"Lettere dalla terra" è una raccolta di lettere irriverenti che l'arcangelo Satana - esiliato da Dio sulla terra a causa dei suoi commenti impertinenti riguardo la creazione - scrive ai suoi compagni, gli arcangeli Gabriele e Michele. In "Lettere dalla terra" Mark Twain si prende gioco dell'uomo alle prese con la sua più grande invenzione, il Dio della Bibbia, illogico e geloso, il Padre distratto e cattivo che elargisce malattie e sciagure in quantità, e che pretende in cambio di essere venerato. Dietro la maschera di un Satana beffardo, bonariamente curioso e provocatoriamente ragionevole, è facile scorgere la personalità di Mark Twain, che smessi gli abiti universalmente noti dello scrittore per ragazzi, si cala nei panni del sottile osservatore delle ipocrisie e dei conformismi imposti dalla religione ai suoi poveri contemporanei, ridicolizzando il creazionismo e l'origine divina dell'universo. "Lettere dalla terra" è un'analisi ironica, dissacrante e distruttiva dei libri sacri e del comportamento religioso dell'uomo, e vi si scorge il Twain più sarcastico, solidamente scettico, geniale e irriverente di tutta la sua produzione postuma.
"La storia del nostro Tom l'ho amata fin dai tempi delle mie prime letture e, dopo, l'ho preso per modello. Posso dirvi in breve che i motivi della mia ammirazione sono due: il primo è lo scorrere di avventure che ti tengono col fiato sospeso, il secondo il grande senso di comicità e umorismo che si trova in ogni pagina." (Dall'introduzione di Lia Levi) Età di lettura: da 8 anni.
Scrive Alessandro Portelli nell'Introduzione a questi ventisei racconti inediti di Mark Twain: "Si dice spesso che Mark Twain è uno di quegli scrittori che possono essere citati sia pro sia contro su qualunque argomento". Vero è che si trova pressoché di tutto, in questa multiforme e affascinante raccolta di storie, articoli e aneddoti, pubblicati nel 2009 per festeggiare il centenario della morte di uno dei più grandi scrittori della letteratura statunitense. Questioni universali più che mai attuali e ricordi personali si fondono e si intersecano, sempre affrontati con sottile ironia e acume brillante. L'autore cerca e ottiene la complicità del lettore, che insieme a lui ride (spesso amaramente), riflette, s'indigna e reagisce di fronte alle assurdità del nostro mondo. Lo stile tagliente non risparmia sferzate polemiche al sistema politico e sociale americano, a volte con attacchi diretti - come nel racconto autobiografico "Sulle spese di spedizione di un manoscritto d'autore", in cui il Congresso degli Stati Uniti è definito "Manicomio Nazionale" - a volte con fini e non troppo velate metafore - come nella favola esopica "La giungla discute dell'uomo", o nell'immaginaria discussione tra monete raccontata ne "La lite nel forziere". Eppure, in Twain, le satire e le parodie del suo presente (così spesso simile al nostro!) non eliminano l'orgoglio di sentirsi parte attiva di un paese libero. Un contrasto solo apparente - o forse, una contraddizione insolubile.
Ben pochi sono gli scrittori di tutti i tempi citati al pari di Mark Twain. Non c'è argomento che non si possa trattare senza ricorrere a un suo aforisma, un suo paradosso, una sua provocazione. Una delle più ricorrenti è tratta proprio dal breve vademecum da lui scritto nel 1906, ora proposto al pubblico italiano in questo libro illustrato, e dedicato alle brave bambine: "Mai fare le maleducate con i grandi, a meno che non siano loro a cominciare". È questo l'ultimo di una serie di consigli che Twain offre alle bambine nel suo più autentico stile irriverente e sornione, da vecchio navigato che sotto l'apparente intento di insegnare loro le buone maniere, di fatto le istiga alla più strenua resistenza e all'impietosa ritorsione di fronte alla prepotenza più o meno latente di genitori, fratelli, amichette, maestre e nonni. Un altro esempio? "Se la mamma ti dice di fare una cosa, non sta bene dirle di no. È più utile e opportuno che tu le assicuri di fare come vuole lei, per poi attenerti con discrezione a quanto t'impone la tua somma saggezza." Cos'altro aggiungere, se non un commento per immagini di pari, maliziosa impertinenza? È nato così questo progetto grafico concepito da un grande artista contemporaneo come Vladimir Radunsky. Ne sortisce un album volutamente in bilico tra il libro per bambini e il pezzo d'arte. Età di lettura: da 5 anni.
Ha scritto Italo Calvino che se il denaro rappresenta per Balzac una forza motrice della storia e per Dickens una pietra di paragone dei sentimenti, "in Mark Twain il denaro è gioco di specchi, vertigine del vuoto"; e di tale gioco e vertigine la testimonianza più emblematica viene offerta da questo racconto, apparso per la prima volta nel 1899, vero e proprio apologo che ha per protagonista un'intera cittadinanza, famosa per la sua sbandierata onestà, che si vede messa alla prova da un lascito di quarantamila dollari che paiono piovuti dal cielo, o meglio da un donatore sconosciuto per un destinatario altrettanto sconosciuto e da scovare. Sarà una beffa maligna, ma che servirà a svelare il terreno fecondo di ipocrisia su cui è cresciuta la nomea puritana della città di Hadleyburg. Ad uno ad uno tutti i notabili del luogo infatti si lasciano tentare, e per di più accusandosi l'un l'altro o tacitando la propria coscienza in veri e propri esercizi di oblio volontario. La tanto decantata onestà non era che una tenue, precaria e fittizia rispettabilità sociale, quella sì difesa strenuamente; e come sempre nella grande arte umoristica di Mark Twain, il comico era già nelle cose, bastava soltanto iniziare a guardarle.
Una bugia detta bene è immortale.
Libertà di stampa di Mark Twain propone per l'anniversario della morte dello scrittore alcuni saggi inediti sul tema della libertà di pensiero e di opinione. Una tematica di grandissima attualità analizzata da uno degli scrittori più estrosi, divertenti e acuti della letteratura mondiale del Novecento.
L'impudente genialità di Mark Twain punta il dito sul mestiere d’informare, sui metodi di costruzione e persuasione dell'opinione pubblica, sulla censura, sulla "troppa libertà" di certa stampa e sull'eccessiva cautela di certa altra, senza risparmiare colpi alla categoria a cui egli stesso apparteneva.
Solo ai morti è permesso di dire la verità, asseriva Twain dopo che diversi dei suoi scritti furono censurati o respinti dai suoi editori e caporedattori, sopportando le conseguenze dello scomodo privilegio di quella libertà di opinione a cui cercò sempre di dare espressione: «un uomo non é indipendente, e non può permettersi di avere delle idee che potrebbero compromettere il modo in cui si guadagna il pane. Se vuole prosperare, deve seguire la maggioranza. Per questioni molto importanti, come la politica e la religione, deve pensare e sentire come la maggior parte dei suoi vicini, altrimenti subirà danni alla sua posizione sociale e ai guadagni negli affari».
Gli scritti inediti Libertà di stampa, Fortuna e Opinioni di granturco - quest'ultimo inserito da Joyce Carol Oates tra i cento migliori saggi americani del XX secolo - spiccano tra gli altri scritti proposti (Privilegio dei morti. Riflessioni sulla libertà d’opinione; Avviso alla gioventù; Pregare in tempo di guerra; Giornalismo nel Tennessee; Come diressi un giornale per agricoltori). Una serie di articoli e racconti su uno dei temi più controversi del momento, caratterizzati da un inconfondibile talento umoristico e polemico.
Il cuore di questa raccolta pulsa tra la virtù e la maledizione del potere dell'informazione: «l’ammaestramento fa cose meravigliose. Non c’e nulla che l’addestramento non possa fare. Nulla e al di sopra o al di sotto della sua portata. Può trasformare i cattivi principi in buoni, e i buoni in cattivi; puo' annientare ogni principio, e poi ricrearlo».
Un relato realista, vigoroso, dramático, magnífico y evocador, que nos transporta a la Guerra de los Cien Años. La acción gira en torno a la figura sublime y valerosa de Juana de Arco.
Juana de Arco es un relato realista, vigoroso, magnífico y evocador, que nos transporta al dramático contexto de la Guerra de los Cien Años, con la Europa cristiana en llamas y Francia en peligro de perder su territorio. La acción gira en torno de la figura sublime, insigne y valerosa de Juana de Arco, una jovencísima doncella de Orleans que, al oir la llamada de unas voces, se siente llamada por Dios, y pretende nada menos que solventar el conflicto participando directamente en la batalla.
A través de estas emocionantes páginas se suceden, una tras otra, escenas de heroísmo, unidas a la figura leal de Louis de Conte, escudero de Juana y compañero de sus triunfos en el campo de batalla, al que el genio narrativo de Twain hace presunto autor de esta grandiosa historia, que podría figurar entre las más increíbles leyendas de caballería, incluido el trágico final de la Doncella de Orleans, quemada viva en la hoguera.
Mark Twain nació en 1835 con el nombre de Samuel Langhorne Clemens en Florida, EE UU, y murió en 1910. Escritor y aventurero incansable, encontró en su propia vida la inspiración para sus obras literarias. Creció en Hannibal, pequeño pueblo ribereño del Mississippi, lugar que inspiraría sus obras más conocidas, Las aventuras de Huckleberry Finn y Tom Sawyer, que es, sin duda, su obra maestra, e incluso una de las más destacadas de la literatura norteamericana, por la que ha sido considerado el Dickens estadounidense.
El inmenso éxito de estas obras ha hecho que el resto de su obra pase más en sordina y no sea reconocida como merece, en particular su espléndida novela sobre Juana de Arco, de la que él mismo dijo: "Estoy plenamente convencido de que Juana de Arco, el último de mis libros, es el que he logrado plenamente".
A pesar de haber sido considerada tradicionalmente como una obra de literatura juvenil, "Huckleberry Finn", según el propio Twain, no es una obra "de muchachos" ni "para muchachos". Su protagonista es un muchacho desharrapado que no va a la escuela, roba y utiliza un lenguaje popular y barriobajero. A través de sus atónitos ojos de chiquillo espabilado, Mark Twain consige realizar sus mayores ambiciones literarias, creando a partir del color local una historia universal, un libro cuyo impacto en el lector es profundo y duradero: todo un clásico de la literatura.