Il volume offre una diversa visione dello sviluppo, spostando l'accento dalle prime relazioni del bambino con la figura materna, da cui deriverebbero il funzionamento affettivo, sociale e comportamentale, alla relazione intesa come sostanza generativa dell'esperienza umana capace di riorganizzare la personalità del soggetto. L'individuo è biologicamente predisposto, oltre alla relazione con la madre, a quella con il padre, con il partner e con il figlio e, in ognuna di esse, cambia, con l'oggetto, la qualità del rapporto, capace di tirar fuori inattese risorse interne.
I Vangeli narrano l'opera della croce, un'opera che attraversa le folle e, di quando in quando, coinvolge singole persone con le loro storie; tra queste troviamo alcune figure femminili: la suocera di Pietro, la peccatrice, la vedova povera, la samaritana, la vedova di Naim ecc., che non contano nulla sul piano sociale, ma acquistano un valore eterno su quello umano. Appaiono inattese sulla scena, quasi interrompendo il racconto, per inserirvi la loro piccola esistenza, così ordinaria e, per questo, così vicina alla nostra. Senza dottrina, insegnano; senza autorità, ispirano; senza nome, sono. I loro incontri con il Figlio di Dio, pur nel dramma, rasserenano e fanno gioire. Quale il loro segreto? Esse, a differenza degli altri, non cercano il Messia, ma nel Messia vedono Gesù. La grande lezione che ci danno è che Dio è umano. "Le piccole donne dei Vangeli sono figure appena tratteggiate, fredde meteore che s'infiammano a contatto con gli occhi vivi dell'uomo di Nazareth." (dalla premessa dell'autore)
L'uomo nasce con un progetto educativo, che si realizza mediante i quattro incontri d'amore che la vita gli ha riservato: con la madre, con il padre, con il partner, infine con il figlio. Ogni incontro serve a preparare il successivo, e l'ultimo decide l'esito favorevole del primo incontro. Questo volume lancia una vera sfida al mondo dell'educazione, suggerendo che forse l'uomo non è mai stato educato a svolgere i ruoli nei quali soltanto matura e si esprime il sentimento della sua umanità. È diventato urgente che l'uomo apprenda ciò che un tempo era in lui spontaneo: crescere per impegnarsi verso una nuova generazione. Diventare adulti è il solo modo per scongiurare il pericolo di un uso improprio e distruttivo di un così grande potere acquisito mediante la conoscenza. Ora, crescere vuole dire maturare una serie di sentimenti, fiducia, speranza, verità, libertà, volontà, giustizia, amore, senza i quali non è possibile rispondere ai compiti della vita, che sono pochi, ma fondamentali per realizzare la natura dell'uomo. Compito di ogni bambino è diventare un figlio, trasformarsi in coniuge, convertirsi in genitore.
Un equivoco attraversa l’intera vicenda del sequestro di Aldo Moro e genera una diversa disposizione nei confronti dell’uomo. Si è detto: Moro non voleva morire, e tale volontà sarebbe stata accompagnata, come osservò tra gli altri Sciascia, da una preoccupazione quasi ossessiva per la famiglia. Per l’autore di questo libro la prospettiva va rovesciata: Moro voleva vivere. È una differenza radicale. Dove c’è paura, la famiglia diventa opportunità; dove c’è desiderio, la famiglia diventa motivo.
Con una forza spirituale che disorientò gli «amici» politici (che reagirono non ritrovando in lui «l’uomo che conosciamo », come dei figli che aspirano a una relazione narcisistica con un padre ideale e perfetto e non tollerano la realtà della sua debolezza), Moro espresse nelle lettere dalla prigionia innanzitutto il sentimento genitoriale. La preoccupazione per la propria famiglia (la famiglia naturale, ma in certa misura anche quella allargata del partito), che Moro vuole salvare dal dolore di una tragica esperienza di lutto, esigeva la difesa della propria vita, perché lui ne era la guida responsabile. Se le lettere fossero state lette con matura intelligenza, i figli vi avrebbero trovato non la fragilità e le implorazioni di un padre in difficoltà ma la strategia e i suggerimenti che un padre forte e coraggioso continuava a formulare, per il bene loro e della nazione. Prevalsero i timori, e mostrare forza a chi esibiva forza sembrò la risposta migliore. Ma la morte di Moro non dimostrò nulla e non giovò a nessuno.
L'AUTORE
Rocco Quaglia, psicologo e psicoterapeuta, è docente di Psicologia dinamica all’Università di Torino. Fra le sue pubblicazioni ricordiamo: La Sindone letta da uno psicologo; Immagini dell’uomo. Costruzione di sé e del mondo; Il valore del padre; In difesa della Bibbia; Della psicoanalisi.
Obiettivo centrale del volume è offrire un panorama il più possibile ampio dei modelli dello sviluppo, su cui si innestano e si diramano le molteplici prospettive che derivano dal suo studio. L'accento è posto principalmente sui presupposti teorici e metodologici che informano le diverse concezioni della psicologia evolutiva, con riferimento ai rispettivi temi indagati e alle relative acquisizioni. Il concetto di sviluppo, dunque, nella sua evoluzione storica e nei diversi orientamenti speculativi, resta il cardine intorno cui ruotano teorie, problemi e quesiti che continuano a interessare la riflessione sui processi evolutivi. Sono considerati i modelli classici (teorie maturative, organismiche, sociali, psicodinamiche) fino a quelli più recenti (modello bioecologico, dei sistemi dinamici, delle neuroscienze), prestando particolare attenzione ai grandi costrutti del funzionamento della mente, quali le teorie dell'apprendimento, cognitive, dell'attaccamento, culturali. Destinatari privilegiati di questo manuale sono gli studenti, sia coloro che devono gettare le basi della propria conoscenza nel campo della psicologia dello sviluppo, sia coloro che intendano riconsiderare, nella laurea magistrale, i processi evolutivi dei singoli comportamenti alla luce delle varie concezioni che informano le differenti visioni dell'uomo. Il volume si rivolge anche ai professionisti che operano nel campo dell'età evolutiva, tra cui gli educatori e gli insegnanti.
La Sindone: l’immagine di un uomo morto, che ha sofferto un feroce e straziante supplizio e che pur diffonde un sereno senso di pace. Nell’analizzare il discusso telo, di solito lo studioso cataloga le lesioni con criteri scientificamente avvalorati: ne individua la posizione, ne stabilisce la tipologia, specifica gli eventi che le hanno provocate. In altre parole, la scienza vede i traumi non le ferite; ne ipotizza le cause, non ne valuta i significati; esamina un cadavere e non un uomo.
Libero da ogni preoccupazione scientifica o di fede, senza specifici strumenti d’indagine e microscopi, l’autore accosta la Sindone in maniera del tutto particolare. Essa raggiunge infatti l’emotività di chiunque si fermi ad osservarla: racconta di un uomo, l’atrocità del suo dolore e delle sue innumerevoli ferite; descrive la brutalità e l’accanimento dei carnefici; testimonia l’affetto e la premura di chi ne ha ricomposto il corpo esanime.
Analizzando le «impronte affettive» rintracciabili sul lenzuolo e paragonandole con i movimenti descritti nei racconti evangelici, il volume conduce verso tre messaggi: quello del dolore, quello del male, quello dell’amore. Da questi passaggi successivi delinea poi una riflessione positiva sul significato del dolore nella crescita dell’individuo.
Sommario
Introduzione. L’uomo tra scienza e fede. L’uomo della Sindone. Primo messaggio: il dolore. a) la flagellazione; b) il casco di spine; c) le ferite al volto; d) le altre ferite; e) il dolore morale. Secondo messaggio: il male. Terzo messaggio: l’amore. Maria di Magdala. La formazione dell’impronta della Sindone. Il significato del dolore nell’uomo della Sindone. Epilogo. Bibliografia.
Note sull'autore
Rocco Quaglia è professore associato di psicologia dinamica all’Università di Torino. Tra le sue pubblicazioni: Adamo: l’infanzia inesistente, Armando Editore, Roma 1996; “Il piccolo principe”, Un bambino senza padre, Armando Editore, Roma 2001; I sogni della Bibbia: un’interpretazione psicodinamica, Borla, Roma 2002; La scatola nera. Psicologia del sentimento, EDB, Bologna 2003.
L’autore analizza l’area del sentimento e le sue trasformazioni in prospettive diverse (fiducia, speranza, verità, libertà, volontà, giustizia, amore), guidando il lettore all’interno di quella "scatola nera" che a livello inconsapevole finisce per essere determinante dell’essere e dell’agire umani.
Note sull'autore
Rocco Quaglia insegna psicologia dello sviluppo e psicodinamica dello sviluppo e delle relazioni familiari presso la facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Torino. Ha pubblicato I sogni della Bibbia: un’interpretazione psicodinamica, Borla, Roma 2003.
LA BIBBIA, NEL RACCONTARE I SOGNI DI ALCUNI DEI SUOI PERSONAGGI, CI MOSTRA UNA CHIAVE DI POSSIBILE LETTURA DEL SOGNO, NEL SUO ASPETTO PSICHICO. La somma delle conoscenze dell'uomo non aggiunge e non togl ie nulla al sapere della vita. La conoscenza razionale dei fenomeni della vita serve all' uomo, non tanto per rendere migliore" la propria esistenza, quanto per controllare le proprie paure. Voler dare un senso razionale a tutto quello che avviene, potrebbe rivelarsi la piu`grande illusione dell'u omo. Vi e`una conoscenza del sentimento che trascende ogni conoscenza concettuale, puo`possedendo un esatto rapporto con la logica. Il sentimento e`prima della logica e nulla attinge alla logica della mente. Il sogno, prodotto del sapere della vita, ha le sue "ragioni", di cui l'uomo biblico aveva una conoscenza immediata, come immediata e`la conoscenza del sapore di un alimento. Nel sogno, egli coglieva la propria espressione del mondo. La bibbia, nel raccontare i sogni di alcuni dei suoi personaggi, ci mostra una chiave di possibile lettura del sogno, nel suo aspetto psichico. E una chiave che non vuole nh smentire nh sostituire quelle gia in uso, ma semplicemente vuole ricordare che la vita ha "ragioni" che si possono soltanto sentire"