Scritte agli inizi dell'XI secolo da Sei Shõnagon, dama di corte legata alla principessa Sadako, le "Note" riflettono la raffinatezza e la cultura Heian nel momento del suo massimo splendore. La dama, infatti, annota in questa sorta di diario intimo le sue impressioni e riflessioni sulla vita di corte, i suoi riti e costumi, ma anche sulla natura e la cultura del Giappone, con straordinaria sensibilità e attenzione. Il testo si presenta in forma di spunti tematici che invitano il lettore a immergersi nel modo tutto giapponese di sentire la natura e il mondo, mettendosi all'ascolto dei mille dettagli che regolano la vita quotidiana, per coglierne la grazia e la bellezza. Questa edizione presenta una selezione degli scritti di Sei Shõnagon, associata alle meravigliose tavole del Maestro Hokusai, in una raffinata sinfonia di parole e immagini. Il cofanetto include un volume stampato su carta pregiata e cucito a vista come da tradizione giapponese, e un volumetto allegato comprendente un saggio critico di presentazione dell'opera poetica, con note esplicative e didascalie per ogni singola tavola di Hokusai.
"Il sogno di un hippie" è stato un grande successo di pubblico e di critica e Neil Young ci ha preso gusto a scrivere libri di memorie. In questo nuovo volume, ci racconta la sua grande passione per le automobili, facendo rivivere attraverso la galleria delle sue vetture (che appaiono nei suoi acquerelli all'inizio di ogni capitolo) i ricordi che non hanno trovato posto nel primo libro: dalla Monarch Business Coupé verde del 1948 dentro cui si partiva per i weekend di famiglia, alla Lincvolt, la sua Lincoln modificata e completamente elettrica, dalla infanzia canadese alla vita on the road e rock and roll.
Fin dalla trattatistica del tempo, l'arte italiana del Quattrocento è stata vista come una "rinascita" di valori, estetici, morali, culturali, persi o sopiti durante la lunga stagione dell'Evo "Medio"; e quindi come prodromica all'esito ancora più alto, anzi definitivo, della "maniera moderna". Il Rinascimento, specie quello toscano, sarà la palestra privilegiata della nascente connoisseurship, e spesso anche soggetto privilegiato delle prime campagne fotografiche. L'autocoscienza è in ogni caso uno dei tratti distintivi della cultura, soprattutto italiana, tra Quattro e Cinquecento, e sempre più frequenti sono le celebrazioni di artisti da parte dei letterati. Il presente volume, attraverso lo schermo di una pluralità di voci e di competenze, propone uno sguardo vivace e dinamico che si rivolge a studiosi, studenti delle nostre università e appassionati non rassegnati o arresi all'industria delle mostre di massa e della storia dell'arte intesa come intrattenimento.
Sembrerebbe tutto semplice: un compositore sceglie un libretto e lo mette in musica, rivestendo le parole di note. Per Mozart è il contrario: vengono prima la musica, poi le parole. Perché per lui la poesia deve essere 'figlia ubbidiente della musica'. E al compositore che spettano le scelte drammaturgiche, è la musica che deve determinare il 'tono', il ritmo, il senso stesso del dramma. E infatti nelle tre opere "Le nozze di Figaro", "Don Giovanni", "Così fan tutte", Mozart non si limita affatto a valorizzare gli ottimi libretti di Lorenzo Da Ponte. Scopre possibilità drammatiche latenti nelle pieghe del testo, lo reinterpreta, gli dà un senso nuovo attraverso la musica. Gli elementi della partitura interagiscono in modo miracoloso nel creare uno specifico colore, una perfetta atmosfera, un preciso ritmo drammatico. Con un linguaggio semplice e chiaro e l'aiuto di un gran numero di esempi musicali suonati e 'raccontati' dall'autore stesso nel cd allegato, Giovanni Bietti conduce alla scoperta delle caratteristiche drammatiche e musicali delle tre opere mozartiane. Scopriremo ad esempio perché il "Don Giovanni", un'opera che comincia con un tentativo di stupro e un assassinio, e che finisce con la morte del protagonista, sia stato definito da Mozart un'opera buffa. Il senso c'è, ma non lo si capisce semplicemente dal testo: bisogna tendere l'orecchio alla musica, al suo linguaggio e alla sua stupefacente varietà.
Raffinato protagonista dell'élite del suo tempo, James Tissot (Nantes 1836 Chenecey-Buillon 1902) è un pittore la cui arte è ancora oggi per alcuni aspetti un enigma, tra influenze impressioniste e istanze preraffaellite. Personaggio celeberrimo nella storia dell'arte britannica e francese, amico di Whistler, Degas, Manet, ma anche di Helleu, Boldini o Gervex, Tissot incarna uno stile, il talento francese di un esiliato a Londra. Francese di nascita ma britannico di adozione, vissuto a suo agio tra conservatori e liberali, Tissot celebra nei suoi quadri la vita dell'alta borghesia - il ceto portato in auge in epoca vittoriana tra rivoluzione industriale e colonialismo - trasformando la quotidianità in imprese eroiche e celebrative, mutando ogni gesto in un cliché non privo di originalità. Realizzata a corredo della mostra romana, la monografia racconta l'arte e la vita di Tissot, tra Francia e Inghilterra, impressionisti e preraffaelliti, conservatori e liberali, documentando da un lato l'influenza che su di lui ebbero l'ambiente parigino e la realtà londinese, dall'altro il suo incredibile talento di colorista e di fine osservatore del suo tempo. Il volume presenta i saggi di Cyrille Sciama, Alison Smith, Emanuela Angiuli e Paolo Serafini. Seguono il catalogo delle opere, la biografia e la bibliografia.
"Mentre si sfoglia questo straordinario 'atlante' di immagini gloriose e semplici, spirituali e folcloriche, religiose e popolari, scoperte e contemplate dall'occhio fine e affettuoso di due grandi fotografi come Luca e Pepi Merisio, affiora nel lettore un'impressione interiore spontanea. È la convinzione che la devozione verso questi modelli di vita evangelica continua ancor oggi e riesce a rivestire l'intera società contemporanea, così arida e superficiale e secolarizzata, di un manto di gentilezza. È come un giardino fiorito in mezzo al traffico e al cemento d'una città indaffarata e rumorosa. È una nota delicata, che può passare quasi inosservata; ma, se un giorno venisse a mancare, il mondo si sentirebbe più povero. Con questa opera abbiamo a disposizione un manuale composto da tante immagini e da pochissime parole, capaci di manifestare grandi sentimenti: la profonda devozione personale e popolare e, forse, la convinzione ancestrale che tutto nella vita, anche il denaro, è sotto il giudizio di un Altro, è immerso in un orizzonte trascendente". (Dal saggio introduttivo "Una mirabile galleria di Santi" di Gianfranco Ravasi)
L'Autore ci presenta questo bel libricino molto utile per pregare tutto l'anno, con all'interno novena, rosario, preghiera, riflessioni e meditazioni.
L'11 ottobre del 1960 inizia il primo ciclo sperimentale di Tribuna elettorale della Rai. I partiti ed i leader entrano nelle case e nei locali pubblici di un'Italia animata da una grande passione ideologica e una diffusa partecipazione alla vita politica. Le Tribune della Rai, che nel 1964 diventano una rubrica permanente, rappresentano un momento importante del progetto di educazione degli italiani alla nuova cittadinanza repubblicana e democratica, realizzato dal Servizio Pubblico su mandato del Governo e del Parlamento. Il programma, nelle sue diverse formule ed edizioni - conferenze stampa, appelli, dibattiti, tavole rotonde - dà spazio alla parola politica ed ai suoi protagonisti, sempre rispettandone ed esaltandone l'importanza, il ruolo, l'autorevolezza. Le Tribune sono una perfetta "macchina scenica" e un "grande spettacolo" - termine a lungo non gradito ai politici ma ben chiaro agli uomini di televisione - che rispondono alle esigenze e agli interessi di una democrazia basata sulla funzione indispensabile dei partiti. Le fotografie delle Tribune provenienti dall'Archivio fotografico della Rai documentano gli allestimenti e i protagonisti, la scena e il fuoriscena, di un programma che per oltre trent'anni ha segnato la vita politica e il costume italiani tanto da diventare oggetto di satira, attraversando gli anni del boom e del centrosinistra, del compromesso storico e della violenza, del pentapartito e del riflusso nel privato, sino alla crisi della prima Repubblica.
Una raccolta di canti per la Messa di Avvento e Natale, che si snodano secondo l’itinerario e le celebrazioni proposti dalla liturgia. Tutti i brani di quest’opera sono carichi di atmosfera, trascinanti e coinvolgenti, adatti in particolare ad assemblee giovanili: da Prepariamo la via, nel quale risuona la voce del Battista, all’invocazione Maranatha! Vieni, Signore Gesù!, canto del popolo di Dio; da Viene in mezzo a noi, che ripropone in forma moderna le antiche antifone “O” il cui testo annuncia la venuta di Cristo, a Oggi è nato il Salvatore, in cui si rallegra il cielo che spalanca le sue porte e la terra si apre per accogliere il Verbo di Dio. È una proposta per arricchire e rinnovare il repertorio dei canti liturgici e animare le celebrazioni di Avvento e Natale con animo gioioso, fidandosi della promessa di Dio e cantando di cuore la speranza che rinasce.
IL CONTENUTO DELLO SPARTITO Testi e Spartiti per Voci (40 pagine).
I TITOLI DEI BRANI Prepariamo la via – Maranatha – Ti accolgo Signore – Stillate o cieli – Viene in mezzo a noi – Dio ha visitato il suo popolo – Betlemme di Efrata – Oggi è nato il Salvatore – L’anima mia magnifica - Rallegrati
Don Marcello Stanzione, tra i maggiori esperti nel campo dell'angelologia, presenta in questo volume le raffigurazioni degli angeli nel campo dell'arte, della musica, della letteratura e del cinema. Con un ampio capitolo dedicato alle leggende che li riguardano.
Medea ordisce una vendetta tremenda contro il marito che l'ha abbandonata, uccidendo i propri figli e negandogli così l'autorità paterna istituzionalmente riconosciuta. Il genio di Euripide ci presenta un'eroina tragica totalmente nuova per la cultura greca del tempo, una donna appassionata e lucida, in cui l'impulso emotivo si unisce a un estremo controllo intellettuale.
"Sono stata sequestrata due volte. Ho avuto un grave incidente stradale. Due dei miei autisti sono morti mentre lavoravano per me. Non ho potuto assistere alla nascita dei figli di mia sorella, ai matrimonio di amici, ai funerale di persone care.
Ho lasciato innumerevoli fidanzati e altrettanti mi hanno mollata. Ho lottato per trovare un equilibrio, per quanto imperfetto, fra il mio ruolo e di madre e quello di fotoreporter. La fotografia ha delineato il modo in cui guardo il mondo; mi ha insegnato a godere della vita a cui torno, quando poso la macchina fotografica.»