
Dieci saggi affidati ai maggiori specialisti e sessanta schede delle opere esposte compongono il catalogo di una mostra che vuole proporre con integrità filologica il racconto di Omero. Conosciamo dunque vis à vis gli dèi e gli eroi immortalati in statue di marmo mentre soprattutto sui vasi attici più antichi e nelle più recenti pitture pompeiane sono narrati gli eventi che hanno luogo nell'undicesimo anno della guerra tra Greci e Troiani: immagini avvincenti quasi come le parole di questa vera enciclopedia del mondo antico. La furia di Achille, l'astuzia di Ulisse, la debolezza di Patroclo, la magnanimità di Ettore e il dolore di Priamo ci colpiscono ancora così a fondo perché i valori che animano questi personaggi sono gli stessi che abbiamo oggi ancora cari: il coraggio, la pietà, l'onore, l'amicizia.
Il piccolo territorio della repubblica di Macedonia, uno degli stati indipendenti sorti dalla frammentazione della Jugoslavia socialista, contiene una densità inconsueta di opere d'arte di inestimabile valore e bellezza. Terra abitata da popolazioni slave, dove si diffuse precocemente l'evangelizzazione portata dai discepoli di san Metodio, nei secoli medievali la regione fu provincia degli imperi bizantino, bulgaro e serbo, finché cadde sotto il governo degli Ottomani. Provincia però non fu in termini artistici, poiché qui vennero prodotte architettura e pittura di qualità eccellente, segno che rimase costantemente partecipe delle maggiori correnti artistiche bizantine. Qui furono creati alcuni tra i capolavori assoluti di quella cultura artistica, come gli affreschi di Nerezi. Ma non solo: gli artisti che affrescarono Kurbinovo furono di poco inferiori a quelli di Nerezi e nel volume sono descritti e raffigurati numerosi altri cicli che saranno una scoperta per molti lettori.
In pagine teoricamente dense, tra pamphlet e dichiarazione di poetica, un grande architetto si interroga alla ricerca dei fondamenti e della specificità del suo mestiere. Vittorio Gregotti svolge il suo lavoro in tutto il mondo. Ha firmato progetti a Berlino, Shanghai, lisbona, Barcellona, Parigi, oltre che in tutta Italia. Ha insegnato in molte Università europee e americane e presso la Facoltà di Architettura di Venezia.
Un volume che raccoglie le trascrizioni del lavoro pedagogico e registico di Meejerchold condotto tra il 1934 e il 1935 con alcuni dei suoi attori, guidati attraverso la messinscena di "Trentatré svenimenti". Lo spettacolo è intitolato alla memoria di Cechov e nasce dalla composizione di tre vaudeville dell'autore: "L'anniversario", "L'orso", "Una domanda di matrimonio".
Oltre 400 immagini e fotografie per il secondo volume della prima storia dell’arte in Italia in cui viene messo a tema il legame tra ispirazione cristiana e realizzazione artistica. Una chiave ormai imprescindibile per capire il patrimonio d’arte del nostro Paese.
L’opera si articola in tre volumi: il primo, edito nell’ottobre 2005, su Origini e Medioevo; il presente dedicato al Rinascimento; il terzo sull’Età Moderna e Contemporanea di prossima pubblicazione.
I primi due capitoli di questo volume trattano della prima e della seconda metà del Quattrocento, il terzo capitolo è dedicato all’arte dell’Alto Rinascimento, il quarto capitolo tratta del periodo della Controriforma giungendo alle soglie del Barocco.
Come nel precedente volume all’interno della trattazione sono previsti box con approfondimenti specifici sull’architettura, le tecniche artistiche, sulle arti minori, sulla viabilità, sulla musica, sui temi iconografici.
Timothy Verdon, statunitense, è lo studioso di arte sacra più conosciuto nel nostro Paese. Sacerdote, vive da molti anni a Firenze. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Maria nell’arte europea (Electa, 2004), Vedere il mistero (Mondadori, 2003), Arte sacra in Italia (Mondadori, 2001).
Alain de Botton affronta un aspetto centrale dell'esistenza di tutti gli esseri umani: le case, le città, la geografia dei luoghi che abitiamo e in cui ci muoviamo, la necessità che abbiamo di sentirli belli e accoglienti. E lo fa partendo da alcune semplici domande: Che cosa rende una casa bella? E perché ciò che per alcuni è bello, per altri è invece inguardabile? Ed è ragionevole passare parte del proprio tempo a cercare di rendere più belli i luoghi in cui viviamo? E, soprattutto, i luoghi, gli edifici, le stanze e gli uffici possono renderci più o meno felici?
Il genio di Mantegna, uno dei grandi maestri del Rinascimento italiano è stato celebrato attraverso tre mostre aperte in contemporanea, il 16 settembre 2006, a Padova, Verona e Mantova. A Verona il nucleo della mostra è stato rappresentato dalle due grandi opere realizzate da Andrea Mantegna per la città: il Trittico di San Zeno del 1456-1459, voluto dall'abate Gregorio Correr, e la Madonna in gloria fra santi e angeli per gli olivetani di Santa Maria in Organo, del 1497, ora al Castello Sforzesco di Milano, e sul forte impatto che esse hanno esercitato sulla cultura figurativa locale dando l'avvio ad uno dei periodi più alti della storia artistica veronese, come sottolineò per primo, fin dalla metà del Cinquecento, Giorgio Vasari e poi grandi studiosi dell'età moderna come Bernard Berenson, Rudolph Wittkower. Il catalogo presenta il multiforme panorama culturale veronese, dal quale emergono personalità di grande interesse, ancora poco studiate ma tutt'altro che minori: Francesco Benaglio (circa 1432 - 1492), Francesco Bonsignori (circa 1460 - 1519), Liberale da Verona (1445 - 1526/29), Francesco Dai Libri (circa 1474 - 1555), Girolamo Dai Libri (circa 1452 - prima del 1514), Domenico Morone (circa 1442 - dopo il 1518).
Il volume mostra la ricchezza espressiva e líeccezionale continuit‡ artistica che, nellíarco di oltre tre millenni, conduce dalle architetture monumentali e dai raffinati oggetti dei Sumeri a quelli degli Abbasidi e dei loro successori; quindi da quella che possiamo definire la 'classicit‡' della Mesopotamia, al lungo periodo del califfato arabo e dei secoli immediatamente successivi.
Si inizia con líesperienza sumerica e la loro complessa simbologia del potere regale, mediazione tra i sudditi e la divinit‡; si passa poi alle diverse citt‡-stato, allíimpero degli Assiri, con le loro splendide citt‡ e a quello, famoso, dei neo-babilonesi. Poi vengono i lunghi secoli nei quali, sul fondo artistico e di civilt‡ esistente, si innestano dapprima líEllenismo e, in seguito, líOriente che viene da lontano, dalle steppe asiatiche, con i Parti, e quello che viene da vicino, dalla tradizione persiana, con i Sasanidi.
Infine, giunge líIslam: alle ziggurat antiche si affiancano i grandi minareti di Samarra e la regione diviene il laboratorio dove si elabora il linguaggio artistico originale dellíarte islamica. Ma, ancora una volta, se Samarra Ë la classicit‡, nei secoli seguenti non si arresta líelaborazione, che porta a creare splendidi monumenti - come la Mustansiriyya di Baghdad - ma anche oggetti in metallo, legni ben lavorati, miniature.
Conclude il volume un apparato di 64 pagine in bianco e nero, che presenta i maggiori siti archeologici con foto satellitari, mappe, piante e foto díepoca degli scavi, che a volte offrono ancor oggi la miglior testimonianza di quei monumenti.
Questo volume affronta i diversi significati e ruoli che il colore puÚ assumere a seconda dei contesti culturali in cui viene impiegato, prendendo esempi salienti sia nellíambito della storia artistica europea ed occidentale sia in culture estranee al percorso storico dellíOccidente.
La scelta Ë caduta su contesti storici e culturali in cui il colore rivestisse un significato particolare nella produzione e nella fruizione del prodotto artistico. Nellíambito dellíOccidente Ë questo il caso del legame fra arte e architettura nel Medioevo (ad esempio nello spazio colorato creato dalle vetrate), del Quattrocento con la maestria tecnica dei suoi protagonisti, del periodo a cavallo fra otto e novecento (dove líartista diventa spesso anche teorico del colore) e di certe tendenza dellíarte contemporanea, da Rothko fino agli artisti che lavorano sul monocromatismo. Anche nellíarte bizantina importanti osservazioni possono essere svolte sul ruolo ed il significato del colore, svelando aspetti cruciali di questa tradizione artistica. Al di fuori della vicenda occidentale, differenti tradizioni culturali hanno i propri specifici accenti simbolici sullíuso del colore, come mostrato in questo libro per la Persia, la Cina e líAfrica.
La scelta non mira ad uníimpossibile completezza; ma, concentrando líattenzione sulle esperienze artistiche menzionate, offre al lettore spunti e strumenti per comprendere i differenti contesti di significato che condizionano líuso del colore nellíarte.
Gli autori coinvolti sono specialisti dei differenti periodi artistici affrontati. Massimo Carboni, Professore di Estetica allíUniversit‡ della Tuscia, introduce il tema con un saggio di taglio filosofico e antropologico.
Questo testo è un'interpretazione a tutto tondo di un movimento artistico che, iniziato nel tardoantico a partire da Costantinopoli, ha influenzato l'intero Mediterraneo e il Vicino Oriente con apici assoluti come a Ravenna, per invadere poi dalla Grecia tutti i Balcani e la Russia, ambedue veri eredi dell'arte di Costantinopoli. L'arte monumentale significa il tutto dell'arte "in situ", mosaici e affreschi, un patrimonio grandissimo e spesso altamente conservato, senza del quale nulla possiamo capire dell'Europa occidentale prima del Mille e le cui relazioni con l'Occidente proseguiranno per tutto il Medioevo.
Opera trasversale di storia della pittura. Quando nel 1998 uscì presso la Jaca Book l'opera La natura morta, la tiratura si esaurì tra ottobre e dicembre.Il paesaggio, come la natura morta, rappresenta uno dei fondamentali "generi" dell’arte, espressa nei dipinti su tavola e su tela, ma come vedremo non può essere limitato a semplice genere.
Il paesaggio largheggia nella tarda antichità, diviene simbolico e trattenuto nel Medioevo, prorompe sempre più impetuosamente nell’epoca moderna per divenire nuova metafora e pretesto espressivo nella contemporaneità.
Nils Büttner ne illustra qui in modo chiaro la storia dall’antichità ai giorni nostri, affrontando i diversi contesti in cui il paesaggio è stato visto e rappresentato nelle varie epoche. L’opera si avvale dell’eccezionale documentazione offerta dalle immagini di 220 capolavori, che permettono di identificare le tappe e gli sviluppi di questo genere pittorico.
Il testo è arricchito da ampie didascalie, dense di informazioni, che invitano all’osservazione e acuiscono lo sguardo, costituendo un ulteriore percorso autonomo di lettura.
Un'opera d'arte è veramente grande quando riesce a superare le barriere del tempo e a diventare patrimonio di molti. Questo è stato il destino di Shakespeare e del suo teatro. Lettori di ogni epoca hanno sognato, sospirato, pianto e riso leggendo le sue storie d'amore e odio, ambizione e orgoglio, invidia e tradimento, ingiustizia e riscatto. Questo libro è un'antologia di alcune delle sue pagine più belle, per imparare ad amarlo e magari farsi venire la voglia di conoscerlo più a fondo.