La scienza non è democratica: possono dire la loro solo quelli che hanno sudato sui libri e possiedono un metodo rigoroso per distinguere la verità dalla bugia. Non i "somari" (con rispetto per gli animali) che, pur non avendo la minima nozione di medicina o di biologia, pur non sapendo cos'è un virus e come funziona un vaccino, pretendono di convincerci che «dieci vaccini sono troppi», «le malattie guariscono da sole o grazie ai rimedi naturali», «le vaccinazioni arricchiscono solo l'industria farmaceutica e quelli che sono sul suo libro paga». Roberto Burioni ne ha incontrati parecchi e li ha combattuti, e li combatte anche in questo libro, perché, certo, le verità che la scienza ci offre sono sempre parziali e in divenire, ma l'alternativa è costituita dal buio, dall'oscurantismo e, quando si scherza con la salute, anche dalla morte.
I viaggi spaziali, gli eroi del cosmo, il sogno di Marte: la più grande avventura del XXI secolo, quella che infiammò le menti e l'immaginario mondiale non solo di quegli anni, raccontata in presa diretta nei reportage di una straordinaria testimone, che intervistò scienziati, medici, scrittori, fisici e tecnici e visse fianco a fianco con i primi astronauti, «queste creature di fantascienza che dalla provincia volano direttamente nel cosmo». Una raccolta di articoli in cui Oriana non racconta solo la Luna, ma i pionieri dello spazio che furono suoi amici, uomini prima tutto, ritratti anche nei loro momenti di normale e placida quotidianità. Ci sono poi anche gli aspetti "eccezionali", le missioni indimenticabili e la speranza di trovare vita oltre la Terra, così come avevano immaginato scrittori visionari prima che lo spazio, ultima frontiera, diventasse realmente raggiungibile. Una testimonianza sull'avventura più grande del secolo, narrata da una donna che ne fu parte, e non solo come spettatrice.
Fabio non si è mai mosso dalla città in cui è nato, ha un figlio lontano e un lavoro che non è diverso da molti altri. Max è tornato da chissà dove e chissà perché. Non ha niente e nessuno. Eppure, per i due che si rincontrano dopo quasi trent'anni, è come non essersi mai lasciati: le corse notturne in bicicletta, la musica, il vino. I cani, quelli salvati e quelli salvatori. Le promesse. E le risate, appoggiati al banco del solito bar. Certe amicizie rinascono come niente, ma si portano dietro anche quello che si voleva dimenticare: gli strascichi di una partenza improvvisa e dolorosa, il senso di colpa per una brutta storia, un perdono mancato. Tra un amore che nasce e un altro che certo non muore, l'attesa di una diagnosi incerta è il momento perfetto per capire cosa si è preso il tempo. E cosa ha dato. "Perché mi hai lasciato solo per tutti questi anni? Eravamo i migliori. I migliori di noi. Tra fratelli figli unici, non si fa." Un romanzo folgorante sull'amicizia e sull'amore, sul tempo che ci scivola addosso, sulle cose che lasciamo andare, e su quello che abbiamo salvato.
Giovanni è un bambino di Palermo. Per il suo decimo compleanno, il papà gli regala una giornata speciale, da trascorrere insieme, per spiegargli come mai, di tutti i nomi possibili, per lui è stato scelto proprio Giovanni. Tappa dopo tappa, mentre prende vita il racconto, padre e figlio esplorano Palermo, e la storia di Giovanni Falcone, rievocata nei suoi momenti chiave, s'intreccia al presente di una città che lotta per cambiare. Giovanni scopre che il papà non parla di cose astratte: la mafia c'è anche a scuola, nelle piccole prepotenze dei compagni di classe, ed è una nemica da combattere subito, senza aspettare di diventare grandi. Anche se ti chiede di fare delle scelte e subirne le conseguenze. Età di lettura: da 8 anni.
In guerra non «spari garofani. Spari pallottole, bombe, e uccidi innocenti». E anche in tempo di pace la guerra è sempre in agguato, in ogni sua forma. L'odio che Oriana Fallaci prova nei confronti della guerra è nato molto presto, quando era bambina e ha imparato a correre sotto i bombardamenti del secondo conflitto mondiale. Lei, che dalla prima linea ha raccontato carneficine ed eccidi, non si è mai arresa alla logica di «fracassare e uccidere per ritrovare dignità», a cominciare da quella che doveva essere una corrispondenza di pace e si è trasformata invece in una delle sue prime corrispondenze di guerra: Oriana voleva entrare a Budapest e descrivere la rivolta del 1956, ma i carri armati sovietici l'hanno fermata al confine. Era la fine di un sogno. Passano poco più di dieci anni e un altro sforzo fallisce, quello di «mettere insieme le razze, ricavarne un popolo unito». Questa volta è Detroit che brucia per le rivolte razziali, come bruciano molte altre città degli Stati Uniti. Oriana Fallaci vuole capire, la sua coscienza è tormentata dal dubbio. È per questo che parte per il Vietnam, che incontra i fedayn in lotta contro gli israeliani, che incide con la sua penna senza risparmiare nessuno, nemmeno gli ipocriti generali di un conflitto dimenticato, come quello tra India e Pakistan nel 1971. Vent'anni più tardi, alla prima guerra del Golfo, mentre i pozzi petroliferi sono in fiamme, riconosce il primo round di una crociata destinata a dividere due sistemi di vita, due civiltà. Con la sua nota veemenza rifiuta l'arrendevolezza dell'Occidente, e in una pagina inedita qui pubblicata per la prima volta tuona: «Io non voglio morire neanche da morta». Ogni giorno per lei è quello giusto per combattere, qualche volta arrendendosi, come nell'attimo in cui l'amore per Alekos Panagulis la colpisce come un proiettile che le si conficca nel cuore.
Un capolavoro assoluto come la Gioconda non è solo un quadro da ammirare affascinati dagli occhi che sembrano vivi e dalla magia del sorriso. In realtà è un viaggio nella mente e nelle emozioni di Leonardo. È una porta che si spalanca su un luogo e su un'epoca indimenticabili: Firenze (ma anche Milano, Roma, Mantova, Urbino) e il Rinascimento. Già dall'Ottocento e fino a oggi, è stato detto e scritto moltissimo su Leonardo e su Monna Lisa, un artista e un ritratto su cui si ha sempre l'impressione di non sapere abbastanza. Per andare a conoscere entrambi e svelarne l'eterno fascino, Alberto Angela ha scelto una chiave completamente nuova: lascia che sia la Gioconda a "raccontarci" Leonardo, il genio che l'ha potuta pensare e realizzare. Partendo da ogni dettaglio del quadro e ricostruendo le circostanze in cui Leonardo lo dipinse, scopriamo così che il volto della Gioconda, levigatissimo dallo sfumato, non ha ciglia né sopracciglia (un dettaglio importante nella storia narrata in queste pagine). O che il suo vestito ha molto da dirci sulla moda del tempo, ma anche sulle abitudini e sull'economia della Firenze di inizio Cinquecento. O, ancora, che le sue mani non sarebbero state possibili senza approfonditi e sorprendenti studi di anatomia. O che il segreto del paesaggio va ricercato nel nuovo tipo di prospettiva "aerea", ideato da Leonardo. La Gioconda può raccontarci queste e molte altre cose sul suo autore.
Il libro raccoglie i dialoghi, i testi, e gli incontri con i giovani e su di essi svolti da don Luigi Giussani tra il 1955 e il 1994. A distanza di anni le sue parole riescono ancora a colpire il lettore per la loro straordinaria attualità e attinenza alla situazione presente: anticipando una percezione oggi diffusa, e grazie a una quotidiana convivenza con i giovani, don Giussani aveva capito che il contesto educativo e sociale, allora come adesso, spesso tende a mortificare la fiducia in uno scopo e l'aspirazione a verità, bellezza, giustizia, felicità tipiche della giovinezza. Abbandonata la carriera teologica per dedicarsi all'educazione dei giovani, don Giussani ha dunque rappresentato per migliaia di ragazzi la possibilità di incontrare un adulto capace di ridestare queste esigenze fondamentali. E con la sua proposta educativa ha mostrato la strada migliore per recuperare la giovinezza come atteggiamento del cuore. Questo libro è quindi un viaggio alla riscoperta della persona nella sua irriducibilità a qualunque potere umano, e una sfida a mantenere quella capacità di stupore, gratitudine, curiosità e fede sincera anche quando si è ormai adulti.
Il nostro viaggio parte dal cuore di un piccolo uccello, un colibrì. Insieme a lui, a un gufo, un'aquila, un falco e un gabbiano, che nella loro semplicità hanno tanto da insegnare, impariamo a capire il vero significato dell'amicizia e l'incredibile potere dell'amore. Richard Bach ci prende per mano e ci fa volare, alla ricerca della verità che tutti noi conosciamo, ma dimentichiamo troppo spesso. Con le sue parole piene di poesia ci conduce ovunque vogliamo andare, accanto a chi desideriamo avere vicino, al di là dello spazio e del tempo, dove risiede il senso profondo della vita. Un racconto breve tanto celebre quanto "Il gabbiano Jonathan Livingston", da condividere con le persone che ci stanno a cuore. Un percorso emozionante attraverso la magia di Bach e le preziose illustrazioni di Lee Shapiro, che ci accompagnano a riscoprire i sentimenti che uniscono davvero le persone, senza temere limiti e confini.
Ciascuno, il più distante dalla fede come il più fervido credente, si è senza dubbio interrogato sulla veridicità delle apparizioni della Madonna a Medjugorje, che si susseguono ininterrotte dal lontano 1981, fra le tematiche più delicate che hanno suscitato non poco scompiglio dentro e fuori le mura vaticane e su cui la Chiesa cattolica tuttora si esprime con cautela. Fin da principio convinto della totale sincerità dei veggenti è padre Gabriele Amorth, esorcista tra i più agguerriti nella lotta al Maligno e anche fine mariologo, devoto alla Vergine, uno dei primi a recarsi a più riprese nella cittadina bosniaca, mischiandosi alle folle di migliaia di pellegrini. Questo libro raccoglie le catechesi predicate dal sacerdote paolino in una serie di incontri mensili tenuti in una parrocchia romana, e dedicati proprio ai messaggi trasmessi durante le apparizioni. Ripercorrono temi religiosi e di attualità, intimi e collettivi, fra terra e cielo: la paura e la misericordia, l'immigrazione e le guerre, il perdono e la preghiera, il peccato e il tempo. In un mondo in crisi, si può ancora lasciarsi stupire e mettere in discussione da questi instancabili appelli di Maria alla pace, alla fratellanza, alla speranza, all'amore - trasposti e tradotti con semplicità nel quotidiano delle nostre vite, per scuotere le coscienze e sconfiggere il male, senza piegarsi alle sue seduzioni. Una lettura che è anche occasione per scoprire un padre Amorth forse meno conosciuto, ma certo non meno intenso: un uomo saldo nella fede che si è posto in ascolto e in cammino, prima di mettersi con coraggio al servizio del bene nelle lotte di liberazione degli esorcismi e nell'attività pastorale. Un invito per tutti alla meditazione e alla crescita spirituale, se non alla conversione, del cuore.
Il 24 ottobre del 79 d.C. sembra un venerdì qualsiasi a Pompei, una città abitata da circa dodicimila persone che, come innumerevoli altre nell'Impero, lavorano, vanno alle terme, fanno l'amore. Ma alle 13 dal vicino Vesuvius si sprigiona una quantità di energia pari a cinquantamila bombe atomiche e, in meno di venti ore, sotto un diluvio ustionante di ceneri e gas, Pompei è soffocata da sei metri di pomici, mentre la vicina Ercolano viene sepolta sotto venti metri di fanghi compatti. Migliaia di uomini e donne cercano di scappare, invocano gli dèi, ma trovano una morte orribile. E solo in epoca moderna saranno scoperti alcuni dei loro corpi, contorti nella disperazione della fuga. Dopo molti anni passati a studiare la zona vesuviana, con il supporto di archeologi e vulcanologi Alberto Angela ricostruisce come in presa diretta i giorni che ne segnarono il tragico destino. Per farci respirare le atmosfere di quei momenti, individua alcuni personaggi storicamente esistiti la ricca matrona Rectina, un cinico banchiere, un politico ambizioso... - e li segue passo dopo passo, in un percorso che si può fare ancora oggi, per strade, campagne, case o locali pubblici.
Un romanzo che scava nell'animo più oscuro di una Milano antica e mai raccontata, dove le atmosfere gotiche si intrecciano con la Storia.
Milano, 1447. La cattedrale di Santa Maria Nascente è ancora un cantiere in pieno fermento. Nei progetti dei signori di Milano, i Visconti, dovrà diventare il duomo più maestoso d'Europa. Ma quando Filippo Maria Visconti muore senza lasciare eredi legittimi, il Ducato rischia di precipitare nel caos, preda delle mire dei molti che aspirano a governare su quel territorio, primo fra tutti il valoroso condottiero Francesco Sforza. Ma proprio tra le navate della cattedrale, lontano da tutti gli intrighi tessuti dai pretendenti alla successione, cresce un bambino che ha nelle vene il sangue visconteo, e che potrebbe reclamare il potere per sé. Educato come un figlio dall'arcidiacono Onorio, il giovane Niccolò viene iniziato ai misteri di un'antica Confraternita che agisce nascosta sotto le fondamenta del duomo: tra rituali alchemici e trame di corte, Niccolò dovrà scegliere se percorrere la strada della Luce, o quella delle Tenebre.
Ammettiamolo: Natale è tempo di scelte. E il più divisivo. Gli schieramenti principali, in realtà, prima di azzuffarsi sulle alternative pranzo o cenone, albero o presepe, panettone o pandoro, si confrontano proprio sulla festa in sé. Quell'atmosfera che per alcuni significa magia, soffici nevicate e insondabile desiderio di bontà, per altri è più semplicemente inutile stress e insopportabile routine. Ed ecco dunque fronteggiarsi gli irriducibili amanti del Natale e i contrari a priori. Tra la formazione dei folletti di Santa Claus e quella degli inguaribili Grinch allergici a ogni manifestazione di buoni sentimenti d'occasione si cela, tuttavia, un'inesplorata terra di mezzo ricca di sfumature. Questa raccolta nasce proprio dal desiderio di avventurarsi lungo questa strada e soddisfare le esigenze di chi, stanco delle opposizioni un po' bidimensionali e scontate, cerca punti di vista originali e nuove vie da percorrere. In questo volume le voci uniche dei più amati autori italiani contemporanei e le più originali penne internazionali si alternano per guidarvi in un viaggio all'insegna dell'inatteso. Se Pino Cacucci, Gianrico Carofiglio, Piero Colaprico e Antonio Pascale vi accompagneranno lungo le più oscure vie del male, Maeve Brennan, James Herriot, Roberto Perrone e Nadia Terranova vi mostreranno che anche il più classico dei Natali nasconde delle crepe. Andrea Molesini, Luca Ricci e Jean Stafford vi presenteranno tre insospettabili protagonisti alle prese con lo spirito natalizio, mentre Morley Callaghan, Mavis Gallant e James Thurber vi daranno prova dell'importanza di sapersi lasciare sorprendere. E se le sorprese migliori, in fondo, sono quelle in grado di scardinare le nostre aspettative, il Natale non è esente da questa regola: ogni Natale ha un suo perché. Purché non sembri Natale.
"Perché questi miei appunti su Padre Pio? Perché è stato lui a comandarmi di scriverli. 'Devi farla lavorare!' mi disse al termine di una confessione agitando la stilografica che mi aveva tolto dal taschino." Oggi novantenne, Giovanni Siena ha conosciuto Padre Pio già negli anni Venti e, dall'epoca della Seconda guerra mondiale fino alla sua scomparsa nel 1968, è sempre vissuto a stretto contatto con il santo. In questi trent'anni, giorno dopo giorno, ha annotato episodi straordinari e momenti quotidiani che ha condiviso con lui. Le memorie di Siena, pubblicate per la prima volta in questo libro, sono un documento che permette al lettore di conoscere da vicino e comprendere appieno la dolorosa storia terrena e la profonda spiritualità di Padre Pio. In pagine emozionanti, l'autore riporta fatti di cui è stato testimone . guarigioni miracolose, la lotta morale e fisica contro il Maligno, l'effusione di profumo del Padre... . e descrive una santità manifestata concretamente in ogni momento, anche solo con un gesto, con una parola incoraggiante oppure burbera o con comportamenti che per alcuni hanno suscitato scandalo, ma che per sterminate folle di credenti sono esempi inconfutabili di fede. Nei taccuini di Siena, inoltre, non mancano sorprendenti e preziosi quadri storici, come quello della drammatica occupazione di Foggia nel '44, o l'inedito resoconto di una confessione di Giovanni Leone, all'epoca presidente della Camera.
Sono passati quasi dieci anni da "Un angelo tra i capelli", tradotto in oltre venti lingue nel quale Lorna si presentava ai suoi lettori annunciando la missione affidatale: ricordare al mondo che non siamo soli perché abbiamo tutti un angelo custode che veglia su ciascuno di noi. Oggi Lorna sente che è giunto il momento di approfondire con la delicatezza, la sensibilità e la sincerità tipiche della sua scrittura, temi e argomenti che finora aveva solo accennato. Così, aprendo il cuore al racconto toccante dell'incontro con il marito Joe, scomparso nel 2000, Lorna ci parla del ruolo che gli angeli hanno nelle nostre vite e si sofferma in particolare su quello dei nostri cari, anime del Paradiso a cui è permesso di farci brevi visite, e su come possiamo interagire con loro. Non solo. Forte di tutte le esperienze vissute sin da quando era bambina, Lorna ci parla dei suoi incontri con l'Arcangelo Michele, con l'Angelo Elia, soprattutto ci spiega come possiamo avvicinare Dio e gli angeli con la preghiera, come possono aiutarci e cosa chiedono. Perché sono intorno a noi e possono soccorrerci in ogni istante: basta avere la forza e la purezza d'animo per riconoscerli e, ovviamente, saper ascoltare le loro parole.
Un'antologia del linguaggio di Totò attraverso le sue battute, le famose "quisquilie" e "pinzellacchere" che l'attore improvvisava nei suoi film, tutte espressioni entrate nell'immaginario collettivo degli italiani: "E io pago ", "Alla faccia del bicarbonato di sodio!" e tanti altri irresistibili modi di dire. Un volume unico, impreziosito da una serie di ritratti di Totò realizzati dal celebre caricaturista Umberto Onorato, quindici capitoli per leggere il mondo con gli occhi del principe della risata: dagli "Appunti di viaggio" a "Quando c'è la salute", da "Italiani brava gente" ad "Affari di famiglia", un caleidoscopio di situazioni e invenzioni linguistiche geniali, imprevedibili, e a tratti amare. Perché, ieri come oggi, Antonio de Curtis ha ancora molto da insegnare su vizi, virtù, diavolerie e magagne di un'umanità che assomiglia a ognuno di noi.
Una raccolta di racconti di quel "Mondo piccolo" che Giovannino Guareschi ha animato con i personaggi ormai leggendari di don Camillo e Peppone, il prete della Bassa padana agguerrito e sincero in eterno conflitto con il sindaco del paesello, comunista convinto. Le loro passioni, i litigi e le fedi politiche e religiose si mescolano a un affollato e colorato universo di personaggi pieni di umorismo, che raccontano di un'Italia contadina genuina e pratica, solidale e ricca di buoni sentimenti e onestà. Dall'esame di quinta elementare di Peppone all'ultimo racconto della raccolta, in cui i due acerrimi nemici-amici si ritrovano fianco a fianco nell'aldilà, tutta l'ironia irresistibile di Giovannino Guareschi.
La mamma Margherita, il papà Giovannino, i figli Albertino e Carlotta, detta la Pasionaria, il cane Amleto... Sono questi i protagonisti delle cronache di Guareschi: la sua vera famiglia, gli amici, la gente che vive intorno a lui, alle prese con le piccole grandi imprese di tutti i giorni, il lavoro, la scuola, l'educazione dei figli, le incombenze di casa. L'essenza della vita in famiglia viene raccontata con tono ironico, e spesso autoironico, ma anche con dolcezza, a volte senza alcuna indulgenza: perché è nella quotidianità, di ieri come di oggi, che ognuno di noi cerca instancabilmente di affermare se stesso e scoprire, giorno dopo giorno, ciò che veramente è importante nella propria vita. Un libro che fa riflettere, sull'eroe che si cela in ogni "uomo comune".
Guareschi è tenente di artiglieria quando, all'indomani dell'8 settembre, rifiuta di giurare fedeltà alla Repubblica Sociale Italiana e viene fatto prigioniero dai tedeschi. Comincia così quella che diventerà l'esperienza più importante della sua vita, che lo trasformerà da semplice umorista in autore capace di uno sguardo profondo e umano sulla realtà e gli individui che lo circondano. Durante l'internamento in Germania Guareschi decide di tenere un diario, di scrivere storie e aneddoti che legge ai compagni girando di baracca in baracca - per regalare un sorriso, per addolcire la malinconia, per far dimenticare almeno un po' la fame e dare a ciascuno la possibilità di sentirsi ancora libero. La cronaca di anni terribili, arricchita dal tono ironico e delicato del maestro della Bassa, ripercorre la vita quotidiana degli internati italiani, riflettendo il valore e la dignità di tutti coloro che sono stati costretti alla prigionia.
Il mondo della Bassa, irruente e sanguigno, e i due protagonisti, il parroco don Camillo - a volte intemperante nella sua missione pastorale - e il sindaco comunista Peppone, pronto a ignorare - nei casi di coscienza - le direttive di partito. Il primo libro della saga di don Camillo e Peppone comincia nell'immediato dopoguerra: fra rivalità e dispetti continui, sfide etiche e proclami di ultimatum mai eseguiti, Guareschi dipinge con grande umanità i conflitti tra Stato e Chiesa, le passioni politiche e la vita semplice di un immaginario paesello padano "tra il Po e l'Appennino". Un "Mondo piccolo" in cui don Camillo e Peppone incarnano due uomini dall'anima pura che desiderano solo la salvezza e il benessere per i loro cittadini. Perché il rispetto, la simpatia e l'amicizia non hanno nulla a che fare con il colore della bandiera, o della tonaca.
Nel loro paesello della Bassa Peppone e don Camillo continuano, negli anni dell'immediato dopoguerra, il loro conflitto privato fatto di avventure, vendette, scherzi, strategie opposte e complementari. Perché, si sa, spesso gli estremi sono così estremi che si ricongiungono dall'altra parte. Così può capitare che i due escano dalle cabine elettorali e non si sappia chi abbia fatto la croce sul PCI e chi abbia consegnato la scheda bianca, oppure addirittura che nascondano insieme un carro armato, ingombrante ricordo della guerra da poco finita. Le avventure di Don Camillo e Peppone superano le divergenze politiche, le ideologie, la Storia e si trasformano oggi in racconti pieni di umanità, in cui riscoprire il valore di un "Mondo piccolo" pieno di buona volontà, purezza e dignità.
II sindaco Peppone un giorno chiede aiuto al curato del paese per incassare dieci milioni vinti al Totocalcio. Non può farlo alla luce del sole: cosa direbbero i compagni di un capo comunista che gioca la schedina e vuole tenersi tutto quel denaro? Così don Camillo mette in piedi un piano infallibile: ricattare Peppone minacciandolo di rivelare il suo segreto, a meno che... A meno che il sindaco non accetti di portarlo con sé in un viaggio d'istruzione nel paradiso dei lavoratori: l'Urss. Inizia così l'avventura avvincente di don Camillo che, travestito da compagno Tarocci, parte alla scoperta della patria gloriosa del socialismo. Tra imprevisti, equivoci, situazioni paradossali, e un Peppone sempre più in ansia, Guareschi ci regala una favola a tratti commovente che celebra il valore del buon senso e della ragione.
Un bambino di nome Albertino parte la notte della vigilia di Natale per andare dal suo babbo prigioniero in un Paese lontano. Con lui la nonnina, il cane Flik e la Lucciola con il suo lume. Durante il loro viaggio vengono aiutati da una locomotiva che li trasporta fino a un ponte, che però è saltato; poi incontrano una gallina padovana residente all'estero che indica loro di camminare per 1490 passi, fino a un bosco abitato da tante creature, buone e cattive. L'avventura di Albertino alla ricerca del suo papà è popolata di sogni, paure e poesie: una favola toccante scritta da Guareschi e letta per la prima volta la vigilia di Natale del 1944 a un gruppo di compagni rinchiusi con l'autore in un campo di prigionia. Ed è anche la storia di quegli uomini, che la ascoltarono e che proprio grazie a queste parole riuscirono a mantenere viva la speranza del ritorno.
Delle sue vittime lui non vuole il corpo, vuole solo la pelle: per marchiarla a morte. È un novembre gelido, a New York, e nelle strade spazzate dal vento e dalla neve si aggira un serial killer. È scaltro, feroce, implacabile. Aggredisce donne e uomini nei seminterrati, li trascina nelle gallerie buie e umide che si allargano labirintiche nel sottosuolo, li tatua con un inchiostro al veleno lasciando loro sulla pelle incomprensibili messaggi fatti di numeri e lettere; poi li abbandona a un'agonia lenta e straziante. Chi è e cosa vuole? E il tatuaggio che porta sul braccio, un centopiedi rosso con zanne e un volto umano, ha un significato? A esaminare i primi indizi, il killer sembra ispirarsi al collezionista di ossa, il famigerato criminale che più di dieci anni prima aveva gettato nel terrore la città e messo a dura prova il brillante talento deduttivo di Lincoln Rhyme. Questa volta, spalleggiato dalla fidata Amelia Sachs e da tutta la squadra, il criminologo più famoso d'America sarà costretto a districarsi in un oscuro ginepraio di false piste e colpi di scena, in lotta contro il tempo per sventare un piano folle e diabolico. Perché il passato non muore mai, e il nemico non è mai così lontano.
Una montagna senza neve, in un luogo irraggiungibile, forse, dell'interiorità: Nives Meroi si prepara a scalare la cima del Sinai con una sacca e un bloc notes intonso. Il teologo Vito Mancuso si prepara per lo stesso viaggio: i suoi bagagli sono i libri del Pentateuco e i testi di archeologia, e le immagini che gli si compongono in mente prima di iniziare il cammino sono quelle del roveto ardente e delle tavole dei dieci comandamenti. L'alpinista ci racconta il fascino di quei 2285 metri, mentre «la luce cola sui profili delle montagne e le accende di colori». Lo studioso ci guida attraverso i significati religiosi del monte Sinai e alle altezze a cui aspira la nostra condizione umana.
"L'importante è che la maestra sia brava": ecco il mantra che guida i genitori nella scelta della scuola dei propri figli. Sì, ma se poi in classe ci sono dei bambini stranieri? Potrebbero rallentare il programma... Per farla finita con i luoghi comuni (e i timori incontrollati) che serpeggiano fra i banchi, Benedetta Tobagi è andata a vedere cosa succede nelle scuole primarie. Scuole pubbliche, ovviamente. Un viaggio che è cominciato ad Amatrice, l'ombelico d'Italia, e ha toccato Roma, Brescia, Ancona, Torino, i paesini della bassa mantovana, ma anche realtà più di frontiera come Udine e Palermo. In Italia ci sono molti maestri e dirigenti bravissimi, ma la buona volontà non basta a far funzionare bene una scuola. I bambini stranieri in realtà si rivelano una ricchezza, non un ostacolo. Crescere e studiare in una classe mista permette di conoscere una porzione di mondo più grande. "È come fare un Erasmus stando a casa" e infatti capita a Palermo che studenti universitari e "minori stranieri non accompagnati" frequentino insieme gli stessi corsi di italiano. A Genova e Milano invece uno dei momenti più attesi dagli alunni è la condivisione di parole e storie legate al proprio Paese d'origine. Ci sono scuole che cercano di ampliare l'offerta formativa specializzandosi nello sport o nella musica, altre che istituiscono attività extra senza chiedere costi aggiuntivi ai genitori.
Spinto dall'urgenza di affrontare i fenomeni attuali dell'immigrazione e dell'integrazione, Enzo Bianchi cerca nella Bibbia risposte complesse e non condizionate da facili pregiudizi. È etico, infatti, accogliere senza poter fornire casa, pane, vestiti e, soprattutto, una soggettività e una dignità nel nostro corpo sociale? Partendo dal presupposto che l'accoglienza non è solo soccorso in caso di emergenza, e ricordando che i cristiani sono stati nella storia "stranieri e pellegrini" che hanno dovuto subire l'ostilità e addirittura la persecuzione, analizza la condizione dello straniero per riscoprire le origini dell'ospitalità e dell'apertura, che sono al centro dell'etica cristiana. "Vedere gli stranieri" non è solo il centro tematico dell'intervento pronunciato da Enzo Bianchi al Senato, contenuto in questa nuova edizione, ma un invito all'ospitalità come dono inatteso. Non solo una condivisione degli spazi, ma una qualità aggiunta ad essi, in una logica di concittadinanza dove l'esigenza principale è imparare a riconoscere il prossimo come valore umano inestimabile.
Un'icona indimenticabile, che questo libro con nuovi capitoli inediti celebra in occasione dei vent'anni dalla morte della principessa Diana. Come sarebbe stato rivelato solo dopo la sua morte, questo libro è stato scritto con la piena collaborazione di Lady D. Andrew Morton, giornalista investigativo, racconta tutta la verità sulla famiglia reale in un ritratto onesto e scevro da pregiudizi di una delle figure femminili più amate, ammirate e influenti del nostro tempo.
"'Tutto ciò che resterà della mia vita è quello che ho scritto.' Qualcuno l'ha detto pensando a se stesso, però sono parole che si adattano anche a me. Ho sempre voluto scrivere. Alla fine della scuola media, andavo per i tredici anni, mio padre Ernesto mi regalò una macchina Underwood di seconda mano, dicendo: 'Vedi un po'se la sai usare'. Mia madre Giovanna mi mandò a una scuola di dattilografia. Ma dopo un paio di lezioni, chi la dirigeva le spiegò: 'Giampaolo ha imparato subito quanto gli serve. Non butti via i suoi soldi'. Ho cominciato a scrivere nell'estate del 1948 e da allora non ho più smesso. Nell'ottobre 2015 di anni ne ho compiuti ottanta. E ho deciso che potevo permettermi questo libro. Non oso definirlo un'autobiografia, parola pomposa. Allora dirò che è il racconto personale di un vecchio ragazzo destinato a fare il giornalista. Non venivo da una famiglia di intellettuali. Mio padre era operaio del telegrafo. Mia madre aveva cominciato a lavorare a dieci anni ed era stata così brava da aprire un negozio di mode. La mia nonna paterna, Caterina, era analfabeta. Rimasta vedova con sei bambini da crescere, aveva vissuto nella miseria più nera. Troverete qui le loro storie, insieme a quelle di mio nonno Giovanni Eusebio, un bracciante strapelato, e di uno zio paterno, Paolo, un muratore morto a New York in un cantiere. I miei antenati sono questi. E se esiste un aldilà, guarderanno stupiti questo figlio che si è guadagnato il pane scrivendo.'" (G. P.)
L'eredità spirituale di Madre Teresa è patrimonio universale e non può essere dimenticato: come ricorda papa Francesco, i suoi insegnamenti possono aiutare tutti, "a risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà". In queste pagine, attraverso le parole della Santa e quelle delle sorelle e degli altri testimoni della sua esperienza, tocchiamo con mano cosa significa vivere la misericordia nella concretezza della quotidianità, nell'umiltà delle piccole cose.
Molti di fronte allo scorrere del tempo reagiscono, anche nelle difficoltà, traendone sensazioni positive, individuandone gli aspetti vantaggiosi. Esprimono così la "gioia di vivere", un modo di vedere l'esistenza che si inserisce nel flusso della Natura, accettando ciò che il presente dona, senza decorarlo troppo con i propri desideri. Ma la maggior parte di noi è affetta dalla "fatica di vivere". Siamo sempre in azione e mai soddisfatti, destinati a rincorrere un futuro che non c'è e forse non ci sarà mai, spinti nella lotta per il potere dalle nostre ambizioni, dalla paura dell'insuccesso o perfino della morte. Due stili di vita opposti, che non appartengono all'ambito patologico, ma che sono la chiave per dare a una stessa esistenza un significato contrapposto: vivere bene, o al contrario vivere male. In questo libro Vittorino Andreoli, "portatore della visione tragica dell'esistenza", ci accompagna alla ricerca del segreto della gioia di vivere. E, attraverso la riflessione sui classici, la filosofia, la religione, l'osservazione delle storture della società e naturalmente con la conoscenza dell'uomo, delinea un percorso per recuperare la vera essenza del nostro essere umani. Si scopre così che nel mondo dominato dalle strategie per essere vincenti, dal fascino dell'esclusività, dalla bellezza, dalla fatica di vivere dell'individuo, il "magico potere" della gioia non è altro che la capacità, che tutti abbiamo dentro, di passare dalla dimensione dell'"io" a quella del "noi".
I continui mutamenti del nostro mondo spesso ci sfuggono. Sono troppo grandi, o forse siamo noi troppo lenti per capirli davvero. Nel frattempo i bambini crescono in un ambiente di cambiamento tecnologico, sociale ed ecologico senza precedenti. Come possono questi giovani cittadini, consumatori e futuri decisori, essere aiutati a navigare nella nuova realtà complessa? A partire da questo fondamentale interrogativo Daniel Goleman e Peter Senge affrontano i limiti dell'attuale sistema educativo - strutturato più di 200 anni fa! sostenendo la necessità di sviluppare già dai primi anni tre set di abilità cruciali: consapevolezza di sé, empatia e cura degli altri, comprensione dei sistemi più ampi che ci circondano. Un intervento importante con modelli di programmi educativi, strumenti ed esempi pratici per l'introduzione di questi concetti nelle scuole. Per insegnanti e genitori alla ricerca del vero potenziale degli studenti.
Nel "Giro del mondo in 80 giorni" il francese Jules Verne mise alla berlina una filosofia di viaggio da agenzia turistica inglese: correre in fretta attorno al globo, senza badare a ciò che si potrebbe vedere, e cercando di tornare il prima possibile a casa. Il tutto non per il piacere di viaggiare, ma per vincere una scommessa quasi pari al costo del viaggio: un gioco a somma zero, in cui si guadagna solo ciò che si è già speso. Nel "Giro del mondo in 80 pensieri" Piergiorgio Odifreddi propone invece una filosofia opposta; vagare tranquillamente nei continenti della conoscenza, concentrando l'attenzione su ciò in cui ci si imbatte, e curiosando per quanto più tempo è possibile. Il tutto per il puro gusto di capire e imparare, senza preoccuparsi d'altro che del piacere intellettuale: un gioco a somma positiva, in cui si guadagna tutto ciò che si è investito. Gli otto continenti che Odifreddi visita sono la Politica, la Religione, la Storia, la Scienza, la Matematica, la Filosofia, la Letteratura e l'Arte. E di ciascuno di essi il suo album contiene dieci istantanee di soggetti scelti estemporaneamente, ma osservati con sistematicità dal punto di vista del matematico e del razionalista. Sfogliatelo da soli, per viaggiare insieme a lui: buona lettura, e buon viaggio!
Il primo dicembre 2012, Glenn Greenwald, giornalista americano da anni in prima fila nella difesa delle libertà civili, riceve un’email firmata “Cincinnatus”: il suo interlocutore vuole “che le persone possano comunicare in piena sicurezza” e gli propone di dotarsi di un efficace sistema di cifratura, senza il quale “chiunque si metta in contatto con lei corre gravi rischi”. Solo così “Cincinnatus” potrà fornirgli alcune informazioni di sicuro interesse. Qualche mese più tardi quelle “informazioni” inonderanno per settimane telegiornali, quotidiani, siti internet, sconvolgeranno la politica americana, chiameranno in causa Google, Facebook, Yahoo, Microsoft, Apple e scuoteranno le relazioni tra gli Stati Uniti e i loro principali alleati. “Cincinnatus”, infatti, è Edward Snowden, un giovane informatico che ha lavorato per la CIA e la NSA, l’onnipotente Agenzia per la Sicurezza Nazionale, ed è disposto a rinunciare alla ragazza che ama, agli amici, a un ottimo stipendio, alla patria, rischiando l’ergastolo e forse la vita, pur di rivelare al mondo il più gigantesco programma di sorveglianza di massa mai concepito e realizzato: la NSA ha obbligato le società telefoniche a fornire i tabulati di tutte le comunicazioni tra cittadini americani e con l’estero, ha acquisito dati dai server dei giganti dell’informatica e di internet, ha spiato leader politici o funzionari europei o aziende concorrenti di società americane, può accedere ai testi di miliardi di email, può entrare in cellulari e computer in tutto il mondo... Greenwald racconta i primi contatti con Snowden, l’incontro in una stanza d’albergo di Hong Kong, la serie di scoop con cui, a partire dal 5 giugno 2013, il “Guardian” pubblica le segretissime carte della NSA, la fuga a Mosca, e soprattutto le implicazioni della mole di documenti portati alla luce…
C'era una volta una grande tenda da circo, dove un giorno non si sentirono più i ruggiti dei leoni ma rumori di teatro: quel circo si era trasformato in un teatro tenda. Per lo spettacolo servivano un paio di pantaloni neri, una camicia bianca e una cassa che nel tempo si è riempita di personaggi e di storie e sonetti e novellacce, alcuni approdati sulla scena, altri rimasti nascosti nel camerino. A cominciare dalla grande rappresentazione sacra di Giubileo, passando da Gaetanaccio a Edmund Kean, Gigi Proietti, o meglio il dottor Divago, racconta in questo libro di mondi perduti e di altri vicinissimi a noi. Sono novellacce dietro le quinte, rubate tra una battuta di scena e l'altra, battibecchi fra le sarte e i giovani attori, ma anche squarci di cronaca come la decisione di quel sindaco che voleva cancellare S.P.Q.R. e sostituirlo con RoMe&You. E tra un racconto e l'altro fanno capolino molti sonetti e poesie, annotati di corsa dietro una scaletta, poco prima di cambiare l'abito e riaggiustare il trucco. Il risultato è un racconto nel racconto di pensieri arruffati, atti unici, odori, abitudini che segnano il ritorno di un grande affabulatore capace di far sorridere e commuovere con le sue cronache ad alto tasso di romanità. E non solo, perché questo diario-de-camerino è un'occasione per vedere il lavoro dell'attore da vicino, spiarne la meticolosità maniacale, l'incanto ossessivo.
Il libro più tradotto al mondo dopo la Bibbia, oltre 140 milioni di copie vendute. "Il Piccolo Principe" è un bestseller eterno che ha attraversato decenni e confini, entrando nella vita di milioni di bambini e adulti. La storia di un piccolo uomo senza età venuto dallo spazio, un principe che dalle stelle giunge sulla Terra come per magia. Partito dall'asteroide B 612, in cui viveva in compagnia di tre vulcani e una piccola rosa vanitosa, durante il suo viaggio il piccolo principe conoscerà pianeti diversi e adulti molto strani, dal vecchio re senza sudditi al geografo che non sa com'è fatto il suo mondo, e poi, giunto sulla Terra nel deserto del Sahara, si confida con un pilota, un serpente, un giardino di rose, una volpe. Alla pura ricerca della verità sull'amore. Una favola sul significato dell'amicizia e sul senso autentico della felicità, scritta con parole che risuonano come una musica senza tempo, in grado di rivelare con onestà e candore i valori più intimi dell'esistenza. Età di lettura: da 8 anni.
Una ricostruzione storico-sociale del movimento delle crociate che sconvolse l'intero bacino del Mediterraneo dal 1096 al 1291. Per i papi che lo promossero la giustificazione era "Deus lo vult"; per Hegel era lo Spirito della Storia che spingeva l'Europa verso l'Oriente; per altri furono la prova generale del colonialismo ottocentesco; per altri ancora furono feroci guerre d'aggressione i cui semi nefasti continuano a produrre ancora oggi atroci frutti. Gad Lerner rivisita questa pagina storica sottolineando come la stessa Chiesa abbia condannato con un importante "mea culpa" quel tragico periodo.
Mai nella storia della Chiesa si è avuta una così spaventosa concentrazione di profezie che prospettano un tempo catastrofico per la cristianità e per il mondo. E sono profezie cattoliche, cioè legate a santi, pontefici e mistici o messaggi di apparizioni mariane riconosciute dalla Chiesa. Dal Segreto di Fatima, per il quale Benedetto XVI ha evocato il 2017 come anno cruciale, alle profezie di don Bosco, da quelle della beata Anna Katharina Emmerich alle apparizioni di Kibeho, fino alle apparizioni in Rue du Bac e Lourdes ricondotte dal cardinale Ivan Dias a una lunga catena di fatti soprannaturali che ci allertano sull'imminenza di un tempo apocalittico. Antonio Socci nella sua lettera aperta a papa Francesco richiama l'attenzione di tutti sui segni del presente, ma soprattutto sul rischio dell'apostasia, sulla situazione di smarrimento e confusione che si è creata nella Chiesa con il pontificato di papa Bergoglio, di cui esamina gli atti e le parole più controverse. "Quelli che viviamo" scrive Socci "sono tempi dolorosi, ma anche gloriosi, in cui siamo chiamati a testimoniare Cristo. E forse, come per Ninive, ascoltare i profeti e convertirsi potrebbe ancora salvare la città dalla sua rovina."
Delitti politici rimasti senza colpevoli. Pugno di ferro sui fascisti sconfitti. Reduci di Salò che si vendicano. Fanatismi barbarici. Partiti divisi dall'odio. Il potere crescente delle donne, imposto anche nelle storie di sesso. Misteri ed enigmi che diventano incubi. Il primo dopoguerra italiano è stato tutto questo. Un inferno durato tre anni, sino alle elezioni del 18 aprile 1948 e all'attentato a Palmiro Togliatti subito dopo il trionfo di Alcide De Gasperi sul Fronte popolare rosso. Da allora sono trascorsi tanti anni e quasi nessuno rammenta quel tempo feroce. Ma Giampaolo Pansa l'ha vissuto con lo sguardo attento di un ragazzino curioso. E non l'ha dimenticato. Lui ha una tesi: l'Italia di questo 2015 è ancora figlia del primo dopoguerra, dei vizi e delle faziosità che lo inquinavano. Allora i comunisti sognavano di fare un colpo di Stato. Adesso i reduci del Pci rimasti sulla piazza hanno scoperto degli alleati imprevisti: i movimenti che vogliono il nostro distacco dall'Europa. Gli italiani di oggi sono più in frantumi degli italiani di allora. I partiti soffrono di un discredito che nel dopoguerra affiorava già, ma non li paralizzava. Purtroppo non abbiamo un De Gasperi che ci guidi verso una nuova rinascita. Siamo vittime di paure più cattive di quelle che fra il 1945 e il 1948 devastavano i sonni di un paese che aveva ben poco da perdere. Mentre oggi abbiamo il terrore di perdere tutto e di ricadere nella povertà.
La pubblicazione de "La rabbia e l'orgoglio", dopo l'11 settembre, generò un dibattito senza precedenti, divenendo subito un caso mondiale, accolto con clamore sia in Italia che all'estero. Due anni dopo usciva "La forza della ragione" che, ripartendo dal temi sollevati dal primo libro, approfondiva il rapporto tra Occidente e Islam con la veemenza propria della scrittrice fiorentina. Per la prima volta in un volume unico i due libri che hanno mostrato le contraddizioni di quell'Occidente che si sentiva al sicuro da tutto, e che invece assisteva al crollo delle proprie certezze. Due testi per comprendere gli eventi che hanno deciso il corso degli anni a venire. Con la visione profetica della sua scrittura e la forza delle sue parole la Fallaci non può lasciare indifferenti, e scuote le coscienze di tutti noi.
Cosa vuol dire aver fatto il bambino nell'Italia del boom economico e il ragazzo negli anni Settanta? Ce lo spiega con implacabile ironia Beppe Severgnini, in un libro che ormai è un classico e da vent'anni ci racconta chi siamo. In questa edizione - totalmente rivista e arricchita con fotografie di oggetti recuperati in "lunghe giornate di speleologia domestica" - i racconti e i ricordi personali di Beppe si trasformano nella biografia di una generazione cresciuta tra biglie in spiaggia e picnic in montagna, minibasket e ping-pong, corsi d'inglese e viaggi col plaid, Vespe e traghetti. Chi è adulto, con questo libro ripercorrerà le tappe della propria formazione; i figli sorrideranno leggendo le gesta dei genitori; i meno giovani sfoglieranno l'album di famiglia. E tutti insieme capiremo come la storia di un bambino italiano possa diventare anche storia d'Italia. Una storia che prova una cosa: "Credo che italiani siamo diventati tutti. E italiani, in Italia, si diventa ancora".
Il vantaggio di ogni crisi, come quella che sta attraversando attualmente la società, è che "costringe a tornare alle domande; esige da noi risposte nuove o vecchie, purché scaturite da un esame diretto" (Hannah Arendt). È un invito ad aprirsi agli altri e a non irrigidirsi sulle proprie posizioni. È un'occasione di incontro e una circostanza preziosa anche per i cristiani, chiamati a verificare la capacità della fede di reggere davanti alle nuove sfide, chiamati a entrare senza timore in un dialogo a tutto campo nello spazio pubblico. "La bellezza disarmata" propone gli elementi essenziali della riflessione svolta da don Julián Carrón a partire dal 2005, anno della sua elezione a presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione dopo la scomparsa del fondatore, il Servo di Dio don Luigi Giussani, che nel 2004 lo aveva chiamato dalla Spagna per condividere con lui la responsabilità di guida del movimento. Gli scritti, nati in occasioni diverse, sono stati ampiamente rielaborati e ordinati dall'autore allo scopo di fornire organicamente i fattori di un percorso decennale, lungo il quale egli ha approfondito il contenuto della proposta cristiana nel solco di don Giussani, alla luce del magistero pontificio e in paragone col travaglio e le urgenze dell'uomo contemporaneo. Il volume intende offrire il contributo di una esperienza di vita a chiunque sia alla ricerca di ragioni adeguate per vivere e costruire spazi di libertà e di convivenza in una società pluralistica.
"Dall'eternità ci separa appena un respiro, un istante che si spalanca sulla vita eterna o su un eterno tormento." Molti hanno riferito di aver varcato la soglia con "esperienze di pre-morte". Inoltre a testimoniare che l'amore è più forte della morte ci sono tante altre storie, nella Chiesa: anzitutto i martiri, i santi e poi quelle "persone che non soccombono sotto prove terrificanti, che non sprofondano sotto croci disumane, ma hanno la luce negli occhi. Brillano di un amore pietoso e carico di una misteriosa letizia. Hanno una forza inspiegabile". Sono tracce di quell'eternità che, per altre vie, anche poeti, scrittori e artisti hanno cercato. Antonio Socci accompagna il lettore fra poesie e pagine memorabili, dove grandi autori s'interrogano sul senso della vita e danno voce a quell'inestirpabile e inappagato desiderio di felicità vera che caratterizza ogni essere umano sulla terra. Pagina dopo pagina, "Avventurieri dell'eterno" s'inoltra fra le storie di coloro che hanno vissuto la vita come un meraviglioso viaggio verso l'infinito e verso la Felicità che non delude. Come testimonia la straordinaria vicenda di Katja, che ha abbandonato la sua carriera di attrice e i successi del cinema per votarsi al suo "dolce Gesù", abbracciando la vita eremitica nel deserto degli anacoreti con il nome di sorella Benedicta. Perché la verità, scrive Socci, è che siamo "stati creati per l'eternità, per incontrare qui, in questa vita, l'Eternità fatta carne, l'Uomo-Dio".
Maestro spirituale tra i più ascoltati del nostro tempo, il Dalai Lama non si è mai stancato di promuovere una visione della società radicata in una profonda comprensione della natura umana. Daniel Goleman ha intrapreso insieme a lui un percorso di riflessione sul nostro futuro, affrontando temi come il rispetto universale e la pace, una politica basata sulla consapevolezza e la condivisione, il dialogo tra le religioni e l'importanza della gentilezza e della compassione nei rapporti umani. Queste pagine, che raccolgono tutti i più importanti insegnamenti del maestro tibetano, ci mostrano come questi siano supportati da evidenze empiriche. Ma non solo: ci indicano il modo in cui metterli in pratica attraverso l'esempio di persone che hanno saputo volgere la propria compassione al servizio del bene. Sviluppare un profondo equilibrio interiore, sapere riconoscere e gestire le proprie emozioni, una intelligente educazione sentimentale: sono queste le chiavi della crescita interiore e quindi del progresso umano. "Distogliendoci dalla nostra solita dieta mentale fatta di preoccupazioni, frustrazioni, speranze e timori, la compassione sposta la nostra attenzione su qualcosa di più grande e questo ci motiva, ci dà energia. Anche solo il riuscire a evadere dalla prigione dei nostri piccoli drammi quotidiani porta felicità."
"Mi chiamo Hella, Hella Rizzolli, e la mia voce viene dal passato." Quel passato è il 1941, in un'Europa in cui il nazismo dilaga vittorioso assoggettando un Paese dopo l'altro. Hella crede ancora nel Fuhrer, ma lui le sta strappando ciò che ha di più prezioso: Wastl, il suo fidanzato, che parte per il fronte dopo un'ultima settimana d'amore a Berlino. Sul treno che riporta Hella a casa c'è anche un giovane falsario, Karl, che in fuga da una Germania ormai troppo pericolosa per i nemici del regime ha deciso di rifugiarsi in Sudtirolo. Ma nemmeno quella terra chiusa tra le montagne è al sicuro dalle tempeste della storia: nei quattro anni successivi, che devasteranno il mondo, l'orrore del nazismo e la realtà della guerra arrivano anche qui, culminando nell'occupazione da parte dei tedeschi nel 1943. Hella e la sua famiglia sono costretti ad abbandonare le loro illusioni, e Karl a confrontarsi con il Male. In questo nuovo episodio della storia della sua Heimat e della sua famiglia, cominciata con "Eredità", Lilli Gruber riprende le fila della vita di Hella, la sua prozia, per seguirla attraverso gli anni cruciali della Seconda guerra mondiale: dall'apertura del fronte orientale alla lunga campagna italiana degli Alleati.
La vita è un viaggio, e gli italiani viaggiano soli. Com'è difficile trovare chi ci guidi, chi ci accompagni, chi ci incoraggi. Siamo una nazione al valico: dobbiamo decidere se dirigerci verso la normalità europea o tornare indietro. Siamo un Paese incerto tra immobilità e fuga. Fuga all'estero, fughe tra egoismi e piccole ossessioni che profumano di anestetico (ossessioni tecnologiche, gastronomiche, sportive, sessuali). "La vita è un viaggio" non vuole indicare una meta. Prova invece a fornire qualche consiglio per la traversata. Suggerimenti individuali, non considerazioni generali (o, peggio, generiche). La destinazione la decide chi viaggia. Ma una guida, come sappiamo, è utile. Per partire non servono troppe parole: ne bastano venti, come i chilogrammi di bagaglio consentiti in aereo. Parleremo di insegnamento, incoraggiamento, ispirazione. Parleremo di brevità e precisione, qualità indispensabili in questi tempi affollati. Parleremo dell'importanza di trovare persone di riferimento. Parleremo della gioia d'impegnarsi con gli altri e, magari, per gli altri. Parleremo della saggezza di scoprire soddisfazione nelle cose semplici. Parleremo di scelte, atteggiamenti, comportamenti, insidie da evitare e consolazioni a portata di mano. Dopo "Italiani di domani", un nuovo libro come navigatore. Un navigatore ironico, affettuoso e preciso. L'autore, ancora una volta, riesce a intuire il momento dell'Italia, le sue ansie e le sue possibilità: e lo fotografa con implacabile lucidità.
Per Stevie le cose non potrebbero andare peggio. In redazione, dove ogni mattina la scure di Zagor gli ricorda lo squallore filogovernativo del suo tronfio direttore; a casa, dove ad accoglierlo c'è solo la labrador Clarabelle, ghiotta di crocchette all'alchermes; e persino al bar, perché la ragazza bellissima e misteriosa che gli prepara il caffè, Layla, ormai da sei anni lo tormenta con la sua indifferenza. I suoi migliori amici sono un playboy cinico e misogino, un tennista fallito, un cassiere di night vessato dalla moglie e una cavia di prodotti drenanti; e poi c'è Violet dagli occhi tristi, la sua ex, che in qualche modo ce l'ha fatta mentre lui è rimasto in panchina. Tra Stevie e il nonno gourmet Sandro, sosia di Pertini, il più giovane non sembra certo il nipote. In una settimana, però, possono succedere molte cose. La rivoluzione è imprevedibile, e per forza di cose molto veloce se a guidarla sono quattro agguerriti hacker novantenni, più "Amici miei" che Antonio Gramsci, determinati a ribellarsi contro l'ennesima celebrazione farsa del governo: la Cerimonia Solenne del Massone Buono. Al loro fianco, in veste di "staffetta partigiana del XXI secolo", un giovane giornalista che aspettava solo una chiamata alle armi. Forse però anche per Stevie è arrivata l'ora di regolare i conti. Di opporsi. E di scrivere la più lunga e sincera lettera d'amore mai scritta.
"I ricordi, usciti dalle loro scatole, dilagano nel cuore e prendono possesso della mente." Così, guardando il cortile dalla finestra, una donna torna bambina. Lì, a Padova, dentro e fuori da quella casa, Antonia per la prima volta ha ascoltato il nonno Yerwant raccontare le storie vitali e poi tragiche dei suoi fratelli armeni. Lì, ha vissuto gli anni della guerra, con le bombe dell'aereo Pippo e i tedeschi in città, ma sempre insieme alla mamma Vittoria, lunatica e bellissima, che infilò un maialino sotto il cappotto, fingendosi incinta per nasconderlo ai nazisti, e al nonno, che la tenne con sé a chiacchierare al buio, durante l'ultimo bombardamento nel 1945. I ricordi della Bambina invecchiata si spalancano, avventurosi e intimi, e ci conducono verso altri luoghi dell'infanzia, costellati da figure umanissime. Ma ci portano anche al cuore di un periodo cruciale per l'Italia tutta. La guerra, la sua fine, gli anni Cinquanta e Sessanta. E poi gli amori della protagonista e i suoi viaggi in Grecia, i racconti di un'Armenia che ha messo radici in lei ma soprattutto la scoperta dei libri e del loro prodigioso potere...
Quando veniamo alla luce siamo amore puro, guardiamo il mondo per la prima volta con stupore e non possiamo che provare una gioia immensa per ciò che ci è stato donato. Purtroppo, però, crescendo ci allontaniamo da sentimenti così potenti perché la realtà dei nostri giorni è piena di sofferenza e difficoltà, e sono tante le delusioni piccole e grandi che incontriamo nel corso della vita. Tutto questo rende l'amore sempre più raro e difficile da comunicare alle persone che ci sono vicine: finiamo per chiudere il nostro cuore in un involucro di ferro, diventando insensibili per paura di stare male ancora. Ma Lorna Byrne, che vede gli angeli e comunica con loro sin da piccola, ha imparato a riconoscere l'amore che si irradia dalle persone, che brilla come ghiaccio al sole e che avvolge ognuno di noi in un'aura luminosa. E con "L'amore viene dal cielo", attraverso tanti incontri e storie vissute in prima persona, Lorna ci accompagna alla riscoperta del sentimento che muove il mondo e ci indica la strada per guarire le ferite e tornare ad aprire con fiducia il nostro cuore. Perché in fondo basta poco per illuminare di luce nuova la nostra vita e quella di coloro che amiamo.
"Ho conosciuto il Liga nel gennaio del 1991. Il ricordo è quello di una via di mezzo tra un Charles Bronson della bassa padana e un indiano metropolitano." Sono lontani i tempi in cui il Liga era solo il "ragazzo di Correggio" cresciuto a lambrusco e pop-corn. Oggi, a vent'anni esatti dagli esordi con i ClanDestino, Luciano Ligabue è una star di prima grandezza, idolo degli stadi, artista eclettico capace di richiamare folle oceaniche con i suoi sogni di rock'n'roll, come ha fatto con i 180 mila di Campovolo o a San Siro, per ben sei volte. E adesso, un traguardo importante, con un nuovo disco che arriva dopo una lunga gestazione e una nuova tournée che non mancherà di fare notizia. In una biografia ricca di notizie, foto e curiosità esclusive, Massimo Poggini, che segue il Liga sin dagli inizi, ne racconta la carriera, vissuta senza risparmio e sempre con la voglia di "rendere leggero il peso dei ricordi".
In occasione del referendum sulla procreazione assistita del giugno 2005, Emanuele Severino si è trovato al centro della discussione sulla natura dell'embrione, soprattutto con i suoi interventi sul "Corriere della Sera" e con le risposte da lui date ai suoi interlocutori. Interventi che questo volume raccoglie, collega e integra. L'originalità e l'interesse di queste pagine stanno da un lato nel fatto che si muovono nel terreno del pensiero filosofico, dalle cui categorie la scienza dipende. Dall'altro, nella forma stessa della discussione, che mostra in quali labirinti del pensiero conducano - secondo l'autore - le tesi della Chiesa cattolica nel momento in cui concepisce l'embrione come una persona in atto.
"Un conto è guardare e un conto è vedere, e io per troppi anni ho guardato senza voler vedere." Liliana ha otto anni quando, nel 1938, le leggi razziali fasciste si abbattono con violenza su di lei e sulla sua famiglia. Discriminata come "alunna di razza ebraica", viene espulsa da scuola e a poco a poco il suo mondo si sgretola: diventa "invisibile" agli occhi delle sue amiche, è costretta a nascondersi e a fuggire fino al drammatico arresto sul confine svizzero che aprirà a lei e al suo papà i cancelli di Auschwitz. Dal lager ritornerà sola, ragazzina orfana tra le macerie di una Milano appena uscita dalla guerra, in un Paese che non ha nessuna voglia di ricordare il recente passato né di ascoltarla. Dopo trent'anni di silenzio, una drammatica depressione la costringe a fare i conti con la sua storia e la sua identità ebraica a lungo rimossa. "Scegliere di raccontare è stato come accogliere nella mia vita la delusione che avevo cercato di dimenticare di quella bambina di otto anni espulsa dal suo mondo. E con lei il mio essere ebrea". Enrico Mentana raccoglie le memorie di una testimone d'eccezione in un libro crudo e commovente, ripercorrendo la sua infanzia, il rapporto con l'adorato papà Alberto, le persecuzioni razziali, il lager, la vita libera e la gioia ritrovata grazie all'amore del marito Alfredo e ai tre figli.
Tra le varie figure celesti, divine, semidivine, santificate delle religioni mondiali, Maria è certamente la più complessa, tenera e commovente. Ragazza ebrea visitata dall'angelo, fidanzata e poi sposa di un uomo che non era il padre di suo figlio, vergine e madre di Dio, simbolo della grazia e Mater dolorosa che subisce il destino terribile di veder premorire la creatura da lei generata, poco citata nei vangeli e quasi assente negli Atti degli apostoli e nelle lettere di Paolo, oggetto di un culto senza pari, concepita senza peccato originale e assunta in cielo: capire Maria significa penetrare nel cuore della fede cattolica. In questo libro, Corrado Augias dialoga con un grande studioso di mistica e di storia della religioni, Marco Vannini, per scavare in profondità nella storia e nel mito della Madonna, toccando tutti gli aspetti che mettono Maria al centro dell'esperienza culturale e religiosa della nostra civiltà: le fonti (dai vangeli canonici agli apocrifi), le ipotesi sulla biografia, il rapporto con la condizione femminile nella Palestina di duemila anni fa, con le altre donne della Bibbia e con la mitologia della Grande Madre, la nascita dei dogmi e lo sviluppo del culto, i miracoli e le apparizioni, la presenza costante della Madonna nella cultura e nell'arte.
Perché le persone più intelligenti nel senso tradizionale del termine non sono sempre quelle con cui lavoriamo più volentieri o con cui facciamo amicizia? Perché i bambini dotati ma provenienti da famiglie divise hanno difficoltà a scuola? Perché un ottimo amministratore delegato può riuscire un pessimo venditore? Perché, sostiene Goleman, l'intelligenza non è tutto. A caratterizzare il nostro comportamento e la nostra personalità è una miscela in cui il quoziente intellettivo si fonde con virtù quali l'autocontrollo, la pervicacia, l'empatia e l'attenzione agli altri: in breve, l'intelligenza emotiva.
"Mi sento inquieta, non riesco a stare ferma, quindi vado nello studio. A fare cosa ancora non so. Fisso lo scaffale, sposto i libri, come se cercassi qualcosa, e sto quasi cominciando a innervosirmi, quando intravedo una scatola di legno scuro. E un tuffo al cuore. In un attimo, mi scorrono davanti agli occhi lettere, telegrammi, biglietti, fotografie". Sono parole di Sophia Loren, la nostra attrice più amata, che fino a oggi non si era mai raccontata in un libro. Ma è stato forse l'avvicinarsi di un compleanno importante, o la casualità di ritrovare una scatola di lettere e fotografie, che ora l'ha spinta a farlo. Così è nata questa autobiografia in cui si dipana la vita di una bambina magra e scura scura, una ragazza insicura ma tanto bella "da far resuscitare i morti", una giovane napoletana che in pochi anni conquista il mondo. Quella di Sophia Loren, più che una storia, sembra una favola, compresa di balli, grandi prove e principi azzurri. Eppure, dietro la star, sorride una donna timida e determinata, che ha sofferto tanto, ha lavorato moltissimo, ha amato con passione autentica, sempre tinta di ironia. È lei a riportarci alla sua Pozzuoli dilaniata dalla guerra, alla Cinecittà dei primi kolossal americani, alla Napoli in bianco e nero di De Sica. Ma ci porta anche dietro le quinte, dove batte il suo cuore di moglie, madre, nonna, intorno alla famiglia che, da sempre, considera il suo film migliore.
Il gabbiano Jonathan Livingston non è come tutti gli altri. Se i suoi simili si limitano a composti viaggetti per procurarsi il cibo, lui intuisce nel volo una bellezza e un valore assoluti. Tanto basta per meritargli il marchio dell'infamia e l'allontanamento dallo stormo Buonappetito. Solo, audace, sempre più libero, Jonathan ci accompagna a scoprire l'ebbrezza del volo acrobatico, gli orizzonti emozionanti di mondi nuovi, fino a condurci in altre dimensioni, abitate da gabbiani solitari che hanno la sua stessa fame di perfezione e di verità. Il romanzo-culto degli anni Settanta torna in un'edizione completamente nuova, per la prima volta illustrata dall'artista britannico Ashley Crowley; una versione che comprende anche il nuovo finale, scritto da Bach dopo un'esperienza tra la vita e la morte.
La mattina del 5 marzo 2003 il piccolo Colton Burpo, che non ha ancora compiuto quattro anni, entra in sala operatoria per essere sottoposto con urgenza a un intervento delicatissimo. Ha l'appendice perforata e gli errori commessi dai medici prima di arrivare alla diagnosi corretta non lasciano molte speranze. Todd, il padre, si ritira a pregare in una stanzetta dell'ospedale, mentre la mamma, Sonja, cerca conforto al telefono nelle parole dei parenti e degli amici più stretti. La tensione è altissima, per tre lunghissimi minuti i medici "perdono" Colton. Ma come per miracolo l'esito dell'operazione è positivo e il bambino guarisce perfettamente. Passeranno anni prima che i genitori attoniti si trovino ad ascoltare i racconti, del tutto spontanei e tranquilli, di ciò che Colton ha visto in quei tre minuti e dell'incredibile viaggio che ha compiuto, fino al Paradiso e ritorno. Lì stava in braccio a Gesù, che lo ha accolto sul suo cavallo color arcobaleno e "ha detto agli angeli di cantare, perché avevo tanta paura", ha incontrato Dio, che è "grandissimissimo e ci vuole veramente bene", ha visto la luce "sparata" dallo Spirito Santo sugli uomini, ha conosciuto la sorellina mai nata, di cui nessuno gli aveva parlato prima, ha osservato "dall'alto" il medico che lo "aggiustava" e i suoi genitori in pena per lui. In questo libro è suo padre, Todd, a raccontarci la storia di una famiglia normale toccata da un'esperienza straordinaria.
"Ibsen, Shakespeare, Brecht..." Quando gli insegnanti del Centro universitario teatrale gli sottoposero una lista di autori da portare in scena, il giovane Luigi Proietti per poco non svenne: non ne aveva mai sentito nominare nessuno. Come tanti ragazzi cresciuti nella periferia della capitale, all'ombra del boom economico, Proietti pensava soprattutto alla musica e guardava all'America. Per lui l'unico palco era quello dei night club, dove suonava e cantava insieme agli amici di sempre. Si era iscritto per gioco a quel corso di recitazione, spinto dalla voglia di qualcosa di diverso: non poteva immaginare che quel "gioco" gli avrebbe cambiato la vita. Il "cantante dalla voce ritmico-melodica-moderna" dimostra subito una versatilità senza precedenti, un potenziale che esprimerà al meglio in "A me gli occhi, please" e negli altri one-man show scritti con Roberto Lerici, dei tour de force nei quali salta dal dramma al varietà lasciando il pubblico a bocca aperta. E in cinquant'anni di carriera Proietti ha conquistato generazioni di spettatori, contaminando la cultura "alta" e quella "bassa" senza pregiudizi. In "Tutto sommato" ci restituisce quella voglia di mischiare le carte in tavola, intrecciando le gioie della vita a quelle del palco e lasciando sempre sullo sfondo la sua Roma, città eterna e fragile, tragica e ironica, cinica e innamorata.
A sei anni Craig Warwick ha scoperto che riusciva a parlare con gli angeli e da allora non ha mai smesso di mettere il suo dono al servizio degli altri per portare il suo messaggio più importante: tutti quanti abbiamo un angelo a proteggerci, basta aprire il nostro cuore per sentirne la presenza. In questo nuovo libro Craig desidera regalarci una verità semplice ma profonda: angeli e bambini hanno così tanto in comune! Gli uni e gli altri adorano la musica, i colori, l'allegria, ma quando serve sanno essere anche molto seri, ci sono sempre vicini e ci riempiono d'amore. Partendo da questa idea Craig ci racconta come, insieme con i bambini e con i suoi amici celesti, sia riuscito a riportare la speranza nella vita di tante persone. E così conosciamo Martina, che ha otto anni e uno sguardo curioso e pieno di gioia. Craig la incontra casualmente sul treno e. con dolcezza, esaudisce il suo desiderio speciale: parlare di nuovo con l'adorato nonno Lino, che da pochi mesi non c'è più. O Simone, che è piccolo ma ha già un cuore grande e non ci pensa due volte a tendere la mano verso uno sconosciuto per donare un sorriso. O ancora Paola, una bimba di sette anni dall'energia travolgente che pur di rimanere fuori a giocare con gli amici chiede a Craig se gli angeli possono fare i compiti al suo posto...
Tanto l'euro quanto l'unificazione europea sono stati celebrati - come già fu per l'unificazione italiana - come ideali romantici, che non lasciavano spazio per un'analisi economica dei costi e dei benefici. Oggi, però, il "meraviglioso esperimento" di cui parlava Robert Schuman, il sogno di una "pace perenne" dopo secoli di guerre, si è trasformato in un incubo: quella stessa Unione creata per favorire lo spirito europeo sta diventando una prigione, che istiga all'odio etnico e alimenta i peggiori stereotipi. Tenendosi a distanza dall'europeismo fanatico e dall'antieuropeismo irrazionale, Luigi Zingales analizza i fondamenti economici e le scelte politiche dell'attuale Unione Europea, vista non come fine ma come mezzo per garantire la libertà, la pace e la prosperità del nostro continente, e mette a fuoco alcune verità necessarie. Prima fra tutte che questa Europa è un patto faustiano tra Francia e Germania, che riserva al Sud del continente, e quindi all'Italia, un ruolo di comprimario e spesso di vittima. Dobbiamo ammettere che, così com'è, l'Europa non è sostenibile, ma il progetto europeo è ancora salvabile, a patto di riforme radicali in tempi brevi. Allo stesso modo dobbiamo ammettere che la crisi strutturale in cui l'Italia è precipitata negli ultimi vent'anni non è colpa dell'euro né può essere risolta con la nostra uscita dall'euro. Il vero problema è che abbiamo smesso di crescere, e in particolare ha smesso di crescere la nostra produttività.
Tra le onde increspate del lago d'Orta. il vicecommissario Enea Zottìa, seduto a prua di un'imbarcazione, naviga verso l'isola di San Giulio. La sua non è una gita in barca, ma l'inizio di una nuova indagine. La richiesta, discreta, è arrivata dalle suore del convento arroccato sull'isola, turbate da strani furti che avvengono dentro le loro mura ma anche nelle ville della zona. Inoltre c'è un quadro che scompare e riappare inspiegabilmente: non è che il vicecommissario potrebbe...? E così Luca è tornato in un luogo al quale lo legano ricordi indimenticabili. Ma appena giunto, è tentato di lasciar perdere: scovare ladri non e la sua specialità, l'atmosfera ovattata del convento lo mette a disagio, e le tristezze del passato, del suo amore infelice per la bionda Serena non vogliono saperne di abbandonarlo. Poi, del tutto inaspettato, un delitro viene a turbare l'incanto di quei luoghi. In una stradina appartata, dove non passa mai nessuno, giace un uomo, ucciso con un violento colpo alla testa. È un semplice lavorante, uno di quelli che danno una mano per incarichi di poco conto, perché ucciderlo? Zottìa inizia con pazienza a indagare, e anche il lettore, insieme a lui, conoscerà una serie di personaggi memorabili come l'astuto e disinvolto Guidalberto Porrone, la gelida suor Venanzia, il mite giardiniere Zilloni, il rubicondo ragionier Stefanini e soprattutto l'affascinante e misteriosa Giulia, la giovane donna che ha deciso di ritirarsi sull'isola e dalla quale Enea si sente attratto.
Nei casermoni di via Stalingrado a Piombino avere quattordici anni è difficile. E se tuo padre è un buono a nulla o si spezza la schiena nelle acciaierie che danno pane e disperazione a mezza città, il massimo che puoi desiderare è una serata al pattinodromo, o avere un fratello che comandi il branco, o trovare il tuo nome scritto su una panchina. Lo sanno bene Anna e Francesca, amiche inseparabili che tra quelle case popolari si sono trovate e scelte. Quando il corpo adolescente inizia a cambiare, a esplodere sotto i vestiti, in un posto così non hai alternative: o ti nascondi e resti tagliata fuori, oppure sbatti in faccia agli altri la tua bellezza, la usi con violenza e speri che ti aiuti a essere qualcuno. Loro ci provano, convinte che per sopravvivere basti lottare, ma la vita è feroce e non si piega, scorre immobile senza vie d'uscita. Poi un giorno arriva l'amore, però arriva male, le poche certezze vanno in frantumi e anche l'amicizia invincibile tra Anna e Francesca si incrina, sanguina, comincia a far male. Silvia Avallone racconta un'Italia in cerca d'identità e di voce, apre uno squarcio su un'inedita periferia operaia nel tempo in cui, si dice, la classe operaia non esiste più.
C'è una bambina sola che non vuole guardare in faccia la realtà, il fatto che i suoi genitori sono stati portati via dalle bombe, e cerca in chi è rimasto il nonno e il cane - un'ancora a cui aggrapparsi in un momento troppo difficile. E c'è una mamma che da un mondo sospeso tra terra e cielo parla con la sua piccola, la sostiene, la spinge verso nuovi legami, che possano renderla forte e aiutarla ad andare avanti. Prefazione di Antonio Faeti. Età di lettura: da 7 anni.
"C'è uno scetticismo triste e superficiale che si esprime nella vulgata popolare con la frase: 'dall'aldilà non è mai tornato nessuno'. S'intende dire che, in fin dei conti, quelle sull'oltretomba sono tutte congetture, ipotesi, magari anche vere, ma chi lo sa davvero se c'è qualcosa?". È forse la domanda più importante dell'esistenza. Ma sono proprio giustificati i dubbi? A partire dalla tragica sera in cui il cuore di sua figlia Caterina ha smesso di battere, Antonio Socci si è interrogato a lungo su quella condizione al confine della vita: un'esperienza di pre-morte al culmine del quale è avvenuta una resurrezione. È iniziato così un viaggio inatteso nel continente misterioso delle esperienze di pre-morte che la scienza medica sta studiando e che riguardano milioni di esseri umani nel mondo. Sono storie che diventano oggi una formidabile "dimostrazione scientifica dell'esistenza dell'anima". L'autore si è cimentato pure con i molti miracoli di resurrezione compiuti da Gesù e poi testimoniate nelle vite dei santi fino ai nostri giorni. Queste pagine mostrano la sconvolgente vicinanza dell'aldilà alla nostra vita quotidiana che in un attimo, con un semplice respiro o un battito di cuore che vengono a mancare, può spalancarci davanti o una realtà di felicità straripante e di amore inimmaginabile, oppure un luogo di terrore e strazio indicibili.
"Un mistero di croce e di luce": quell'inspiegabile e irriproducibile immagine corporea impressa sul telo è la testimonianza della passione e della morte di Gesù, ma anche della sua risurrezione. Le parole pronunciate da papa Benedetto XVI restituiscono alla Sindone tutta la verità che la ricerca scientifica aveva cercato di ridimensionare. Nel 1988, infatti, con la datazione al carbonio l4, alcuni scienziati stabilirono che la Sindone risaliva all'epoca medievale. Oggi, grazie a un lavoro multidisciplinare promosso dall'università di Padova e durato quindici anni, l'équipe guidata da Giulio Fanti dimostra che quella radiodatazione è stata falsata da una contaminazione ambientale, e va anticipata proprio all'epoca della morte di Gesù; che le tracce di polvere, polline e spore indirizzano verso la provenienza mediorientale; che il corpo raffigurato sul lino ha subito le violenze raccontate nei vangeli della Passione; e che l'immagine è stata prodotta dall'eccezionale radiazione sviluppatasi al momento della risurrezione. Questo libro, scritto a quattro mani da Fanti e da Saverio Gaeta, è il resoconto di una scoperta e la narrazione delle straordinarie vicende storiche della reliquia più preziosa e venerata della cristianità.
Serve un pizzico di follia per inseguire, nella vita, quello che a tutti appare un sogno irragionevole. Questa storia si sviluppa a Sarajevo, in piena guerra fratricida della ex Jugoslavia, nell'estate del 1992, quando i cecchini sono appostati dietro ogni persiana, le granate dilaniano interi quartieri, persino arrampicarsi su un albero può essere letale: c'è chi muore perché non ha saputo resistere alla tentazione delle ciliegie. Con la ferita di un matrimonio fallito ancora aperta, Marco De Luca è l'unico fra i suoi colleghi giornalisti ad aver accettato l'incarico di inviato per la televisione italiana in questo inferno. Raccontare la complessità dei Balcani in novanta secondi al Tg è impossibile, perciò non resta che denunciare l'inaudita barbarie. Come quella del bombardamento sull'orfanotrofio, dove Marco si precipita a realizzare un servizio. Ma questa volta il filmato, paradossalmente, non ha nulla di drammatico. Come è possibile? In quella camerata piena di culle, Marco è rimasto colpito da un particolare che nessuno ha notato: c'è un'unica bimba bruna, mentre tutti gli altri sono biondi. E proprio quella bimba bruna lo spinge a inseguire, con un pizzico di follia, quello che a tutti appare un sogno irragionevole. Questa storia, ispirata a vicende realmente accadute, ruota attorno a un formidabile atto d'amore che, a dispetto delle bombe e della burocrazia, si è potuto compiere grazie all'aiuto provvidenziale di due donne e alla determinazione incrollabile di un uomo.
“Tutto per me si è svolto nella più assoluta normalità, e solo le cose che accadevano, mentre accadevano, suscitavano stupore, tanto era Dio a operarle facendo di esse la trama di una storia che mi accadeva e mi accade davanti agli occhi.” Verso la fine dei suoi anni, don Giussani (1922-2005) parla così della sua vita, tanto evidente è per lui che è Dio a operare tutto attraverso le circostanze della sua esistenza. Alberto Savorana, che con lui ha trascorso un tratto importante della propria vita, racconta chi era e come ha vissuto il fondatore di Comunione e Liberazione: affidandosi a molteplici fonti, alle parole degli amici, e soprattutto a quanto lo stesso Giussani ha scritto e detto, l’autore ripercorre le vicende di un uomo che ha reso di nuovo attraente il cristianesimo diventando per tanti ragazzi e adulti un maestro e un compagno di cammino. La testimonianza di Savorana, preziosa per completezza e capacità di rivelare particolari spesso sconosciuti, non solo ricostruisce la cronaca dei giorni del sacerdote ambrosiano, ma offre anche ai lettori il segno della sua eredità per la vita delle persone e della Chiesa.
Maleducati. Trasgressivi. Immaturi. Le ricette salva figli sono ormai diventate argomento quotidiano di discussione e confronto fra genitori in crisi e insegnanti rinunciatari. C'è chi grida alla sconfitta dell'antiautoritarismo. Chi invoca un ritorno alla disciplina tra le mura domestiche. Chi accusa la scuola di aver abbandonato il suo ruolo pedagogico. Per Vittorino Andreoli, da sempre attento osservatore del disagio psicologico degli adolescenti e dei loro compagni più adulti, invece il fallimento educativo è un malessere profondo che riguarda tutti, genitori e no, e che può essere risolto solo con uno sforzo comune. Il primo sintomo va ricercato senz'altro nella morte della famiglia tradizionale. I bambini avrebbero bisogno di un'unica figura che si occupi di loro: la madre. L'aumento delle figure di riferimento - necessario, per molte ragioni, nella nostra società crea un disaccordo educativo, ed è la vera causa della loro inquietudine e disobbedienza. Cosa dovrebbero fare, allora, i genitori per far crescere meglio i loro figli? Dovrebbero ritrovare un punto d'unione con tutte le figure che li affiancano: i nonni, le babysitter, le insegnanti dei nidi e delle scuole per l'infanzia... Educare vuol dire trasformare un figlio in un uomo o una donna capaci a loro volta di diventare padri e madri. E per farlo dobbiamo tenere conto dei sentimenti che sono parte indispensabile di ogni processo di crescita.
Leggere questo libro significa fare un viaggio. Prendere per mano, o meglio farsi prendere per mano da Bruno, un bambino di nove anni, e cominciare a camminare. Presto o tardi si arriverà davanti a un recinto. Uno di quei recinti che esistono in tutto il mondo, uno di quelli che ci si augura di non dover mai varcare. Siamo nel 1942 e il padre di Bruno è il comandante di un campo di sterminio. Non sarà dunque difficile comprendere che cosa sia questo recinto di rete metallica, oltre il quale si vede una costruzione in mattoni rossi sormontata da un altissimo camino. Ma sarà amaro e doloroso, com'è doloroso e necessario accompagnare Bruno fino a quel recinto, fino alla sua amicizia con Shmuel, un bambino polacco che sta dall'altro lato della rete, nel recinto, prigioniero. John Boyne ci consegna una storia che dimostra meglio di qualsiasi spiegazione teorica come in una guerra tutti sono vittime, e tra loro quelli a cui viene sempre negata la parola sono proprio i bambini. Età di lettura: da 12 anni.
Un'avventura ininterrotta, la vita di Walter Bonatti, spesa tra prodezze uniche rimaste nella storia: la sua drammatica partecipazione alla conquista del K2, la scalata in solitaria del Petit Dru, nel gruppo del Monte Bianco, la tragica impresa sul Pilone Centrale del Frèney, la vittoriosa salita sul Gasherbrum IV nel Karakorum, i numerosi viaggi che lo hanno condotto dalla Siberia all'Alaska, dalla Tanzania al Kenya, dal Perù, al Messico, alla Nuova Zelanda. Impossibile dare conto di tutte le vie aperte da Bonatti, di tutte le avventure estreme di un alpinista ed esploratore romantico che si nutriva della stessa curiosità di Ulisse, in un perpetuo ricercarsi nella Natura. In questo libro, rivisto di pugno dall'autore poco prima della sua scomparsa, il "re delle Alpi" ha raccolto interviste e ritagli di giornali, pensieri e dialoghi, commenti e discorsi che compongono il panorama dì una vita eccezionale e il ritratto, anche intimo e personale, di un protagonista indimenticabile.