"I miei lineamenti non sono ben disegnati", pensò il fanciullo tredicenne, immerso in una seria concentrazione. "La testa è sproporzionata, con la fronte che sopravanza la bocca e il mento. Qualcuno avrebbe dovuto usare un filo di piombo." Così comincia la biografia romanzata del grande Michelangelo, la storia della sua vita tormentata e burrascosa, segnata da sofferenze e umiliazioni ma anche da grandi trionfi. Il suo amore per Vittoria Colonna, la sua passione per il marmo, il tormento di fronte al blocco informe, l'estasi per la vita infusagli. Il Davide, la Pietà, il Mosè, la Cappella Medicea, la volta della Sistina e il Giudizio universale, la Basilica di San Pietro, la Pietà Rondanini.
"«La montagna incantata è un fedele, complesso, esauriente ritratto della civiltà occidentale dei primi decenni del Novecento e, nella sua incantata fusione di prosa e poesia, di vastità scientifica e di arte raffinata, è il libro, forse, più grandioso che sia stato scritto nella prima metà del secolo.» Con queste parole, un entusiasta Ervino Pocar concludeva l’introduzione all’edizione della Montagna incantata da lui tradotta nel 1965 e salutata come esemplare e capace di trasmettere appieno lo stile e lo spirito dell’opera. Edizione che è stata poi ripresa nella collana degli Scrittori di tutto il mondo nel 1992 e che da allora ha fatto conoscere e apprezzare ai lettori italiani questo Bildungsroman straordinariamente complesso ambientato in un sanatorio svizzero, il celebre Berghof di Davos.
Quando il protagonista, il giovane Hans Castorp, vi arriva, è il tipico tedesco settentrionale, un solido e rispettabile borghese; ha però le sue curiosità spirituali ed è intellettualmente aperto all’avventura. A contatto con il microcosmo del sanatorio, vero e proprio panorama di tutte le correnti di pensiero dell’epoca, il suo carattere subisce un’evoluzione e un incremento: passa attraverso la malattia (Behrens e Krokowski), l’amore (la signora Chauchat), il razionalismo e la gioia di vivere (Settembrini), il pessimismo irrazionale (Naphta), senza che nessuna di queste posizioni lo converta. Ma in mezzo a tante forze contrastanti, Castorp trova il proprio equilibrio. Nel mondo della «montagna magica» dove il tempo si dissolve e il ritmo narrativo si snoda in sequenze di ore, giorni, mesi e anni resi tutti indistinti dalla routine quotidiana, egli può liberamente crescere. Paradossalmente (l’umorismo di Mann), dopo essere stato convertito alla vita Castorp tornerà alla pianura per perdersi nell’inutile strage della «grande» guerra.
«Il Graal che egli, anche se non lo trova, intuisce nel suo sogno quasi mortale prima di essere trascinato dalla sua altezza nella catastrofe europea», disse Mann, parlando agli studenti di Princeton nel 1939, alla vigilia di un’altra strage, «è l’idea dell’uomo, la concezione di un’umanità futura, passata attraverso la più profonda conoscenza della malattia e della morte. Il Graal è un mistero, ma tale è anche l’umanità: poiché l’uomo stesso è un mistero, e ogni umanità è fondata sul rispetto del mistero umano... Fate il favore di leggere il libro sotto questo angolo visuale: troverete allora che cosa sia il Graal, il sapere, l’iniziazione, quel 'supremo' che non solo l’ingenuo protagonista, ma anche il libro stesso va cercando.»
Nel 1832, all'età di ventidue anni, un giovane laureato di Cambridue, Charles Darwin (1809-1882), deciso a infrangere le tradizioni familiari che lo volevano medico o ecclesiastico, partecipa e vince il concorso per la posizione di naturalista sul Beagle, un brigantino della Royal Navy che avrebbe compiuto un lungo viaggio intorno al mondo con lo scopo di eseguire ricerche scientifiche. Dalle Canarie al Brasile, dalla Terra del Fuoco fino all'Australia passando da Capo Verde, le isole Falkland e soprattutto la Galápagos, Darwin si dedicò a raccogliere e riordinare materiale di natura biologica e geologica. Tornò cinque anni dopo carico di piante e animali ancora sconosciuti, con i quaderni pieni di appunti per quella che sarà la sua opera più importante. L'origine delle specie, pubblicata nel 1859, e destinata a scuotere le fondamenta del sapere e in particolare le teorie creazioniste fino ad allora imperanti. Irving Stone ripercorre tutte le tappe di questo affascinante itinerario, geografico e spirituale al tempo stesso, in un'attenta biografia che diventa un romanzo appassionante.
Il volume è la raccolta completa dei racconti di Angela Carter (1940-1992), giornalista, professore universitario oltre che scrittrice, vincitrice di numerosi premi tra cui il prestigioso Somerset Maugham Award. Disposti in ordine cronologico, i racconti rispecchiano i temi cari all'autrice inglese: dalla passione per il jazz alle atmosfere gotiche piene di vampiri e licantropi. Tra i testi particolarmente interessanti si segnalano le rivisitazioni delle fiabe in chiave erotica e femminista. Con una prefazione di Salman Rushdie.
I romanzi di questa "Trilogia" nascono dalla tragedia di chi fu allontanato dal proprio paese in nome di una motivazione aberrante come quella razziale. In "L'amico ritrovato" questa lacerazione coincide con la fine dell'amicizia tra due compagni di liceo, Hans Schwarz, ebreo figlio di borghesi, e il nobile Konradin von Hohenfels. Il nazismo travolge questo legame come un contagio che sembra colpire anche l'amico di un tempo e portarlo al tradimento. La smentita verrà solo trent'anni anni dopo, imprevista e commovente, nell'ultima lettera scritta da Konradin in "Un'anima non vile". Così l'amicizia è al centro dell'esperienza di Simon Elsas che, tornato dall'esilio, lenirà le ferite dell'anima confrontandosi con i suoi amici di un tempo.
Michael vive a Londra, è un affermato violinista, ama la sua musica, il suo violino, l'emozione dei concerti, gli spartiti. Poi uno sguardo fortuito attraverso i finestrini di due autobus che si incrociano e un ricordo che riaffiora: Julia, incontrata a Vienna durante gli studi di musica, una pianista la cui bellezza incantava quanto il suo talento, che Michael ha amato disperatamente, perso per stupidità e rimpianta per anni. Il loro incontro fa riaccendere la passione, ma Julia è sposata, ha un figlio e un segreto. I due dovranno confrontarsi con la verità e la necessità di scegliere.
Alla corte del duca di Württemberg, intorno alla metà del '700, Reb Joseph Süss Oppenheimer, ebreo di modeste origini, di acuto ingegno e di sfrenata ambizione, cinico e senza scrupoli, ricerca ed ottiene successo e gloria alla corte cattolica, divenendo uomo di fiducia e ministro delle finanze del duca Karl Alexander. Ma gli eventi lo travolgeranno e verrà ucciso, dopo una lunga agonia, dai suoi nemici politici. Il libro fornì al regista Veit Harlan lo spunto per un film di propaganda nazista e di supporto per la persecuzione razziale, uscito nel 1933, che stravolse il significato dell'opera, ma che ebbe, purtroppo, grande risonanza.
Un nome è sulla bocca di tutti: Sophie, in arte Fevvers, è la Donna Alata. È il 1899 e in un camerino della Alhambra Music Hall di Londra un giovanotto californiano, Jack Walser, è venuto a intervistarla. E Fevvers gli racconta come è nata una stella: abbandonata in un cesto davanti a un bordello, viene allevata da Lizzie, una delle ragazze. Le singolari protuberanze che ha sulla schiena (sono forse ali?) la destinano ben presto a fare il quadro vivente ma la vita le riserva molte sorprese e avventure. L'attendono il trapezio e la gloria, Parigi, Berlino, Londra e Mosca. Finzione o realtà? Il giornalista passa dallo scetticismo al coinvolgimento totale e si ritrova a Mosca come clown del circo.
Marian McAlpin è una giovane donna canadese spiritosa e ben educata. Ha un lavoro insoddisfacente per le "Indagini di mercato Seymour", un fidanzato di nome Peter e un'amica femminista con cui divide l'appartamento. Un giorno Marian diventa matta, o pensa di esserlo diventata dato che all'improvviso smette di mangiare. Il fatto è che non riesce più a capire la differenza fra sé e il cibo. È come se vivesse nel terrore di essere divorata. Dal lavoro, dagli amici, dal fidanzato. E per non farsi mangiare, non mangia. Comincia così una riscossa tragicomica contro tutti i potenziali divoratori.
I bucanieri sono gli americani che con le loro ricchezze nuove vanno all'assalto dei tesori d'arte e cultura del vecchio mondo. Cinque ragazze, vedendosi respinte dalla buona società newyorchese di fine Ottocento perché i patrimoni delle loro famiglie sono troppo recenti, decidono di partire alla conquista dell'Inghilterra forti della loro bellezza e del denaro dei loro genitori. Ricchezza e bellezza sono qualità ricercate in un paese dove i nobili sono gravati dai debiti e si lasciano volentieri conquistare dalle giovani avventuriere. Intrighi e matrimoni si succedono a raffica, ma alla fine l'amore trionfa sui pregiudizi del vecchio e del nuovo mondo.
Provenza 1831. Protagonista della vicenda epica è Angelo Pardi, giovane ufficiale degli ussari, fuggito dal Piemonte dopo aver ucciso una spia austriaca. Attraversando un paesaggio desolato, straziato dal colera, fatto di morte e violenza, devastazione fisica e morale, Pardi, uomo d'armi e principi, incontra una donna molto bella, della quale si mette a servizio. Da questo momento ha inizio l'impresa rocambolesca, tra duelli, imboscate e rischi di ogni genere, che avvicinerà inevitabilmente i cuori dei due personaggi, conducendoli alla meta tanto agognata che è la salvezza ma al tempo stesso la fine dell'avventura e del loro amore. Pardi chiude così un capitolo della sua vita, per aprirne uno nuovo: l'impresa risorgimentale italiana.
La famiglia di Mrs. Manford è decisa a sfuggire la noia, il vuoto della vita e il dolore a ogni costo. Sesso, droga, lavoro, denaro e un'infatuazione nei confronti dell'occulto e della spiritualità sono i modernissimi temi che animano il romanzo. Il sonno del crepuscolo a cui si riferisce il titolo è proprio lo stato fisico mentale nel quale i protagonisti cercano di perdersi per non sentire il peso della loro vita. Un romanzo ironico e tagliente, ambientato nella New York degli anni '30 ma così moderno nella dissacrazione della finta spiritualità da risultare attualissimo nell'era della New Age.