"Perché gli esseri umani si fanno le guerre? Quali sono le cause delle rivoluzioni? Cosa spinge l'élite politica di un regime autoritario ad avviare un processo di democratizzazione? Su quali basi gli elettori modificano il proprio comportamento di voto? Perché è finita la stagione dei grandi partiti di massa? L'idea di fondo di questo libro è che siamo in grado di rispondere a tutte queste domande solo attraverso l'analisi comparata". La comparazione diventa, quindi, lo strumento indispensabile con cui esaminare i fenomeni politici che ci circondano e scoprirne le "regolarità". Il volume illustra le definizioni, i concetti e i metodi scientifici più appropriati per studiare e capire la politica; inoltre, approfondisce anche le questioni fondamentali della macropolitica (lo Stato, la nazione, i regimi democratici e non), degli attori (le élite politiche, i partiti, i gruppi d'interesse), delle istituzioni (i governi, i parlamenti, i sistemi elettorali), dei processi decisionali e dei loro effetti sul cittadino. "Capire la politica" è un libro rivolto in particolare agli studenti dei corsi di Scienze politiche e sociali, ma è utile e accessibile a chiunque voglia rispondere a quelle domande affascinanti che tutti ci poniamo in quanto cittadini.
Nel Novecento la democrazia alterna successi e fallimenti: il periodo tra le due guerre sembra preludere alla sua crisi definitiva; la fine della Seconda guerra mondiale ne segna la rinascita; la conclusione della Guerra Fredda sospinge poi la forma democratica verso nuovi e imprevisti successi, con una diffusione che va ben al di là dell'area occidentale, dove è nata. Infatti, mentre nelle democrazie di lungo corso si moltiplicano i segnali di insoddisfazione, in molte altre regioni del mondo la democrazia non perde colpi e viene imitata in molti modi. Dagli anni Settanta a oggi, un processo più o meno intenso di democratizzazione ha investito quasi la metà degli Stati, dall'Europa meridionale e orientale all'America latina, all'Asia e all'Africa. In molti paesi le trasformazioni politiche portano alla nascita di democrazie consolidate, ma in altri il processo si interrompe, subisce battute d'arresto e anche vere e proprie inversioni di tendenza. Perché alcuni Stati si democratizzano prima e altri più tardi? E perché le cause e i percorsi che portano alla democrazia risultano così diversi? È possibile, infine, esportare la democrazia? Sono solo alcuni degli interrogativi posti da Grilli di Cortona di fronte alla diffusione globale del "governo del popolo".
L'esperienza democratica italiana è caratterizzata da due transizioni che danno luogo a due diverse fasi. La prima transizione porta l'Italia fuori dal fascismo e ha come esito l'adozione della Costituzione del 1948 e il consolidamento della Prima RepubbLica. La seconda inizia nel 1993 con le riforme elettorali e con l'impatto delle inchieste di Mani pulite sui sistema partitico e sulla vecchia classe dirigente: ne scaturiscono il collasso di un assetto politico che aveva retto per oltre quarant'anni e l'avvio della Seconda Repubblica. Il volume intende fornire un'interpretazione complessiva dell'evoluzione del nostro sistema politico, cercando di individuare i nessi causali che legano le due transizioni. Inoltre si sofferma sulla seconda transizione, che presenta due peculiarità rispetto a quelle solitamente studiate dalla politica comparata. La prima è che essa non porta da un regime a un altro regime (come fu la transizione daL fascismo alla democrazia), ma da un tipo di democrazia a un altro tipo di democrazia. La seconda è che si presenta ancora incompleta, non avendo visto la realizzazione di una riforma costituzionaLe capace di affrontare le questioni cruciali dei poteri del primo ministro e del bicameralismo. E questo suggerisce alcune considerazioni sulle prospettive evolutive del sistema politico italiano.