili origini pugliesi, Pasquale si trasferisce giovanissimo a Milano inseguendo il sogno dell'avanspettacolo, un genere molto amato nell'Italia del dopoguerra che dopo il trauma bellico anela a una comicità semplice, leggera, alla portata di tutti. Battezzato artisticamente "Lino Banfi" niente meno che da Totò, dopo anni di gavetta e di ristrettezze conquista il successo: prima con il cabaret, poi con la commedia sexy all'italiana, fino agli sceneggiati tv grazie ai quali è entrato nelle case di tutti gli italiani. Oggi Lino Banfi è un uomo appagato e riconosciuto, ma non ha perso la veracità delle origini. A ottant'anni suonati, rimane il raghezzo pugliese di sempre. Prefazione di Renzo Arbore.
Figlia naturale del cardinale Alessandro Farnese, Clelia (1557-1613) sposa nel 1571 Giovan Giorgio Cesarini, gonfaloniere del Popolo romano. Sullo sfondo di una Roma festaiola quanto violenta, cinica e spregiudicata, la bellissima Clelia si muove tra un marito che la tradisce e un padre deciso a servirsi di lei per le sue aspirazioni alla tiara. Riuscirà a piegare questa figlia caparbia e indomita solo facendola sequestrare e rinchiudere nella Rocca di Ronciglione. Costretta a sposare in seconde nozze il marchese di Sassuolo, nel 1587 Clelia verrà "esiliata" nel feudo padano, da dove farà ritorno a Roma solo dopo l'assassinio del marito (1599). La storia di una donna ribelle e affascinante, un eloquente ritratto della corte papale e dell'aristocrazia romana negli anni della Controriforma.
Quando Ludovico Buonarroti mise il piccolo Michelangelo a balia dalla moglie di uno scalpellino non poteva certo immaginare che il figlio sarebbe diventato uno dei più grandi artisti di tutti i tempi. Un romanzo storico in cui Beatrice Buscaroli fa incontrare al lettore un Michelangelo avanti negli anni che - incoraggiato dal giovane nipote - racconta di Lorenzo il Magnifico e del Giardino di via Larga, di Angelo Poliziano e Girolamo Savonarola. A metà strada tra il romanzo storico e il memoir, la figura di Michelangelo emerge in tutta la sua grandezza e con altrettanta forza sono tratteggiati tutti i personaggi con i quali incrocia la sua esistenza, come Domenico Ghirlandaio il mastro invidioso - o Pietro Torrigiano - il rivale rissoso - che con un pugno deformò irrimediabilmente il naso di Buonarroti.
Che cosa avvenne ad Anne Frank dopo l'arresto? Questo libro racconta per la prima volta la drammatica conclusione della vita di Anne attraverso le commoventi testimonianze di sette donne ebree, sue compagne di prigionia nei lager nazisti. Ognuna di queste donne, tra le quali c'è anche Hannah Pick-Gosiar, la Lies Goosens del Diario, amica d'infanzia di Anne Frank, racconta la sua storia: la vita nei Paesi Bassi prima dell'invasione tedesca, l'arresto, la deportazione, la sopravvivenza nei campi di concentramento di Westerbork, Auschwitz-Birkenau e Bergen-Belsen. Sette storie diverse, che hanno però in comune la tragica esperienza della vita nei lager e l'incontro con una prigioniera che sarebbe diventata più tardi il simbolo stesso dell'Olocausto. Emerge da queste pagine il ritratto di una ragazza coraggiosa, la cui storia privata, scritta per rimanere lo sfogo segreto di una coscienza, s'è trasformata in un terribile atto d'accusa contro il fenomeno più agghiacciante del ventesimo secolo. Le testimonianze di queste donne, dalle quali l'autore ha tratto, oltre al libro, un documentario televisivo, ci raccontano gli ultimi giorni di Anne Frank, svelando una storia che ha inizio dove il diario drammaticamente si interrompe.
Scrisse Alan Palmer: "Francesco Giuseppe, nato nell'estate del 1830, governò l'Austria e buona parte dell'Europa centrale dal dicembre del 1848 fino alla morte, avvenuta nel novembre del 1916. Fosse vissuto undici giorni di più, avrebbe regnato per sessantotto anni. Nessun altro Imperatore o Imperatrice, Re o Regina ha mai esercitato la piena sovranità per un periodo tanto lungo". Fu un sovrano timido, intelligente, dotato di una memoria fuori dal comune e di un carattere semplice e piacevole. Quasi sempre frainteso dalla storiografia classica, fu dipinto e criticato in molti modi, ma questo ritratto che ne ha fatto Albert von Margutti resta oggi tra le fonti principali e più attendibili. Margutti ha ricoperto le più alte cariche dell'esercito austro-ungarico ed è stato tra i più stretti collaboratori dell'Imperatore. Le pagine delle sue memorie ci restituiscono i retroscena, gli aneddoti, i tratti peculiari della personalità di Francesco Giuseppe, Imperatore vivo e umano anche nei momenti decisivi del suo regno.
"Mi ritorni in mente", "Emozioni", "Ventinove settembre", "Una lacrima sul viso", "Una donna per amico"... Parole che, come poesie, tutti gli italiani hanno nel cuore. Il racconto di una vita attraverso canzoni, ricordi ed emozioni diventati parte della nostra memoria.
Pino Daniele è ancora qui: la sua musica è più che mai attuale, soprattutto per la capacità di emozionarci e di raccontarci, come sanno fare i grandi artisti, quelli che ti hanno accompagnato per un tratto di strada. In questo libro, attraverso centinaia di fotografie, i suoi versi e le parole di chi lo ha conosciuto, possiamo respirare il sogno di un ragazzo coi capelli lunghi che è diventato uno dei più grandi musicisti italiani di tutti i tempi. Con i testi di Joe Amoruso, Renzo Arbore, Clementino, Fabio Massimo Colasanti, Chick Corea, Gaetano Daniele, Enzo Decaro, Tullio De Piscopo, Stefano Di Battista, Al Di Meola, Stefano Dinarello, Tony Esposito, Fabrizio Facioni, Enzo Gragnaniello, Dorina Giangrande, Lorenzo Jovanotti Cherubini, Peppe Lanzetta, Gianni Minà, Gianluca Podio, Sandro Ruotolo, Roberto Saviano, Pasquale Scialò, Peppe Servillo, Toni Servillo, Ferdinando Salzano, Giuliano Sangiorgi, James Senese, Michele Vannucchi, Rino Zurzolo.
"Ho cercato di fare del mondo segreto che un tempo conoscevo un palcoscenico per i mondi più ampi in cui viviamo. Prima viene l'immaginazione, poi la ricerca della realtà. E infine il ritorno all'immaginazione e alla scrivania dove mi trovo ora". Dagli anni trascorsi al servizio dell'Intelligence britannica durante la Guerra Fredda, alla carriera di scrittore che lo ha portato dalla Cambogia dilaniata dalla guerra a Beirut sull'orlo dell'invasione israeliana, alla Russia prima e dopo la caduta del Muro di Berlino, John le Carré ha sempre raccontato storie partendo dall'attualità, leggendo negli avvenimenti di cui è stato testimone la stessa ambiguità morale di cui sono permeati tutti i suoi romanzi. In questo suo primo mémoir, tanto brillante quanto incisivo, l'autore narra, a volte facendoci ridere, a volte invitandoci a rivedere le nostre convinzioni, di un pappagallo in un hotel di Beirut in grado di imitare perfettamente una raffica di mitra o intonare la Quinta di Beethoven, il suo omaggio ai morti non sepolti del genocidio in Ruanda, il festeggiamento del Capodanno del 1982 con Yasser Arafat, la saggezza del grande fisico dissidente e Premio Nobel Andrej Sacharov, Alec Guinness impegnato nella preparazione del ruolo di George Smiley per i leggendari adattamenti televisivi della BBC. Ma, più di ogni altra cosa, John le Carré ci offre il suo personale, straordinario viaggio di scrittore lungo più di cinquant'anni, alla costante ricerca della scintilla di umanità.