«Scivolando nel realmente reale»: così Clifford Geertz (1926-2006), uno dei fondatori dell’antropologia interpretativa, descrive l’effetto della celebrazione rituale. Il presente studio esamina per la prima volta nel suo complesso la produzione geertziana sulla ritualità, confrontandola con le più recenti indagini antropologiche sul rito e indicando possibili interazioni con la riflessione teologica e pastorale sulla liturgia. Ogni celebrazione liturgica (e ogni riflessione teologica), infatti, si fonda su un’antropologia, più o meno consapevole o esplicitata. Per un dialogo adeguato con molta parte della cultura di oggi diventa importante misurarsi con contributi provenienti dalle scienze antropologiche in grado di porsi oltre ogni riduzionismo positivista. La proposta di Geertz, aperta al simbolo e all’ermeneutica, appare utile traccia per una elaborazione antropologica in interazione con le esigenze attuali della riflessione teologica e pastorale sull’esperienza liturgica cristiana.
Destinatari
Insegnanti e studenti di liturgia; presbiteri e operatori liturgici.
Autore
BRUNO BARATTO (1958), presbitero della diocesi di Treviso, ha conseguito con questa tesi il dottorato all’Istituto di Liturgia Pastorale dell’Abbazia di S. Giustina in Padova, presso il quale tiene un corso introduttivo alle scienze umane. In diocesi ricopre vari incarichi relativi alla pastorale dei migranti e ai gruppi religiosi e parareligiosi esterni o ai margini dell’esperienza ecclesiale, oltre a essere collaboratore pastorale in due parrocchie del trevigiano.
Contenuto
L’obiettivo del presente lavoro è il ripensamento del concetto di forma del sacramento in genere e dell’eucaristia in particolare. Il credente, nel celebrare il sacramento coglie e vive forme (rituali) che lo coinvolgono nella sua molteplice dimensione corporea: riconoscere ciò significa operare una riflessione sui sacramenti partendo dal sacramento stesso. Significa altresì tematizzare non più un contenuto «puro», ma l’uomo che celebra e interagisce nella forma sacramentale per incontrare la grazia e da essa lasciarsi trasformare. Una grande collaborazione di discipline, unita alla filosofia e alla antropologia, regge questo studio di indubbio valore.
Destinatari
Studenti di scienze religiose, liturgia e teologia.
Autore
LORIS DELLA PIETRA (1976) è presbitero dell’arcidiocesi di Udine. Ha conseguito il dottorato in teologia con specializzazione liturgico-pastorale presso l’Istituto di Liturgia Pastorale dell’Abbazia di Santa Giustina in Padova (incorporato alla Facoltà di teologia del Pontificio Ateneo Sant’Anselmo in Roma) con la tesi che viene qui pubblicata. È docente di liturgia presso la Facoltà Teologica del Triveneto, Sezione di Udine.
La teologia sacramentaria sta vivendo un profondo ripensamento sia del suo impianto teorico, sia del suo rapporto con la prassi celebrativa della Chiesa. Qui si inserisce l’opportunità di una ricatalogazione dei sette sacramenti in genere ritus. Una tale “mossa” è in grado di spiazzare il sapere classico dalla sua presunta (e presuntuosa) autosufficienza e di spingere il saper post-classico (liturgico) ad un supplemento di anima (e di corpo). Sempre di qui nasce anche la necessità di collegare “vista” e “vita”, visibilità e vivibilità, per fare sintesi tra il fenomeno, la forma e la forza. Per i credenti questo è forse uno dei compiti più urgenti e delicati: esso implica la capacità di uscire dalle sterili alternative tra un tradizionalismo senza storia e un progressismo senza dogmi.
Destinatari
Studenti degli Istituti Superiori di Scienze religiose e di liturgia.
Autore
ANDREA GRILLO, sposato con due figli, è ordinario di teologia sacramentaria presso il Pontificio Ateneo S. Anselmo in Roma, ma insegna anche presso l’IPL dell’Abbazia di santa Giustina in Padova e la Facoltà teologica dell’Università di Lugano in Svizzera. Ha all’attivo molte pubblicazioni di carattere liturgico.
Oggi gli antropologi, consapevoli che il processo di inculturazione esistente in Africa nel nostro continente non è ancora iniziato, si mettono umilmente in ascolto del significato delle altre culture, per dare avvio a una maggiore capacità di ascolto di esse sul piano della fede in modo tale che fede e cultura si possano legare insieme, senza lacerazioni e senza sovrapposizioni artificiali dell’una sull’altra. A questa istanza fondamentale il presente libro risponde con chiarezza metodologica attraverso un filtro non fatto di opposizioni e di differenze, ma di possibili integrazioni e assunzioni. È un libro che, pur trattando con competenza di stregoneria, magia e altro, aiuta a capire profondamente una cultura diversa.
Destinatari
Studiosi di scienze antropologiche e sociali.
Autore
J. NDHUM, sacerdote della diocesi di Douala in Camerun. Ha studiato teologia al seminario di Douala e ha conseguito i titoli in licenza e dottorato in Teologia liturgica-pastorale presso l'Istituto di Liturgia Pastorale di "Santa Giustina" a Padova. E' docente di liturgia presso il seminario di Douala.
In questo libro, intenso e programmatico, l'autore afferma che non si concepisce una questione liturgica se non nella prospettiva di una vera questione rituale. Denuncia perciò senza mezzi termini la totale dimenticanza del rito, il vuoto rituale in cui si è proiettata la liturgia, osservando che vi è una specie di «anoressia» rituale nella chiesa, una mortificazione totale del mondo dei riti come se alla fin fine i riti non fossero l'anima stessa del mondo liturgico, ma qualcosa di sovrappiù, qualcosa di superfluo di cui la chiesa potrebbe fare a meno. La visione teologica classica basata sulla pura teoria e sulla semplice dottrina non sembra tenere più. Di questo nuovo trend è perfettamente cosciente il nostro autore, che di conseguenza crea di proposito una tensione tra teologia ed esperienza liturgica, consapevole che quest'ultima è stata spogliata troppo a lungo delle sue qualifiche più proprie. Un libro d'avanguardia per molti aspetti e sotto vari profili. Un libro capace di riproporre con forza uno statuto liturgico quasi propedeutico a una nuova teologia fondamentale e di dare, nello stesso tempo, nuovo vigore alle nostre liturgie, spesso povere, monotone, quasi rassegnate alla mediocrità.
Destinatari
Insegnanti e Studenti di Istituti superiori di Scienze religiose, liturgisti.
Autore
ROBERTO TAGLIAFERRI è docente all'Istituto di Liturgia pastorale Santa Giustina di Padova e alla Facoltà teologica dell'Emilia Romagna. Si occupa di epistemologia, di estetica e di questioni legate al rito liturgico. È autore di numerosi articoli e saggi.
Rappaport sostiene che la religione svolga un ruolo primario nel far sì che la vita possa continuare a evolversi, sebbene il primato intellettuale della religione sia stato sostituito dalla nascita della scienza moderna. La religione può e deve essere riconciliata con la scienza. Utilizzando un approccio adattabile di tipo cognitivo per studiare l'umanità, l'Autore costruisce un'analisi esauriente del significato evolutivo della religione, interpretandola come intimamente collegata all'invenzione del linguaggio e quindi della cultura così come la conosciamo. In contemporanea, compila uno studio approfondito sul componente principale della religione: il rito, il quale ha elaborato quelle concezioni da noi ritenute religiose e ha svolto un ruolo centrale nello sviluppare la capacità di adattarsi all'umanità. Il testo alla fine si rivela come un manuale per un efficace ritualismo, illustrato da esempi tratti dall'antropologia, la storiografia, la filosofia, la religione comparata e altre fonti.
Destinatari
Studenti delle scuole di Teologia, sacerdoti e laici interessati ad approfondire il rapporto tra religione, rito e uomo.
Autore
Roy A. Rappaport ha insegnato all'università del Michigan «Ann Arbor» dal 1965 fino alla morte, avvenuta nel 1997. È stato presidente della American Anthropological Association dal 1987 al 1989. Tra le sue numerose pubblicazioni: Maiali per gli antenati, 1968 e 1984 e Ecologia, significato e religione, 1979.
Questo 'classico' della teologia liturgica viene ad arricchire la sezione 'Testi' della collana 'Caro salutis cardo', curata dall'Istituto di liturgia pastorale di Santa Giustina (Padova). Una validissima guida alla comprensione dell'opera è offerta dall'ampia presentazione di Alceste Catella e Andrea Grillo. Nella prima parte viene delineato il contesto storico e spirituale in cui nel 1913 apparve lo scritto di Festugière, in particolare i legami con il movimento liturgico che andava sempre più prendendo piede. Un secondo momento è dedicato direttamente a Festugière, di cui si ricorda la biografia e in particolare le caratteristiche del pensiero teologico-liturgico. Nella terza parte si esaminano più da vicino la struttura e i contenuti del suo capolavoro.L'opera di Festugière più che una trattazione completa e sistematica della teologia liturgica è la presentazione della struttura che un trattato del genere dovrebbe avere. Infatti dopo un'introduzione generale di grande interesse, l'autore presenta il corpo dell'opera come un 'sommario': cioè una rassegna ordinata di temi, alcuni dei quali hanno un primo abbozzo o schizzo, mentre soltanto alcuni altri, peraltro importanti, hanno uno svolgimento e approfondimento.
Destinatari
Opera per studiosi e studenti di teologia e liturgia, ma ricca di stimoli e approfondimenti per tutti i sacerdoti e operatori pastorali, specie in ambito liturgico.
Autore
MAURICE FESTUGIÈRE (1870-1950), monaco del monastero benedettino di Maredsous (Belgio), uno dei protagonisti del Movimento liturgico, autore di vari studi di teologia liturgica, di cui quest'opera è il capolavoro.
I sacramenti e la loro efficacia: il vasto tema e affrontato dal punto di vista della teologia, con attenzione agli apporti dell'antropologia e delle scienze umane.
Ricerca scientifica che studia la fondazione teologica della liturgia, mostrando oltre ai rapporti che legano queste due discipline, le vitali aperture che esse hanno anche nei confronti della filosofia e delle scienze umane.
Preziosa iniziativa del Meic di Padova, con le abbazie di S.Gustina e Praglia. Ripropone l'insegnamento teologico-liturgico di padre Visentin, finora sparso in saggi e contributi non sempre accessibili.
Raccolta di studi specialistici in onore del noto teologo e liturgista, pubblicati come omaggio dei docenti dell'Istituto di Liturgia pastorale per il suo 75? Compleanno.
Studio su un'opera fondamentale di introduzione al senso profondo della liturgia, scritta in armeno dal vescovo Nerses di Lambron (Lambronac'i, secolo XII) e finora non tradotta in italiano.
Raccolta dei risultati della ricerca sociologica promossa dalla Cei sulla pratica religiosa degli italiani, a 20 anni dalla promulgazione della costituzione liturgica del Vaticano II.
Una sintesi delle tradizioni epistemologiche che hanno avuto un ruolo decisivo nello studio delle religioni, con un'ampia discussione dei problemi della storia delle religioni e della fenomenologia religiosa.
Vasto e documentato studio sul sacerdozio ministeriale, considerato in tutti i suoi aspetti: storico, biblico, teologico, di attualita.