Due versetti di Paolo - 1Corinti 15,3 e Romani 3,25 - sono al centro di questa ricerca di storia delle idee. Se legati assieme, essi affermano che Gesù è morto per i peccati degli uomini e che la sua morte fu sacrificio espiatorio. Queste frasi vanno lette all'interno dell'intero corpus paolino, dove emerge anche un'altra cristologia, basata sul rapporto di contrapposizione tra il primo Adamo e l'ultimo Adamo, che si caratterizza per la sua obbedienza. In altri termini, con il metodo storico-critico la morte di Cristo non fu sacrificale, né in remissione dei peccati, mentre ciò si può affermare con il metodo tipologico. Poiché Paolo non utilizzerà mai più la frase di 1Corinti 15,3 e Romani 3,25 non è altro che una trasposizione del linguaggio del sacrificio del kippur sul sangue di Cristo, ne segue che questi è come il Propiziatorio, per la giustificazione di tutti gli uomini.
Se il consolidarsi delle strutture ecclesiastiche e il definirsi della dottrina rappresentano spesso le angolature privilegiate negli studi sul cristianesimo antico, l'opera di McGowan riconsidera sotto una nuova luce la centralità degli aspetti celebrativi e rituali per la genesi della stessa identità cristiana. L'autore esamina il pasto, la parola, la musica (canto e danza), l'iniziazione e la purificazione, la preghiera, l'organizzazione del calendario e la nascita delle principali festività come gli ambiti in cui le prime comunità cristiane seppero celebrare e trasmettere la loro fede. Lo stile scorrevole e accattivante dell'esposizione non va a scapito della vasta documentazione, esaminata e presentata secondo un approccio rigoroso. Questa edizione del volume è stata ulteriormente arricchita nelle fonti patristiche e nella bibliografia; nuova è l'Appendice iconografica. L'opera è corredata da numerosi indici.
Solo con la prima Lettera ai Corinzi compare il mandato di reiterare l’ultima cena narrata dai vangeli sinottici. È dunque da attribuire a Paolo la forma di questa tradizione e la sua istituzione come modello di riferimento.
Commemorazione del Signore e annuncio della sua morte, il banchetto dei cristiani viene inquadrato in questo volume nel contesto più generale dei pasti di Gesù con i discepoli, un aspetto finora poco esplorato dagli studiosi dell’origine dell’eucaristia.
L’indagine su questi testi consente di riflettere sul fatto che le celebrazioni delle Chiese di oggi dovrebbero essere, anch’esse, manifestazioni della messianicità di Gesù e quindi divenire tavole aperte a tutti, anche al fariseo e alla peccatrice.
Le preghiere eucaristiche nascono come "imitazione" di quanto Gesù fece all'ultima cena quando prese il pane e il calice, rese grazie e li distribuì ai discepoli. Tali testi che elevano a Dio un ringraziamento per l'opera della creazione e della salvezza in Cristo, chiedendo la discesa dello Spirito sull'assemblea, sul pane e sul vino, sono stati "riscoperti" e rivalutati solo negli anni '60 del secolo scorso. La riforma liturgica del Vaticano II ha messo in luce l'importanza dei dati storici dimostrando la possibilità di attingere ai testi arcaici delle anafore, soprattutto orientali, per ottenere una rinnovata "attiva partecipazione" all'eucaristia; sono state quindi composte nuove preghiere, rielaborando quelle arcaiche della tradizione, e sono state inserite nel nuovo Messale romano di Paolo VI. La nuova edizione dell'opera di Enrico Mazza, che riunisce in un solo volume il commento alle preghiere eucaristiche e il materiale documentario, si propone di approfondire la conoscenza di una parte fondamentale dell'eucarestia e di accompagnare il lettore alla scoperta di un prezioso capitolo della preghiera cristiana.
Non c'è mai stato un solo modo di celebrare l'Eucaristia, anche se tutte le Chiese hanno posto l'Ultima cena come fondamento della loro celebrazione. L'autore si propone di cogliere proprio il nesso tra i dati rituali della cena del Signore e i più antichi testi eucaristici illustrando come quelli arcaici si siano trasformati nelle anafore delle varie Chiese. La ricerca si svolge soprattutto sulla struttura delle differenti paleoanafore e anafore, che consente di stabilire nessi precisi che arrivano fino ai riti odierni, come se si trattasse di un albero genealogico vero e proprio. Interessante è l'origine alessandrina del Canone Romano, qui puntualmente documentata, così come l'antica concezione tipologica dell'Eucaristia che spiega il fenomeno delle anafore senza il racconto dell'Ultima cena, fatto comune a tutte le tradizioni liturgiche.
Il volume si propone di completare la presentazione delle leggi descrittive della teologia liturgica. L'autore, dopo aver preso in esame in precedenti pubblicazioni la Lex orandi e la Lex credendi, affronta, infatti, altre due leggi, la Lex significandi e la Lex vivendi, articolando la trattazione in due parti. La prima esamina la Lex significandi con una selezione dei principali segni sensibili odierni che caratterizzano la speciale struttura del dettato liturgico. Per ciascun simbolo vengono distinti quattro aspetti: creaturale, veterotestamentario, cristologico e pentecostale-antropologico o ecclesiologico. Sono escluse le figure simboliche poiché già descritte nei vari trattati sistematici della liturgia. La seconda parte affronta il vasto campo della Lex vivendi, cioè quello della spiritualità liturgica, seguendo le tracce del Catechismo della Chiesa Cattolica nelle due grandi componenti della liturgia: i cinque tempi dell'anno liturgico e gli aspetti percepibili dei sette sacramenti.
Da quando, nel 2007, Benedetto XVI ha consentito la celebrazione della messa codificata dal concilio di Trento, le espressioni «forma ordinaria» e «forma straordinaria» del Rito romano sono diventate abituali negli ambienti ecclesiali. Nel volume, che consente di comprenderle e valutarle entrambe attraverso la comparazione di preghiere, prefazi, letture, rubriche, calendario e canti, l'autore intende «mostrare l'eccellenza e la superiorità della liturgia riformata» rispetto alla precedente sulla base dei Messali del 1570, del 1962 e del 1970, comprese le revisioni di quest'ultimo fino all'edizione latina del 2008. Il testo affronta questioni «aspramente dibattute», come la traduzione del pro multis con «per molti», critica la «clericalizzazione» dell'attuale Messa crismale e sostiene che la sfida liturgica oggi più urgente sia innalzare l'ars celebrandi allo stesso livello di eccellenza del Messale romano riformato.
Sommario
Sigle e abbreviazioni. Prefazione (K.W. Irwin). Introduzione. I. Avvento. II. Tempo di Natale. III. Quaresima. IV. Settimana Santa. V. Il Triduo pasquale. VI. Tempo di Pasqua. VII. L'Ascensione del Signore. VIII. Domenica di Pentecoste. Conclusione generale. Indice degli autori citati. Indice tematico.
Note sull'autore
PATRICK REGAN, benedettino, è professore di Liturgia e di Teologia sacramentale al Pontificio Ateneo Sant'Anselmo a Roma. Per quasi vent'anni è stato abate della comunità Saint Joseph Abbey in Lousiana.
Per tutte le cose da fare, soprattutto se sono di una certa importanza, ci si prepara. Così deve essere anche per chi proclama la parola di Dio nell'assemblea liturgica e il manuale di Iotti, sperimentato nella formazione di lettori per le parrocchie, si propone di servire allo scopo dosando aspetti teorici e pratici. Le riflessioni iniziali, di tipo spirituale-ascetico, giustificano la trattazione più direttamente tecnica e operativa della seconda parte, a tratti minuziosa: come presentarsi al leggio, come leggere, come impostare la voce, come utilizzare il microfono. Il manuale per proclamare la Parola in assemblea segue la pubblicazione dello stesso autore "Guidare un coro liturgico", documentazione di un'attività di animazione operativa nelle parrocchie.
Descrizione dell'opera
Lo studio della liturgia e della teologia del sacramento della penitenza può dare risultati solo se affrontato in modo storico. La monografia di Enrico Mazza tuttavia non è una storia della penitenza, onnicomprensiva, ma una ricerca del «senso» di questo rito nel suo lungo cammino evolutivo nelle varie epoche della sua storia, tanto in Oriente quanto in Occidente, a partire dal rito giudaico del Yom ha-Kippurim, la penitenza in uso ai tempi di Gesù, fino alla riforma di Paolo VI (1974). L'autore ha proceduto nella ricerca di un fil rouge attraverso le varie epoche, senza tuttavia dimenticare quegli aspetti giuridici che, ad esempio, in tempi successivi, hanno reso possibile l'interazione tra Inquisizione e penitenza. I «Praenotanda» del Rito della penitenza di Paolo VI hanno reinterpretato ogni elemento di questo rito all'insegna del concetto biblico di metànoia (conversione), recuperando il senso originario della penitenza come seconda tavola di salvezza dopo il battesimo, primo sacramento della conversione. La riforma di Paolo VI, quindi, si presenta come un tentativo di tornare alle origini. Proprio per questo è di difficile attuazione, poiché - come afferma l'autore - molti desiderano l'assoluzione ma non altrettanti sono disposti a una vera conversione del cuore.
Sommario
Premessa. Introduzione. I. Il Giudaismo. La penitenza e il giorno dell'espiazione. II. Il passaggio al cristianesimo delle origini. III. La penitenza canonica in occidente. IV. La liturgia visigotica. V. La penitenza tariffata o insulare. VI. Il rito della «riconciliazione dei penitenti» e il rito della «confessione». VII. La riconciliazione dei penitenti secondo il Pontificale da Guillaume Durand in poi. VIII. La penitenza nell'insegnamento di alcuni Padri delle Chiese d'oriente. IX. La liturgia penitenziale degli eucologi bizantini secondo M. Arranz. X. I riti penitenziali negli eucologi italo-greci. XI. Oriente e occidente a confronto. XII. La penitenza nella Chiesa romana dopo il 1974.
Note sull'autore
ENRICO MAZZA (1940), presbitero della diocesi di Reggio Emilia - Guastalla, ha studiato teologia alla Pontificia Università Gregoriana, specializzandosi in liturgia e teologia dei sacramenti al Pontificio Istituto Liturgico dell'Ateneo S. Anselmo di Roma. Docente di liturgia e teologia dei sacramenti allo Studio Teologico Interdiocesano di Reggio Emilia dal 1968, ha insegnato per 23 anni storia della liturgia all'Università Cattolica del S. Cuore di Milano e ha tenuto corsi e seminari in istituzioni accademiche italiane e straniere. Tra le sue pubblicazioni EDB: Le odierne preghiere eucaristiche (21991); La celebrazione della penitenza. Spiritualità e pastorale (22007); La celebrazione eucaristica. Genesi del rito e sviluppo dell'interpretazione (32010); Rendere grazie. Miscellanea eucaristica per il 70° compleanno, a cura di Daniele Gianotti (2012).
La tradizione bizantina considera la lex orandi come "fonte ed espressione" della lex credendi, ma nell'enciclica Mediator Dei Pio XII afferma la legge che proclama l'inverso della formula. Occorre quindi concludere che si tratta di complementarietà delle due leggi e non di alternativa. Ciò nondimeno esiste una divergenza della prima legge rispetto alla seconda, che lo studio intende provare con l'ausilio di alcuni testi liturgici delle due tradizioni. Per ciascuno degli articoli del Credo vengono così presentati dei testi liturgici più rappresentativi che illustrano le due tradizioni dottrinali e teologiche delle Chiese che professano lo stesso Credo Ecumenico, soggetto a interpretazioni distinte e divergenti.
Descrizione dell'opera
La via più semplice ed efficace per comprendere il senso teologico e il senso liturgico del Lezionario domenicale è quella di esaminare come è nato e perché. La sua storia, il suo scopo e la sua struttura continuano infatti a essere poco conosciuti.
L'autore non intende proporre un ulteriore commento delle letture del Lezionario, ma di quest'ultimo esamina gli aspetti meno evidenti: la storia della sua recente riforma, i principi che hanno guidato la scelta e l'ordinamento delle letture, gli schemi che strutturano e informano i tempi costituitivi dell'anno liturgico.
Il testo è diviso in due parti. La prima affronta le questioni preliminari: un rapido sguardo alla storia dei lezionari, i punti importanti della riforma del Lezionario da parte del Vaticano II, le caratteristiche del Lezionario riveduto per le messe della domenica. La seconda analizza l'architettura del Lezionario per ciascun tempo liturgico.
«Con quest'analisi descrittiva del Lezionario per le messe della domenica vorrei offrire un modesto contributo a una teologia della proclamazione» (dall'Introduzione).
Sommario
Introduzione. I. LA STORIA DEL LEZIONARIO E DELLA SUA RIFORMA. 1. Una breve storia dei lezionari. 2. La riforma del Lezionario da parte del Vaticano II. 3. Il lavoro del Coetus XI. II. L'ARCHITETTURA DEL LEZIONARIO PER LE MESSE DELLA DOMENICA. Introduzione. 4. Il triduo pasquale. 5. Il tempo di Pasqua. 6. Il tempo di Quaresima. 7. Il tempo di Natale. 8. Il tempo di Avvento. 9. Le domeniche del tempo ordinario. Conclusione. Bibliografia. Indice degli autori.
Note sull'autore
NORMAND BONNEAU è docente alla Facoltà di teologia dell'Università Saint-Paul di Ottawa. Il suo ambito di ricerca è costituito soprattutto dalle lettere di Paolo e dai vangeli sinottici (Marco in particolare); si interessa anche dell'approccio narrativo dei testi biblici.
«Rendere grazie» è parola chiave nei racconti dell'ultima Cena, i quali fondano la celebrazione dell'eucaristia che da questo verbo prende il suo nome. La genesi e il significato dell'eucaristia, a partire dal comando di Gesù ai discepoli «Fate questo in memoria di me», attraverso le molteplici variazioni assunte nel corso dei secoli nella vita delle comunità cristiane, sono state al cuore della pluridecennale ricerca storico-liturgica e teologica di Enrico Mazza. «Rendere grazie» è quindi espressione quanto mai adatta a riassumere l'orientamento della sua ricerca e quale titolo di una parte dei numerosi studi da lui pubblicati in riviste, atti di convegni e miscellanee, non sempre di facile accesso, e che ex-alunni, colleghi e amici hanno raccolto in occasione del suo 70° compleanno.
I sedici contributi presentati nel volume documentano soprattutto la fase più recente della ricerca di Mazza e si articolano negli ambiti che più ne hanno caratterizzato interessi e riflessioni: la genesi della celebrazione eucaristica e la struttura e teologia della preghiera eucaristica; la nozione di sacramentalità; la storia della riforma liturgica voluta dal Vaticano II; gli aspetti metodologici della ricerca storico-liturgica; l'attenzione ai luoghi celebrativi e in particolare all'altare.
Sommario
Presentazione (P. De Clerck). I. ALL'ORIGINE DELL'EUCARISTIA. 1. La liturgia come mymesis di Cristo. 2. L'eucaristia: dalla preghiera giudaica alla preghiera cristiana. 3. La struttura dell'anafora alessandrina e antiochena. 4. Il recente accordo tra la Chiesa caldea e la Chiesa sira-orientale sull'eucaristia. 5. Che cos'è l'anafora eucaristica? 6. L'eucaristia nei grandi cicli di catechesi del IV secolo. II. CHE COS'È LA SACRAMENTALITÀ. 7. Perché è stato utilizzato il termine «sacramento» per designare i sacramenti cristiani? 8.Elementi agostiniani necessari per la concezione sacramentale della liturgia. 9. La partecipazione attiva alla liturgia e l'efficacia dei sacramenti. III. RIFORMA LITURGICA. 10. La riforma liturgica e il Consilium nel 1965. 11. Il ruolo di Cipriano Vagaggini nella composizione delle preghiere eucaristiche del Messale di Paolo VI. IV. METODOLOGIA DELLA RICERCA NEGLI STUDI LITURGICI. 12. Un criterio particolare nella tecnica di costruzione delle anafore: l'uso della «fonte della fonte». 13. Liturgia e metodo storico. Un esempio significativo: il caso dell'epiclesi eucaristica. 14. I frutti dell'eucaristia: chiave di una sacralità cristiana. Un saggio alla luce della cristologia di B. Lonergan. V. L'ALTARE. 15. Tavola e altare: due modi non alternativi per designare un oggetto liturgico. 16. L'altare come luogo della comunione. Un problema di oggi alla luce della storia. Indice dei nomi. Bibliografia generale. Tabula gratulatoria.
Note sull'autore
ENRICO MAZZA (1940), presbitero della diocesi di Reggio Emilia - Guastalla, ha studiato teologia alla Pontificia Università Gregoriana, specializzandosi in liturgia e teologia dei sacramenti al Pontificio Istituto Liturgico dell'Ateneo S. Anselmo di Roma. Docente di liturgia e teologia dei sacramenti allo Studio Teologico Interdiocesano di Reggio Emilia dal 1968, dal 1987 è docente di storia della liturgia all'Università Cattolica del S. Cuore di Milano e ha tenuto corsi e seminari in istituzioni accademiche italiane e straniere. Tra le sue pubblicazioni EDB: Le odierne preghiere eucaristiche (21991); La celebrazione della penitenza. Spiritualità e pastorale (22007); La celebrazione eucaristica. Genesi del rito e sviluppo dell'interpretazione (32010).
Descrizione dell'opera
Ritmo annuale, ritmo settimanale e ritmo giornaliero: in queste tre scansioni temporali, ognuna nel modo che le è proprio, la liturgia celebra l'unico mistero di Cristo. Ma se ogni cristiano conosce la rilevanza liturgica del tempo, ciò nondimeno - e malgrado l'importanza che il Vaticano II ha riconosciuto alla liturgia per la crescita spirituale del credente - sono ancora in pochi a coglierne il significato più profondo.
Con chiarezza espositiva, precisione metodologica e sinteticità contenutistica l'autore spiega quali sono i temi spirituali veicolati dalla scansione dell'anno liturgico, tutti riconducibili alla fedeltà di Dio alla sua promessa di salvare l'uomo. Ne scaturisce uno strumento utile non solo agli 'iniziati', ma a tutti coloro che intendono 'entrare' in questa realtà anzitutto per conoscerla e dunque assimilarla e viverla.
Sommario
Premessa (C. Cavagnoli). 1. Celebrare nel tempo. 2. Il Lezionario come guida nell'itinerario dell'anno liturgico. 3. Il Tempo di quaresima. 4. «Non è piuttosto questo il digiuno che voglio…?» (Is 58,6). 5. Il triduo pasquale. 6. La veglia pasquale. 7. La cinquantina pasquale. 8. Il Tempo di avvento. 9. La "conversione" dell'Avvento. 10. Il Tempo ordinario. 11. "Volti" della Pasqua. Breve bibliografia.
Note sull'autore
Matteo Ferrari è monaco di Camaldoli; presso le EDB ha curato i volumi: Come celebrare l'eucaristia (2007), Il frutto delle labbra. Quale idea di sacrificio per la liturgia cristiana (2008) e Celebrare la Parola (2009).
Descrizione dell'opera
«La fede e la carità formano un'unica e identica realtà, essendo ambedue dono divino, dovendo ambedue operare nel medesimo individuo e nella medesima comunità, dovendo ambedue crescere contemporaneamente e impegnare e coestensivamente tutto l'uomo» (dall'Introduzione).
A sette anni dalla morte dell'autore, vengono riproposte le sue Letture bibliche sulla fede. Attraverso di esse, Federici intendeva offrire, dopo la pubblicazione delle Letture bibliche sulla carità, un ulteriore sussidio di spessore - complementare al primo e concepito come un unico contesto con esso - per la catechesi biblica e liturgica, al fine di aiutare gruppi e singoli ad accedere sempre meglio alle fonti. Come per il volume precedente lo stile è quello della spiegazione, che è insieme meditazione.
Sommario
Introduzione. I. «E lo seguono perché conoscono la sua voce» (Gv 10,4b). La fede umana. 1. La fede umana interpersonale. 2. La spiegazione evangelica. II. «E credette nel Signore» (Gen 15,6). L'Antico Testamento. 1. «Tornate da me e io tornerò da voi» (Ml 3,7). 2. «Se non credete non sopravvivrete» (Is 7,9). 3. «E credette nel Signore» (Gen 15,6a). 4. «E credette il popolo e ascoltarono» (Es 4,31a). 5. «E quanti sperano nel Signore rinnovano le forze» (Is 40,31). 6. «Senza fede è impossibile piacere» (Eb 11,6a). III. «Annunciate la morte del Signore» (1 Cor 11,26b). Il Nuovo Testamento. 1. «Convertitevi e credete nell'evangelo» (Mc 1,15b). A. Il Nuovo Testamento. B. La liturgia. C. La spiritualità. D. L'ecumenismo. 2. «Credo - Aiuta la mia incredulità!» (Mc 9,24). Premessa. A. «Abbiate la fede di Dio!» (Mc 11,23). B. I personaggi evangelici. C. Dopo la Pasqua Pentecoste. D. La fede efficace. E. Fede e sacramenti. F. La fede fruttuosa. G. Fede: crescita, adempimento, consumazione. 3. «"Signore è Gesù" nello Spirito Santo» (1 Cor 12,3b). 4. «Annunciate la morte del Signore finché non venga» (1 Cor 11,26). IV. «Se confessi… che Signore è Gesù» (Rm 10,9a). Le espressioni della fede. Premessa. 1. «Ascolta, Israele» (Dt 4,6a). A. I «Credo» storici pasquali dell'Antico Testamento. B. La liturgia. 2. «Se confessi… che Signore è Gesù» (Rm 10,9a). A. La Parola. B. La liturgia. Indice dei riferimenti biblici.
Note sull'autore
Tommaso Federici (1927-2002) conseguì le lauree in giurisprudenza e in lettere orientali antiche, il diploma di paleografia presso l'Archivio di Stato di Roma e la licenza in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico. Al Pontificio Ateneo S. Anselmo portò a termine il dottorato in teologia con una tesi dal titolo: La Liturgia, dono divino della libertà. Fu il primo interprete delle iscrizioni accadiche delle tavolette conservate al Museo Barracco di Roma. Insieme a studiosi come E. Lanne, M. Lohrer, B. Neunhauser e A. Nocent fu tra i fondatori del Pontificio Istituto Liturgico. Docente di teologia biblica alla Pontificia Università Urbaniana, fu consultore delle Congregazioni per il culto divino e per le Chiese orientali, e degli allora Segretariati per i non credenti e per l'unità dei cristiani, in particolare nella sezione per il dialogo con l'ebraismo. Ricoprì, inoltre, l'incarico di pro-segretario della Pontificia commissione per la neo-Vulgata. Nel nome di Tommaso Federici si è costituita una Fondazione per proseguire la sua opera culturale e teologica. Le EDB hanno pubblicato Cristo Signore Risorto amato e celebrato. II. La scuola di preghiera cuore della Chiesa locale (2005) e Letture bibliche sulla carità (2008).
Descrizione dell'opera
Sono almeno vent'anni che papi, vescovi e liturgisti parlano di "arte del celebrare", eppure sembra spesso che certe liturgie siano concepite "etsi Deus non daretur", come se non importasse più se Dio è presente e ci ascolta: parole smozzicate, frasi biascicate, microfoni da karaoke o da festa paesana, altoparlanti la cui resa è al limite della tortura... Ma ci si può improvvisare 'esperti' in comunicazione sonora? Tuttavia è proprio questo che accade nella liturgia, magari cinque minuti prima della celebrazione: «Allora, chi legge? Chi intona i canti? C'è qualcuno che suona?».
Il manuale scava nei segreti della comunicazione orale, parlata e cantata o sostenuta da strumenti musicali, nel cuore della liturgia. «Vi è infatti uno spessore tecnico, che va dalla valorizzazione delle capacità di emissione vocale di cui tutti, in qualche misura, siamo dotati, fino all'uso competente e mai facilone, dei supporti che la tecnologia attuale mette a nostra disposizione: è uno spessore che va riconosciuto e messo in atto, in tutti i suoi risvolti» (dalla Presentazione).
Sommario
Presentazione(E. Costa). Premessa. Introduzione. I. La comunicazione sonora 'prima' e 'durante' la celebrazione liturgica. 1. 'Prima'. 2. 'Durante'. II. Acustica e amplificazione nella celebrazione. Osservazioni preliminari. 1. Acustica. 2. Amplificazione. Osservazioni finali. III. Comunicazione e produttori di suoni nella celebrazione liturgica. 1. Comunicazione di/con parola parlata e recitativi. 2. Comunicazione di/con parola cantata (solisti e coro). 3. Comunicazione di/con strumenti musicali. 4. Comunicazione di/con operatori e/o responsabili del suono. Conclusione. Bibliografia.
Note sull'autore
Amelio Cimini, autore-compositore (4 cantate per soli, coro e orchestra, 500 brani pubblicati), ha curato per vari editori oltre 100 album discografici. Insegnante nei seminari e licei di Roma e in Istituti di scienze religiose, animatore musicale per la catechesi giovanile e la pastorale parrocchiale, ha organizzato i corsi di aggiornamento liturgico-musicale per il vicariato di Roma e il corso di perfezionamento liturgico-musicale (CO.PER.LI.M.) per l'Ufficio liturgico nazionale della CEI. Diplomato tecnico del suono al C.E.T. di Mogol, è docente di comunicazione sonora al CO.PER.LI.M. della CEI, dirige uno studio di registrazione ed è responsabile editoriale di 'Fons Musicae'. Direttore artistico di importanti rassegne e festival di musica sacra, fondatore e responsabile dell'associazione 'Musica e Vita', collabora con Radio Vaticana e altre emittenti cattoliche.
Il volume vede la luce a pochi mesi dalla scomparsa dell'autore, ma da lui era stato fortemente voluto, tant'è che egli stesso aveva affidato alle EDB l'incarico di provvedere alla cura redazionale di una selezione di articoli e studi che aveva pubblicato nell'arco di un trentennio.
Il suo insegnamento assume così un carattere profetico e testamentario: «profetico, perché padre Falsini parla con l'autorità dell'esperto che conosce a fondo e vuole far conoscere la straordinaria verità del mistero eucaristico, che si svela solo a chi lo celebra e lo vive con autenticità. Testamentario, perché in queste pagine si trova raccolta la sua eredità sapienziale e testimoniale, che egli desiderava trasmettere alle generazioni presenti e future» (dalla Presentazione).
La trattazione insiste su un approccio al mistero eucaristico condotto da prospettive teologiche, liturgiche, spirituali e pastorali, intessute in modo armonioso: se ne ricava una visione organica e completa, imperniata sulla struttura celebrativa come linea interpretativa unitaria.
Descrizione dell'opera
A cinque anni di distanza dalla morte dell’autore, vengono riproposte le sue Letture bibliche sulla carità. Attraverso di esse, Federici intendeva offrire un sussidio di spessore per la catechesi biblica e liturgica sulla carità. Lo stile è quello della spiegazione, che è insieme meditazione.
La disposizione della materia in due parti, che riguardano l’amore di Dio e l’amore degli uomini, traccia uno schema preciso dell’opera. La carità è azione esclusiva di Dio Padre, Figlio e Spirito: essa appare come l’amore esclusivo che il Padre ha per il Figlio nello Spirito. E appare come l’amore comunicato dal Padre mediante il Figlio nello Spirito agli uomini, i quali nella fede ricambiano tale amore con Dio e lo scambiano con gli altri uomini.
Nella seconda parte i testi dell’Antico e del Nuovo Testamento inducono a comprendere che la carità è, e deve essere, un atteggiamento fondamentale della vita del fedele verso Dio, verso se stesso, verso il prossimo, verso il mondo. Tuttavia essa non è condizione propria dell’uomo, ma grazia gratuita da chiedersi continuamente a Dio.
Sommario
Introduzione. I. «Dio è carità» (1Gv 4,8.16). 1. L’Agapêtós, l’«Eletto-Diletto». 2. «Affinché il mondo conosca che io amo il Padre» (Gv 14,31). 3. «E lo Spirito e la Sposa dicono: “Vieni!”» (Ap 22,17). 4. «Tanto Dio ha amato il mondo» (Gv 3,16). 5. «Ti fidanzerò a me nella fedeltà» (Os 2,22). 6. Il dono divino della libertà: la liturgia. II. «Da questo tutti conosceranno (Gv 13,35). 1. L’amore dopo la conversione. 2. L’Antico Testamento. 3. «La pienezza della Legge è la carità» (Rm 13,10b). 4. «Adesso restano fede, speranza e carità» (1Cor 13,13). 5. La seconda generazione cristiana. 6. La carità e la liturgia romana antica. Indici.
Note sull'autore
Tommaso Federici (1927-2002) conseguì le lauree in giurisprudenza e in lettere orientali antiche, il diploma di paleografia presso l’Archivio di Stato e la licenza in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico. Al Pontificio Ateneo S. Anselmo portò a termine il dottorato in teologia con una tesi dal titolo: La Liturgia, dono divino della libertà. Fu il primo interprete delle iscrizioni accadiche delle tavolette conservate al Museo Barracco di Roma. Insieme a studiosi come E. Lanne, M. Lohrer, B. Neunhauser e A. Nocent fu tra i fondatori del Pontificio Istituto Liturgico. Docente di teologia biblica alla Pontificia Università Urbaniana, fu consultore delle Congregazioni per il culto divino e per le Chiese orientali, e degli allora Segretariati per i non credenti e per l’unità dei cristiani, in particolare nella sezione per il dialogo con l’ebraismo. Ricoprì, inoltre, l’incarico di pro-segretario della Pontificia commissione per la neo-Vulgata. Le EDB hanno pubblicato il suo volume Cristo Signore Risorto amato e celebrato. II. La scuola di preghiera cuore della Chiesa locale (2005). Nel nome di Tommaso Federici si è costituita una Fondazione per proseguire la sua opera culturale e teologica.
Le principali feste liturgiche del rito romano hanno fondamento nel Nuovo Testamento. A tutti coloro che manifestano perplessità circa la fondatezza degli eventi celebrati, l’autore propone i risultati della ricerca esegetica attraverso uno studio sistematico di undici feste, dal Natale alla Pasqua, dal battesimo di Gesù alla sua trasfigurazione.
Egli invita il lettore a interrogarsi sulla storicità di alcuni episodi, estendendo la riflessione alla dimensione teologica e spirituale di quegli stessi passi di cui egli dimostra il substrato mitico e simbolico.
La sua indagine porta a concludere che, se il racconto biblico riferisce talora di fenomeni straordinari attribuibili al genere letterario – ad esempio i cori delle schiere angeliche su Betlemme e dintorni alla nascita del Messia – ciò nulla toglie al significato e al messaggio veicolati dalle scene descritte, che restano validi anche per l’uomo del nostro tempo.
Sommario
Prefazione. 1. L’annunciazione (Lc 1,26-38). 2. La visitazione (Lc 1,39-56). 3. Natale e la nascita del Messia (Lc 2,1-20). 4. L’epifania o l’adorazione dei magi pagani (Mt 2,1-12). 5. La presentazione di Gesù al tempio (Lc 2,22-39). 6. Il battesimo di Gesù). 7. La trasfigurazione. 8. Pasqua: la risurrezione. 1. I vangeli sinottici. 9. Pasqua: la risurrezione. 2. Il Vangelo di Giovanni (Gv 20,1-29). 10. L’ascensione. 11. La pentecoste (At 2,1-13). 12. Che cosa festeggiamo? Mito e liturgia. Bibliografia scelta.
Note sull'autore
Simon Légasse ofm è professore emerito di esegesi del Nuovo Testamento e di lingue semitiche all’Institut catholique di Tolosa. È autore di numerosi studi neotestamentari, fra i quali sono stati pubblicati in italiano: Lettura del Vangelo di Matteo (con Etienne Charpentier Le-Poittevin, Cittadella, Assisi 1975); I poveri di spirito. Vangelo e non violenza (Paideia, Brescia 1976); «E chi è il mio prossimo?». Studio sull’oggetto dell’agape nel Nuovo Testamento (EDR, Roma 1991); Paolo apostolo. Biografia critica (Città Nuova, Roma 1994); Alle origini del battesimo. Fondamenti biblici del rito cristiano (San Paolo, Cinisello Balsamo 1994); Marco (Borla, Roma 2000); L’Epistola di Paolo ai Romani (Queriniana, Brescia 2004).
Descrizione dell'opera
In occasione dell’incarico, conferitogli dalla Commissione diocesana per l’arte sacra, di studiare la situazione dei presbitèri, l’autore ha maturato idee ed esperienze che desidera mettere a disposizione di sacerdoti, parroci, architetti e comunità ecclesiali, al fine di contribuire, da credente e da tecnico, al dibattito sui luoghi sacri.
Il volume prende avvio da una carrellata sui testi della Bibbia e dei Padri della Chiesa, mossa dall’intento di individuare il senso dell’edificio chiesa nell’incontro dell’uomo con Dio. Il tratto più sorprendente di questa prima parte è la “scoperta” che Dio, di fronte alla proposta dell’uomo di costruirgli una casa, risponde di non averne proprio bisogno... Più che il luogo di Dio, la chiesa è dunque il luogo della comunità credente che necessita di uno spazio in cui radunarsi.
Lo scritto si addentra quindi in una disamina delle nostre chiese e ricerca il senso dell’edificio chiesa, del suo riferimento alla comunità, il significato di tutte le sue parti interne e degli spazi della celebrazione. Molto utile è anche il costante confronto che l’autore propone tra i documenti del magistero sull’argomento e la realtà di come sono spesso organizzati gli spazi o disposti gli arredi nelle chiese. Anche attraverso alcune affermazioni e prese di posizione a prima vista un po’ radicali o utopistiche, l’autore si preoccupa di stimolare la riflessione, di invitare a non adagiarsi sul passato o sul presente.
Sommario
Presentazione (mons. E. Caporello). Premessa. Testi biblici. Antico Testamento. Nuovo Testamento. I padri della Chiesa. Per riassumere. Le prime chiese di pietra. Le nostre chiese. Contraddizione. La casa della comunità. L’aspetto esterno. L’interno. Conclusioni. …quel che farei (e non farei) se dovessi progettare una chiesa. Nota sulla sacralizzazione. I murales nella chiesetta di S. Maria della Vittoria (S. Mateus do Maranhão) in Brasile. Bibliografia scelta.
Note sull'autore
Arnaldo Caleffi (Mantova l936) è architetto dal 1986. Chiamato a far parte della Commissione diocesana per l’arte sacra di Mantova, ha ricevuto l’incarico di studiare la situazione dei presbitèri nella diocesi e di proporre alcune linee di soluzione.
Descrizione dell'opera
La Messa è l’esperienza fondamentale della relazione del credente con Dio per mezzo di Gesù, celebrata in tutta la sua pienezza. In essa accade qualcosa di fondamentale per l’uomo: Dio ha concentrato la totalità del suo amore salvifico nei confronti del mondo nell’azione rituale e nella parole della liturgia eucaristica.
Indirizzandosi al cristiano comune semplicemente interessato a comprendere meglio la Messa, l’autore lo introduce a tale mistero aiutandolo ad approfondire i vari momenti della celebrazione che, tramite una forma, trasmettono un contenuto di salvezza. Il piano del volume segue l’ordine cronologico, iniziando con i riti introduttivi e concludendo con il rito di congedo. Tra questi si inseriscono le due parti principali della celebrazione, la liturgia della Parola e la liturgia eucaristica.
Sommario
Introduzione. 1. Le basi e il contesto. 2. I riti introduttivi. 3. La liturgia della Parola. 4. La preparazione dell’altare e delle offerte. 5. La preghiera eucaristica. 6. La comunione. 7. Il rito di congedo.
Note sull'autore
Jeremy Driscoll, nato nel 1951, dal 1973 è monaco benedettino all’abbazia di Mount Angel in Oregon (USA). Si occupa di Sacra Scrittura, patristica, liturgia e teologia. È docente di teologia presso il Mount Angel Seminary e professore associato di teologia presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma.