Nel 50° anniversario dall’ordinazione dei primi diaconi permanenti in Italia del dopo Concilio, tutti religiosi della Pia Società San Gaetano, congregazione a cui appartiene l’autore, il libro propone una serie di contributi sul tema del diaconato che sono stati presentati in diversi eventi organizzati per commemorare l’evento.
Il volume si presenta come un mosaico di interventi, che intrecciano l’apporto di teologi sistematici come padre Antonio Escudero, salesiano, e don Roberto Repole, presidente uscente dell’Associazione Teologi Italiani, con l’approfondimento teologico pastorale dei membri della Pia Società, padre Luciano Bertelli e lo stesso padre Luca Garbinetto. Dalla figura biblica di Filippo diacono, fino alla proposta di una ministerialità condivisa e complementare tra preti e diaconi, l’itinerario proposto fa sue le maggiori acquisizioni del Concilio Vaticano II circa il diaconato, e suggerisce una comprensione del terzo grado del sacramento dell’ordine originale e ben fondata in prospettiva cristologica, ecclesiologica, escatologica.
Ne risulta un percorso gustoso, che ha come filo conduttore il carisma di don Ottorino Zanon, fondatore della Pia Società San Gaetano, profeta del diaconato fin dagli anni ’40 nella Chiesa vicentina e promotore di una comprensione del diaconato stesso missionaria e profondamente radicata nell’esperienza spirituale del ministro. Le comunità di preti e diaconi della Pia Società, che continuano l’esperienza del carisma ottoriniano nella conduzione comunitaria della pastorale parrocchiale, sono un segno stimolante di un nuovo modo di comprendere e vivere la ministerialità ordinata nella Chiesa oggi.
Il libro è arricchito dalla preziosa e lucida presentazione di Mons. Erio Castellucci, arcivescovo abate di Modena-Nonantola, già apprezzato teologo del ministero ordinato e amico dei religiosi della Pia Società.
Se l'uomo è la prima e fondamentale via della Chiesa, tracciata da Cristo stesso con la sua venuta nel mondo e con il suo sacrificio per la redenzione e la salvezza di tutti, è chiaro che la Chiesa nel suo insieme non può che riservare all'uomo un'attenzione tutta speciale, nell'andare incontro alle sue istanze e ai suoi bisogni, per un'esistenza realizzata e piena. Ma con l'avvertenza che la credibilità di questa testimonianza nel servizio passa, prima di tutto, da ciò che si è: ossia non solo da quanto uno dona, ma anche da quello che uno tiene per sé. Da qui la calda esortazione del papa ad assumere un abito interiore ed esteriore di sobrietà, semplicità e soprattutto povertà, testimoni in questo del Cristo povero, sollecito e generoso verso i poveri e gli ultimi.
Le attuali esigenze di conversione e rinnovamento costituiscono solo l'epilogo di una lunga storia della comunità ecclesiale che è storia della sua riforma, espressione di una insopprimibile esigenza dettata dall'evangelizzazione. In linea con una ermeneutica della continuità, il presente della vita ecclesiale avverte con forza l'urgenza di darsi "nuova forma". Come indica a chiare lettere il titolo Riforme nella Chiesa, riforma della Chiesa, il volume mira a mantenere un legame tra l'Ecclesia semper reformanda e l'Ecclesia semper purificanda, nella consapevolezza che non sono sufficienti interventi parziali o meramente strutturali, se non partono e tendono all'anima del rin novamento. Muovendo da un esame della realtà sociale, i contributi si interrogano prima circa i cambiamenti sociali e i suoi influssi sulla vita e sulla missione della Chiesa, intendendo presentare l'idea teologica di riforma. L'attenzione si trasferisce, poi, su alcuni sistemi giuridici a base religiosa, per verificare se e in che modo anche in essi, come nella Chiesa cattolica, siano presenti istanze riformatrici. Sullo sfondo di una possibile rinnovata sinodalità ecclesiale, e tenuto conto che il diritto della Chiesa continua a svolgere una funzione propulsiva di riforma, viene quindi proposta una verifica dell'ermeneutica della continuità nell'ambito del matrimonio, della famiglia e dei processi per la dichiarazione di nullità matrimoniali. Dall'ascolto e dall'esperienza delle giovani Chiese possono sorgere interpellanze riformatrici. Così è stato in passato, così è oggi. Dunque, la domanda finale e fontale del volume punta a esplorare le condizioni e le modalità del diritto missionario, quale contributo specifico per la riforma della e nella Chiesa.
Il volume presenta un breve itinerario in 4 passaggi sul "dispositivo di blocco", che è stato introdotto nel magistero cattolico per proteggere la Chiesa da ogni possibile dinamica, confermando la sua autorità mediante una "negazione di autorità". Tale "dispositivo" però induce la Chiesa ad una progressiva autoreferenzialità, cui ha reagito prima il Concilio Vaticano II e ora papa Francesco, con il suo magistero "in uscita". «Andrea Grillo ha scelto un'immagine particolare per orientare la riflessione di queste pagine, quella della differenza tra un museo e un giardino. Si tratta di ambienti diversi, con vocazioni o finalità diverse: il museo conserva e protegge reperti rari, testimonianze di epoche perdute e documenti preziosi per riuscire a riscostruire una rappresentazione di quel che è stato e che non è più...L'immagine è di aiuto per comprendere il tema di queste pagine, che invitano anzitutto a riconoscere nella Chiesa cattolica una realtà viva e perciò bisognosa di essere curata come un giardino e non come un museo» (Giovanni Grandi).
Antonio Ruccia, conquistato dall'esempio di don Tonino Bello, vuole una Chiesa che sconfigge le sonnolenze e combatte le dis-missioni di persone e di comunità. Non si può mai dire: «La Missione è finita». Abbiamo bisogno di persone affascinate da Gesù, missionari senza confini. Abbiamo bisogno di una Chiesa «estroversa, protesa, non avviluppata dentro di sé», a cui papa Francesco ha aggiunto: «contempl-attiva, innamorata di Dio e appassionata dell'uomo», riprendendo proprio le parole di Tonino Bello. È la proposta di una nuova pastorale per tutti i cristiani, espressa con un linguaggio provocatorio, spiazzante, che costringe a riflettere e non permette alcun «non tocca a me!». Le parole di don Ruccia vanno di pari passo con quelle di don Tonino Bello, scelte dagli interventi più illuminanti, provocanti e pungenti - ma anche appassionati e gonfi di tenerezza - del vescovo salentino.
Questo libro propone una piccola, ma autentica, esperienza di Chiesa sinodale attraverso le relazioni, gli interventi dei partecipanti e i contenuti dei laboratori della terza edizione delle Giornate di studio dedicate a diaconia, ministerialità e corresponsabilità. Proprio nella Chiesa sinodale uomini e donne possono scoprire, esprimere e far crescere la propria specifica identità, mai svincolabile da una relazione di reciprocità che si traduce anche in responsabilità e apporti condivisi e rafforzati da un sincero desiderio di comunione.
Come rispondere agli slogan che oggi, in nome dello Spirito del Concilio Vaticano II, intendono cambiare la dottrina di sempre della Chiesa.
Nella Chiesa di oggi si respira aria di crisi, smarrimento e incertezza. Il cosiddetto “Spirito del Concilio” viene spesso utilizzato per imporre cambiamenti arbitrari nella liturgia, nella morale, nella teologia e nella pastorale. L’eccessivo adeguamento al mondo ha svuotato i seminari e diradato le presenze a Messa, ha accresciuto l’opera di scristianizzazione e allontanato dalla vita della Chiesa proprio quel laicato che il Vaticano II voleva valorizzare. Eppure il pensiero ampiamente diffuso è che in questi cinquant’anni, se non si sono ottenuti i risultati sperati, è perché non si è avuto il coraggio di applicare davvero il Concilio e di andare oltre esso, magari con un Vaticano III. Questo agile prontuario presenta argomenti e aneddoti posti in ordine alfabetico e offre così gli strumenti per ribattere agli slogan oggi in voga e opporre a ognuno di essi il nostro vibrato “adesso basta”.
Quale sguardo ha avuto Gesù verso le donne? Qual è stata la considerazione della donna nella storia della chiesa? Quale visione in proposito ha espresso il magistero dal Vaticano II ad oggi, e quale ruolo la donna può avere nella vita della chiesa? E come vedono, le donne, la realtà ecclesiale, che opinione hanno circa la loro presenza, come valutano il posto oggi loro riservato? Ne discutono quattro teologhe o esperte del problema femminile nella chiesa. Fa loro eco il curatore, che discute la possibilità e le condizioni di una ministerialità specifica della donna nel futuro della chiesa, tale da includere anche l’accesso a ruoli direzionali di primaria importanza, quale il cardinalato, come hanno auspicato già i cardinali Ratzinger e Tobin. Per una chiesa anche al femminile appare però indispensabile un vero cambiamento, di carattere antropologico ed ecclesiologico, nella formazione del clero così come nella mentalità e nelle relazioni tra i membri della chiesa.
Destinatari
Tutti.
Autore
Michele CASSESE, già docente di storia moderna all’Università di Trieste (1991-2012), è professore di storia delle chiese cristiane e di spiritualità ecumenica presso l’Istituto di studi ecumenici di Venezia. Ha pubblicato lavori sulla Riforma e il pietismo, la liturgia anglicana, la donna nella storia del protestantesimo, donne di potere nei secoli XV-XVI, vescovi e politiche di riforma nella chiesa cattolica. Si segnala anche il suo intervento su La missione evangelizzatrice della Chiesa nella comunità parrocchiale, in «Rassegna di teologia», 58 (1/2017).
La città rappresenta l’àmbito per il necessario rinnovamento della Chiesa e della pastorale in senso missionario. L’àmbito in cui vivere una fede che sappia misurarsi con la concretezza quotidiana e dove operare per l’umanizzazione del mondo, tenendo fermi due poli di ascolto e di riferimento: la Parola di Dio e la voce, meglio, le voci della città. Nella città confluiscono, e in essa anche nascono, molte sfide che oggi il mondo si trova ad affrontare, ponendo in modo nuovo la questione dell’uomo e del suo destino. Osserva il prof. Antonio Maria Baggio in Prefazione, che «il risanamento di una città comincia dal risanamento dei rapporti tra le persone», il suo stato di salute dipende «da coloro che ne hanno cura: non si tratta dei governanti o dei sapienti che parlano dall’alto, ma dei cittadini-custodi, coloro che si assumono la responsabilità ciascuno degli altri, che generano le persone alla cittadinanza e insieme cercano di scoprire il “disegno” della città e di custodirlo». La città va ascoltata, leggendo le sue trasformazioni attraverso i volti, nella certezza che, come ha detto Papa Francesco, «il Signore è attivo e all’opera nel mondo».
C’è un’intima connessione tra annuncio del Vangelo e servizio all’uomo nella sua concretezza storica. Uno stretto legame tra edificazione della Chiesa, nella quale è vivo e presente il Cristo risorto, e la costruzione della società, quale città degli uomini redenti dallo stesso Cristo morto e risorto. Il cristiano è chiamato a vivere la città, il suo essere cittadino, con la consapevolezza che è suo compito contribuire a edificarla e che, nello stesso tempo, deve attenderla con speranza, perché l’opera è più grande di quello che viene affidato alle sue mani.
Nel suo messaggio del 7 giugno 1998, Nostro Signore disse a J.N.S.R.: "Atti degli apostoli è una lettura viva, vissuta giorno dopo giorno e scritta giorno dopo giorno. Questi fogli, messi insieme gli uni con gli altri, potranno accumularsi fino al giorno sacro del mio ritorno, per annunciarmi, per glorificarmi e, in seguito, per servire da testimonianza alle mie verità per i secoli futuri".
Il presente scritto si inserisce nel quadro della correzione fraterna che la Tradizione Apostolica e i Padri della Chiesa indicano quale supremo atto di carità, volto a evitare lo scisma, ossia la separazione dall’autorità della Chiesa e dalle sue leggi, usi e costumi, in cui può cadere lo stesso Papa.
La correzione è ritenuta, poi, dai teologi moralisti un dovere per ogni fedele, chierico o laico, ed essa deve essere, inoltre, pubblica, secondo le conformi intenzioni di questo libro, ove pubblico sia, appunto, come avviene al presente, il peccato da correggere, insito nello stravolgimento e del Culto e della Sacra Dottrina, che ha avuto origine dal magistero inaugurato dall’ultimo Concilio Ecumenico, il quale ha imposto, in nome di una malintesa obbedienza alle gerarchie, l’attuale legislazione rivoluzionaria.
È noto, dunque, essere stata più volte inoltrata alla Santa Sede Apostolica la richiesta di ascolto al proposito, da ultimo anche da parte di membri del Sacro Collegio Cardinalizio, rimasta sino ad oggi inascoltata, richiesta che faceva capo alla generale Correctio filialis de haeresibus propagatis, ovvero a quella Correzione filiale in ordine alla propagazione dell’eresia, già proposta dagli illustri suoi firmatari sulla scorta della Tradizione Apostolica: tale tradizione, infatti, partendo dal proclama del Primo Vicario di Cristo contenuto negli Atti degli Apostoli (cfr. At 4,19) e come ribadito dai Santi Padri e Dottori della Chiesa, impone a tutti i fedeli il dovere di opporsi frontalmente alle Gerarchie, quando queste non si comportino più rettamente, secondo la volontà del Vangelo, invitandole, come già fatto dal principio da San Pietro a “giudicare se sia giusto, innanzi a Dio, obbedire a loro più che a Lui”!
L’autore, quindi, procede anch’egli in tal senso, mediante la composizione di opera letteraria che, adottando lo stile profetico, mostra, da un lato, i dubbi dei fedeli — i quali rendono direttamente al Signore la loro testimonianza circa l’attuale disfatta della Chiesa e dell’intera società, soggiogate dall’imperante Rivoluzione, di cui si delineano qui gli effetti decostruttivi della stessa umanità — e descrive, dall’altro, la risposta che nostro Signore ci fornisce, quale possiamo apprendere dall’ascolto diretto della Sua Parola eterna, pervenutaci per mezzo della costante Tradizione Apostolica e del Sacro Magistero, fino ad oggi.
Una raccolta di riflessioni sui documenti fondamentali del Concilio Vaticano II aiutano il lettore a comprendere la dimensione profetica del pontificato di Francesco, che si pone in profonda continuità con il magistero dei suoi predecessori – i Santi Paolo VI e Giovanni Paolo II e di papa Benedetto XVI – i quali hanno operato nel segno del “mistero di comunione”, filo rosso di tutti i testi conciliari attraverso cui è possibile rintracciare la chiave della loro corretta ermeneutica.