È possibile rendere leggibile per tutti l'opera più famosa di uno dei teologi più famosi della modernità? Questo libro mostra che non solo è possibile, ma è una scelta vincente. Introduzione al cristianesimo del giovane Joseph Ratzinger rimane, a quasi sessant'anni dalla sua prima edizione italiana, uno dei lavori più lucidi e completi nello spiegare la fede della chiesa all'umanità moderna. Un classico assoluto, uscito dalla penna di quello che sarebbe diventato papa Benedetto XVI. È proprio con questa convinzione che nel 2021, un anno prima della sua morte, Benedetto XVI ha personalmente acconsentito affinché il suo primo best-seller fosse rivisto e semplificato da uno scrittore di sua fiducia, Manfred Lütz, autore di best-seller, molto noto in Germania. L'intento è stato quello di offrire un capolavoro senza tempo e incredibilmente attuale a un pubblico sempre più largo, fatto non solo di esperti, studiosi o credenti, ma di quanti desiderano conoscere l'essenza del cristianesimo. «Il libro non è una nuova versione né una "versione ridotta"», spiega Lütz: «È l'intera sostanza dell'Introduzione al cristianesimo, modificata in una versione leggibile per un pubblico più ampio e non accademico». Ed è, ciò che più conta, una versione esplicitamente autorizzata di Benedetto XVI prima della scomparsa, avvenuta la notte di San Silvestro del 2022. Dalla lettera di Benedetto XVI a Manfred Lütz "Il testo dell'Introduzione al cristianesimo è e rimane di grande attualità. Il controllo effettuato da uno studioso competente, da me consultato, ha rivelato che in effetti questa sua revisione ha pienamente conservato le idee del mio libro originale. Di questo sono certo: sentir parlare di una Breve introduzione al cristianesimo susciterà la curiosità di molte persone".
La fede cristiana espressa in modo piacevole e accessibile, senza mai perdere in incisività Riuscire a spiegare la fede cristiana parlando alla cultura dei nostri giorni, cioè in una maniera che sappia porsi in dialogo con le realtà in cui viviamo, è senz'altro una sfida enorme. Perché è decisivo farlo senza rinunciare alla profondità e alla ricchezza spirituale dei concetti teologici, dei simboli, delle tradizioni. Questo volume riesce nell'impresa: ottimo compendio della fede dei cristiani, è una "teologia" per non addetti ai lavori, che presenta con assoluta serietà e con grande chiarezza di linguaggio i capitoli fondamentali del credo cristiano. È anche un libro di formazione, rivolto a chi va in cerca di una consapevolezza critica nel proprio credere. L'autore sa essere molto convincente anche quando, nell'esposizione, affronta aspetti difficili del cristianesimo (la spiegazione del peccato originale, per esempio). Le sue pagine si leggono con interesse e piacere, perché non annoiano mai, ma anzi stimolano a pensare. 200.000 copie vendute in Spagna: edizione aggiornata, con una organizzazione tematica rielaborata, contenuti aggiornati e molti capitoli completamente nuovi. Un testo estremamente valido, tradotto in sette lingue. Pensato per la formazione personale e di gruppo, è utilizzabile nelle parrocchie (per l'iniziazione cristiana), nei centri educativi, negli istituti di vita consacrata e in molti altri ambiti ecclesiali.
Come possiamo riuscire nella vita, nonostante tutte le difficoltà, gli ostacoli e le limitazioni che incontriamo? Per Katharina Ceming se cerchiamo aiuto per sopportare la vita anche con i suoi lati più spinosi, è indispensabile che puntiamo l'attenzione non tanto sul concetto di felicità, quanto sul senso della vita. E che cos'è il "senso" della vita? Dietro questo termine si nasconde un'intera galassia di fattori che decidono se ci è dato di sperimentare la nostra vita come piena, intensa, degna di essere vissuta. Non esiste un senso della vita unico per tutti. Per quanto sia soggettivo il senso che noi diamo alla nostra vita, però, ci sono alcuni aspetti che la ricerca psicologica e la tradizione filosofica considerano immancabili. Su questi si concentra l'autrice, raccogliendo anche pensieri e suggerimenti di chi si occupa, per lavoro o per interesse personale, di "senso della vita". Gli stimoli offerti da questo libro aiuteranno così a incamminarsi verso una vita che possa dirsi buona e riuscita.
La lista dei fondatori e dei leader delle nuove comunità religiose che si scopre aver commesso abusi spirituali e talvolta sessuali sembra non avere fine. Perché? Com'è possibile che questi uomini (e donne) luminosi abbiano ceduto a un lato così oscuro? Come si spiega che questi movimenti, che hanno dato tanti frutti sulla scia della "nuova primavera" cristiana, rivelino ora fondamenta così fragili? Con questa incomprensibilità si confronta Céline Hoyeau: senza reticenze, senza moralismi, senza andare in cerca di regolamenti di conti. Conduce un'indagine precisa e illuminante. Per capire come mai carismi così grandi abbiano potuto suscitare tante vocazioni e, contemporaneamente, tante sofferenze, ha scelto di ricostruire un quadro complessivo del "sistema" raccogliendo testimonianze sia delle vittime sia di specialisti come storici, teologi, psicologi, ed è giunta a individuare le complesse ragioni di un fallimento. Ne è uscita un'inchiesta preziosa, senza dubbio necessaria.
Molti oggi pensano spontaneamente Satana come un piccolo demone rosso con le corna, una coda appuntita e un forcone in mano. Questa visione del diavolo, in realtà, si è sviluppata nel corso di molti secoli e sarebbe risultata estranea agli autori dell'Antico Testamento, dove la figura dell'Avversario fa la sua prima comparsa. I primi testi che menzionano Satana - anzi, nell'Antico Testamento si dice sempre «il Satana» - lo ritraggono come un agente di Dio incaricato di fare giustizia dei malfattori. Nel corso del tempo, però, quella figura evolve e viene considerata più come un nemico di Dio che come sua longa manus. Alla fine questa mutazione, su Satana ricadrà la colpa di tutta una serie di problemi. Ryan Stokes spiega magistralmente lo sviluppo della tradizione su Satana nelle Scritture ebraiche e nella letteratura del primo giudaismo, descrivendo i processi interpretativi e creativi che hanno trasformato un agente di Dio nell'arcinemico del Bene. Esplora come l'idea di una figura celeste quale Satana sia stata innestata nel problema del male e sia stata caricata della colpa di tutto ciò che va storto nel mondo. Svela le molteplici sfumature di fenomeni quali la tentazione, il peccato e il male potenzialmente fatale che, sin dai tempi antichi, hanno afflitto l'umanità. E che ancora oggi sono tra noi. Si tratta di una monografia scientifica sulla storia delle credenze su Satana: questa indagine aggiorna in modo importante i lavori preesistenti, soprattutto per quanto riguarda la comparsa della figura di Satana nel contesto precristiano. Prefazione di John J. Collins.
L'essere umano è homo melancholicus: consapevole delle perdite e della transitorietà di tutto, cerca di trasformare questa coscienza in speranza e creatività. In tempi tristi come i nostri, tuttavia, la malinconia è spinta sempre più in un angolo oscuro dall'in-quietudine e dalla paura, e così rischia di trasformarsi in depressione. Accanto alla pace, all'amore e alla cura reciproca abbiamo bisogno di legami sociali qualificati e di un mondo politico-culturale esuberante per alleviare le nostre paure e mantenere "sano" quel sentimento complesso e ambivalente che è la malinconia e che è stato giudicato in modi estremamente diversi nel corso della storia occidentale. In questo saggio lucido e necessario Hermsen interroga l'essere umano - prendendo spunto da pensatori come Hannah Arendt, Ernst Bloch e Lou Andreas-Salomé - per capire se ha sufficienti coraggio e forza per superare il senso della caducità e stabilire nuove relazioni con il mondo e sé stesso, trasformando in tal modo paura e depressione in creatività e speranza.
In questo libro sono collezionate venti domande su personaggi strani e situazioni enigmatiche che compaiono nei racconti biblici. Ariel Álvarez Valdés, studioso argentino già noto in Italia, scandaglia il materiale con competenza, aiutando non tanto ad analizzare il Libro dei libri, quanto ad approfondire quelle storie sorprendenti perché siano meno ermetiche. E ne svela, così, il lato più appassionante. Chi era Lilit? Com'è nato il racconto dell'esodo? Perché la Bibbia narra tre morti del re Saul? Qual è il libro più triste dell'Antico Testamento? Gesù predicava in parabole o con allegorie? Quando è stato scritto l'episodio dell'adultera? Gesù è entrato a Gerusalemme acclamato dalla folla? La Vergine Maria stava presso la croce di Gesù? Perché Marco ha abbandonato Paolo nel suo primo viaggio missionario? Giuda ha scritto uno dei libri della Bibbia? Chi è l'unica profetessa ad avere guidato un esercito in battaglia? Il re Davide era omosessuale? Chi è stato il primo falso profeta? Qual è il salmo più triste della Bibbia? Il Magnificat è stato composto da Maria? Perché Gesù non è stato accompagnato da sua madre durante la vita pubblica? Che senso ha la parabola del seminatore? Che cosa è veramente accaduto durante la trasfigurazione? La croce di Gesù era sormontata da un cartello scritto in tre lingue? Che fine ha fatto la lettera scritta da Paolo «tra molte lacrime»?
Esiste un "umorismo" da parte di Gesù? Certo: il Nazareno vi ricorre in modo mirato per accentuare il suo messaggio in modo memorabile. Assurdità, provocazioni, contrasti, esagerazioni, contraddizioni, sproporzioni, scherno divengono strumento di critica profetica: se Gesù esagera, è perché si possa riconoscere la verità; se distorce le cose, è perché si impari a vedere bene; se inverte grande e piccolo, è per indicare le giuste priorità. Attendo osservatore della vita di ogni giorno, Gesù avrà senz'altro riso (ne parlano i vangeli apocrifi), ma soprattutto ha indotto gli altri al riso, per trarli in salvo dal labirinto in cui si erano smarriti. da questa risata liberatoria deriva per Berger un approccio speciale e straordinario a Gesù. Il suo umorismo stimola l'immaginazione e mostra benevolenza verso gli animali; a volte è grottesco, ma mai offensivo, a volte è beffardo, ma non irrispettoso; sempre risulta illuminante. Perché lo humor è la fonte di tutta la saggezza di Gesù. Berger ritorna su Gesù: il Gesù che rivela le nostre contraddizioni, smaschera la nostra ipocrisia e svela le proporzioni del regno di Dio. Perché, in ultima analisi, la religione non è pericolosa, in sé; pericolosa lo è solo la religione senza umorismo.
Recitando il Padre nostro, ripetiamo in maniera lapidaria: «E rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori». Andreas Unger ha pregato così sin da bambino, senza trovarci niente di strano. Cresciuto come un giovane spensierato, attorniato da affetto e premure in famiglia, immerso nel benessere di un Paese dell'Europa centrale, protetto da un clima di pace e libertà, non aveva alcunché da perdonare. A un certo punto, però, ha iniziato a chiedersi: Che cos'è il perdono, esattamente? Reporter pluripremiato, si è messo alla ricerca. Ha attraversato mezzo mondo per incontrare persone che potessero dare risposta a quella e ad altre domande: come funziona il perdono? È un obbligo o un favore? Quanto pesa la gravità dell'azione compiuta? Perdonare è dimenticare? È indispensabile che il colpevole si riconosca tale? E qual è il contrario del perdonare: vendicarsi? Le risposte raccolte da Unger sono toccanti e al tempo stesso contraddittorie. E mostrano che il perdono non è un dovere: è un privilegio.
Il percorso di questo saggio è scandito da riflessioni personalissime, espresse con vigore e precisione, in modo fresco e anche provocatorio. Classificate in ordine alfabetico, quasi a dare forma a un lessico essenziale, le 57 voci spaziano da «Accettare» fino a «Volto». Sono pagine profonde, scritte in origine da un parroco ad alcuni dei suoi fedeli per rispondere alle più varie circostanze, e suggeriscono a ogni lettore uno sguardo cristiano sul significato della vita. Ma indicano anche un itinerario spirituale, invitando a meditare sul senso dell'esistenza umana e sul contributo che una vita cristiana autentica può dare tanto alla chiesa quanto alla società che abitiamo. In definitiva, Woimbée propone di discernere i criteri di uno stile cristiano, a partire da quel centro che è Cristo, invogliando ad annunciare - per dirlo con le parole del profeta Isaia - «ai prigionieri la liberazione e agli afflitti la gioia».
Dall’indice: 1. Gesù in mezzo agli storici; 2. Gesù in testa ai màrtiri del nostro tempo; 3. Il Cristo di Paolo, nelle pratiche; 4. Il Cristo dei concili, nella sua tunica lacerata; 5. L’incarnazione come interpellazione, empatia e compassione; 6. Dall’imperdonabile alla riconciliazione: la croce; 7. Approssimazioni della gloria; Conclusione: Stupirsi delle parole e appropriarsi degli avvenimenti nell’intimo.
Descrizione
Gesù di Nazaret, oltre i secoli e le dottrine, può essere nostro contemporaneo? Come possiamo orientarci fra i diversi ritratti del Gesù della storia? Non vi è forse un abisso fra il Cristo di Paolo, il Gesù dei sinottici e il Cristo dei concili? Come mai le definizioni conciliari sulla natura di Cristo hanno causato tante divisioni nelle chiese? È accettabile che la tunica del Cristo rimanga lacerata, mentre le dichiarazioni ecumeniche professano la stessa fede nel Cristo?
Facendo leva su domande decisive come queste, la breve cristologia di Durand propone alcuni criteri di valutazione e apre un cammino innovativo. L’autore è attento non ai soli concetti, ma valorizza altresì i màrtiri, le pratiche, il dialogo. Prende poi in esame incarnazione, croce e gloria, facendosi aiutare da esperienze strutturanti per la nostra sensibilità come l’interpellazione, l’empatia e la compassione, il fatto di dover affrontare l’imperdonabile, la scomparsa del Risorto e così via.
Un approccio acuto e innovativo a Gesù, a prova della vitalità indomita della cristologia europea contemporanea.
«Sono grato a Steffens non solo perché ha trattato l’argomento, ma per come l’ha trattato. La sua scelta non è caduta sull’anatema magisteriale o sull’analisi psicologica bensì sulla magistrale lettura del desiderio vero celato dietro ai desideri falsati espressi (o, meglio, repressi) dalla pornografia» dalla prefazione di Robert Cheaib.
«L’essere umano non è fatto per amare: è fatto per morire d’amore». E si tratta di una vocazione così eccedente che contiene in sé ogni impazienza, ogni smarrimento.
La pornografia, in sé e per sé, fa la caricatura dell’amore, mimando il desiderio umano di donarsi senza riserve. Difatti l’amore vero è l’amore nel suo significato forte. L’amore assolutamente donato e assolutamente ricevuto. L’amore come dono di sé senza contraccambio. L’amore come cuore che si dilata. L’amore come ferita per la quale vigilare perché non si rimargini mai, dalla quale non guarire mai.
Questo amore, un tempo detto “carità”, ci fa sostare pazientemente, come una preghiera, alla soglia dell’altro. Senza possederlo, senza consumarlo, ma anzi espropriandosi.
Una lettura coraggiosa e non scontata della pornografia, considerata come una emergenza reale.
Un lavoro di cui si auspicava la realizzazione da decenni: una storia critica degli angeli nel giudaismo, nel cristianesimo e nell’islam.
Descrizione
Quest’opera costituisce il primo saggio storico che presenta la comparsa degli angeli. Prendendo in esame le tre grandi religioni monoteiste (giudaismo, cristianesimo e islam), presenta sia la comparsa degli angeli sia la loro diffusione: dalle origini (oltre 4.000 anni fa), lungo tutta l’epoca d’oro, fino al periodo moderno.
Di norma, l’idea corrente è questa: gli angeli sono principalmente delle creature celesti al servizio degli esseri umani. Hamidovic mostra invece che devono la loro esistenza soltanto al loro rapporto speciale con Dio. Ed è rilevante che gli angeli trovino posto proprio nel contesto delle tre religioni che proclamano la credenza in un Dio unico, diventando presenze magari discrete, ma ineludibili.
Lo studio di Hamidovic raccoglie e ordina i dati (continuità e discontinuità, mutazioni di forma nel tempo e nello spazio), scava nelle zone d’ombra, racconta il rovesciamento della situazione, spiega l’onnipresenza degli angeli nell’arte occidentale e, più ampiamente, nella nostra cultura fino a oggi. Per quanto l’infatuazione per gli angeli si sia affievolita con l’avvento del pensiero razionale, ovunque restano tracce dell’antica passione per queste simpatiche creature celesti.
Questo libro di Gerhard Lohfink introduce i non cristiani alla fede cristiana. E, allo stesso tempo, vuol essere un aiuto per i cristiani che tornano a interrogarsi sulla propria fede. Gli elementi importanti della fede in Cristo sono esposti, in uno stile divulgativo, sotto forma di un insieme di lettere. Chi scrive si rivolge a una coppia di coniugi che vorrebbero capire che cosa significa veramente essere cristiani e in che cosa consiste la pratica effettiva della fede. Lo scambio epistolare cerca di rispondere alle molte domande e ai tanti dubbi che man mano sorgono.
«La mia tesi è semplice. La Scrittura dice: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. La tentazione più grande di tutte non è servire falsi dèi. È credere e agire come se gli esseri umani vivessero di solo pane».
Descrizione
La fede è portatrice di visioni avvincenti del “fiorire” umano. Una vita che fiorisce è una vita che raggiunge la sua pienezza umana e personale. Idea nostalgica? Sogno impossibile, da paese delle meraviglie?
In questo libro, un teologo all’avanguardia come Miroslav Volf mette in evidenza alcuni elementi-chiave delle visioni religiose del fiorire umano, delinea i motivi per cui esse sono necessarie in un mondo globalizzato ed esplora come le religioni possono propugnarle e incarnarle in modo pacifico, per il bene di tutta l’umanità presente e futura.
Ne nasce una riflessione stimolante, profondamente personale, che indaga con competenza e con una ricca documentazione il modo in cui le fedi e la globalizzazione hanno interagito lungo la storia, ragionando a favore di una relazione adeguata fra le une e l’altra. Se Volf muove un’aspra critica ai tentativi di fondere religione e politica, d’altro canto afferma il bisogno di un impegno pubblico per perseguire la fioritura dell’intera creazione, svelando una via verso la pace.
L’amore è la cosa più grande di tutte. Ma chi lo riduce a una cosetta graziosa come un sentimento romantico non sfrutta per intero la forza che racchiude.
I due autori, Eckhard Nagel e Katrin Göring-Eckardt, lo illustrano con chiarezza: sviluppano in modo creativo un discorso sulle diverse dimensioni dell’amore. E mostrano che è il cuore della fede cristiana: l’amore è più grande della morale, non conosce la paura, supera i limiti; l’amore può diventare energia vitale nelle più diverse situazioni della vita di persone e comunità, in quanto passione, dono di sé, solidarietà, dedizione, fiducia, stima reciproca, misericordia e coraggio.
L’amore è imprescindibile per la vita insieme, in famiglia e al lavoro, nella chiesa e nella politica. Nella fede ha il suo fondamento, che vuole sempre tornare a essere scoperto. Perché l’amore è essere cristiani di tutto cuore.
Questo breve saggio nasce da un’idea a prima vista insopportabile: la fine della storia è ormai cosa certa. È insomma passata l’epoca in cui potevamo sperare di impedire, con un ultimo sussulto di orgoglio collettivo, l’annientamento prossimo del nostro mondo. È iniziato il tempo in cui la fine dell’umanità è diventata del tutto certa, nel volgere di un periodo storico abbastanza breve.
Ne consegue che affrettarsi a distruggere tutto, magari provandoci gusto, diventerà non solo sempre più allettante, ma anche sempre più ragionevole: che altro resta da fare, infatti, se tutto è perduto? Anzi, per certi versi la tentazione del peggio anima fin da ora coloro che sanno che viviamo i tempi della catastrofe finale.
Sotto questa luce crepuscolare, il Male – così come la violenza e il senso della vita – cambia valore e contenuto. Castel se ne lascia interpellare ed esplora le conseguenze – talora paradossali – di questa prospettiva reale, già presente più che futuribile. Al Male imminente, esiste forse un qualunque Bene da opporre? Insomma: siete pronti per la fine del mondo?.
Molti di noi tendono a essere estremamente critici verso sé stessi. Ci sono certi nefasti monologhi interiori in cui torniamo puntualmente a svalutare noi stessi, ad accusarci, perfino a insultarci. Chiunque riterrebbe inaccettabile rivolgersi a un altro con parole del genere, ma se lo facciamo riferendoci a noi stessi allora lo accettiamo. Quel che Michael Tischinger auspica, invece, è che smettiamo di comportarci così, seguendo invece l'adagio: Non fare a te stesso ciò che non vuoi che gli altri facciano a te. Nei suoi molti anni di pratica terapeutica, l'autore ha individuato una legge costante: la via della guarigione parte spesso dall'estraniazione da sé per giungere all'amore di sé. Ecco dunque che in 52 brevi storie Tischinger presenta le diverse possibilità e sfaccettature del volersi bene in rapporto alla salute psichica. Sono storie autentiche e toccanti - e che allo stesso tempo aprono, con leggerezza giocosa, la via d'accesso all'amore per sé stessi. Un libro, insomma, che suggerisce come volersi bene.
Nell'attuale temperie culturale fatichiamo a comprendere la fede cristiana nella risurrezione. Che cosa intendiamo esattamente quando, per esempio, del nostro destino ultimo diciamo che è quello di risorgere dai morti? André Paul svolge, da storico, da biblista e da teologo, uno scavo accurato sulle origini e gli sviluppi di questa nozione. Sin dalla notte dei tempi, l'essere umano, alla ricerca del senso ultimo della sua sorte mortale, si è figurato un oltrevita, un aldilà. E non ha mancato di attribuire una immortalità a quella parte si sé che percepiva come incorruttibile: l'"anima". In una fase successiva la sua riflessione ha avuto accesso al concetto di risurrezione - non più dell'anima, ma del corpo -, che diventerà un elemento assiale del sistema cristiano. Oggi questa credenza si confronta con nuove fantasticherie di immortalità (come l'utopia transumanista): mentre vorremmo pianificare un'umanità "aumentata", in fondo noi non facciamo altro che perpetuare una ribellione verso il corpo e i suoi limiti. Quello stesso corpo che la risurrezione vuole però "trasfigurato", e in una forma così ardita che soltanto la fede davvero visionaria è in grado di prospettare. Un saggio chiarificatore che scommette sull'aldilà promesso in Cristo, tanto quanto sulla portata universale (e umanizzante!) del corpo risorto, delineando un messaggio teologico pregiato e più attuale di quanto non si pensi.
Al centro di questo saggio vi è un momento particolare della storia recente della Chiesa: i movimenti di contestazione sorti anche all’interno di gruppi cattolici attorno al 1968 e la reazione di Paolo VI di fronte ai fermenti di questa protesta tutta ecclesiale ed interna. In quegli anni una chiesa in aggiornamento – che usciva cioè dal Vaticano II trasformata nella liturgia, nell’organizzazione interna, nella comprensione di sé e del suo rapporto con la società moderna – incontrò i fermenti della contestazione sessantottina e assistette così alla nascita di un vero e proprio dissenso ecclesiale.
Si ripercorrono qui gli avvenimenti e si passano in rassegna i protagonisti, guardando anche al movimento generale di pensiero, alle sue radici, all’ancoramento al concilio da un lato e al Sessantotto dall’altro, ai principali temi emersi e agli sviluppi successivi.
Di fronte a questa straordinaria vitalità come reagiva il papa? L’autore coglie tutto il sentire di Paolo VI, ascoltando la sua viva voce e l’espressività sempre ricca, partecipe ed evocativa della sua parola. Nelle esortazioni di papa Montini emerge uno sforzo di comprensione raro e davvero umanissimo, che rende la sua figura molto più contemporanea a noi di quanto si possa pensare.
La nostra epoca ha creduto di ottenere la pace mettendo a tacere le religioni e i credenti. Ha pensato che lo studio storico-critico dei dogmi e delle pratiche religiose avrebbe neutralizzato il potenziale di violenza delle fedi. Invece è accaduto il contrario. Sicché abbiamo bisogno più che mai di dialogare, di confrontarci con le nostre credenze e con i nostri racconti. Di divenire adulti nella fede, liberi e felici di essere diversi. Se rispettiamo alcune regole semplici, come quella di prendere sul serio l'interlocutore, di ascoltarlo fino in fondo senza innervosirci, di dire davvero ciò che pensiamo, di distinguere i diversi livelli di discorso, possiamo superare le nostre paure reciproche e vivere meglio insieme. La scommessa dell'autore è che il libro riesca a far imboccare davvero questa via a chiunque lo legga.
«Dopo aver terminato il romanzo Silenzio, per molti anni ho coltivato la decisione di tratteggiare un'immagine di Gesù così come il popolo giapponese può comprenderla. In questo libro non ho presentato la figura dell'ebreo che porta a compimento l'Antico Testamento. Ho scritto come semplice romanziere, senza pretese teologiche». Questa Vita di Gesù, la prima scritta da un giapponese, colpirà il lettore italiano per la realistica figura tratteggiata dal romanziere del Sol levante: un Gesù che conosce la vita della gente comune e dei miseri, che condivide l'acre odore della fatica e del sudore dei poveri, che non ha bisogno di immaginarsi la debolezza dei disperati. Gli occhi tristi del Nazareno saranno per il lettore la rivelazione dell'amore di Gesù per la sua gente e per l'uomo umiliato. A quegli occhi tristi farà riscontro la descrizione dell'atmosfera delle primavere di Galilea. La narrazione, che proviene da lontano, dall'Estremo Oriente, è capace di spingere il lettore ancora più lontano: verso un futuro che sia esperienza nuova di Gesù, che indichi una conoscenza sempre più umana e incarnata.
Paolo di Tarso, l'ultimo apostolo chiamato da Cristo stesso, è con Pietro uno dei padri fondatori del cristianesimo. Nei suoi viaggi sulle sponde del Mediterraneo e nelle sue lettere, che sono una componente essenziale del Nuovo Testamento, la vita esemplare di Gesù di Nazaret si travasa in una nuova religione, al punto che c'è chi lo considera il primo teologo del cristianesimo. Fik Meijer, storico e archeologo dell'area del Mediterraneo, scrive una avvincente biografia del grande apostolo, tratteggiando la vita e l'opera di Paolo e rievocando in modo penetrante i retroscena storici e i luoghi della sua azione fra Tarso, Gerusalemme, Atene e Roma. In questo impressionante ritratto del Mediterraneo di venti secoli fa, l'autore riesce a trasportarci come nessun altro nel mondo e nella cultura dell'Antichità. «Questo libro è il frutto di una mia lunga frequentazione con san Paolo. Grande propagatore di una nuova religione (il cui annuncio era diametralmente opposto alle credenze dei Greci e dei Romani, ma era in conflitto anche con la fede dei Giudei), in realtà l'apostolo aveva anche i suoi lati antipatici: era ostinato, saccente, piagnucoloso, e di certo a livello tattico non era un genio. In questo libro cerco di far rivivere questa persona complessa con le sue qualità e i suoi difetti: Paolo deve tornare a vivere!».
Uno sguardo nuovo e sorprendente sul Padre nostro da parte di uno dei più celebri biblisti contemporanei. Klaus Berger spinge il suo esame fino agli strati più profondi e reconditi della notissima preghiera, rendendo possibile un nuovo accesso a uno dei testi più importanti del cristianesimo: il Padre nostro come chiave per un rapporto solidale con il prossimo e per tendere alla pace interiore. Il Padre nostro è uno dei testi centrali della cristianità e la preghiera più recitata al mondo. Nella sua veste di esperto esegeta, Klaus Berger indaga gli strati profondi di questa preghiera, a prima vista così semplice. Riesce così a collocare la "preghiera del Signore" nel solco della storia della religione, a interpretarla dal punto di vista teologico e a renderla accessibile da quello spirituale. Con ampiezza di cognizioni e in maniera provocatoria indica nuove vie per coglierne tutta la ricchezza con il cuore e con la mente, allargando inoltre lo sguardo alla "logica profonda" di tutto il pregare cristiano.
La sfida di questo saggio è percorrere la vicenda del pensiero filosofico considerandolo come lo snodarsi di un racconto che ha qualcosa da dire a tutti. Non dunque un'esposizione erudita e analitica dei diversi sistemi di filosofia considerati come tasselli di una disciplina specialistica, ma il tentativo di individuare per ciascun autore il fulcro della sua proposta, quella parola attorno a cui le sue riflessioni si sono affaticate e che egli ci ha voluto trasmettere. Così facendo, la filosofia diviene il fluire variegato di grandi prospettive di senso, capaci ciascuna ancora oggi di interpellarci. Essa è un racconto a più voci a noi rivolto. Ma perché ciò avvenga, chi ne dà conto e chi vi si accosta devono sentirsi partecipi di questa drammaturgia complessiva, in cui ognuno è chiamato a osare a sua volta una propria personale prospettiva.
Che cosa è la Dottrina sociale della Chiesa? Come si è formata e sviluppata? È legittimo l’intervento della Chiesa in campo sociopolitico? Qual è il contributo specifico della Dottrina sociale della Chiesa al rinnovamento della società? Che cosa pensa la Chiesa del capitalismo, del marxismo, del neoliberismo, del relativismo etico? Come si pone la Chiesa di fronte alla democrazia e allo Stato sociale? Che significa fare politica da cristiani in una società laica, secolarizzata e pluralistica? Come affrontare i temi della crisi economica e della crisi ecologica?
L’opera non solo risponde a questi e ad altri interrogativi di fondo, ma, attraverso un’esposizione sistematica del Magistero sociale, presenta il pensiero della Chiesa sui temi più concreti del dibattito attuale: questione ambientale, globalizzazione, guerra e terrorismo, manipolazione genetica, pena di morte, rapporto tra etica e ricerca scientifica, rapporti con l’islam, ruolo dell’Unione europea.
La presente edizione, aggiornata e aumentata, è arricchita da uno studio sull’enciclica Laudato si’ e da un’ampia Appendice storica sui cinquant’anni di post-concilio, dove l’Autore mette in risalto la eccezionale “spinta” al rinnovamento, impressa da papa Francesco, in evidente contrasto con le incertezze e la stanchezza della precedente stagione ecclesiale.
A cura di Manfred Weber
Un testo di consultazione sull’opera originale di Dietrich Bonhoeffer, per il lavoro accademico, per la meditazione personale e per le omelie, e naturalmente per l’incontro a tu per tu con il teologo confessante giustiziato da Hitler. Da “abbigliamento” a “zelo”, un vocabolario di parole-chiave e pensieri profetici che non smettono ancor oggi di illuminarci.
Descrizione
Per molti cristiani, e anche per molti non cristiani, Dietrich Bonhoeffer è diventato un modello di coraggio e rettitudine, di sincerità e chiarezza intellettuale: ha dimostrato quella forza di resistenza e quella dedizione grazie a cui una vita, seppur nel fallimento, può ancora affermarsi con successo.
Questo lavoro dischiude il suo pensiero e la sua parola, la sua predicazione e il suo pregare in modo altrettanto semplice e chiaro: sulla base di parole-chiave, che indagano l’intero ambito dell’esistenza umana, vengono resi praticabili i testi centrali di Bonhoeffer.
Chi voglia sapere cosa Bonhoeffer ha da dire sulla fortuna o sul lavoro, sulla preghiera o sull’amore trova in questo libro i testi più significativi.
Un’opera di consultazione per il pensiero e l’opera di Dietrich Bonhoeffer: per il lavoro accademico, per la meditazione e per le omelie, e naturalmente per l’incontro personale con Dietrich Bonhoeffer.
Questo libro, scritto da una delle figure più note della teologia contemporanea, è qualcosa di simile a una piccola “sinfonia” che può aiutare il lettore a comprendere meglio tanto la musica quanto la religione – due fenomeni tipicamente umani fin dalla notte dei tempi –, per scorgervi le tracce del Trascendente.
Descrizione
«Il confine tra musica e religione è labile e sottilissimo. Ci sono momenti in cui è dato alla persona di aprirsi, al punto tale da avvertire nel suono infinitamente bello il suono dell’infinito» (Hans Küng).
Appassionato uditore di musica, il teologo Hans Küng indaga esemplarmente, in questo libro, il rapporto tra la musica di Mozart, di Wagner, di Bruckner e la religione. L’aspetto religioso, infatti, gioca un ruolo importante sia nelle opere di Mozart, sia nei drammi musicali di Wagner e nelle sinfonie di Bruckner. Il libro di Küng non è un trattato di teoria musicale, ma si rivolge a tutti coloro che desiderano sapere qualcosa di più sul rapporto profondo tra religione e musica, scoprendo in quest’ultima tracce della trascendenza.
«Forse la storia della chiesa cattolica costituisce il racconto più affascinante di un’istituzione della storia mondiale. Per i cattolici, però, questa storia è di cruciale importanza anche per quel che riguarda il ruolo normativo della Tradizione». Ne risulta un libro di ampia portata, dal ritmo narrativo avvincente, sulla storia del popolo cristiano dalla Pentecoste ai giorni nostri.
Descrizione
Questo libro contiene la storia del popolo cristiano dalla Pentecoste ai giorni nostri e si concentra in modo particolare sulla Chiesa cattolica. Avendo superato l’anno 2000 dopo Cristo, sembra appropriato e necessario poter disporre di una storia dei primi due millenni dell’era cristiana.
Nella seconda metà del secolo scorso è stato svolto un enorme lavoro di ricerca sulla storia della Chiesa, pubblicato in articoli specialistici e in libri di più volumi. Tali recenti progetti sono stati tenuti presenti scrivendo questo breve resoconto che, a sua volta, costituisce una lettura interessante.
La dimensione istituzionale e quella più direttamente religiosa della Chiesa cattolica sono presentate in ciascuna sezione in modo equilibrato. Questi alcuni degli elementi trattati: carità, concili, crociate, devozioni, diritto canonico, eresie, laici, liturgia, martiri, missionari, ordini religiosi, papi, parrocchie, pellegrinaggi, preghiera, sacerdozio, sacramenti, scuole, teologi, università, vescovi e vita consacrata.
Una sintesi che attraversa duemila anni di arte e propone una documentazione essenziale sul rapporto fra cristianesimo e bellezza. Gli artisti infatti, come ebbe a dire Paolo VI, «sono capaci di tradure il messaggio divino nel linguaggio delle forme e delle figure, rendendo sensibile il mondo invisibile».
Descrizione
Nella civiltà dell’Occidente, come in ogni cultura storica, le origini dell’arte sono collegate al sacro: ai riti collettivi, alla fede personale, alle pratiche devote e alle esperienze mistiche. Il sacerdote e storico Timothy Verdon, formatosi alla Yale University (USA) e oggi direttore del Museo dell’Opera di S. Maria del Fiore a Firenze e dell’Ufficio d’arte sacra dell’Arcidiocesi fiorentina, analizza questo rapporto, rammentandone le basi teologiche, le tappe evolutive, i maestri e i capolavori. Guardando non solo all’Italia, ma all’Europa intera, il libro narra i modi in cui, secolo dopo secolo, la fede dei cristiani ha plasmato opere di autentica bellezza.