Nell’Ottocento l’esperienza dell’amore ha trovato con la parola scritta il riflesso della sua potenza misteriosa e insopprimibile. Nessun altro secolo, infatti, è riuscito a rivendicare con altrettanta forza l’alterità della passione rispetto alle convenzioni sociali e all’ottusità del moralismo. E il microcosmo del racconto, in virtù della sua concentrazione emotiva, si rivela l’esito ideale di questo percorso. I testi presentati qui offrono un saggio della varietà stilistica con la quale, nel corso del secolo, il narrar breve ha ritratto la passione che “tutto vince”: dall’esaltazione della sensualità, rappresentata con raffinato esotismo da Flaubert o con ardore lussureggiante da D’Annunzio, all’analisi dei turbamenti interiori, che siano oggetto dell’introspezione psicologica di Dostoevskij o della rappresentazione documentaria di Verga. Ad affascinare, poi, è il multiforme connubio di amore e morte, riscatto dell’anima dalla meschinità e dalle costrizioni terrene, come nella rivisitazione kelleriana di Romeo e Giulietta, estremo atto vendicativo imposto dalla tirannia dei sensi, come nella storia di “terribile passione” firmata da Camillo Boito, o inevitabile approdo di una fantasia morbosa, come l’estro visionario di Edgar Allan Poe ci lascia intendere.
Lev Nikolaeviè Tolstoj (1828 – 1910) o della potenza morale. Uno di quegli scrittori che "decidono", in un’epoca, che cos’è la letteratura. In sette anni scrive Guerra e pace, altri quattro anni per Anna Karenina. Poi ha una crisi spirituale e la sua vita cambia del tutto. Sono gli anni dell’inquietudine e della ricerca morale (La morte di Ivan Il’iè, La Sonata a Kreutzer). Il 28 ottobre 1910, a ottantadue anni, scappa di casa. Ammalato, muore poco lontano, il 7 novembre. I suoi libri sono ancora una vera e propria "bibbia" della narrazione.
Saggio introduttivo di Ezio Raimondi
A cura di Davide Monda
“Nel cammino verso l’Europa, l’esperienza manzoniana rappresentava a un tempo una promessa e una conferma, con la forza vitale di una voce e di un luogo.”
Ezio Raimondi
Alessandro Manzoni fu il primo grande scrittore italiano di respiro europeo. Lo testimoniano le sue prose, nelle quali il lavoro compositivo e l’impegno etico-civile e spirituale offrono i frutti migliori. Fra Sette e Ottocento, gli ideali romantici che circolavano in Europa, anche propugnando una letteratura intesa come attiva partecipazione al divenire politico e sociale, si diffondono specialmente in Lombardia. Vedono così la luce opere come le Osservazioni sulla morale cattolica, in cui Manzoni delinea l’intima esigenza di saggiare la forza del proprio cristianesimo. Nel contempo, va articolandosi la meditazione su cui si fonda la Storia della Colonna infame, cupamente dominata dagli amari dilemmi della giustizia umana e della responsabilità individuale. Dall’amicizia quasi trentennale con Antonio Rosmini nascono poi il Dialogo dell’Invenzione e – a opera di Ruggiero Bonghi – le Stresiane, quattro dialoghi filosofici di rara profondità di pensiero e sentimento. Infine, diversi punti nodali della concezione manzoniana dell’arte e dell’esistenza sono espressi con vivida efficacia nei Pensieri sparsi, dati alle stampe dopo la morte. L’essenza più viva e universale di un tale sforzo enciclopedico converge e si armonizza nella prosa limpida e calibrata dei Promessi sposi, un romanzo davvero europeo nel quale gli abissi della storia e i labirinti del cuore si dischiudono con trasparenza ineguagliata.
Ezio Raimondi, professore emerito di Letteratura italiana presso l’Università di Bologna, è uno dei maggiori filologi italiani.
Davide Monda ha dedicato numerosi volumi alla civiltà letteraria europea dal Rinascimento al Romanticismo.
Un ritratto spietato e profondamente pungente del mondo della famiglia e dei rapporti tra i sessi, frutto di un'analisi degna della perizia di Freud. Un universo popolato da eroici capitani d'industria che sacrificano amore coniugale e paterno al lavoro e al potere, come il console Bernick o il costruttore Solness. Da antieroi o individui inetti sempre in attesa di compiere una trasformazione che non avverrà mai, come il dottor Stockmann o Johannes Rosmer. Da dolenti eroine, donne oppresse o represse, protagoniste di vicende luttuose e violente, come Nora o Hedda. E da strazianti figure di figli suicidi per amore dei padri come Hedvig e il piccolo Eyolf. Questa edizione raccoglie i dodici drammi (I sostegni della società; Una casa di bambola; Spettri; Un nemico del popolo; L'anitra selvatica; Casa Rosmer; La signora del mare; Hedda Gabler; Il costruttore Solness; Il piccolo Eyolf; John Gabriel Borkman; Quando noi morti ci destiamo) che l'inventore del "teatro del salotto borghese" dedica alla società sua contemporanea. L'aridità dei rapporti e la brutalità degli istinti si riflette nella lingua dura, carica di simbolismo, che questa nuova traduzione dall'originale norvegese restituisce in tutta la sua potenza innovativa e destabilizzante.
Da un codice del XIII secolo Rene Khawam ha recuperato un gioiello della letteratura araba. È il testo che gli studiosi giudicano "il più antico e il migliore", lo stesso che leggevano i califfi, i visir, i mercanti e le donne dei grandi secoli della civiltà araba. Libero da aggiunte arbitrarie, contaminazioni, interventi e censure, nella sua forma autentica "Le mille e una notte" riacquista il suo fascino originario. A tessere questa sterminata e labirintica trama di storie è Shahrazâd, eroina del racconto che fa da cornice alla raccolta, e affascinante odalisca penetrata da secoli nell'immaginario occidentale. Per scampare alla condanna dello spieiato re Shahriyâr, che intende vendicare sulle vergini del suo regno il tradimento subito, Shahrazâd sfrutta le doti dell'affabulazione offrendogli notte dopo notte racconti straordinari, rinchiusi l'uno nell'altro come in un sistema di scatole cinesi. Rapito dalla magia della narrazione, e dal fascino della cantastorie, il sovrano dimentica le ragioni dell'odio e annulla la condanna. Le parole di Giorgio Manganelli presentano e interpretano in modo il lavoro dei traduttori.
La Sicilia è una terra aspra e difficile, che concede poco, ma che ha regalato nel corso del tempo grandi storie, scritte da chi ha saputo coglierne il nucleo incandescente e metterlo in scena in forma narrativa. Tra questi, un posto di primissimo piano spetta a Giovanni Verga, l'autore dei "Malavoglia" e di Mastro don Gesualdo, ma anche di un numero eccezionale di novelle nelle quali si sperimenta un nuovo modo di fare racconto, ricorrendo ai criteri di un realismo asciutto e crudo in grado dì far avvertire al lettore le condizioni di vita - i costumi e le prassi sociali - della Sicilia del secondo Ottocento.
La parola "storia", nel greco antico, significava soprattutto "inchiesta", ovvero quell'indagine che a partire dalla narrazione dei fatti avvenuti, e dalla riflessione su essi, aveva l'ambizione di individuare le ragioni logiche per le quali cause ed effetti si connettevano tra loro dando luogo alle vicende degli uomini: dalle guerre alle gesta degli eroi, passando per i grandi viaggi per il Mediterraneo e le fondazioni di città, I due maggiori rappresentanti di quella che possiamo considerare contemporaneamente una scienza e un'arte, la storiografia, furono Erodoto - di fatto considerato il "padre della storia" - e Tucidide - che seppe formalizzare in maniera sapiente i criteri metodologici ai quali uno storico doveva attenersi.
Un'unica storia, quella di Cristo, e quattro narrazioni, equivalenti solo in apparenza. I Vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni.
Chi fu Socrate? Sembra una domanda scontata: tutti hanno nella mente un'immagine del filosofo che non lasciò nulla per iscritto, uno tra i più noti e affascinanti pensatori di ogni tempo. Ma proprio per questo la risposta non è univoca: ciascuno si sente padrone della sua figura, e la modella secondo i propri interessi, la propria mentalità, la propria fantasia. Così è successo fin dall'inizio: gli autori che di Socrate ci hanno lasciato il profilo più completo - Aristofane, Platone, Senofonte - ne tracciano ritratti talvolta addirittura in contraddizione tra loro. Come conciliare infatti l'immagine del sofista approfittatore divulgata dalle "Nuvole" aristofanee con quella del filosofo tutto d'un pezzo tratteggiata nell'"Apologia" platonica? Questo volume raccoglie dunque i testi antichi più importanti per la comprensione del personaggio Socrate e del suo pensiero e, grazie a un'approfondita e godibile introduzione, offre un percorso critico che chiarisce al lettore quanto di ciò che si conosce del filosofo ateniese possa riferirsi al Socrate storico, e quanto invece - e perché - la sua immagine sia stata modificata per renderla portatrice di ideali di volta in volta diversi, ma altrettanto significativi.
Raccolta di miti greci, da Eracle, Edipo, Achille e Odisseo,da Omero a Nonno di Panopoli, passando per Esiodo, Pindaro, Eschilo, Sofocle, Euripide, Callimaco, Apollonio Rodio, Catullo, Virgilio, Ovidio e molti altri.
Questa antologia ripercorre sette secoli di poesia italiana nel solco dell'ispirazione amorosa. Gli esemplari poetici qui raccolti sono tratti dal corpus di novanta poeti, dalla scuola siciliana alla poesia simbolista e crepuscolare. Un'antologia che si presenta come uno scrigno per contenere una "scelta di fiori" della poesia d'amore. Composta secondo i più rigorosi criteri filologici, la raccolta privilegia tuttavia "l'ascolto" della parola poetica da parte del lettore e il piacere che saprà trame. Attraverso la lirica sono percorse le infinite sfaccettature del sentimento amoroso: dalla donna-angelo cara allo stilnovismo alla impudente aggressività di Cecco Angiolieri; dall'angoscia di Ariosto per un amore sempre più illusorio e precario al raffinato erotismo dei poeti barocchi; dallo sgomento di Leopardi alla segreta inquietudine di Carducci. Questo viaggio nella tensione del trasporto amoroso condurrà il lettore alla scoperta di piccoli capolavori nascosti e alla sorprendente rilettura di grandi classici della poesia italiana, fino alla "crisi" poetica del primo Novecento, alla "crisi" della donna fatale e dannunziana, all'amore di Guido Cozzano per cameriste e cocottes.
I romanzi di Jane Austen, che oggi BUR propone in un unico volume, sono da considerare come il luogo nel quale la scrittrice inglese ha studiato al microscopio l'intera e complessa fenomenologia dell'aristocrazia di campagna inglese, le sue rigidità e le sue perversioni, l'intensa passionalità repressa e il continuo irrisolvibile contrasto tra i valori personali dell'individuo e quelli sociali della collettività. Da "Orgoglio e pregiudizio" a "Emma", da "Mansfield Park" a "Ragione e sentimento", da "Persuasione" a "L'abbazia di Northanger", Jane Austen ha dipinto un immenso affresco di un'epoca, quella dell'Inghilterra vittoriana, piena di risorse e di contraddizioni, e una prosa elegante e ironica.
Lucio Anneo Seneca fu il più moderno tra i filosofi antichi. Quella del grande pensatore è una lettura del mondo e delle cose del mondo che da secoli dialoga con l'esperienza più concreta e reale di ogni essere umano. In questa prospettiva, le "Lettere a Lucilio" valgono da riflessione profonda sul senso della vita e su quello della morte, sulla caducità e sulla conseguente necessità di non essere schiavi del domani e di divenire padroni dell'oggi. Questa edizione è inoltre arricchita dai sette dialoghi morali composti alla fine della sua vita nei quali Seneca dà compimento definitivo al suo percorso filosofico orientato alla demistificazione e al raggiungimento della felicità umana.
Al centro esatto della nostra cultura si trova "La Divina Commedia". Un capolavoro in tre cantiche - Inferno, Purgatorio e Paradiso - unanimemente considerate tra le più straordinarie creazioni della storia dell'umanità. Giunto a metà della propria esistenza, un uomo ottiene di poter visitare da vivo l'Aldilà: questo è lo spunto, semplice e geniale, da cui prende forma l'affresco di Dante. La sua rappresentazione di cielo e terra si ispira ai modi caratteristici della letteratura e dello stile medievali ma si rivela allo stesso tempo profondamente rivoluzionaria. Una percezione nuova e disincantata della Storia in un racconto che abbraccia il corso dei secoli, testimoniando di una profonda comprensione della realtà umana. Un'immensa architettura, una cattedrale di versi edificata per raccontare il nobile e l'ignobile di ogni creatura, la vittoria e la sconfitta, il dramma e la tenerezza. Il viaggio ultraterreno di Dante è la perfetta metafora di ogni avventura umana, sempre in bilico tra magnificenza e miseria, tra smarrimento e redenzione.
Le opere fondamentali e più famose della produzione letteraria di Oscar Wilde: il suo unico, universale romanzo "Il ritratto di Dorian Gray", i suoi celebratissimi racconti - dal "Fantasma di Canterville" al "Principe felice" le sue sempre rappresentate commedie, tra cui la celeberrima "L'importanza di chiamarsi Ernesto". In un unico volume, con un saggio e note introduttive al libro e alle singole opere, un'esaustiva cronologia e un'ampia bibliografia, il percorso fondamentale per conoscere lo scrittore simbolo della spregiudicatezza, nei suoi scritti come nella sua vita.
L'animo umano è un paesaggio eterogeneo ed enigmatico. Anton Cechov è stato capace di raccontarlo in decine di racconti straordinari. Ogni racconto è una piccola sinfonia che indaga gli abissi e le increspature di ogni personaggio, andandone a recuperare il nucleo di mistero più nascosto. Il grande narratore russo registra gli ultimi sussulto della borghesia del suo paese, costruendo un affresco unitario, nitido e intenso; un'opera, la sua, della quale Tolstoj ebbe a dire che sembrava un dipinto: da vicino dava la sensazione di pennellate distribuite a caso, mentre facendo un passo indietro tutto mostrava "un quadro chiaro, indiscutibile".
Non si può dire di conoscere il teatro greco se non si sono lette, assieme ai grandi tragici, anche le opere di Aristofane e Menandro. In questo volume è riunito il teatro comico greco superstite e ancor oggi rappresentato nei teatri di tutto il mondo: gli undici capolavori di Aristofane, insuperabili per vis polemica, esuberanza del linguaggio e invenzione drammatica, e le opere di Menandro, iniziatore di una commedia che tralascia le grandi battaglie politiche e ideologiche per ripiegare sugli affetti e sui valori individuali, antesignana e ispiratrice del moderno teatro borghese. Come e forse più delle tragedie, l'evoluzione del genere comico rispecchia il percorso spirituale di un'intera civiltà. I testi sono preceduti da un saggio di Guido Paduano, scritto appositamente per questa edizione. Una selezionata bibliografia guida il lettore nella sterminata letteratura critica. Le traduzioni, sempre briose e aderenti al salace linguaggio comico greco, sono opera di specialisti del teatro antico, tra cui lo stesso Paduano, Alessandro Grilli e Rosanna Lauriola.
"Addio eroi plutarchiani, eroi di Corneille, eroi da melodramma, tesi verso l'azione come verso l'unica verità, attratti dal rischio in cui si deciderà il loro riscatto o la loro eterna vergogna. Tale problema morale non sfiora nemmeno Pirandello, perché il problema non è nella scelta, nel dover essere, nella volontà ma nell'autenticità stessa dell'azione: che cosa è, cosa rappresenta in rapporto a noi che la facciamo, alla più profonda intimità e verità del nostro essere." Così, in un passo del celebre saggio che introduce questa edizione, Giovanni Macchia delinea l'essenza del teatro pirandelliano, "teatro-inquisizione", "stanza della nevrosi", luogo della "tortura dell'eterno divenire". Un'ampia e significativa scelta di ironici, provocatori, ispidi capolavori, da "Sei personaggi in cerca d'autore" a "I giganti della montagna", da "Ciascuno a suo modo" a "Questa sera si recita a soggetto", da "Così è (se vi pare)" a Enrico IV", conduce il lettore nell'enigmatico mondo delle i commedie dello scrittore siciliano.
Racconti di Natale. Con saggio introduttivo di Stefan Zweig.
Un'edizione, a cura di Alessandro Bausani, di quello che per tutti i musulmani è il Libro, lo scrigno delle rivelazioni che Maometto ha ricevuto da Dio attraverso l'arcangelo Gabriele. Un testo che oggi è sempre più indispensabile anche ai lettori laici, per una comprensione della profondità assoluta della religione islamica e quindi del nostro presente.