Tutti sanno che è sulla strada di Damasco che Paolo, un protagonista chiave del cristianesimo delle origini, si è imbattuto nel Cristo risorto. Ed è a partire da quel momento che la sua vita è cambiata. Ma Jean-Marie Ploux attira la nostra attenzione su un'altra "conversione", che ha operato un vero e proprio capovolgimento. Avviene dopo il fallimento cocente di Atene (il discorso dell'Areòpago), mentre l'apostolo si trova a Corinto. In quella città Paolo prende coscienza che ha fondamento della vita del discepolo c'è la croce di Cristo. È un autentico scandalo, che innesca la forza sovversiva del vangelo. Parte dal punto più basso, l'umiliazione e la debolezza del Figlio di Dio condannato a morte, ma apre una possibilità inedita alla nostra esistenza, che può assorbire e trasfigurare ogni fragilità, ogni piccolo o grande fallimento. Affiora una logica nuova - quella dell'incarnazione -, che trova nel mistero della Pasqua il suo culmine e il suo riferimento costante. Presentazione inedita di una figura decisiva delle origini cristiane: Paolo e le sue "due" conversioni
Accompagnare per mano ad esplorare i miracoli di Gesù, inserendoli nel loro contesto storico, culturale e teologico: ecco cosa promette di fare Amy-Jill Levine. Per ognuno dei miracoli esaminati, l'autrice spiega non solo come i testimoni del passato avrebbero compreso gli eventi, ma anche come i lettori di oggi possono trarre significato dalle parole e dalle azioni di Gesù. Con stile arguto, intelligente e colloquiale, chiarisce con la massima concretezza - entrando nei dettagli - ciò che a noi sfugge delle pratiche degli ebrei e della vita quotidiana ai tempi di Gesù, illustrando come la pratica del Taumaturgo di Nazaret fosse intesa a sanare tanto il corpo quanto lo spirito, volendo salva la persona nella sua interezza. Non da ultimo, l'esposizione di Levine - profonda nei contenuti, ma scritta con verve, saggezza, umorismo - conduce a scoprire come ci siano intere parti del Nuovo Testamento che si ricollegano all'Antico, come cioè nei miracoli di Gesù si prolunghino i segni e i prodigi operati dal Dio di Israele. «L'autrice ha un dono raro e meraviglioso: quello di coniugare una solida esegesi alle doti comunicative. Anche i lettori privi di formazione teologica avranno l'impressione di far due chiacchiere con lei, come se fosse seduta in salotto a casa loro per una tazza di tè. E saranno sfidati a lasciarsi cambiare da questi racconti» (R. Simpson).
Nei vangeli di Gesù racconta brevi storie chiamate "parabole", i cui temi sono tratti dalla vita ordinaria, da incontri casuali, dagli eventi più vari. Le racconta, come spesso si è detto, per fare la morale ai suoi interlocutori? No, perché Gesù non è né un saggio né un filosofo. Una sola cosa gli interessa: l'esistenza concreta di coloro che incontra e che desiderano crescere nella libertà, nella verità e nell'amore. Tutte quelle storie hanno lo scopo di liberare coloro che le ascoltano da false immagini di Dio e di condurli a una migliore comprensione del suo volto. Sparse nei vangeli, queste parabole sono state riunite e commentate da Jean-Marie Ploux costruendo un itinerario organizzato in alcune macro-articolazioni. L'autore conduce così il lettore sul cammino di quello che Gesù chiamava il «regno di Dio», all'incrocio con quello degli uomini, qualunque sia la loro diversità. Una riflessione stimolante sul messaggio inedito trasmesso da Gesù al mondo e sulla sua sconcertante attualità. Nelle pagine di Ploux le parabole, rivolgendosi all'intelligenza del cuore, tornano a infondere una sana inquietudine in noi interlocutori di oggi.
Di Gesù crediamo di sapere tutto, dalla nascita fino alla morte (e oltre). Niente di più sbagliato: in realtà, come viveva Gesù di Nazaret? A cosa potrebbe assomigliare la quotidianità feriale di quell'uomo che sfugge a ogni nostra classificazione, personaggio fra i più misteriosi della storia umana vissuto ai margini dell'Impero di Roma, agli albori della nostra epoca? Régis Burnet, noto specialista del Nuovo Testamento, anziché proporre una nuova biografia di Gesù, cerca di ridare vita al mondo concreto che lo attorniava. Rimescolando le conoscenze in nostro possesso, propone una maniera del tutto inedita di accostarsi a Gesù di Nazaret, il figlio del falegname, il figlio di Dio. L'intento è quello di presentare una "giornata tipo" della vita di quel personaggio illustre, combinando elementi rappresentativi del suo ministero pubblico: parole e gesti. Burnet riesce nell'impresa, ispirandosi direttamente ai testi evangelici, in modo documentato e rigoroso. «Nulla è più contingente di una giornata qualsiasi. Il caso la fa da padrone: in agenda c'era una cosa e ne è successa un'altra. Incontri, conversazioni, il flusso irresistibile di emozioni e sollecitazioni esterne ci hanno fatalmente allontanati da ciò che avevamo messo in programma. Solo a lungo termine il senso e la coerenza di una vita diventeranno del tutto manifesti» (Régis Burnet).
Con la sua sagacia, il suo buon senso e la sua vasta conoscenza delle Scritture nel loro contesto storico, Amy-Jill Levine fa rivivere davanti ai nostri occhi i personaggi che hanno assistito alla crocifissione, soffermandosi su ciascuno di essi per vedere, ascoltare e sentire come l'hanno vissuta, come ne sono stati trasformati. Grazie agli spunti che offre, spesso Levine sfida ciò che credevamo di sapere e lo fa con un'ironia e una generosità di cuore che sono una benedizione persino per il più elementare tentativo di approccio alla Bibbia. Infatti l'autrice non si limita a spiegare il testo, ma ne rivela la ricchezza rapportandolo ora alla storia, ora ad altre pagine della Scritture, ora al contesto sociale dell'epoca. Ai piedi della croce può essere considerato una lettura indispensabile: invita i lettori a lasciarsi trasformare da questa sinfonia teologica della croce, per una più profonda comprensione del Signore Gesù. «Al contempo erudito e personale, questo libro è la miglior risorsa tanto per una lettura contemplativa, quanto per uno studio di gruppo. Levine fa un lavoro magistrale, mostrando ai lettori ciò che ciascun evangelista enfatizza, le cose su cui vuole che riflettiamo più attentamente e quali sono gli interrogativi veri sulla nostra esperienza del mondo» (John S. McClure).
In questo commento della Lettera di Giacomo, finora inedito, il grande pensatore francese mostra con audacia e brio che, per i temi affrontati - il servizio, la sofferenza, la prova della fede, la tentazione della ricchezza -, il testo tratta non di morale, bensì di libertà. Ellul svela l'armonia e le linee di forza del testo: il Dio liberatore; la salvezza universale; il carattere rivoluzionario della Parola ascoltata nella Bibbia. Nessuna filosofia, nessuna religione regge davanti alla Parola; la Verità non è né una categoria filosofica, né una somma di conoscenze, né una teoria scientifica unificata ed elegante. La Verità è un uomo chiamato Gesù. Questo testo luminoso interroga ciascuno di noi: oggi, dove sei, quale posto occupi nel mondo? Lutero la definì «l'epistola di paglia» perché secondo lui non conteneva nulla di serio, solo qualche consiglio morale. Ellul mostra che nella Lettera di Giacomo è contenuta non una serie di doveri morali, ma un annuncio di libertà. Così, tutto l'approccio al testo cambia radicalmente.
Chi non si è mai posto la questione della presenza di questo o quel numero nei vangeli? Chi non si è mai stupito della loro precisione nella moltiplicazione dei pani, nella parabola dei talenti, nel racconto degli operai dell'undicesima ora o delle vergini stolte? E se i numeri che attraversano il Nuovo Testamento non fossero un banale elemento decorativo? E se fossero insostituibili per rivelare l'ammirevole coerenza del piano di Dio per l'umanità, rispondendo l'uno all'altro in un insieme meravigliosamente organizzato? Senza cadere in un discorso erudito né tantomeno esoterico, senza mai sacralizzare le cifre, Luc de Goustine ci conduce in un percorso spirituale che tiene davvero conto dell'importanza dei numeri e, così, permette di apprezzare più a fondo testi che pensavamo di conoscere bene. «Lasceremo parlare i numeri che ricorrono nella Scrittura. Ognuno di essi potrà emettere il suo tono, secondo una propria "lunghezza d'onda". Perché i numeri sono il primo alfabeto della creazione e spesso, nei vangeli, celano il segreto di una lezione più personale, da meditare come una confidenza privata del Maestro» (Luc de Goustine).
Uno strumento agile per i corsi monografici su formazione e discernimento spirituale.
Testo adatto anche ai “non addetti ai lavori”: in parrocchie, associazioni, gruppi, vita religiosa.
Descrizione
La domanda sulla “vocazione” emerge a più riprese, non solo per rispondere alle concrete scelte di vita, ma per motivare il proprio orientamento verso la realizzazione di un progetto di felicità. Tra successi e fallimenti, a tutti noi è capitato di sperimentare, almeno una volta, la fatica di capire e di interpretare il nostro posto nel mondo.
Per aiutare a comprendere meglio il mistero della vocazione, questo libro propone di esaminare i racconti di chiamata nella Bibbia, approfondendo l’aspetto vocazionale espresso nelle figure e nei simboli della narrazione.
L’itinerario comprende tre capitoli, pensati secondo uno sviluppo progressivo. Il primo riassume la nozione di vocazione-chiamata e l’impiego del verbo “chiamare”, puntualizzando il genere letterario e il funzionamento dei racconti di chiamata. Il secondo mette a fuoco il senso e la funzione dell’immagine e del motivo vocazionale, proponendo una griglia di quindici immagini vocazionali. Infine, il terzo presenta in modo essenziale un percorso di dieci profili biblici con alcune chiavi interpretative, finalizzate alla conoscenza e all’attualizzazione del dinamismo vocazionale.
La Bibbia è parola di vita, parola che guida alla vita. Vuole aiutarci a vivere bene, ad affrontare l'esistenza di tutti i giorni fondandoci sulla fede. Ciò non significa però che la Bibbia sia un manuale di istruzioni per l'uso. La prima intenzione della Parola non è dispensare direttive, ma dirci chi siamo: se riconosciamo chi siamo, qual è il nostro vero io, vivremo anche in modo diverso. È questa dunque la maniera migliore per comprendere il messaggio di Gesù, e comprenderlo più a fondo. Anselm Grün presenta qui alcuni passi biblici centrali, così che possiamo entrare in dialogo con noi stessi. Sono testi che ci toccano nella nostra ricerca personale e ci guidano a cogliere le profondità della nostra anima. Il benedettino tedesco fa parlare in forma nuova e fresca quei testi antichi, ce li rende familiari in modo che giungano a interpellarci direttamente. La nostra vita appare allora in una luce nuove e, al tempo stesso, quelle pagine dispensano parole per la vita: parole ispirate che aprono la porta al cuore. «Ho scelto alcuni testi biblici che mi sono sembrati importanti per chiarirci interiormente e avere padronanza della nostra vita. Li ho disposti secondo cinque temi, delineando così un itinerario di vita cristiana per oggi ispirato biblicamente. Ne è nato un libro che, riportandoci al centro della fede cristiana, ci orienta nel nostro cammino» Anselm Grün.
«Parlando di famiglia, queste pagine ci accolgono in famiglia e, con le loro parole che nutrono e illuminano, fanno famiglia. Sono parole che, seminate nel cuore, come il seme nascosto nella terra, fremono di una vita operosa» dalla Postfazione di Paolo Zini.
Descrizione
La Bibbia parla di Dio raccontando storie di uomini e donne entrati in amicizia con lui. Anche i quattro vangeli presentano il volto di Gesù come quello del Figlio di Dio e come uomo “in relazione”.
Questo libro prende in esame nove scene emblematiche, che vanno dalle origini di Gesù secondo i due racconti dell’infanzia di Matteo e Luca, fino alla crocifissione e alla Pentecoste, per mettere in rilievo proprio la dimensione relazionale. L’approccio contestuale, interpretato in chiave familiare, fa emergere aspetti illuminanti per la vita di coppie e genitori. Con uno sguardo complementare, le stesse pagine vengono poi rilette sul piano esegetico, mettendo a punto anche le più sottili questioni sollevate dal testo.
L’opera si rivolge a diversi tipi di lettore: a quello meno esperto, che troverà qui utili chiavi di comprensione alla sua portata, ma anche a chi desidera un approfondimento non scontato su pagine che certo conosce, ma che ora può rivedere da due differenti e inattese prospettive.
Le donne di cui Marco ci racconta erano per i loro contemporanei una provocazione bella e buona: una, estremamente sicura di sé, osa prendere la parola; un'altra coraggiosamente corregge Gesù; una terza mostra di avere una fiducia incondizionata... Eppure, i nomi di queste donne non ci sono stati tramandati: perché? Johannes Eckert si mette sulle loro tracce e indaga le loro storie. Riesce a scoprire così un messaggio altrettanto provocatorio per noi e per la chiesa di oggi. Il vangelo di Marco viene letto dall'abate benedettino come apertura alla vita: è la vita il luogo reale della "buona novella". Eckert motiva allora anche noi ad alzarci in piedi e a mettere in discussione strutture attuali come l'obbligo del celibato sacerdotale, a immaginare come possibile il cardinalato per le donne, a cambiare prospettiva nelle forme di sostentamento del clero... Incoraggia soprattutto i giovani e le giovani a osare, a sperimentare in quel vasto campo d'azione che è la Chiesa. Eckert si mette sulle tracce delle donne che compaiono nel vangelo di Marco. Indagando le loro storie, riesce a scoprire un messaggio stimolante anche per noi e per la chiesa di oggi. «Non riesco più a ignorare, delle donne incontrate da Gesù, le loro provocazioni attualissime. Sono una parte importante del vangelo che noi tutti siamo tenuti ad annunciare».
Una chiara e puntuale monografia sul biblico «resto di Israele», intelligentemente applicata all’attualità ecclesiale: puntare sulla quantità o sulla qualità dei cristiani?
Descrizione
Le chiese cristiane si svuotano e di anno in anno aumenta l’emorragia di praticanti. C’è chi dice che il peggio deve ancora venire; altri, più ottimisti, sostengono che la Chiesa ne ha passate tante e che anche questa volta, da un “piccolo resto”, rinascerà la speranza.
Il biblista Walter Vogels è andato alla ricerca di questo “resto” nelle Scritture. Più volte il popolo di Dio viene messo alla prova da un disastro collettivo: il diluvio, la distruzione assira del Regno del Nord, la deportazione a Babilonia… Ma ogni volta, per quanto grande e traumatica sia la catastrofe, rimane qualche sopravvissuto. E dallo sparuto residuo di superstiti può sorgere la speranza: l’alleanza con Dio viene rinnovata, una comunità santa rifiorisce.
Ritornando all’attuale situazione di declino per la Chiesa, Vogels si chiede: «E se la manciata di fedeli pronti a mantenere viva la fede in Cristo svolgesse oggi la stessa missione dei superstiti dell’Antico Testamento?». Fervore, coraggio e speranza costituiscono le condizioni del rinnovamento cristiano a cui questo libro ci chiama.
Problemi inediti e scottanti di bioetica, fenomeni migratori di massa, crisi ecologica planetaria... Per reagire a questi temi di pressante attualità, la Bibbia può risultare una fonte di ispirazione? Può essere così lungimirante da sollecitare uno stile di azione per i cristiani coinvolti nei dibattiti in corso? A quali condizioni il loro impegno può essere credibile ed efficace?
Anne-Marie Pelletier risponde a queste e altre domande senza giri di parole, basandosi sulla sua profonda conoscenza della Parola rivelata nelle Scritture e sulla sua convinzione che essa sia capace di illuminare potentemente la “crisi dell’uomo” attraversata dalla nostra civiltà, anzitutto ispirando fiducia e inoltre suscitando uno sforzo di intelligenza e discernimento.
In tal modo – e dato che la sapienza biblica vuole essere universale, non riservata a questa o quella osservanza religiosa – la nota biblista d’Oltralpe mostra che la difesa della vita e dell’umanità è una lotta in cui la voce dei cristiani può raggiungere i nostri contemporanei di buona volontà.
Queste pagine sono un invito a mettersi in ascolto di alcuni brani giovannei, assumendo come filo rosso il “paradigma del vedere”: in ciascuno dei racconti considerati compaiono personaggi che incontrano Gesù e, nella relazione con lui, imparano a “vederlo”, e a riconoscerlo. Per ciascun brano analizzato si offre una lettura esegetica essenziale, corredata poi da qualche commento di natura teologico-spirituale utili a favorire la meditazione della Parola. L’itinerario si svolge in più tappe ed è delimitato, da un lato, dalla richiesta entusiasta che alcuni greci, desiderosi d’incontrare il Maestro, rivolgono all’apostolo Filippo nell’imminenza della Pasqua – «Vogliamo vedere Gesù» (Gv 12,21) – e, dall’altro, dall’esternazione piena di gioia dei discepoli davanti al Risorto: «Abbiamo visto il Signore!» (Gv 20,25). Questa, in definitiva, è la méta dell’itinerario proposto da Lorenzo Rossi: che i nostri occhi, purificati dalla parola di Dio, giunga- no a vedere Gesù sempre più nitidamente.
Chi crede in Cristo sa di non potersi accontentare di una pratica religiosa che si aggiunge alla vita ordinaria così come una salsa si aggiunge a una pietanza per esaltarne i sapori. Credere in Cristo implica invece seguirlo, così come hanno fatto i primi cristiani dopo la risurrezione. Ebbene, la sequela di Gesù la si può capire solo sul piano dell'amore. Chi si fa suo discepolo sperimenterà di essere sostenuto dall'amore di Dio che Gesù stesso gli rivela. Lasciandosi attirare e plasmare da quell'amore, potrà andare al di là di se stesso. Tocca a noi costituire l'anello mancante fra Cristo risorto e coloro che non hanno ancora creduto in lui: gli altri potranno sperimentare, attraverso la nostra vita, chi è stato Gesù e che cos'ha insegnato. Diventando discepoli a loro volta. Frère François tenta qui, insomma, di condividere un'esperienza, nello stile inconfondibile della comunità ecumenica di Taizé: la fede come un consegnarsi a Cristo. Anziché scorrere in fretta i vari capitoli, infine, egli chiede al lettore di leggere lentamente e di soffermarsi ogni volta che un passo attira l'attenzione. Anche perché scoprire e accogliere che cosa comporta "diventare discepoli" è il lavoro di tutta una vita...
Il fascino che la figura di Paolo ha esercitato sui cristiani di ogni tempo è indubitabile. Sono altresì note, tuttavia, le difficoltà che ancora oggi la lettura delle lettere di Paolo incontra nella vita delle nostre comunità cristiane. Gran parte della predicazione, della spiritualità e della catechesi generalmente non riescono a presentare in modo ampio la ricchezza teologica e spirituale dell’Apostolo delle genti.
Il presente libro vorrebbe rispondere a queste difficoltà, dando informazioni sulla vita di Paolo e ricollocando in modo organico gli stessi scritti paolini nel contesto storico-culturale nel quale sono nati. Non si tratta dunque solo di una introduzione biblico-teologica a san Paolo, né di un puro teso di esegesi, né di una semplice biografia dell’Apostolo. Questo libro, che nasce dalla scuola e si indirizza alla scuola, illustra complessivamente il vangelo di Paolo: perché il suo attualissimo messaggio possa entrare sempre di più nei percorsi formativi delle comunità cristiane, ad ogni livello.
Per molti secoli il Cantico dei Cantici è stato considerato il testo-chiave della mistica cristiana dell'amore. La tradizione ebraica e quella cristiana vedevano nel poema dell'amore tra un uomo e una donna una celebrazione dell'amore di Dio per il suo popolo. Agli inizi dell'Era moderna, però, questa tradizione ha subìto una brusca interruzione: il Cantico ha cominciato ad essere inteso come una semplice raccolta di canti erotici profani. L'autore, riprendendo criticamente la discussione, commenta il Cantico versetto per versetto e dimostra come quella svolta interpretativa non trovi fondamento nel testo: il Cantico dei Cantici, uno dei vertici della poesia mondiale, è si profondamente radicato nell'ambiente della sua epoca, ma lo è anche nella Sacra Scrittura. In quanto tale, non parla solo dell'amore umano, ma evoca pure l'amore divino. L'interpretazione qui proposta ha allora il pregio di mostrare il potenziale sia teologico sia spirituale contenuto nel dialogo amoroso, attribuito a Salomone, che viene affidato a noi oggi.
Una spiegazione facile e completa dei quattro racconti della Passione di Gesù, realizzata da esegeti e teologi di grande competenza e di grande valore.
Il primo capitolo (A. Vanhoye) fornisce una guida alla lettura della Passione nei vangeli sinottici. Il secondo capitolo (I. de la Potterie) introduce alla lettura della Passione secondo il vangelo di Giovanni. Il terzo capitolo (Chr. Duquoc) raccorda la memoria della Passione con il suo significato teologico e spirituale nell’oggi della chiesa. Il quarto capitolo (É. Charpentier) riprende in sintesi il percorso, rivolgendosi in particolare ai laici impegnati nella catechesi o dediti all’animazione liturgica.
«Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico…»: è una storia di compassione quella raccontata da Gesù. Yves Saoût si impegna a rileggerla: svolge una ricerca appassionata sul testo evangelico e sulla straordinaria posterità della parabola nella nostra cultura, dai Padri della Chiesa fino agli autori moderni. E ieri come oggi la figura del buon Samaritano torna a incarnare il supremo mistero dell’amore disinteressato.
Dalla quarta di copertina:
«Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico…»: sembra il racconto di un fatto di cronaca, una storia di indifferenza e di vigliaccheria. In due passano vicino a un uomo incappato nei briganti e rimasto ferito, ma non si fermano a soccorrerlo. È però una storia di compassione quella che Gesù racconta: ne è il protagonista un Samaritano che ha pietà di quel malcapitato e gli viene in aiuto. Paradossale, perché al tempo di Gesù i Samaritani erano considerati nemici, emarginati come dei paria.
Yves Saoût si impegna a rileggere questa storia nel contesto dei vangeli. Svolge una ricerca appassionata sulla straordinaria posterità della parabola nella nostra cultura, dai Padri della chiesa fino ad autori moderni di letteratura poliziesca; passa a esaminare persino l’azione umanitaria contemporanea su scala internazionale.
La parabola della banalità della violenza risuona dappertutto nel nostro mondo. Ma la figura del buon Samaritano rimane un mistero attivo: quello dell’amore disinteressato.
L'autore
VICTOR MORLA ASENSIO è nato a Torrelacárcel (Teruel) il 3 maggio del 1943. Attualmente è professore di Filosofia Medioevale e Lingue Classiche all'Università di Deusto. E' laureato in filosofia, teologia e filologia trilingue e dottore in Sacra Scrittura (Pontificio Istituto Biblico, Roma). Oltre alle sue collaborazioni con diverse riviste specializzate, ha pubblicato El fuego en el Antiguo Testamento. Estudio de semántica linguistica (Valencia 1988), Proverbios. Texto y comentario (Estella 1992), Eclesiástico. Texto y comentario (Estella 1992), Cien libros al servicio del estudio de la Biblia (Bilbao 1993), Libros sapienciales y otros escritos (Estella 1994), La Biblia por fuera y por dentro (Estella 2003). Ha collaborato come direttore assistente all'opera diretta da Luis Alonso Schökel Diccionario bíblico ebreo-español (Madrid 1994). Ha diretto la revisione dell'Antico Testamento della Nueva Biblia de Jerusalén (Bilbao 1998).
Il libro
Il Cantico dei Cantici ha esercitato un fascino irresistibile durante i secoli, sia nell'ambito letterario che teologico. In generale, le diverse interpretazioni offerte dagli innumerevoli lettori del Cantico hanno oscillato tra l'allegoria e la lettura naturale o lirica.
Il presente commento, testimone di quest'ultimo tipo di lettura, cerca di mettere in rilievo, da una prospettiva decisamente poetica, l'importanza delle immagini del Cantico per una sua corretta comprensione. In tal senso è stato portato a termine un processo di decodificazione di determinate immagini, molto frequenti in quest'opera e, senza dubbio, trascurate dalla maggioranza degli interpreti moderni.
Il Cantico dei Cantici è un contributo atemporale e anonimo alle eccellenze dell'amore umano in tutte le sue manifestazioni.