Quali sono le origini del realismo politico di Hobbes? Una risposta può essere rintracciata nei suoi primi scritti, prodotti tra gli anni '10 e '20 del Seicento: il Discorso su Tacito, il Discorso su Roma, il Discorso sulle leggi e l'Introduzione alla Guerra del Peloponneso di Tucidide. In un periodo in cui il pensiero del filosofo risultava fortemente influenzato dalla cultura classica, questi testi gettano luce sulla fase più trascurata della produzione hobbesiana, eppure particolarmente significativa per comprendere le radici della sua avversione per i tumulti sociali e per la democrazia, formulata nelle opere della maturità quali De cive e Leviatano.
Vitale rappresentazione dello Stato moderno, longeva e barocca figura di pensiero politico nelle sembianze di un mostro biblico, il "Leviatano" è certamente l'opera filosofica più dibattuta degli ultimi quattro secoli: vi sono contenute le radici del moderno Stato di diritto e di esperienze politiche antiassolutistiche come la Rivoluzione francese, elementi necessari a comprendere le vicende più recenti delle democrazie europee. Pubblicato per la prima volta nel 1651, al termine di un'epoca che aveva visto l'Europa dilaniata da guerre civili e di religione, il "Leviatano" definisce tutte le logiche e le categorie della modernità, inclusa la loro duplicità e contraddittorietà. Perché reca in sé non solo un'architettura di istituzioni, ma anche un campo di conflitti, non solo la stabilità, ma anche la possibilità del fallimento. Superare la forma Stato descritta in queste pagine resta una delle grandi sfide del XXI secolo. Con un saggio introduttivo di Carlo Galli.
L'uomo è un corpo mosso da catene causali di azione e reazione e le istituzioni sociali che costruisce intorno a sé sono fondate su un contratto di reciproco vantaggio. Ogni associazione di persone è mirata a un utile razionalmente perseguito e ogni fallimento del contratto sociale è dovuto alla prepotenza e alla ferocia della natura umana. Se tutti gli uomini sono uguali e soggetti alle stesse leggi che governano il moto dei corpi, allora la legge politica deve essere assimilata alla legge naturale, di cui condivide la logica. È questa l'argomentazione che fonda la teoria politica dello Stato laico. Con un saggio introduttivo di Luciano Violante.
Nel "Leviatano" (testo inglese 1651, testo latino 1668) sono codificati tutti i principali concetti del pensiero politico moderno. Scritto durante l'esilio volontario di Parigi, mentre in Inghilterra si succedevano gli eventi laceranti della guerra civile, ha provocato subito vivaci polemiche, per la teoria politica e per l'originale interpretazione della Bibbia. Il "Leviatano" è lo stato: un animale artificiale creato dagli uomini attraverso un patto. Ha un'anima, la sovranità, e il suo ambiente naturale è la concordia. Si ammala con la sedizione e muore con la guerra civile. Senza lo stato, gli uomini sono liberi di fare ciò che vogliono, ma si trovano in una situazione di perenne insicureza che mette in pericolo il bene più prezioso: la vita.