Le dinamiche del fenomeno migratorio in Italia e in Europa stanno subendo nuove trasformazioni. In questo Ventitreesimo Rapporto Fondazione ISMU stima che la popolazione straniera in Italia abbia raggiunto, al 1° gennaio 2017, 5 milioni e 958mila unità di presenze e analizza i nuovi scenari migratori che vanno configurandosi nel nostro Paese e nel resto d'Europa. Il volume infatti mette in evidenza come ancora una volta, nel 2017, l'emergenza sbarchi abbia costituito uno dei temi più rilevanti nell'agenda politica e nel dibattito pubblico in Italia. Se nel 2016 gli arrivi via mare sono diminuiti drasticamente in seguito all'accordo UE-Turchia, che ha di fatto interrotto il flusso sulla cosiddetta rotta balcanica, l'emergenza migranti non è certo risolta. Le gravi crisi che hanno colpito numerosi Stati del continente africano e di ampie aree del Medio Oriente hanno continuato a determinare un notevole afflusso di migranti in Italia, che è ritornata a essere la principale porta per l'Europa nel Mediterraneo, anche se a partire dall'estate 2017, in controtendenza rispetto al passato, si è registrato un deciso decremento degli arrivi. Oltre alle consuete aree di interesse (demografia, normativa, lavoro, scuola, salute), il volume approfondisce alcune tematiche di grande attualità, quali il radicalismo islamico, il rapporto tra Europa e migrazioni, il fenomeno dei minori non accompagnati. Queste tre ultime tematiche sono state assunte da ISMU quali sue linee strategiche. Il volume dedica inoltre una particolare attenzione allo scenario internazionale, alle recenti elezioni che si sono svolte in Europa, alle politiche di integrazione italiane ed europee, al diritto di asilo. Completa il testo un'analisi sulle migrazioni negli Stati Uniti, in Cina e Australia, nonché sulla situazione politica in Medio Oriente.
Assistiamo in questi ultimi anni, soprattutto nelle società occidentali, a un progresso scientifico e tecnologico senza precedenti per complessità, varietà e velocità dell'innovazione, oltre che per quantità e ampiezza di applicazioni. Nel contesto della 'nuova ondata tecnologica' si delinea il passaggio dalla bio-etica alla tecno-etica: dai problemi sollevati nell'ambito della biomedicina, ai quesiti delle nuove tecnologie emergenti. Tale passaggio evidenzia l'esigenza nell'etica della sostituzione del prefisso "bio' con il prefisso 'tecno': si assottiglia sempre più il riferimento alla dimensione del 'bios', nell'interazione convergente della biomedicina con altri ambiti scientifici e tecnologici precedentemente separati, nell'interfaccia umano-artificiale fino agli orizzonti (anticipati o solo immaginati) del post-umano/trans-umano. Il volume affronta sul piano teorico e pratico i principali temi in discussione: dai problemi 'tradizionali' di bioetica di inizio e fine vita, tra cura e sperimentazione, alle questioni 'nuove' che includono le neuroscienze, la genomica, le trasformazioni della medicina, la biometria, fino agli scenari delineati dalle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, big data, mobile-health, potenziamento, tecnologie convergenti, roboetica. Le teorie e le questioni della tecno-scienza sono in evoluzione: esigono una riflessione etica 'critica' mediante il confronto tra argomentazioni nel contesto pluralistico e un'innovazione nel diritto alla ricerca di percorsi di governance. È questo l'oggetto di discussione nei principali organismi istituzionali internazionali e nazionali di etica e diritto delle tecno-scienze, dove la filosofia del diritto, da astratta elaborazione teorica, diviene protagonista attiva, concreta e propositiva di un cambiamento in corso, nel presente e per il prossimo futuro.
"Questo libro è rivolto a chi lavora nel settore finanziario e a chi aspira a entrarvi. E il frutto di anni di studio ed esperienza nel settore, che ho frequentato ricoprendo diversi ruoli dal gestore, all'analista, al deliberante, al docente in materia creditizia. Il taglio è decisamente operativo, infatti il titolo parla di tecnica e non di teoria del finanziamento di impresa. Ho voluto descrivere il complesso di norme che regolano l'esercizio concreto, quotidiano dell'attività creditizia. Sullo sfondo sono accennate, a volte citate e approfondite, le tradizionali teorie di finanziamento, e mi sono focalizzato su prassi diffuse, consolidate ed efficaci. Il tentativo è quello di coniugare saperi concettualmente condivisi, con i migliori spunti che si possono trarre dalla quotidianità. Ad esempio viene approfondito cos'è la centrale dei rischi e quali sono le informazioni a disposizione degli intermediari, ma si cerca soprattutto di disegnare un percorso di lettura dei dati. Non ci si dilunga sui documenti che compongono il bilancio di esercizio e sulla loro struttura, ma su come è possibile valutarne l'attendibilità. Non si scende nei dettagli dei metodi di consolidamento, ma vengono esaminate le modalità di approccio alle aggregazioni di imprese e al corretto esame del bilancio di gruppo in ottica di valutazione del merito creditizio. Non sono approfondite analiticamente le modalità di costruzione di un piano prospettico, ma si focalizza l'attenzione su come deve interpretarlo chi opera all'interno del sistema finanziario. Si cerca di dedicare spazio e di fornire occasioni di ragionamento sulle variabili finanziarie e sul rendiconto finanziario." (dall'Introduzione). Premessa di Ugo Rigoni.
Dalla seconda metà degli anni novanta, i format hanno avuto un impatto inaudito sulla televisione, sui suoi linguaggi e di conseguenza sulle nostre abitudini di consumo. I primi grandi format hanno diffuso in tutto il mondo programmi identici: titoli come "Grande fratello" o "Chi vuol essere milionario?" portano gli stessi brand globali sulla tv italiana come su quelle di molte altre nazioni, adattati solo in parte secondo i gusti e le necessità locali. "L'era dei format" è un testo che, attraverso il ricorso costante alle riflessioni dei professionisti e a documenti industriali eccezionalmente resi pubblici, riesce a raccontare l'evoluzione del mercato, dalla stagione dei cosiddetti «superformat» ai più recenti format delle società di produzione indipendenti e all'odierna grande parcellizzazione di idee in seguito allo sviluppo dell'offerta con centinaia di canali e di piattaforme. Chalaby offre uno sguardo originale, completo e informato sulle professioni del format, sugli snodi principali del mercato e sui flussi commerciali più importanti. Compie inoltre una panoramica sui paesi più attivi - in cui, a sorpresa, gli Stati Uniti o il Regno Unito si trovano affiancati da mercati più piccoli ma agguerriti come Olanda e Israele - portando il lettore a scoprire i segreti alla base dei format di maggiore successo, i loro significati e l'impatto che hanno sulla popular culture contemporanea.
Il volume trova origine in una precedente opera dei due autori, i "Lineamenti di diritto dell'Unione europea", avviata nel 2008 e destinata a proseguire il suo autonomo percorso, sempre per i tipi della Giappichelli Editore. Se i "Lineamenti" conservano l'originario intento di fornire uno strumento, a fini essenzialmente didattici, per lo studio dei principali profili del sistema giuridico-istituzionale dell'Unione europea (istituzioni, fonti, tutela giurisdizionale dei diritti), il presente e ben più ampio volume ha l'ambizione di rappresentare un'opera manualistica tendenzialmente completa, destinata a consentire una lettura di quei profili anche alla luce delle competenze materiali dell'Unione e delle concrete realizzazioni in cui esse si sono tradotte. Nelle sei Parti in cui essa è suddivisa, vengono infatti illustrati tanto i diversi aspetti in cui si articola l'assetto istituzionale, normativo e giurisdizionale dell'Unione, quanto gli specifici ambiti di attività nei quali le sue istituzioni sono chiamate ad esercitare le loro competenze. La ragione di questa ben più impegnativa impresa risiede essenzialmente nella convinzione che fosse ormai non più procrastinabile il momento di integrare l'offerta editoriale italiana, al pari di quanto avviene da tempo in altri Paesi, con una trattazione tendenzialmente completa, e al tempo stesso condensata all'interno di un unico volume, della dimensione giuridica del processo d'integrazione europea. Scelta, questa, che ha ovviamente costretto gli autori a uno sforzo supplementare per contenere quanto più possibile le dimensioni dell'opera senza tuttavia compromettere la qualità e la completezza della trattazione e la comprensione del senso e della portata delle concrete realizzazioni del processo d'integrazione.
La didattica sta vivendo una nuova centralità: le trasformazioni del contesto socio-culturale, il protagonismo dei media digitali, i nuovi stili e ritmi di apprendimento dei più giovani, le esigenze di aggiornamento nelle professioni ne spiegano le ragioni. Questa centralità trova conferma nei nuovi paradigmi e linee di ricerca (neurodidattica, enattivismo, semplessità), tutti accomunati dall'importanza dell'insegnante, della sua guidance nel contesto della classe. Il manuale vuole rendere conto dello scenario che ne deriva, segnato dalla consapevolezza del valore della didattica come sapere professionale, dei processi di trasposizione e regolazione, della pratica riflessiva nella formazione e nello sviluppo professionale, del ruolo che le tecnologie giocano al riguardo. Infine, una ricca selezione di contenuti digitali disponiblii online ne costituisce la funzionale estensione.
Il libro nasce dal desiderio di concentrarsi sulla scrittura del quotidiano mediale, o meglio, sulle scritture, che rappresentano allo stesso tempo il "grande problema" del digitale (spesso metafora di corpi inermi, di una comunicazione ossessiva...) e "la sua soluzione" (cioè competenze di produzione di senso, di creatività, di nuove professioni...). Il volume si sviluppa con un approccio che va dal livello del "sacro" transdisciplinare (dall'antropologia dei media alla psicologia e alla filosofia del web), a quello del "profano" dei comportamenti dell'utente post-moderno, che sovente si serve dei media in modo (apparentemente?) poco significativo. Il testo offre sia taluni spunti teorici sulla natura dello scritto mediale, sia un quadro concreto (orientato al saper fare) di pratiche formative e didattiche dedicate alle scuole, per favorire sia lo sviluppo delle competenze tecnologiche utili al saper scrivere con i media sia l'acquisizione di una consapevolezza matura delle potenzialità dei linguaggi mediali. Presentazione di Ambrogio Artoni.
Tra i radiologi si dice che trovare un tumore in una mammografia è come trovare una palla di neve in una tormenta. Umorismo nero tra medici che illustra le difficoltà di trovare segnali (palle di neve) entro un ambiente pieno di segnali disturbanti (tormenta). I medici affrontano problemi simili ogni giorno quando vagliano montagne di dati provenienti dagli esami del sangue, dai raggi X o dall'infinita lista dei sintomi dei pazienti. Ammettiamolo, le diagnosi sono spesso soltanto fondate congetture e le prognosi sono ancora meno certe. C'è una significativa quota di incertezza nella pratica medica quotidiana che dà luogo a confusione e a complicazioni potenzialmente letali. Questo libro è un'indagine sui molti aspetti dell'incertezza nella medicina moderna con l'obiettivo di dare al lettore un'idea delle sfide che si incontrano in tutti i campi della medicina, dal cancro alle patologie cardiovascolari, alle malattie infettive e altro ancora, con l'idea di fondo che riconoscendo piuttosto che negando l'incertezza si possono prendere decisioni migliori sulla salute delle persone. La medicina può fallire - qualche volta spettacolarmente - quando pazienti e dottori ripongono troppa fede nella tecnologia medica moderna. Questo libro ci rende al contempo più umili e più in grado di padroneggiare il lavoro clinico, togliendo i veli all'oscurità che permea la teoria e la pratica della medicina moderna. È dunque una lettura essenziale per medici e pazienti. Steven Hatch è professore di medicina all'Università del Massachusetts Medical School. Lavora nella divisione di malattie infe
Il metodo e le idee di Maria Montessori non sono qualcosa del diciannovesimo secolo, qualcosa di vecchio e polveroso. E la poca tecnologia presente nelle sue scuole non è dovuta a un ripiegamento sul passato. Facendosi guidare da chi ha approfondito le idee montessoriane scopriremo invece che tutto quello che si fa in quelle scuole, tutti i materiali apparentemente arretrati che vi si usano hanno solidissime basi scientifiche. Maria Montessori infatti, che era un medico e una scienziata sperimentale, era arrivata a scoperte sul funzionamento del cervello del bambino che oggi gli scienziati stanno confermando. Ed è su queste basi che si fonda l'approccio montessoriano alle tecnologie nei periodi fondamentali per lo sviluppo della personalità dei nostri bambini, approccio che li prepara per un mondo in cui le tecnologie saranno sempre più pervasive. Vedremo infine come il progetto Montessori permetta di inglobare le nuove tecnologie nel lavoro educativo in maniera tale che aiutino e non siano d'intralcio allo o dei nostri abitanti del futuro. Prefazione di Grazia H. Fresco.