Nella fredda notte che annuncia il Natale, il vecchio Scrooge, visitato dal fantasma del suo vecchio socio in affari, si trova a compiere un viaggio nel passato, nel presente e nel futuro della sua miserevole vita. Solo messo di fronte a se stesso Scrooge imparerà il valore della solidarietà. Questa è la celeberrima trama di una delle storie più raccontate e rivisitate dal cinema e dalla letteratura mondiale. Il classico di Dickens, presentato nella sua veste originale, riesce ad affascinare come sempre, e rievoca magicamente lo spirito natalizio. Prefazione di Gianrico Carofiglio.
Che cos'è il potere? In quali forme e con quali simboli determina la nostra vita quotidiana? Uno dei maggiori filosofi e psicoanalisti viventi cerca di rispondere a queste domande attraverso un esame serrato e spietato della vera religione del tempo presente: si può usare "la forza, la forza di volontà, la persuasione, la logica, l'argomentazione, oppure la conversione, il terrore, la manipolazione, l'irretimento, l'inganno. Qualunque sia il metodo, il complesso di potenza subordina tutto all'arrivare e al restare in testa". Silvia Ronchey, che con Hillman collabora da molti anni, indica le connessioni intime fra le strutture del potere e quelle del nostro io più profondo: in questo senso, una riflessione sulla sfera pubblica può rappresentare un "recupero di anima per la vita collettiva". Hillman interpreta tutto quanto ci accade intorno, dal microcosmo della psiche al macrocosmo della società, sorprendendo a ogni pagina e rifiutando ogni cliché su gruppi senza leader e organizzazioni orizzontali, in cui "nuovi peccati sostituiscono quelli vecchi" e si è costretti dentro un tirannico "assolutismo dell'uguaglianza". Così questa inedita ricognizione sugli "stili del potere" da parte di una delle voci critiche più lucide del mondo contemporaneo smuove le nostre coscienze e ogni comodo automatismo. La speranza esplicita è che "le idee del potere cedano il posto al potere delle idee".
Prefazione di Eraldo Affinati.
A bordo di un mercantile britannico non soffia un alito di vento; tutto è fermo, immobile. In un paesaggio da sogno, immerso in una soffocante bonaccia, serpeggia un inquietante segreto. Qualcosa sta per accadere: un misterioso fuggiasco verrà dal mare a smuovere il torpore della nave.
Chi è questo naufrago, che il capitano si impegna a nascondere all’equipaggio? Forse il fantasma delle sue ansie e del suo senso di colpa, colui che darà l’avvio a un viaggio notturno e misterioso verso la salvezza, attraversando le più oscure tenebre dell’animo umano.
Eraldo Affinati vede in queste pagine il racconto di “una vera e propria amputazione spirituale: Il compagno segreto spiega come si fa, secondo Joseph Conrad, a diventare adulti: bisogna scegliere, ma ciò significa rinunciare a qualcosa di se stessi, non soltanto ai rami secchi, il che non costerebbe nulla; anche a quelli fioriti, persino ai più belli. E questo è molto più difficile”.
Sospeso e disteso fra l’adesione alla storia e il più sofisticato gioco simbolico, tra echi autobiografici e prospettive universali, Conrad imprime a questo romanzo il segno supremo della sua capacità creativa. Il capitano e il suo doppio, mai veramente sovrapponibili, mai veramente distaccabili, nonostante l’apparente congedo, sono ugualmente in balia delle correnti di deriva.
Le Fantasticherie nascono dagli appunti sparsi che Rousseau stilava nel corso di lunghe passeggiate solitarie, meditando sulla natura, sulla società, sul rapporto tra sé e gli altri. Il filosofo francese rievoca così il proprio passato, descrivendone sensazioni e sentimenti con accenti vivissimi. Il risultato di queste riflessioni sono alcune tra le più belle pagine della letteratura moderna, animate da una freschezza sempre nuova. Il testo è qui accompagnato dagli apparati critici realizzati da Henri Roddier per la celebre edizione dei Classiques Garnier. Oltre ad alcuni capitoli che ricostruiscono la genesi ideale e materiale dell'opera, il curatore offre preziosi documenti: dalla ricostruzione della topografia di Parigi all'epoca delle "passeggiate" alle testimonianze dei contemporanei dell'autore, all'indagine sulla parte avuta da Rousseau nell'evoluzione di alcuni concetti letterari fondamentali.
È un dialogo filosofico tra il filosofo Seneca e un giovane, Anneo Sereno. Sereno è in un momento incerto della vita: si sente sospeso a metà strada tra l'incapacità di abbandonare i difetti del suo animo e la forza di affrancarsene. Ciò dà a Seneca la possibilità di esprimere, sotto forma di consigli al giovane, la sua visione della vita. Seneca richiama l'importanza della saggezza come guida per affrontare le difficoltà ma anche le opportunità che la vita propone; punto di partenza per trovare il giusto equilibrio tra studi e svaghi, affari e ozi, è la conoscenza di se stessi. Questa permette di trovare la giusta misura che c'è in tutte le cose.
"Memorie di un seduttore", pubblicato da Kierkegaard nel 1843, mette in scena l'astuto ed elegante gioco estetico del seduttore che conquista la sua preda incantandola con le armi dello spirito. Si tratta di una figura demoniaca, che arriva a possedere la donna, rapita dalla musica ammaliante della sua arte, per poi abbandonarla in una logorante disperazione. Prefazione di Gabriella Caramore.
La successione dei numeri primi rappresenta fin dall'antica Grecia uno dei misteri più affascinanti della scienza: c'è un ordine prevedibile nella serie dei numeri primi, una regola per stabilire ad esempio quale sarà il centesimo numero primo? Nel 1859, il matematico tedesco Bernhard Riemann presentò una sua ipotesi, che sembrava rivelare una magica armonia tra i primi e gli altri numeri. Da allora, l'Ipotesi di Riemann ossessiona i matematici, e oggi chi riuscisse a dimostrarla vincerebbe un premio da un milione di dollari. In questo libro, Marcus du Sautoy presenta gli enigmi legati ai numeri primi e le loro fondamentali implicazioni in campi che vanno dalla fisica quantistica alla sicurezza informatica.
Medea ordisce una vendetta tremenda contro il marito che l'ha abbandonata, uccidendo i propri figli e negandogli così l'autorità paterna istituzionalmente riconosciuta. Il genio di Euripide ci presenta un'eroina tragica totalmente nuova per la cultura greca del tempo, una donna appassionata e lucida, in cui l'impulso emotivo si unisce a un estremo controllo intellettuale.
Queste tragedie sono in realtà commedie: scenette teatrali in due battute basate sul 'nonsense' e sul paradosso. Achille Campanile mette in luce la pericolosità dei luoghi comuni, scardinandoli dall'interno e dissolvendoli nella loro assurdità. I personaggi che si muovono su questo palcoscenico immaginario, in un'atmosfera di sospensione ossessivamente nutrita di dettagli, hanno una sola battuta a testa per giocare il loro ruolo. Talvolta le stesse note di rappresentazione costituiscono l'intero contenuto della tragedia, come in quella d'apertura, "Una tragedia evitata in tempo", nella quale l'unico protagonista non recita una sola battuta; o in quella di chiusura, "Un dramma inconsistente", il cui solo personaggio è Nessuno, la scena "si svolge in nessun luogo" e Nessuno "tace". Beppe Severgnini, difensore appassionato della lingua italiana, sottolinea come Campanile tratti le parole: "Con delicatezza, infilzandole una a una, come un collezionista di farfalle. In un romanzo si può sbagliare una pagina, in un racconto un paragrafo, in un articolo qualche parola. In una 'Tragedia in due battute' neppure una virgola. Campanile trasforma la precisione stilistica in una vertigine letteraria".