Dopo dieci anni dedicati alla narrativa, Paola Mastrocola torna alla poesia con una nuova raccolta di versi, la terza dal 1991. E il «ritorno», dopo la lunga e felice stagione dei romanzi, è sorprendente. Non che manchino segnali, per esempio, di quella curiosità verso i giovani che ha caratterizzato i libri precedenti: vi si ritrova l’attenzione all’adolescenza, al processo di formazione, alla ricerca di una personale «felicità», anche in dissonanza con il mondo circostante. E, qua e là, un rapido apparire, sempre più metaforico, di animali. Tuttavia, ecco il punto, il ventaglio tematico delle poesie risulta assai più ampio: da queste pagine emergono liriche d’amore e di meditazione, di nostalgia e di esortazione, in un dettato attento alla grande lezione di Orazio. Come quando (Tra i propositi dell’anno non nuovo) l’autrice suggerisce a un’amica di ritirarsi in campagna: «Invita a mensa pochi amici, noi. / Sorridi, non ti far del male, / il mondo s’è impigliato fuori».
È l’idea di una vita contemplativa che osi contrapporsi al caotico e molteplice dell’oggi, e imprevedibilmente lo vinca. È la continua, pervasiva e anche un po’ ribelle tentazione a lasciar cadere, stare a guardare, non fare. Un caparbio tenersi in disparte e percorrere «viottoli» anziché autostrade. Meta privilegiata è l’isola, che si fa di volta in volta biblioteca, mare, ufficio, «biro in tasca», «sasso giusto», o anche solo la «posizione di una virgola»: il variegato appartarsi in luoghi dove, per fortuna, non ci sia «partita, pubblico e punteggio».
L'originalità della poesia di Atxaga sta nella posizione del poeta che vede le cose che ha davanti da un punto di vista di completa innocenza, come un bambino, cercando di capire, senza influenze né pregiudizi, come funzionano. In tutta la sua opera Atxaga si presenta come un narratore nascosto dietro il sipario, creando una distanza che fa sì che il poeta non s'intrometta nel modo in cui si accostano le immagini o si intrecciano i ragionamenti.
Adonis, considerato tra i maggiori poeti contemporanei di lingua araba, rimane un poeta di difficile classificazione, poiché la sua opera non rappresenta una frattura e nemmeno una rifondazione nell'arte poetica araba. Fra tutti i poeti arabi contemporanei è probabilmente lui che ha spinto al limite massimo il "corpo a corpo" con la parola: la sua lingua non conosce stasi, requie o pausa ma ricerca senza sosta la combustione, il ritorno del gorgo caotico del principio.
"Sintassi italiana" è una singolare proposta poetica e civile in cui Albinati riversa la sua esperienza di narratore. L'autore collega temi ricorrenti nella storia e nel paesaggio italiano mescolandoli a immagini estratte dall'esperienza quotidiana: il sogno di una nazione, la presenza quasi ossessiva dell'arte, la cronaca urbana, le caserme e le fabbriche vengono legate con un filo leggero alle figure di personaggi ritratti dal vero, come la modella, il soldato di leva o il detenuto.
E' il 1901. L'uomo occidentale, che ha esplorato e conquistato quasi tutte le terre e i mari del mondo, si avventura nell'ultimo continente inesplorato, la mitica Antartide, di cui si favoleggia dal tempo dei greci e a cui si sono avvicinati nei secoli i grandi navigatori. Ma quando finalmente lo raggiunge, comprende che l'ultimo continente è solo ghiaccio e allucinante biancore. Questa è la conquista con cui si apre il nostro secolo: il nulla. Partendo da questo assunto Roberto Mussapi ha scritto un poema sulla conquista dell'Antartide che diventa metafora della condizione e della crisi dell'uomo del XX secolo.
L'importanza del pensiero esoterico nell'opera di Pessoa è andata emergendo sempre più chiaramente negli ultimi anni, e tale rilevanza si rivela ampiamente anche nella sua produzione poetica, soprattutto a partire dal 1930. In questo volume sono raccolti i suoi componimenti più significativi, molti tradotti per la prima volta, ispirati dall'interesse per l'occultismo, la magia, lo spiritismo: versi in cui appaiono, in mirabili variazioni, temi quali la falsità e l'irrealtà di questo mondo, la vita umana come sonno e oblio, il cammino iniziatico.
E' un libro che mostra tutto lo spessore della vena poetica e tutta la maestria della tecnica del suo autore. La poesia di Mario Baudino è insieme discorsiva e lirica, appassionata e ironica, luminosa ma attenta a cogliere le zone d'ombra. Ne risulta un libro godibile, con delle ballate romantiche tratte dalla vita e dalla malavita quotidiana.
Pubblicata nel 1987, la raccolta è legata a uno dei periodi più felici della produzione di Heaney e segna un'ulteriore maturazione all'interno della sua attività poetica. Nel solco della grande tradizione irlandese, Heaney celebra come di consueto la bellezza e la sacralità della sua terra, ma in più aggiunge qui una nota di freschezza e leggerezza che rende ancora più godibile la lettura dei suoi versi.