"Voi chi siete?": titolo insolito e ambiguo, voluto perché ogni anziano è la prima domanda che fa. Voluto perché non basta dire un nome, ma bensì per identificarsi in questo tempo fragile, per soppesare le misure di due umanità cambiate radicalmente, e con loro i valori, l'etica, la dignità delle persone. Il peso di una storia che ha costruito e di una che si sgretola fra le mani."Voi chi siete?" è un viaggio dentro la terza età, quasi una confessione con la paura e la poesia della fine. Un toccare da vicino i compromessi, la lotta con la solitudine e la morte fino a lasciarsi andare. Fino a capire la perfezione del disegno, quello di ogni singola persona che merita comunque e sempre verità e rispetto.
Ci sono fotografie capaci di segnare un'epoca, di lasciare un segno, di sintetizzare mille parole. Immagini destinate a fissarsi per sempre nella nostra memoria e a costruire l'immaginario collettivo. Mario Calabresi, giornalista e grande appassionato di fotografia, ha viaggiato a lungo per incontrare gli autori di scatti divenuti ormai iconici e farsi raccontare quali emozioni li avessero attraversati mentre fermavano sulla pellicola un pezzo di Storia. Il fotogiornalismo, come il giornalismo, è fatto di pazienza, dedizione e costanza. Per essere credibili bisogna andare dove i fatti accadono, per vedere, capire e testimoniare. Non può farlo chi si limita a osservare il mondo dall'alto, chi resta distante e distaccato, ma soltanto chi è pronto a calarsi anche nelle realtà più crude, chi si immerge nelle storie correndo rischi. Lo sanno bene Josef Koudelka, che ha documentato la Primavera di Praga del 1968, Don McCullin, testimone dei sanguinosi conflitti in Vietnam e nell'Irlanda del Nord, Steve McCurry, che ha affrontato i monsoni e attraversato l'Afghanistan in macerie, o Gabriele Basilico, che ha immortalato una Beirut distrutta da anni di guerra civile. I fotografi incontrati da Calabresi hanno accettato di raccontare i momenti che li hanno definiti: l'umanità dolente in fuga dai massacri ruandesi o gli schiavi delle miniere a cielo aperto ritratti da Sebastião Salgado, le discriminazioni razziali americane testimoniate da Elliott Erwitt o i rifugiati palestinesi ai quali, nelle sue immagini volutamente un po' sfocate, rivolge con pudore lo sguardo Paolo Pellegrin. Questo libro contiene le lezioni di Susan Meiselas, capace di costruire rapporti di una vita con i soggetti delle sue foto, come le denunce in bianco e nero di Letizia Battaglia, che ha messo sotto gli occhi dell'Italia la realtà della mafia siciliana. "A occhi aperti" è un affascinante viaggio non solo nella fotografia, ma negli eventi che hanno fatto la Storia degli ultimi cinquant'anni, ancora oggi vividi e toccanti grazie a uomini e donne che hanno saputo cogliere l'attimo perfetto.
Il linguaggio delle parole e quello delle immagini si intrecciano nei dialoghi che Tiziana Bonomo ha avuto, insieme a Domenico Quirico, con alcuni dei fotografi del panorama italiano. Personalità diverse, ma accomunate dall'attenzione verso alcune tematiche, la testimonianza in prima linea, la sensibilità, il dubbio, la ricerca. Il primo numero della collana "Intrecciare parole e immagini" ha come protagonista il celebre fotoreporter Ivo Saglietti con il quale è iniziato il racconto sulle "Rivoluzioni". Guardare le foto di Saglietti e leggere le parole di Quirico è fare un salto nell'umanità che combatte senza esitazione e affronta la fatica e il dolore di un destino avverso.
In certi momenti vien voglia di mandarlo al diavolo, dal quale egli forse proviene; in altri, di tenercelo stretto come un compagno di viaggio che instilla dalla soglia della nostra coscienza il tormento e la suggestione del nulla Che cosa sono queste «vanità delle vanità» di cui ci parla il Qohelet? Un messaggio di disperazione o un appello alla libertà? Per millenni questo enigmatico libro della Bibbia è stato interpretato come un'eccezione, anzi una contraddizione o uno scandalo nel messianismo ebraico e cristiano, il quale insegna a non disperare, poiché la storia ha un senso che ci condurrà alla «pienezza dei tempi». Ma nel frattempo dobbiamo forse annichilirci, impazzire di disperazione e riempire le nostre giornate con la ricerca di vani, insensati e fuggitivi piaceri, per non farci annientare dalla consapevolezza della nullità delle nostre vite? Meglio allora per l'uomo non esser mai nati: è questo che dobbiamo concludere? Ma perché dovremmo condannare come illusoria l'azione rivolta a costruire, nella vita individuale e in quella collettiva, qualcosa che vano non sia? Una lettura controcorrente che cerca di vedere un poco più chiaro nella potente poesia di questo testo apocalittico.
Roma attraverso le riprese «a volo d'uccello» si rende straordinariamente evidente nelle sue varie fasi storiche e nella complessità del suo tessuto architettonico e monumentale. Guidati dagli autori del presente volume, tra gli specialisti più accreditati dei singoli aspetti, e da una campagna fotografica «a volo d'uccello», i lettori hanno accesso a un vero e proprio «atlante», attraverso cui comprendere la storia urbana di Roma, la trasformazione del tessuto viario e la «crescita» del suo patrimonio monumentale. Dalla Roma antica con i Fori, le terme e le mura, a quella del primo cristianesimo, dalle grandi basiliche costantiniane e dai mausolei alla Roma medievale, segreta, ma non meno rilevante delle precedenti, e ancora il periodo rinascimentale, con Roma centro dell'arte europea, la scena barocca, fino ad arrivare, tra Ottocento e Novecento, a Roma capitale. Una complessità unica, che si traduce nell'inestricabile compresenza di testimonianze antiche, medievali, moderne, recuperate da operazioni di restauro o scavo, sia di una nuova progettazione, intensificatasi dopo l'Unità. E grazie alla fotografia aerea è possibile ammirare all'interno del centro storico vere e proprie «isole» antiche come il Pantheon o il Colosseo, inserite in una trama urbanistica rinascimentale-barocca, con riprese del perimetro antico come piazza Navona e modificazioni più o meno recenti, come via dei Fori Imperiali o via della Conciliazione. Un'infinita ricchezza che dispiega la città all'occhio curioso di chi la scruta dall'osservatorio privilegiato e irripetibile di un elicottero. Autori: Alberta Campitelli, Roberto Cassanelli, Massimiliano David, Vittorio Franchetti Pardo, Christoph Luitpold Frommel, Paolo Liverani, Gilles Sauron, Gehrard Wiedmann.
Un volume fotografico che racconta la genesi del progetto legato alla realizzazione del docufilm Francesco. Un uomo di parola (2018), dalla regia di Wim Wenders e da una idea di mons. Dario Edoardo Viganò. «Potremmo definire Papa Francesco. Un uomo di parola un intenso e poetico dialogo tra il Papa e ciascuno di noi, - scrive mons. Viganò nell'Introduzione al testo - costituito dai momenti più significativi del suo pontificato, dalle scene girate appositamente per il film e da immagini evocative dei luoghi e della vita del santo di Assisi. Un incontro, quello di Wim Wenders (e del suo cinema) e di papa Francesco (e del suo ministero), che è tessuto in una sceneggiatura simile al «mormorio di un vento leggero» (cfr. 1 Re 19,12), con una regia che fa dell'incontro tra papa Francesco e lo spettatore la linea portante. Nel film di Wim Wenders papa Bergoglio è, in una sorta di paradosso, "protagonista non attore": il Papa è anzitutto sguardo e parola, luoghi dell'incontro e della relazione con ciascuno di noi, cui sussurra, con la pacatezza del proprio narrare, la Chiesa, quella che lui - ha annunziato all'inizio del suo pontificato - vorrebbe «povera per i poveri». È il racconto di lui, trovato quasi «alla fine del mondo», che vive l'obbedienza allo Spirito per fare le scelte che aiutano lui e tutti noi a essere discepoli buoni del Vangelo».
Mai come in questo momento, dopo mesi di reclusione, abbiamo capito quanto abbiamo bisogno dell'Italia. Del suo paesaggio e della sua arte: dei suoi cento luoghi diversi. "Diversi" ma anche "di versi": perché proprio la poesia è riuscita a cogliere, nei secoli, in modo assolutamente peculiare, l'anima del nostro paese, che oggi può e deve essere riscoperta. Lo scopo del libro è proprio questo: offrirci una guida lontana da ogni cliché, un sentiero privo di "assembramenti" per una riscoperta personale e profonda di un territorio senza eguali. A cento immagini, cento luoghi fisici, simbolici, mentali, sono affiancati cento testi poetici: il tema è l'Italia, come se la immaginano un poeta e uno storico dell'arte, che si offrono vicendevolmente parole e figure, per provare a disegnare contorni di un paese tanto straordinario quanto indecifrabile. Una guida, insomma, per ricominciare a viaggiare con la testa e con il corpo, a partire dal cuore.
A distanza di più di un secolo da How The Other Half Lives, il memorabile saggio con il quale Jacob Riis svelò per primo il mondo degli «scarti umani», marginalizzati e vittime del capitalismo, e a ottant'anni da Sia lode ora a uomini di fama, nel quale James Agee e Walker Evans realizzarono un primo, perfetto incontro tra scrittura e fotografia raccontando le vite dei fittavoli travolti dalla Grande Depressione, I poveri sposta nuovamente i confini del reportage, portandolo al massimo della sua potenza grazie a uno sguardo profondamente etico, partecipe senz'ombra di patetismi. Vollmann si è messo in viaggio con i suoi taccuini e la sua macchina fotografica, pronto a cogliere la povertà in ogni suo aspetto e sfumatura; ha incontrato, intervistato e ritratto centinaia di persone di ogni nazionalità, dando voce e spazio a quel misto di brutalità e speranza, disperazione e orgoglio, sconfitta e resilienza, che alberga nei dannati della terra e li rende, nel bene come nel male, la quintessenza di un'umanità che sarebbe troppo facile e comodo respingere.
Qualunque sia la stagione o la destinazione che sceglierete, questa guida vi offre tutte le informazione di cui avete bisogno.
Centinaia di luoghi in Europa con l’ indicazione del mese migliore per assaporarne le bellezze in tranquillità.
Infografiche, consigli utili e splendide fotografie da cui farvi ispirare.
"Se si è veramente fotografi si scatta sempre, anche senza rullino, anche senza macchina". La fotografia come scelta: l'autobiografia con immagini di Gianni Berengo Gardin, raccolta dalla figlia Susanna, rintraccia il filo di questa passione e lo dipana attraverso una vicenda biografica lunga, piena di incontri, di viaggi, di storie, di immagini colte e da cogliere. Piena, soprattutto, di quella sensibilità attenta al reale, alla società, alla gente, che da sempre rappresenta il principale bagaglio di cui si deve dotare un fotografo di reportage. Il mondo di Berengo Gardin è il nostro mondo. Con una lettera all'amico Gianni, scritta da Ferdinando Scianna, e una conversazione sulle fotografie fatte e quelle da fare tra Gianni Berengo Gardin e Roberto Koch.
****EDIZIONE IN INGLESE****
Con i suoi 50 siti Patrimonio dell'Umanità, dal primo del 1979, la Val Camonica, all'ultimo, il territorio di Langhe e Roero del 2014, l'Italia è il Paese che più contribuisce alla bellezza del Pianeta. E a testimoniarlo è questo aggiornatissimo volume. Fotografie d'autore, scattate appositamente da due esperti fotografi italiani, Roberto Isotti, Alberto Cambone, e avvincente nella narrazione di un grande giornalista, architetto e ambientalista: Fulco Pratesi. 50 luoghi mozzafiato, frutto dell'estro della natura o del genio umano, introdotti, come in un gioco, da un mosaico di dettagli a distanza ravvicinata accompagnati da una citazione letteraria e solo successivamente rivelati al lettore in tutta la loro completezza. 50 tesori assolutamente da scoprire.
È raro incontrare i termini "religiosa", "sacra" o "devozionale" tra i diversi aggettivi che accompagnano il sostantivo "fotografia". Si tratta di una tipologia non rilevata, a dispetto di un fenomeno che si presenta fin dalle origini di dimensioni rimarchevoli. Questo volume si prefigge di porre l'accento non tanto sulla fotografia come fonte per la storia religiosa, quanto sul suo utilizzo nei processi di promozione del culto dei santi e nella prassi devozionale: l'introduzione della macchina fotografica nella sfera del sacro e la sua evoluzione in una pratica di "massa" determinano l'inserimento dell'immaginario agiografico nell'universo mediatico in un processo di contaminazione tra sacro e profano. Il volume si caratterizza per un approccio marcatamente interdisciplinare in cui la prospettiva storico-religiosa e agiografica si confronta con la storia della fotografia, l'antropologia, la sociologia, la storia dell'arte.