La Chiesa-madre giudeo-cristiana di Gerusalemme, è all'origine della ricca letteratura apocrifa assunzionista. Gli scritti apocrifi denominati transitus e dormitio illuminano il culto che i giudeo-cristiani praticavano nei luoghi legati al trapasso di Maria (monte Sion), e alla tomba della Vergine al Getsemani. La festa ebraica delle Capanne (sukkot), carica di valenza escatologica, è una chiave di lettura del mistero dell'Assunzione di Maria. La letteratura assunzionista ha un triplice scopo: difendere, confermare e attualizzare il credere Maria come Vergine madre di Dio. La diffusione degli apocrifi colma vuoti circa le origini e la fine gloriosa di Maria onorata con diversi titoli tra cui quello di Madre dei dodici rami. Gli apocrifi sono fonti a cui teologi, pastori, liturgisti, artisti si sono ispirati per diffondere il culto mariano. Non si potrebbero infatti celebrare le feste solenni di Maria senza il ricorso a questi testi. Giovanni Paolo II riconosce anche la tradizione apocrifa come traccia che ha contribuito alla formazione del dogma dell'Assunta del 1 novembre del 1950. Il libro del Riposo etiopico, il Transitus Romano, il libro dello Pseudo Giovanni, il racconto dello Pseudo Melitone, il racconto della Storia Eutimiaca, l'omelia di Teotecno di Livia e la Legenda aurea di Jacopo da Varazze, costituiscono una lettura valida per comprendere tradizioni circa una delle feste più care alla pietà mariana.
La buona recezione della liturgia postconciliare si gioca sulla maturazione della capacità di celebrare (ars celebrandi). È ormai evidente che l'agire rituale esige una competenza specifica, che consiste anzitutto nel rispettare le regole fondamentali del rito stesso. L'accostamento tra rito e teatro fa emergere aspetti fondamentali di tale competenza, pur dentro un rapporto complesso tra realtà e finzione, tra reale e virtuale. Anche se su piani diversi, entrambe le esperienze hanno la capacità di "mettere in scena" il mondo per trasformarlo, attivando tutti i linguaggi di una performance globale.
La Chiesa non può dimenticare che essa ha ricevuto la rivelazione dell’Antico Testamento attraverso questo popolo… Vale a dire che i legami tra la Chiesa e il popolo ebraico sono fondati sul disegno del Dio dell’alleanza, e – come tali – necessariamente hanno lasciato dei segni in certi aspetti delle istituzioni della Chiesa, specialmente nella sua liturgia.
Giovanni Paolo II, Discorso dell’8 marzo 19982
Cristo, il Figlio di Dio, si è fatto carne in un popolo, in una tradizione di fede e in una cultura la cui conoscenza non può che arricchire la comprensione della fede cristiana. I cristiani devono essere sempre consapevoli e riconoscenti delle loro radici. Infatti, per poter attecchire, l’innesto sul vecchio albero ha bisogno della linfa che proviene dalle radici.
Benedetto XVI, Ecclesia in Medio Oriente, 21
La Chiesa, che condivide con l’Ebraismo una parte importante delle Sacre Scritture, considera il popolo dell’Alleanza e la sua fede come una radice sacra della propria identità cristiana … Crediamo insieme con loro nell’unico Dio che agisce nella storia, e accogliamo con loro la comune Parola rivelata.
Papa Francesco, Evangelii Gaudium, 247
Germano LORI, presbitero della Diocesi di Medellín (Colombia), ha conseguito il dottorato in Teologia Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Vive in Terra Santa, dove è prefetto degli studi del Seminario Redemptoris Mater di Galilea e vice-prefetto dello Studium Theologicum Galilaeae, sul Monte delle Beatitudini. È autore di varie pubblicazioni scientifiche in campo biblico ed è esperto del metodo di Analisi Retorica Biblica Semitica.
Il libro riporta le omelie dell'anno B della messa domenicale delle ore 10 celebrata nella Chiesa del Gesù in Roma dal gesuita padre Ottavio De Bertolis, i cui testi - essendo esse pronunciate a braccio - sono stati ottenuti con meticolosità tramite trascrizione delle registrazioni audio effettuate in diretta ogni domenica dell'anno, comprese le più importanti festività infrasettimanali. Il testo di ogni omelia, ai fini di un pronto riscontro delle citazioni, è preceduto dalle due Letture e dal Vangelo specifici di quella domenica, la disponibilità dei quali in un unico volume conferisce al medesimo anche un valore documentale autonomo. Non solo: proprio in relazione alla sua origine - quale trascrizione di un discorso a braccio, che include anche gesti, tempi di silenzio, toni, che ovviamente non possono essere trascritti - ogni omelia è preceduta dal QR-CODE, attraverso il quale è possibile ascoltare l'audio originale. Per questa sua singolare caratteristica, questo libro si connota anche e ancor più come un libro da ascoltare e si propone come strumento di approfondimento e di riflessione, se non di meditazione, per accompagnare passo dopo passo, omelia dopo omelia, il lettore lungo il proprio cammino di fede. Il piano dell'iniziativa prevede la pubblicazione delle omelie relative agli anni A, B e C, del ciclo triennale del Lezionario Liturgico.
Un importante e pratico libro per meglio comprendere quali cambiamenti comporterà nella pratica della celebrazione il Nuovo Messale Romano.
Un atteso strumento elaborato da uno dei più accreditati e stimati teologi e liturgisti del nostro tempo, don Paolo Tomatis.
Un libro chiaro, immediato e completo. Ogni momento della Celebrazione viene analizzato in vista dei cambiamenti attesi.
La liturgia cristiana, nella quale Cristo - presente - edifica la sua Chiesa con la cooperazione del suo popolo, è l'espressione più alta della nostra fede comune, celebrata e vissuta. Ma, come celebrarla al meglio, nel rispetto delle esigenze liturgiche, ma al tempo stesso con la creatività e la partecipazione del popolo di Dio del terzo millennio? Questo testo raccoglie le più interessanti domande che le lettrici e i lettori della Vita in Cristo e nella Chiesa hanno rivolto a don Sirboni, noto liturgista, e le sue acute, chiare e pratiche risposte perché la celebrazione risulti ben compresa, proficua e partecipata.
La presente opera e un mezzo eccellente per vivere bene i tempi di Quaresima e Pasqua. Curato da Judy Bauer, questo libro ci offre, giorno dopo giorno, un percorso devozionale per la Quaresima ed il Tempo di Pasqua, riproponendoci una breve meditazione sull'eco delle straordinarie riflessioni del grande e famoso Arcivescovo americano Fulton J. Sheen, evidenziate in queste pagine con grandi virgolette". Il commento del vescovo e supportato da appropriate citazioni bibliche, da una preghiera che puo essere adoperata per fare una meditazione supplettiva e, infine, da quello che noi abbiamo indicato col titolo di "proposito", col quale il lettore puo trovare argomenti concreti per il quotidiano esercizio devozionale. "
Perché cantare? Perché stare in piedi o seduti, inchinarsi o inginocchiarsi? Perché confessarsi prima e perché arrivare per tempo? Dove trovare la forza di perdonare, di mettersi in discussione e di spendersi per gli altri?
Queste pagine non sono una risposta accademica o teorica, ma una testimonianza di come, domenica dopo domenica, grazie alla messa si possa ritrovare il “bandolo della matassa”.
Sommario
Prefazione (G. Bassetti). Introduzione. I. «Sine dominico non possumus»: dai martiri di Abitene fino a noi. II. L’appuntamento: arrivare per tempo e preparati. III. Mettersi in discussione, sempre: Kyrie, eleison! IV. Quel bisogno prepotente di cantare il Gloria, l’Alleluia e il Santo. V. C’è colletta e colletta: dalle preghiere al cestino. VI. La mensa della Parola e quel foglietto da portarsi a casa. VII. L’omelia: croce o delizia? VIII. Pane e vino, sangue e sudore: la presentazione dei doni. IX. «Fate questo in memoria di me»: la consacrazione. X. Cuore a cuore, per uscire nuovo: dal segno della pace alla comunione. Postilla: «Ite, missa est!».
Note sull'autore
Stefano Proietti è sposato e ha tre figli. Vive e lavora a Roma, dove si è laureato in Filosofia morale e ha conseguito il baccalaureato in Filosofia e in Teologia. Con un passato da seminarista e religioso (salesiano) di voti temporanei, dal 2003 è giornalista professionista e, dopo aver trascorso otto anni nella redazione di Tv 2000, dal 2009 lavora presso l’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali della CEI. Con Mimep Docete ha pubblicato In “stato” di missione. Il Vangelo su Whatsapp (2018); con EDB 50 grani di cielo. Riscoprire il Rosario (2019).
La Chiesa non può dimenticare che essa ha ricevuto la rivelazione dell’Antico Testamento attraverso questo popolo… Vale a dire che i legami tra la Chiesa e il popolo ebraico sono fondati sul disegno del Dio dell’alleanza, e – come tali – necessariamente hanno lasciato dei segni in certi aspetti delle istituzioni della Chiesa, specialmente nella sua liturgia.
Giovanni Paolo II, Discorso dell’8 marzo 19982
Cristo, il Figlio di Dio, si è fatto carne in un popolo, in una tradizione di fede e in una cultura la cui conoscenza non può che arricchire la comprensione della fede cristiana. I cristiani devono essere sempre consapevoli e riconoscenti delle loro radici. Infatti, per poter attecchire, l’innesto sul vecchio albero ha bisogno della linfa che proviene dalle radici.
Benedetto XVI, Ecclesia in Medio Oriente, 21
La Chiesa, che condivide con l’Ebraismo una parte importante delle Sacre Scritture, considera il popolo dell’Alleanza e la sua fede come una radice sacra della propria identità cristiana … Crediamo insieme con loro nell’unico Dio che agisce nella storia, e accogliamo con loro la comune Parola rivelata.
Papa Francesco, Evangelii Gaudium, 247
Germano LORI, presbitero della Diocesi di Medellín (Colombia), ha conseguito il dottorato in Teologia Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Vive in Terra Santa, dove è prefetto degli studi del Seminario Redemptoris Mater di Galilea e vice-prefetto dello Studium Theologicum Galilaeae, sul Monte delle Beatitudini. È autore di varie pubblicazioni scientifiche in campo biblico ed è esperto del metodo di Analisi Retorica Biblica Semitica.
La vita monastica è sempre stata scandita dai periodi e dalle celebrazioni dell'anno liturgico, in una sinfonia di preghiera e canto che esprime adorazione, contemplazione e rendimento di grazie. Questo libro prende in esame l'esperienza della preghiera oraria vissuta nella ricchezza delle sue sfaccettature: la stessa Regola di San Benedetto si basa sulla preghiera filiale di Gesù. La bellezza e la dignità della celebrazione non sono infatti solo formalismo estetico, ma si fondano su una nobile semplicità capace di manifestare il rapporto tra l'umano e il divino della liturgia. Un'esperienza che non cessa di affascinare religiosi e laici di ogni epoca e che costituisce un percorso di santificazione adatto a chi vuole vivere il proprio monachesimo spirituale.
La comunione spirituale è definita come l'unione con Cristo presente nell'Eucaristia, tramite un desiderio che proviene da una fede animata dalla carità. La si vive in condizioni precise e può allora portare molti frutti. È un cammino necessario per ricevere meglio la santa Comunione. La comunione spirituale è quindi destinata a tutti, ma in particolare a coloro che per varie ragioni non possono ricevere l'Eucaristia: per impedimenti fisici, per l'assenza del sacerdote o per incompatibilità legata alla situazione familiare, come per i divorziati risposati. Questo libro traccia la storia e le linee pastorali di questa pratica, che permette a tutti di venire a contatto con Gesù Eucaristia.
Lo studio del rito come mediazione propria della liturgia può contribuire non solo a comprendere e affrontare meglio le questioni pastorali sottese alla prassi celebrativa, ma anche a considerare in modo nuovo le questioni teologiche della liturgia e della sacramentaria. Esso può costituire anche, in modo sorprendente, un terreno comune per proseguire nel dialogo ecumenico in modo rinnovato e meno preconcetto. Il volume presenta diversi contributi che, a partire da una più profonda conoscenza del rito, sviluppano percorsi riflessivi di tipo storico, ecumenico, sistematico e pastorale.