La Teologia fondamentale è quella scienza che parla di Dio rendendolo il più possibile comprensibile agli uomini del nostro tempo. Questo volume, indirizzato soprattutto ai docenti e agli studenti di questa disciplina, ne presenta i quattro ambiti di ricerca: la rivelazione di Dio attuata in Gesù Cristo e la fede suscitata nell'uomo; la tradizione di questa rivelazione nella Chiesa per opera dello Spirito Santo e il servizio del Magistero e del «sensus fidei» per la sua piena attuazione nella storia. Il volume individua la perla della rivelazione nella salvezza che Dio dona all'uomo e che questi si aspetta anche oggi dalla Chiesa.
La morale cristiana è la pienezza della morale naturale. Seguire Cristo è la pienezza dell'agire umano. La legge evangelica è la pienezza della legge morale. Tutti i moralisti cristiani, in genere, sono d'accordo con queste affermazioni. La Teologia morale vuole, infatti, essere una comprensione scientifica e una spiegazione sistematica della vita cristiana, di come un cristiano agisce e perché. Ci sono, tuttavia, molti modi per spiegare in che senso la morale cristiana sia la pienezza della morale naturale, che dipendono soprattutto dai diversi modi di intendere l'esperienza morale o, se si vuole, la razionalità pratica. Questa precomprensione filosofica dell'esperienza morale, che può essere più o meno esplicita ma sempre presente, determina in un certo senso il modo di fare teologia morale, condiziona anche il modo di interpretare la Rivelazione e può dare risultati molto diversi a livello di etica normativa concreta. Questo lavoro intende esplorare criticamente le differenti direzioni in cui è stato intrapreso negli ultimi decenni il rinnovamento della teologia morale fondamentale e della filosofia morale di ispirazione tomistica. Si vedrà come le ragioni di questa molteplicità di direzioni possano essere attribuite a diverse cause, ma senza dubbio una delle principali è la mancanza di una teoria della razionalità morale condivisa dai moralisti cattolici. Con queste premesse, si offrono le linee generali di una teoria della razionalità morale che riesca a superare le aporie riscontrate nelle diverse proposte esplorate e che possa servire come base alla teologia morale per comprendere l'agire umano, cioè per capire di che cosa è pienezza la vita cristiana virtuosa o santità, e in che modo lo è.
Chiunque abbia un po' di familiarità con la teologia e con la dottrina cristiana sa che Gesù è il nostro salvatore perché "con la sua santa Croce ha redento il mondo" (CCC 2669). Negli ultimi decenni, però, è maturata la convinzione che la nostra salvezza sia frutto dell'intera vita di Cristo, che ogni suo atto sia redentore e abbia valore salvifico. Ma qual è esattamente il legame che intercorre tra gli atti di Gesù e la salvezza umana? E più ancora, come intendere gli atti umani di Cristo? Come pensare la sua conoscenza e la sua libertà? Gesù è il Verbo incarnato, il Rivelatore inviato dal Padre per instaurare il Regno dei cieli. Il suo "mondo interiore", quindi, deve essere in qualche modo singolare ed eccelso. Egli, però, è anche vero uomo, è uno di noi, e la sua interiorità non è avulsa dalla condizione storica, incarnata, né è esente dai processi di maturazione e di sviluppo propri di ogni essere umano. Eternità e temporalità, storicità e trascendenza si incontrano e coesistono in ogni atto di Gesù. Il presente volume, nato in ambito accademico, intende proporre una trattazione sintetica e alcuni spunti di riflessione sugli aspetti essenziali di questi interessanti e complessi temi cristologici, e offrire un contributo all'ormai antico dialogo teologico su di essi.
Il discorso ecclesiologico attuale è incentrato sulla dottrina del Vaticano II e sui suoi approfondimenti teologici successivi. L’obiettivo di questo libro, invece, è quello di inquadrare meglio il Concilio all’interno della storia del pensiero cristiano sulla Chiesa e, in particolare, leggere l’evento nell’orizzonte del secolo XX. Lo studio, da questa prospettiva, ripercorrerà tre grandi questioni dell’ecclesiologia: i diversi paradigmi della Chiesa, il rapporto tra lo Spirito Santo e la Chiesa e, infine, il rapporto tra Salvezza e Chiesa. L’intento è quello di contribuire alla formazione di una visione dei grandi argomenti discussi nell’assise conciliare più contestualizzata, all’interno di un arco di tempo che comprende tutto il secolo XX fino ai nostri giorni.
MIGUEL DE SALIS AMARAL è un sacerdote portoghese. Dal 2001 è professore della Facoltà di Teologia della Pontificia Università della Santa Croce e dal 2015 è vicedirettore del Centro di Formazione Sacerdotale della stessa Università. È laureato in Ingegneria Civile e dottore in Teologia dogmatica. Nel suo lavoro teologico si è dedicato principalmente all’ecclesiologia, al dialogo ecumenico, alla teologia orientale e al Concilio Vaticano II. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Dos visiones ortodoxas de la Iglesia: Bulgakov y Florovsky (Eunsa 2003), poi tradotto in romeno e pubblicato dalla casa editrice della Facoltà di Teologia Ortodossa dell’Università di Cluj-Napoca, e Concittadini dei santi e familiari di Dio. Studio storico-teologico sulla santità della Chiesa (pubblicato in questa stessa collana nel 2009), poi tradotto in portoghese (con la casa editrice San Paolo). Dal 2002 è consultore della Congregazione delle Cause dei Santi.
La dottrina della salvezza dell'uomo in Gesù Cristo è al centro della fede e della vita cristiana. La storia teologica non ha sedimentato un modello essenziale per interpretare il senso dell'opera salvifica di Cristo, ma ha piuttosto proposto una pluralità di schemi e di immagini, che, nel loro insieme, comunicano tale senso. La riduzione di questa molteplicità a un unico modello si tradurrebbe in un inevitabile impoverimento e in una arbitraria unilateralità. Uno studio scientifico della soteriologia deve quindi adoperarsi per trovare centri di unità e di significato che possano integrare armonicamente le immagini e i modelli legittimamente proposti dalla storia della teologia e, prima ancora, dalla Scrittura. Scopo del presente volume è appunto la determinazione di un centro organico di convergenza, che l'autore individua nell'idea che l'opera salvifica di Gesù consiste "nel riportare il mondo al Padre", nel ripristinare il progetto divino interrotto dal peccato.Pur senza trascurare gli elementi essenziali da cui ogni ricerca sul tema non può prescindere, il presente volume non si articola secondo il classico schema tripartito (parte biblica, parte storica, parte sistematica), ma, adottando un approccio innovativo, introduce immediatamente il lettore nel dato rivelato, approfondisce poi il "come" e il "perché" dell'opera di salvezza e, infine, illustra il frutto di tale opera, al fine di contribuire a una migliore comprensione della salvezza cristiana.
En su día, la lingüística del texto supuso un paso adelante respecto a la gramática de la frase o a la semántica de los términos. El camino hacia el estudio científico del sentido en la comunicación se hizo, de algún modo, expedito. Biblia, teología y lingüística del texto se sirve de ese instrumental para llevar a cabo una presentación de algunas cuestiones fundamentales de la Introducción general a la Sagrada Escritura: Biblia y revelación, canon y texto, principios de interpretación.
La obra comienza con la exposición de los preconceptos que se manejan (Parte I. Prejuicios). A continuación se exploran dos de las características fundamentales de la textualidad (Parte II. Delimitación; Parte III. Coherencia). Y se concluye dirigiendo la atención a la dimensión pragmática (Parte IV. Texto y retórica; Parte V. Texto y referente).
Cada una de las partes engloba dos o tres capítulos. Aunque se ha concedido un cierto espacio a las cuestiones teóricas —como la dimensión literaria de la Escritura o las repercusiones teológicas de la crítica textual—, la primacía corresponde a los ensayos de aplicación de los principios generales: ¿qué implica en la recepción de los evangelios la historia del Diatésaron de Taciano?; ¿cómo entender el concepto de coherencia ante un texto difícil como Jos 5,13-15?; ¿qué significa “misterio” en 1Co 1-4?; ¿por qué los evangelios caracterizan a Judas Iscariote como un personaje plano?, etc.
El libro pretende, en definitiva, estimular un acercamiento a la Sagrada Escritura que sea, por un lado, de carácter decididamente teológico y, por otro, abierto a sacar todo el rendimiento posible de las aportaciones de la lingüística contemporánea.
Carlos Jódar (Jaén 1966) es Doctor en Teología, Licenciado en Filología Semítica, Teología, Estudios Bíblicos y Estudios de Oriente Antiguo. Profesor de Sagrada Escritura en la Facultad de Teología de la Pontificia Università della Santa Croce (Roma). Sus áreas de docencia e investigación comprenden la hermenéutica bíblica, la introducción al AT, hebreo bíblico, siríaco y la aplicación de los instrumentos de la lingüística a la exégesis. Entre sus publicaciones se encuentran Vetus in Novo. El recurso a la Escritura en el Nuevo Testamento (2006, en colaboración con F. Belli, I. Carbajosa y L. Sánchez Navarro); Adorar y dar culto en el Antiguo Testamento (2015); La Sacra Scrittura, Parola di Dio attestata (2013); Il Dio che parla. Commento a “Verbum Domini”, nn. 6-21 (2011); El Nuevo Testamento en la Peshitta de Isaías (2010); El texto del Oráculo de Enmanuel. Elementos de lingüística textual en el estudio de un texto bíblico (1999); La interpretación de Is 7,14 en el Diálogo de Pedro Alfonso y su fundamentación hermenéutica (1999).
Il volume analizza la relazione tra la Bibbia e la teologia morale, in funzione del dialogo interdisciplinare e della formazione dell'identità morale biblica del credente. L'articolazione del lavoro consta di cinque capitoli. Nei primi tre capitoli si affronta la questione dei "fondamenti" su cui si basa la relazione tra Bibbia e teologia morale: il fondamento teologico, il fondamento epistemologico, il fondamento ermeneutico. Segue un capitolo riguardante l'analisi di alcuni "modelli" basati sul ruolo che il testo ispirato svolge nell'elaborazione della teologia morale. Nell'ultimo capitolo si offrono alcuni "orientamenti" per contribuire ad individuare un'adeguata relazione tra Bibbia e teologia morale.
Parlare dell'uomo è, per San Tommaso, parlare dell'anima. Ma che cosa intende l'uomo occidentale, di qualunque estrazione culturale, filosofica o religiosa egli sia, quando pronuncia la parola "anima"?. La presente opera offre una possibile risposta, se pure indiretta, a questa domanda, affrontando la questione della "sostanza dell'anima" in Tommaso.
Il libro del Professor Colom mira ad una presa di coscienza, da parte di tutti, della responsabilità per un azione sociale più incisiva; non si propone come uno studio della dottrina sociale della Chiesa, ma vuole sviluppare alcuni temi riguardanti i rapporti tra Chiesa e società e proporne alcune chiavi di soluzione.
Dopo oltre trent'anni dalla pubblicazione del "Lumen Gentium", un gruppo di teologi europei passa in rassegna e fa un bilancio delle linee maestre dell'ecclesiologia che si è manifestata nel Concilio. Questo volume analizza la comprensione della Chiesa che si esprime in questa formula: "La Chiesa prega e lavora affinché la pienezza del mondo intero passi nel Popolo di Dio, Corpo del Signore del Tempio dello Spirito Santo, e in Cristo, Capo di tutti, sia reso ogni onore e gloria al Creatore e Padre dell'Universo".