In pedagogia la tendenza ad utilizzare alcuni termini con accezioni epistemologiche diverse o addirittura contrastanti è altamente diffusa. In questo contesto, parlare di "pedagogia critica" significa analizzare le differenze di questo complesso vocabolario non solo all'interno dell'ambito pedagogico, ma anche rispetto alle altre scienze dell'educazione.
Questo testo intende tracciare un rapido identikit, in termini di filosofia dell'educazione e di pedagogia generale, della connessione uomo-educazione, che nella cultura occidentale è considerata l'antropologia dell'educazione. Il volume approfondisce le intersezioni tra teorie filosofiche e scientifiche concernenti l'uomo e l'approccio pedagogico nella cultura occidentale. La chiave filosofico-teoretica, prescelta quale paradigma generale, non oscura né semplifica troppo la rete complessa entro cui si pone il nesso uomo-educazione nel nostro tempo.
La suggestione suscitata dalla fine di un secolo induce a bilanci sintetici tesi a cogliere le traiettorie culturali, e non solo quelle politiche ed economiche, che ne hanno segnato il corso. Per quanto riguarda la cultura pedagogica, in generale molto più attenta verso la condizione dei minori, il Novecento si apre con la "rivoluzione copernicana" portata in Europa e negli Stati Uniti dal movimento per l'educazione nuova: una svolta significativa nel modo di guardare ai processi educativi, come all'organizzazione della scuola. Il passaggio dalla Pedagogia alle Scienze dell'educazione non è che una conseguenza del cammino segnato a inizio secolo da Dewey, Claparède, Decroly e Montessori. Ma il Novecento annovera anche altre esperienze legate alla pedagogia dei valori, all'educazione liberale, alla cultura politico-educativa marxista, alla psicanalisi, alle culture anti-autoritarie. Fra tradizione ed innovazione si pongono gli apporti della pedagogia cattolica, aperti al confronto con le altre correnti e sempre tesi a superare relativismi e soggettivismi, guardando all'"altro" come criterio e valore.
Il volume, frutto comune della riflessione e delle ricerche di cinque studiosi, si presenta come un manuale introduttivo alla cultura pedagogica e si propone di discutere alcune questioni centrali nello studio dei processi educativi. In che senso si può oggi parlare di educabilità dell'uomo dopo la "decostruzione del fondamento". Quali sono le finalità dell'educazione, nelle società ad alta complessità e nell'epoca della frammentazione e dell'individualismo. Quali possono essere le strategie più efficaci e più rispettose delle inclinazioni personali per promuovere la crescita del carattere dell'uomo. Quali sono le competenze richieste agli educatori. Quali sono, infine, le sfide che attendono l'educazione nel prossimo futuro, segnato da nuove prospettive legate alla circolazione di pedagogie non soltanto occidentali.