Da più di cento anni, in tutti i paesi del mondo il protagonismo delle donne è diventato un elemento costitutivo della vita politica, culturale e religiosa che ha fatto emergere ingiustizie non più tollerabili e ha posto interrogativi da cui dipende la qualità della vita di tutti. Nei vari ambiti religiosi esso si configura anche come una richiesta, se non già come un'assunzione, di leadership. Ne sono espressione le sette testimonianze raccolte in questo libro, che mettono in luce, oltre al volto di un'Italia multireligiosa per molti ancora inedita, anche quanto la questione della leadership religiosa riguardi - come qualsiasi altra questione che abbia a che fare con la vita delle donne - il loro vissuto strettamente individuale. È pur vero però che, ben diversamente che per gli uomini, per le donne l'accesso all'esercizio di leadership religiosa non può essere ricondotto soltanto all'individualità di ciascuna, cioè a quella che comunemente va sotto il nome di vocazione, ma rappresenta sempre anche un gesto politico: in tutti i sistemi religiosi, infatti, vigono precisi interdetti che interessano la partecipazione delle donne alla sfera del culto, all'esercizio dell'autorità o anche solo della parola autorevole.
Lungo tutta la tradizione cristiana non è mai venuta meno quella dialettica intergenerazionale che ne ha scandito sia le spinte evolutive sia i processi involutivi. Da qui nasce l'esigenza di guardare alla teologia del futuro, facendo i conti con alcune teologhe e teologi, di diverse chiese, che della stagione profondamente connotata dal Vaticano II hanno discusso le istanze e favorito la recezione. Soprattutto dopo un periodo in cui si è cercato di offuscarne la memoria. Da sempre la vita delle chiese dipende anche dalla qualità della riflessione teologica e, soprattutto, dalla sua capacità di guardare in avanti, preparando il futuro. La morte di alcuni teologi, uomini e donne, che hanno segnato la storia del pensiero nella seconda metà del Novecento e che hanno elaborato la loro teologia intrecciandola con le aspettative del preconcilio, gli entusiasmi del concilio e le fatiche del postconcilio, non può significare l'interruzione della trasmissione che, di generazione in generazione, assicura alla chiesa la sua fedeltà al vangelo e un'apertura alle ragioni del futuro. Da qui è nato questo libro in cui un buon numero di teologi e teologhe riflette su alcuni di quei protagonisti che, scomparsi di recente, si sono mostrati capaci di pensare nel loro tempo la chiesa e il mondo di domani. Postfazione di Cristina Simonelli.
Il falegname di Nazaret occupa un posto marginale all'interno del discorso teologico, a differenza di Maria. Eppure, anche Giuseppe riflette importanti istanze del nostro tempo, collegate sia al dibattito su identità, relazioni e funzioni dello stare al mondo come uomini e donne, sia al tema dell'abitare una chiesa composta di uomini e donne. Liberato da stereotipi agiografici e da finalità strettamente apologetiche, Giuseppe diviene emblema di una maschilità oggi più che mai in questione: cosa significa per un maschio sentirsi soggetto, persona? Cosa significa per lui condividere un cammino di relazioni sostanziali e generare insieme la vita? Cosa significa prendersi cura del mondo, nella pluralità delle possibili espressioni (politica, professione, impegno civile)? Questo libro avvia un percorso inedito, espressione del fecondo intreccio che la teologia intende stabilire con altri approcci culturali. Dischiude un insieme di "sguardi" - storico, biblico, sociologico, teologico, pastorale... - rivolti a san Giuseppe, figura di una maschilità che ci interroga. E propone un dialogo ideale tra studiose e studiosi che hanno accolto l'invito del papa: Ite ad Ioseph, «Andate da Giuseppe». Le loro risposte possono essere sorprendenti.
La storia di Gesù, e la narrazione che ne fanno i Vangeli, è ampiamente approfondita all'interno degli studi sul cristianesimo, dal punto di vista teologico e biblico. In questo volume la prospettiva su Gesù si scompone nei molti osservatori esterni alla sua cultura, nelle tradizioni non cristiane: nell'ebraismo, nell'islam, nel Sufismo (o mistica islamica), nell'induismo. Si nota l'assenza di Gesù, la sua marginalità, la sua "ebraicità" nel Talmud babilonese (Piero Stefani); si mostrano il suo "magistero" nelle comunità islamiche delle origini e le testimonianze che vi sono del Corano (Ignazio De Francesco); si evidenziano i lineamenti di ascetismo e spiritualità nella corrente Sufi (Alberto Ventura); si scopre infine la sua presenza nella letteratura hindu (Sergio Manna). Emergono i molti volti di Gesù che attestano, nella persona e nel personaggio, nella predicazione e nella vita, più linee interpretative, messianica, religiosa, spirituale, capaci di illuminare la nostra stessa storia.
Le donne sono ostinate: il Libro le interpella e se ne lasciano muovere, spostare, confortare o sconfortare. Sono nelle pagine: come protagoniste o come oggetti di descrizioni e prescrizioni. Sono tra le righe: vanno cercate nei nomi plurali, spesso declinati al maschile, vanno presupposte spesso anche dove non esplicitamente nominate. Sono narratrici sperimentate: nei tanti racconti che dalla Bibbia sono diventati storie, immagini, raccomandazioni, riforme. Dalla fine del XIX secolo hanno anche iniziato a porre la questione in forma critica e ancora oggi questa avventura continua e dà luogo non solo a narrazioni, ma anche a riflessioni sulla interpretazione, cioè a ermeneutiche. Questo corpo a corpo - confronto serrato fra un corpus di scritti e persone che con esso si implicano fino alla carne - è intercettato attraverso pratiche, in primo luogo quella del Festival Biblico di Vicenza e del lavoro internazionale su "Bibbia e donne", offrendo pagine critiche e nuove narrazioni. Anche le parole personali vivono un respiro condiviso, quello del Coordinamento Teologhe Italiane, comunità plurale di ricerca.
La posizione di Gesù nei confronti delle donne del suo tempo e l’identità storica e letteraria delle figure femminili dei vangeli canonici sono già da diverso tempo al centro dell’interesse delle studiose e degli studiosi. I risultati fin qui raggiunti sono diversamente significativi, a seconda del peso riconosciuto all’ermeneutica critica femminista o all’approccio di genere. All’interno della collana La Bibbia e le donne. Esegesi, storia, cultura, il primo volume della seconda sezione, dedicato a I Vangeli. Narrazioni e storia, si pone dunque come punto di arrivo di una indagine che...