
Con il IV volume si conclude la prima parte del viaggio nella geografia e nella storia del cinema mondiale. E insieme il tentativo di giungere a una mappatura - per quanto incompleta - di fenomeni cinematografici comuni e di motivi, opere e personalità caratterizzanti le identità nazionali nei cinque continenti. In questo volume in particolare si parla del cinema canadese, messicano, latino americano, africano, egiziano, magrebbino, medio orientale, sudafricano, georgiano, turco, israeliano, iraniano, indiano, sudcoreano, cinese, indonesiano, giapponese, australiano, neozelandese.
I fotografi da Niepce a oggi, dalle esperienze in camera oscura ai mutamenti tecnici e alle ricerche sperimentali; l'ambiente sociale, la fotografia come mestiere, le ripercussioni culturali, letterarie, estetiche. In questo libro lo studioso francese Jean A. Keim affronta un ventaglio di questioni che fanno della fotografia un capitolo particolarmente vivace dell'esperienza culturale degli ultimi centocinquant'anni. In appendice un capitolo scritto appositamente da Wladimiro Settimelli, illustra le vicende italiane.
Figlio di un pastaio di un paesino vicino a Napoli, commesso viaggiatore, allievo attore senza talento. Poi la grande intuizione: "nel cinema chi vuol mettersi in luce deve scegliere la zona d'ombra". Nasce così uno dei più famosi produttori cinematografici italiani. Questa è la storia dei suoi ottant'anni, dei suoi cinquecento film, dei suoi tre matrimoni e dei suoi sei figli.
Dal sommario del pimo volume: "Il cavaliere della valle solitaria" (di Bernardo Bertolucci), "Non padre, ma umile fratello" (di Mario Martone), "La trascrizione dello sguardo" (di Vincenzo Cerami), cronologia (a cura di Nico Naldini), nota all'edizione,. Per il cinema: sceneggiature (e trascrizioni), commenti per documentari, sceneggiature in collaborazione e materiali per film altrui, idee, soggetti, trattamenti, "confessioni tecniche" e altro, interviste e dibattiti sul cinema, note e notizie sui testi, bibliografia, filmografia. Il secondo volume comprende invece tutte le opere per il cinema scritte da Pasolini.
Dal sommario: un teatro borghese (intervista a Luca Ronconi), il corpo del testo (intervista a Stanislas Nordey), cronologia (a cura di Nico Naldini), nota all'edizione. Teatro: da "La sua gloria", da "Edipo all'alba", "I Turcs tal Friul", appendice a "I Turcs tal Friul", da "I fanciulli e gli elfi", "La poesia o la gioia", "Un pesciolino", "Vivo e coscienza", "Italie magique", "Nel '46!", progetto di uno spettacolo sullo spettacolo, "Orgia", appendice a "Orgia", "Pilade", appendice a "Pilade", "Affabulazione", appendice a "Affabulazione", "Porcile", appendice a "Porcile", "Calderon", "Bestia da stile". Traduzioni: "Orestiade", appendice a "Orestiade", "Antigone", "Il vantone", appendice a "Il vantone", bibliografia.
Il Novecento è stato un secolo particolarmente ricco di forti personalità, dotate di genialità e creatività, che hanno radicalmente trasformato la pitttura, sia nella forma che nei contenuti. Molti sono stati gli avvenimenti storici che hanno cambiato non solo l'arte, ma la cultura e la stessa società. I progressi della tecnica e della medicina hanno migliorato la qualità della vita, mentre la scolarizzazione di massa e la diffusione dei mass-media hanno aumentato il livello culturale medio. Ci stiamo avviando verso un processo di globalizzazione che coinvolge anche l'arte. L'obiettivo di questo volume è quello di offrire una sintesi, che rappresenti un'introduzione e insieme una mappa per orientarsi nello sviluppo conosciuto dalle arti nel Novecento.
Le opere selezionate nel presente volume intendono mettere in mostra le contraddizioni interne alla nascita del fenomeno moderno in architettura descrivendo quella pluralità di significati che la realizzazione di un organismo architettonico coinvolge. Ciascuna scheda, a corredo di un apparato iconografico che privilegia singoli edifici costruiti in tutto il mondo nel corso del Novecento, mira a un'autonomia formale che la rende consultabile separatamente dalle altre che compongono il volume. Una citazione, quasi sempre autografa dell'autore dell'opera illustrata, apre ciascuna scheda e introduce alle architetture selezionate dall'eredità e dalla contemporaneità del Novecento.
La "Scuola di Atene" che Raffaello compose nella sua maturità è espressione di un concetto (la filosofia) e di un'altissima realizzazione pittorica e compositiva. Stupefatta e ammirata, la corte papale riconobbe in quell'affresco il sublimarsi delle virtù cui la tradizione occidentale assegnava il primato. Most sostiene che la fonte principale del quadro sia un testo scritto, il "Protagora", che solenne struttura archittettonica dell'insieme, si può individuare un insistito richiamo a elementi etruschi in accordo con il gusto predominante dell'epoca. Questi particolari consentono una lettura nuova e più completa dell'affresco fino a domandarsi quali siano i limiti interpretativi di una simile indagine.
  
