L'ascesa della rete come ambiente globale ha cambiato le prospettive politiche. Da una parte, crea l'illusione di una sfera comunicativa senza controlli, in cui si realizzerebbe pienamente la libertà dei cittadini. Dall'altra, consente a leader spregiudicati di contattare senza mediazioni i cittadini stessi, attraverso i social oppure organizzando consultazioni politiche online. La tesi di questo libro è che a trarne vantaggio siano solo i nuovi leader autoritari - Trump, Erdogan, Putin, Orbán - o gli aspiranti tali - Le Pen, Grillo, Salvini, Petry, Wilders, Farage. Tutta gente che si vuole disfare dei partiti e persegue una relazione diretta con i cittadini, soddisfacendo le loro paranoie in tema di sicurezza, immigrazione, protezionismo economico. Ecco perché l'ascesa della nuova destra può essere definita populismo digitale. Populismo, perché il popolo non è concepito da questi leader che come un gregge da vezzeggiare. E digitale, perché senza il trionfo del web tutto ciò non sarebbe pensabile.
"Una gabbia per l'allevamento dei tonni è il suo primo ricordo. In quel tratto del mar d'Africa a una decina di miglia dalla costa, i pescatori catturano i giovani tonni e li nutrono fino alla mattanza. Lui è attaccato a una rete metallica circolare di una ventina di metri di diametro, con una passerella da cui si butta il mangime ai pesci. Ma non è esattamente aggrappato. E legato con una corda alla schiena di qualcuno che artiglia la rete. Chi è l'uomo? Suo padre? E che ne è stato della madre? Non chiedetelo a lui. Non sa nulla e non ricorda nulla. All'alba è perso tra sonno e veglia. Per tutta la notte ha udito i lamenti degli altri appesi alla gabbia dei tonni. Ogni tanto sentiva qualcosa premere sull'uomo a cui è legato, e quando si è fatto chiaro ha visto al di là della rete i grossi pesci argentati fissarlo con i piccoli occhi neri orlati di bianco e tuffarsi nella schiuma."
Quali sono i criteri con cui la crudeltà, ampiamente mostrata dai media vecchi e nuovi, è occasione di sdegno o di intervento "umanitario"? La risposta è che lo sdegno dipende da un complesso di circostanze, tra cui gli interessi materiali in gioco e la fondamentale indifferenza delle opinioni pubbliche occidentali. Come si è determinata questa strana mescolanza di insensibilità e moralismo? Riprendendo il tema della crudeltà nel mondo classico e moderno, come si manifesta soprattutto nella letteratura e nella cultura di massa, il saggio analizza la complessità dello "sguardo" come ottica culturale: non è la crudeltà a essere finita ma il nostro sguardo culturale a non vederla più. È così che dalla fine della guerra fredda, ormai da quasi venticinque anni, l'Occidente combatte guerre in mezzo mondo senza che la sua vita quotidiana sia alterata e in un'indifferenza appena venata di voyeurismo.
Frutto di una ricerca durata diversi anni, questo libro descrive, grazie a tecniche etnografiche, i mondi criminali di una città dell'Italia del Nord. Vecchi contrabbandieri, uomini d'onore e camorristi, rapinatori, organizzatori del gioco d'azzardo, ma anche prostitute, italiane e straniere, spacciatori, ladruncoli e bidonisti (le diverse ombre cui allude il titolo) raccontano le loro attività passate e presenti, oltre che i rapporti con clienti, vittime e complici. I mondi criminali, illustrati dalla voce dei protagonisti, risultano così inestricabilmente connessi alla vita quotidiana della città, anche se perlopiù invisibili.
Mentre le cronache registrano di continuo la morte in mare di "clandestini", gran parte dei mezzi di comunicazione di massa alimenta senza sosta il panico sull"'invasione" del nostro paese da parte di immigrati provenienti dal Terzo mondo. Non si tratta in realtà di una lettura specifica dei soli media, ma di un più complessivo atteggiamento di chiusura della società italiana verso gli stranieri, in un Paese dove anche la sfera della politica non si dimostra consapevole del problema del riconoscimento dei diritti di cittadinanza ai nuovi migranti. Nel descrivere gli umori più profondi della società italiana Dal Lago si schiera in modo deciso, in un libro polemico e documentato, perché in gioco sono i contenuti più profondi su cui si regge la democrazia.
L'etnografia sociale è un complesso di metodi che trova feconde applicazioni nell'antropologia sociale e urbana, nell'etnologia, nella sociologia e nella ricerca educativa. L'etnografia è costituita da tecniche di osservazione e descrizione. Fare etnografia significa entrare nei diversi mondi sociali sospendendo la credenza nelle norme e nei valori che li regolano. Questo manuale discute le relazioni dell'etnografia sociale con la ricerca storica e antropologica e presenta un certo numero di ricerche articolate in due sezioni, "mondi" e "professioni".