Chi ammira oggi i dipinti di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (1571-1610) scopre una pittura impastata di colore e di sangue, ma anche di lacrime e di risate, di cielo e di terra. Ne intuisce
il disagio esistenziale insieme alla gioia di vivere. Ne coglie l’esuberante carnalità accanto alla spiritualità più elevata. L’abisso del peccato sovrastato dal vertice della redenzione. La luce e le tenebre, appunto. Come accade in questo suo celebre capolavoro, la Vocazione di Matteo, dove il pittore lombardo resta fedele allo spirito del racconto evangelico, restituendo soprattutto il pathos intensissimo di quel momento, ma allo stesso tempo rielabora quell’episodio in modo personale e originale, dandocene un’interpretazione unica. Da quell’artista eccezionale che è. Perché la “chiamata” che qui viene rappresentata non è soltanto quella dell’apostolo, ma è rivolta a tutti gli uomini: in ogni parte del mondo, in ogni epoca.
L’analisi parte dal Vicino Oriente, Egitto, Palestina, Siria, e giunge sino alla Cappadocia e all’Armenia, un mondo da non confondere con Bisanzio, un mondo che consente uno sguardo sul paleocristiano molto plurale: arte cristiana orientale, arte bizantina, ma anche romana e italica. Nel testo di Zibawi coesistono una chiave di lettura iconografica e una freschezza capaci di inquadrare l’intero arco dello sviluppo dell’arte cristiana nei primi secoli. Storia dell’arte e storia di un fenomeno antropologico e artistico che attua un meticciato tra le varie culture che si affacciano sul Mediterraneo, e che ha condotto alla nascita dell’arte bizantina e romano-cristiana. Viene qui presentato un paleocristiano visto dalla sponda orientale del Mediterraneo.
«La casa è la piccola nazione della famiglia», ha affermato Gaudí in uno dei pochissimi scritti autografi a noi pervenuti. Il suo interesse per questo tema e gli straordinari esiti in esso raggiunti sono dunque maturati sullo sfondo di una meditata attenzione alle radicali trasformazioni sociali e urbane del proprio tempo, nella Catalogna. Spazi, forme e ornamenti traducono in luoghi di vita una sintesi di cultura, tra le più innovative nel contesto dell'architettura prodotta tra la seconda metà del XIX e l'inizio del XX secolo. In questo volume gli autori propongono un'approfondita lettura del suo progetto per dimore, di città e di campagna. Ne esplorano anche il legame con il mondo della natura che, nel progetto di parchi, giardini e città-giardino, porta alla luce uno dei più attuali, anzi profetici, contributi dell'architetto catalano. Nell'inedito taglio interpretativo dell'abitare gaudiniano qui proposto, viene inoltre data grande importanza al vasto numero e alla grande qualità dei collaboratori dell'architetto, mettendo in piena luce la maestria del mondo artigianale a lui coevo e la sua capacità di convogliarne abilità e tecniche nel progetto della casa, della città, del paesaggio. Una ricca sezione antologica sugli stessi temi, di riflessioni di pugno dello stesso Gaudi o raccolte dagli allievi, conclude il volume.
LA VERSIONE COMPLETA E AGGIORNATA DEL LIBRO IMMAGINI RUBATE. UNO STRAORDINARIO VIAGGIO NELLA VITA DI PADRE PIO, ARRICCHITO DEGLI ULTIMI GRANDI EVENTI DELLA STORIA DEL SANTO."IMMAGINI RUBATE" AL TEMPO, ALLA MEMORIA, AGLI ARCHIVI, ACCOMPAGNATE DAI RICORDI E TESTIMONIANZE DEI SUOI CONFRATELLI DI IERI E DI OGGI.
Di che cosa ci parlano i Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer? Che cosa additano, se non il fallimento di una modernità che ha ormai perduto la sua energia di Età nuova per eccellenza? Edifici solidi e pericolanti ad un tempo, quelle torri sembrano riflettere un'ansia arcaica nel rimandarci l'immagine della nostra epoca, alle prese con la sua forza distruttiva, con il terrore che la dilania e la frustra. La molteplicità di immagini senza misura che oggi popola il mondo produce sconcerto e disorientamento, ma proprio in un tale semi-barbaro proliferare di immagini - sembra dirci Kiefer - possiamo scoprire la traccia di nuove risorse simboliche, o forse addirittura una chance di salvezza.
Autobiografia per immagini: raccontare Giovanni Battista Montini-Paolo VI attraverso fotografie commentate con le sue stesse parole, tratte da lettere, libri, discorsi. Il lettore vede scorrere la vita del giovane Giovanni Battista in famiglia, gli anni della formazione a Brescia e della scelta sacerdotale, l'esperienza a Roma con la FUCI e nella Segreteria di Stato, la chiamata a Milano sulla cattedra di sant'Ambrogio, dove diventa cardinale, l'elezione al soglio pontificio e gli anni del post-Concilio. A fianco le sue riflessioni, meditazioni, preghiere, in un intreccio di immagini e parole dove lo stile è la sobrietà, l'essenzialità. Una sobrietà che sembra essere la cifra della sua santità.
Questa originale introduzione alla storia della Cina ci permette di scoprire per intero il susseguirsi degli avvenimenti del paese dal Neolitico a oggi attraverso la vivida illustrazione di oggetti d'arte e della quotidianità. Diviso in sei capitoli cronologici, il volume connette dettagliatamente la Cina contemporanea con il suo glorioso passato, facendo dialogare l'arte e i manufatti con le persone e i luoghi, e corredando il racconto con 600 splendide illustrazioni.
Dai primi resti archeologici, attraverso lo sviluppo della scrittura e dello stato e l'avvento dell'impero, l'autrice illustra settemila anni di trasformazioni di questa grande civiltà, offrendo al lettore numerose e originali intuizioni storiche e dando risalto a un numero impressionante di tesori culturali, anche molto diversi tra loro: vasi e porcellane, giade e bronzi, abiti, gioielli, arredi, pitture e calligrafie; per occuparsi infine della recente vitalità della cultura cinese.
Un libro stimolante e affascinante, ricco di informazioni per chiunque sia interessato a una delle più grandi e influenti nazioni del mondo.
In un mappa universale del genio artistico, è facile immaginare il nome di Leonardo da Vinci in un luogo assai vicino al centro. Eppure, i dipinti attribuiti con certezza alla sua mano non arrivano a venti: un numero davvero esiguo anche per un maestro antico. Non è strano allora che da decenni studiosi e mercanti in tutto il mondo vadano alla ricerca dei suoi capolavori perduti. C’è solo un’opera, però, che sembra condensare tutte le loro ossessioni.
È il Salvator Mundi, ieratica immagine di Cristo dipinta per Luigi XII quando il re di Francia, insieme al ducato di Milano, strappa a Ludovico il Moro anche i servigi di Leonardo, pittore e ingegnere di corte. Se questa piccola tavola – solo 65 centimetri per 45 – fosse rimasta nelle collezioni reali francesi, forse sarebbe da secoli esposta al Louvre; il suo destino, invece, è molto più avventuroso. Portato in Inghilterra come dono per le nozze fra Henrietta Maria di Borbone e Carlo I Stuart, il Salvator Mundi sopravvive ai tumulti delle Rivoluzioni inglesi; viene donato da Giacomo II a una sua spregiudicata amante; viene ereditato, venduto, restaurato, ridipinto al punto da scomparire, lasciando dietro di sé solo la lunga scia di copie dei pittori leonardeschi, e una riproduzione seicentesca dell’incisore boemo Wenceslaus Hollar.
Fino al 2005, quando un dipinto comprato in Louisiana per poche migliaia di dollari viene sottoposto a una radicale pulitura che lascia sbalorditi: quella che emerge sotto la crosta di vernici e ridipinture sembra proprio la mano di Leonardo. Per alcuni esperti è questo l’originale, il primo Salvator Mundi. Di certo, è questa l’opera che il 15 novembre 2017, nella sede newyorkese della casa d’aste Christie’s, viene aggiudicata per 450 milioni di dollari. Petrodollari, per la precisione: Cristo passa dalle mani di un oligarca russo proprietario della squadra di calcio del Monaco a quelle degli Emiri. A ospitarlo sarà il nuovissimo Louvre di Abu Dhabi.
Con il rigore dello storico d’arte e la sensibilità del romanziere, Pierluigi Panza ricostruisce la storia, gli intrighi e i segreti del quadro più costoso del mondo, dipanando i fili di un mistero che lega in modo imprevedibile due mondi: quello del glorioso passato europeo popolato di nobili, artisti e cortigiani, e quello attuale, dominato da capitali finanziari e nuovi ricchi sedotti dall’ambiguo potere delle immagini.
La storia dei primi 10 anni di Gioventù Studentesca raccontata attraverso le bellissime foto di Elio Ciol, molte delle quali inedite. Un grande fotografo, Elio Ciol, conosciuto in tutto il mondo ha incrociato la vita di don Giussani nei dieci anni (1954-1965) in cui il sacerdote milanese dava vita a Gioventù Studentesca, la comunità che sarebbe poi diventata Comunione e Liberazione. Di quel decennio, le foto di Elio Ciol sono una testimonianza essenziale. Le più importanti sono raccolte in questo libro fotografico, accompagnate dal racconto storico di Massimo Camisasca e dalle testimonianze di due nomi molto conosciuti e stimati all'interno del movimento di Comunione e Liberazione: la psicologa Eugenia Scabini e don Pigi Bernareggi, missionario in Brasile da 50 anni. Prefazione di Julián Carrón.
"Autobiografia di un genio" è un'antologia originale di lettere e pensieri di Ludwig van Beethoven a cura di Michele Porzio, musicologo e docente presso il Conservatorio Statale Giuseppe Verdi di Torino. In questa raccolta originale sono presentati al lettore le ansie, i dolori provocati dalla sordità, i rivolgimenti rabbiosi, gli slanci geniali e i rapporti affettivi e di amicizia di uno dei massimi artisti di tutti i tempi. Sono infatti pochi in compositori nella musica classica in grado di accendere l'immaginazione e la memoria con la stessa rapidità e veemenza di Beethoven, una personalità che ancora oggi riesce a suscitare una costanza di interessi e un'ampiezza di divulgazione impressionante. Eppure la fama universale di questo compositore non ci ha ancora offerto una conoscenza davvero completa degli aspetti più misteriosi e sublimi della sua figura e della sua musica. Troppo spesso tradito dal luogo comune del burbero misantropo, l'uomo Beethoven si rivela invece attraverso questa selezione di scritti come una personalità dotata di un potente misticismo, capace di slanci lirici e devoti, ma anche in grado di affrontare le situazioni più avverse e varie dell'esistenza umana in un'alternanza prodiga di tenerezza, amore, pungente ironia ed entusiasmo per la vita.
Il presepe monumentale conservato nelle collezioni del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma ha uno stretto legame con la storia del nostro Paese: fu infatti raccolto dall'etnologo Lamberto Loria, cui era stata affidata la cura della grande Mostra di etnografia italiana svoltasi a Roma nel 1911 nell'ambito della "Mostra internazionale" organizzata per celebrare il cinquantenario dell'Unità d'Italia. Le figure in catalogo, che rappresentano gli usi e costumi delle diverse regioni d'Italia, sono opera di importanti maestri napoletani del XVIII e XIX secolo e ci mostrano personaggi caratteristici di classi sociali e realtà diverse, occidentali e orientali, cristiani e gentili.