«È oggi ancora più forte l'esigenza di una educazione linguistica che arricchisca le nostre capacità comuni di comprensione e intelligenza, di rapporto autentico e attivo con gli altri e col vasto mondo. Una educazione linguistica che dia diffusamente, a tutte e a tutti, quella lingua che, continuiamo a sperarlo e a operare per ciò, ci fa eguali.» La lingua parlata e scritta, il suo valore di emancipazione sociale e la scuola che ne costituisce il principale veicolo, sono stati al centro della ricerca intellettuale e civile di Tullio De Mauro. Questo libro ne raccoglie alcuni dei principali contributi.
Patria racconta le connessioni con la sfera più profonda, fisica e biologica della persona (il padre e, ovviamente, la madre), e con le idee più astratte: per esempio, il mondo concepito come patria del sapiente nella filosofia degli Stoici. Ciò non toglie che a patria si sia accompagnato spesso l'aggettivo piccola. Il lavorio della mente umana si rivela inoltre nell'associare significati concreti e significati astratti, in un gioco indefinito di associazione e variazione di significati/idee. Patria non ha femminile, e però alla serie appartiene la coppia patrimonio/matrimonio...
Avete un manoscritto nel cassetto, ma non riuscite a trovare un editore? Oggi, con il print on demand e le varie forme di pubblicazione on line, questa impresa sembrerebbe più a portata di mano, ma in realtà il sovraffollamento di scrittori in Rete rischia di farvi scivolare molto velocemente nell'anonimato. Per distinguersi, e trovare un editore vero, il vostro libro deve avere una marcia in più: ciò significa lavorarci sopra per renderlo eccellente. Certo, potete sempre pagare un esperto che vi aiuti, ma il vostro romanzo avrà molte più possibilità di essere pubblicato se, prima di chiedere un aiuto esterno, lo lavorerete nel miglior modo possibile. "Divento scrittore" ha proprio questo intento, insegnarvi l'arte della revisione: i meccanismi con cui si costruiscono una scena e un dialogo ; i trucchi per trovare l'equilibrio perfetto tra i punti essenziali della trama e le singole scene ; il modo giusto per descrivere i personaggi senza renderli antipatici ai lettori; le tecniche che vi consentiranno di non commettere più errori da dilettanti. D'ora in poi scriverete come romanzieri consumati. E pubblicabili.
Il lettore che cercasse in questo scritto di Cassirer uno studio sulla linguistica, passando alla lettura ne resterebbe sconcertato. Si tratta piuttosto, indirettamente, come suggerisce per ironia socratica la citazione di Platone presente nel testo, di ricordare ai linguisti lo statuto filosofico di questioni che ancora si pongono alla loro attenzione e, con un movimento complementare, di chiarire ai loro occhi i considerevoli spostamenti filosofici che gli sviluppi contemporanei delle scienze sociali, compresa evidentemente la linguistica, hanno apportato.
In piena euforia strutturalista - è il 1973 - la sociologia sembra essere in crisi, soprattutto per quel che riguarda la lettura critica dei media. Ma nel momento in cui volge la propria attenzione alle comunicazioni di massa, osserva Fabbri in questo saggio seminale, essa è come costretta a fare i conti col problema del senso e dei testi che lo supportano, ossia con i fenomeni specifici studiati dalla scienza delle significazioni. Ne viene fuori un'ipotesi socio-semiotica forte, come studio dei contenuti mediatici e di quegli attori sociali che, trasmettendoseli reciprocamente, riescono a metterli in condizione di significare.
Tra i massimi linguisti del nostro tempo, Luca Serianni ha sempre coniugato la più alta ricerca sulla storia dell’italiano alla passione per la didattica in tutte le sue forme, come testimonia in ultimo il suo incarico come capo della task force ministeriale che si occupa dell’apprendimento della lingua italiana. I suoi libri hanno formato generazioni di studiosi e alimentato il dibattito pubblico sul corretto uso della lingua e sul suo insegnamento nella scuola. In occasione del settantesimo compleanno, gli allievi hanno raccolto alcuni tra i suoi studi più significativi degli ultimi vent’anni. Ventotto saggi che attraversano otto secoli di storia linguistica italiana: dalla Commedia di Dante sino alla lingua dei giornali, passando per la poesia barocca, la librettistica verdiana, la didattica dell’italiano nei licei. Il risultato non è solo la summa di una decennale esperienza di ricerca ma anche un’esemplare lezione di metodo: su come guardare oggetti di studio lontani e vicini in modo da cogliere, attraverso la lingua, il riflesso della cultura di un intero paese.
La lingua italiana ha una storia lunga molti secoli. Ha vissuto e vive tuttora nei pensieri e nelle parole di milioni di persone in Italia e nel mondo, prestandosi duttilmente, ma senza perdere la propria natura, a usi pratici e quotidiani, alle specializzazioni professionali e a monumenti letterari e artistici di impareggiabile bellezza. Questo libro intende accompagnare il lettore non specialista in un viaggio che renda visibili, attraverso un ricco corredo di immagini, le mille voci e i mille volti di coloro che nel corso del tempo hanno plasmato e poi reso vitale e creativa una delle lingue di cultura più apprezzate al mondo.
Elegante, musicale, armoniosa, dolce, piacevole, seducente: per chi ci guarda da fuori, la nostra è la lingua più bella del mondo, tanto da farne la quarta più studiata tra le lingue straniere.
Gli italiani, invece, tendono a darla per scontata, ignorando forse che le parole che ancor oggi utilizziamo hanno una storia antica e nobile. È un gran privilegio parlare d'amore, sognare e persino imprecare con le stesse parole di Dante e degli altri grandi della nostra letteratura. Dovremmo emozionarci sapendo di poter passare con facilità da un sonetto di Petrarca a una poesia di Alda Merini, da Ariosto al Fantozzi di Paolo Villaggio, dai poeti siciliani ai testi di Vasco Rossi. Le altre lingue europee non offrono questa opportunità.
Avere come strumento per esprimersi l'idioma che ha segnato nel mondo la musica, le arti, la scienza, il canto dovrebbe riempirci di ammirazione e orgoglio, e darci la misura delle nostre potenzialità.
Da un'italianista appassionata, una dichiarazione d'amore in otto passeggiate tra i tesori della nostra lingua, da Boccaccio alla "supercazzola" di Amici miei, da Galileo a Benigni, per innamorarsi, o reinnamorarsi, della "lingua degli angeli", nella definizione di Thomas Mann. L'italiano ricambierà, regalando godimento, fascino, sicurezza in sé stessi e nelle proprie idee. E tutte le parole per le cose più belle della vita.
Un cane comprende perfettamente lo stato d'animo e le intenzioni del padrone, e si comporta di conseguenza: si precipita alla porta quando vi vede indossare il cappotto, vi poggia il muso sulle ginocchia quando siete ammalati o tristi, si defila se avete bisogno di stare da soli... Ma voi riuscite a comprendere con la stessa precisione i segnali che il vostro cane vi invia, interpretando correttamente il significato di uno scodinzolio in un particolare momento o di una "toccatina" con il muso in un altro? Per imparare a comunicare con il vostro cane è necessario che ne conosciate il linguaggio, ovvero che ne sappiate leggere lo sguardo, decodificare la postura del corpo, la posizione e i movimenti degli orecchi e della coda, percepire la differenza fra i suoi diversi modi di abbaiare. Questo libro vi insegna a comprendere fino in fondo il vostro cane, dal funzionamento della sua mente al modo con cui manifesta i suoi stati d'animo.
Come mai in un'epoca caratterizzata dalla proliferazione dei mezzi di comunicazione, la reciproca comprensione è più difficile? Come mai ci ostiniamo a credere che il presente si riduca alla novità e che la novità si identifichi con la verità? Come mai le parole di Lucrezio sull'universo, di Cicerone sulla politica, di Seneca sull'uomo colpiscono la mente e curano l'anima più e meglio dei trattati specialistici? Ivano Dionigi, latinista, già rettore dell'Università di Bologna, con "Il presente non basta" affronta tali domande volgendo lo sguardo alla lingua che l'Europa ha parlato ininterrottamente per secoli, attraverso la politica, la religione, la scienza. Il latino evoca un lascito non solo storico, cultuale e linguistico ma anche simbolico: si scrive "latino", ma si legge "italiano, storia, filosofia, sapere scientifico e umanistico, tradizione e ricchezza culturale". Non è un reperto archeologico, uno status symbol o un mestiere per sopravvissuti; è il tramite che - oltre Roma - ci collega a Gerusalemme e ad Atene, l'eredità che ci possiamo spartire, la memoria che ci allunga la vita. È un'antenna che ci aiuta a captare tre dimensioni ed esperienze fondamentali: il primato della parola, la centralità del tempo, la nobiltà della politica. Come mater certa, anzi certissima dell'italiano, il latino - lingua morta eppure resistente nell'uso comune, dal lessico economico a quello politico, medico e mediatico - ci restituisce il volto autentico delle parole.
Come mai nell'epoca della comunicazione la reciproca comprensione è così difficile? Come mai ci ostiniamo a credere che il presente si riduca alla novità e che la novità si identifichi con la verità? Come mai le parole di Lucrezio, di Cicerone, di Seneca continuano a colpire la mente e curare l'anima? Ivano Dionigi affronta queste domande volgendo lo sguardo alla lingua che l'Europa ha parlato ininterrottamente per secoli, attraverso la politica, la religione, la scienza: si scrive «latino», ma si legge «italiano, storia, filosofia, sapere scientifico e umanistico, tradizione e ricchezza culturale». È un'antenna che ci aiuta a captare tre dimensioni ed esperienze fondamentali: il primato della parola, la centralità del tempo, la nobiltà della politica. Una riflessione quanto mai attuale di fronte alle nuove sfide delle scienze e delle tecnologie digitali, che possono e debbono trovare negli studia humanitatis un'alleanza naturale e necessaria.
"Sia chiaro che il libro non potrà dirvi cosa mettere nella tesi. Quello rimane affar vostro. Il libro vi dirà: (1) cosa si intende per tesi di laurea; (2) come scegliere l'argomento e predisporre i tempi di lavoro; (3) come condurre una ricerca bibliografica: (4) come organizzare il materiale che reperite; (5) come disporre fisicamente l'elaborato. Ed è facile che la parte più precisa sia proprio quest'ultima che può sembrare la meno importante: perché è l'unica per cui esistono regole abbastanza esatte." (Umberto Eco). Una lezione di metodo su come fare ricerca che, dopo quarant'anni - anche se il mondo con la sua tecnologia è completamente cambiato - resta preziosa e unica. Oggi i repertori bibliografici si trovano su internet, Google Scholars offre mille materiali, le schede bibliografiche si scrivono in digitale, ma le indicazioni di struttura, priorità, argomentazione restano le stesse.
L'italiano perfetto non esiste, e non è mai esistito. L'italiano continua a cambiare: cambia il nostro modo di usarlo, perché cambia il mondo in cui lo usiamo. In pochi anni si è passati dall'epistola all'e-pistola: e-mail, chat, messaggini, social network. E così - per la prima volta nella sua storia - l'italiano si ritrova a essere non solo parlato, ma anche scritto quotidianamente dalla maggioranza degli italiani. Giuseppe Antonelli ci accompagna tra sigle e parole inglesi, tra punteggiatura ed emoji, tra dialettismi ed espressioni alla moda. Con tono agile e godibile, ci spiega piccoli e grandi cambiamenti della grammatica e del lessico e racconta curiosità e segreti del nuovo e-taliano.