Di recente il tema del sacrificio umano è stato al centro del dibattito sulle principali pagine dei giornali, con la polemica che ha punto nel vivo la comunità ebraica italiana, e non solo. In questo libro Brelich, noto docente di storia delle religioni, affronta il tema spaziando da una civiltà antica all'altra, con l'intento di mappare con assoluta precisione il fenomeno delle uccisioni rituali. Scopriamo così che questo rito era praticato tanto nell'antico Egitto che in Mesopotamia, ma anche in Africa, nelle Americhe, in Cina, ecc.; e che aveva un valore simbolico altissimo, che l'autore ci aiuterà a scoprire pagina dopo pagina, con un linguaggio semplice, lo stesso che ha usato, a suo tempo, per spiegare questo misterioso fenomeno ai suoi numerosi studenti.
Gli eroi greci sono figure molto più complicate e sconcertanti di quanto l’accezione moderna della parola non lasci presagire: anzitutto vissero nella quarta èra – convulsa e grandiosa – dell’umanità (dopo l’età d’oro, quella d’argento, quella di bronzo) e si estinsero subito dopo la guerra di Troia; in secondo luogo, erano esseri semidivini – e necessariamente mostruosi. L’argomento, come si sa, è tutt’altro che sprovvisto di bibliografia. Ma per una volta non sarà azzardato definire fondamentale questo libro, imponente edificio che ancora oggi, a più di cinquant’anni dalla sua costruzione, si rivela un indispensabile punto d’osservazione, da cui lo sguardo può spaziare su un territorio sconfinato. Indispensabile come lo è, certo, anche Gli eroi della Grecia di Karl Kerényi, di cui Brelich è stato allievo. Ma Brelich non ha tardato a percorrere una strada divergente da quella archetipica praticata dal maestro, procedendo risolutamente verso una prospettiva storica e comparatistica. Muovendosi tra antropologia, etnologia, archeologia, storia e filologia, Brelich riesce così a estendere e al tempo stesso a rendere più nitido l’orizzonte d’indagine, e attraverso la sua magistrale analisi degli eroi greci – enigmatici nell’orizzonte culturale moderno, dove «c’è ancora posto per un’idea di dio, ma difficilmente per esseri “semidivini”» –permette di cogliere in tutta la sua specificità il rapporto, in Grecia, fra rito e mito.
Brelich afferma che i tabù religiosi sono sistemi simbolici di credenze connessi alla struttura socio-economica: ad esempio, la spartizione della preda tra i Boscimani garantisce la soddisfazione dei bisogni collettivi. Attraverso una dettagliata analisi, le culture esaminate svelano una fitta rete di rapporti che, dalla dimensione socio-economica, rinviano a un corrispondente universo di credenze e riti, mostrandone la ricca e molteplice interazione.