Il volume raccoglie una settantina di testi di Norberto Bobbio - filosofo, storico, politologo, grande maître à penser del Novecento - definibili (per occasione, contenuto e stile) come "scritti d'impegno civile": quelli cioè in cui con maggior nettezza emerge il problematico rapporto tra l'etica e la politica. Frutto di una selezione estrema, i testi si dispongono secondo uno schema binario, per coppie dilemmatiche o contigue, secondo un caratteristico modo di procedere del suo pensiero. La scelta dei testi e la ricca curatela sono firmate da Marco Revelli, noto storico, sociologo, professore "antiaccademico" e saggista.
Pietro Lombardo, richiamandosi a Girolamo, scriveva che esiste "una scintilla superiore della ragione, che neppure in Caino poté estinguersi, che vuole sempre il bene e odia sempre il male". La scintilla della coscienza avrebbe dunque il ruolo di giudice interiore delle nostre azioni. Nel corso dei secoli, tuttavia, il concetto stesso di coscienza ha subito metamorfosi che ne hanno cambiato sensibilmente il significato. Carlo Augusto Viano intreccia in questo libro molte di queste storie, in contesti, tempi e luoghi differenti, tutte incentrate sulla coscienza e sugli usi pubblici di questo concetto ambiguo e duttile. La narrazione inizia con il rifiuto di imbracciare le armi da parte dei quaccheri americani e finisce con l'obiezione di coscienza di quei medici che negano alle donne l'assistenza che esse richiedono. Sono due estremi che evidenziano due accezioni radicalmente diverse del termine: gli obiettori quaccheri rivendicavano il diritto di sottrarsi all'obbligo di prevalere sugli altri, mentre i medici obiettori pretendono di imporre alle donne ciò che solo essi ritengono giusto. L'obiezione "di coscienza" alle armi e alle pratiche mediche non è nuova, e ha permeato il dibattito pubblico per secoli; questo libro ne ripercorre il cammino evidenziando i paradossi impliciti di questa parola abusata.
In questo libro, donne e uomini incrociano sia la filosofia sia la psicoanalisi, pur provenendo da aree di pensiero diverse. Al centro del libro sta il problema di quali forme creative e intenzioni assuma l'inconscio; e quali forme di ragione possano accompagnare le sue trasformazioni. Autori e autrici pongono anche la domanda: a quale tipo di inconscio facciamo riferimento; a quale psicoanalisi e a quale filosofia? Viviamo un'inquietudine che ci impedisce di trovare pace nelle consuetudini stabilite, nelle istituzioni fondate, nei pensieri già formulati. L'inconscio è la parola che abitualmente spariglia queste carte e ci dà modo di intraprendere strade nuove. Nel fare incontrare filosofia e psicoanalisi di fronte a queste inquietudini, gli autori e le autrici mostrano come l'inconscio inceppandosi, esitando o accelerando, incuneandosi tra personale e collettivo, dando forme impreviste ai sogni, esprima un orientamento molto più che personale, perfino politico. Mantenere un legame con i movimenti dell'inconscio è dare un valore al pensiero per arrivare a un'altra forma di ragione che accolga finalmente il sentire. In altre parole, il libro mostra una ragione che dà conto dell'inconscio come forma di pensiero.
Dalle risate confezionate delle sitcom americane al sorriso enigmatico della Gioconda, il libro coglie la radice autentica del comico nella frattura, nella discontinuità, nella contraddizione, nell'anomalia che solleva le quinte della realtà ordinaria, facendoci intravedere le possibilità che vi sono nascoste. Nella risata noi siamo come i personaggi dei cartoon che scoprono, tutto d'un tratto, di camminare sospesi nell'aria (e poi precipitano). Di qui il senso di sollievo e di liberazione racchiuso nel riso, che ci fa prendere le distanze dal mondo così com'è, rovesciandone la forza di gravità.
"Nel mangiare da soli si nasce, nel mangiare insieme si conversa e il cibo materiale diventa l'occasione per nutrirsi delle parole degli altri". (Salvatore Natoli)
In questo volume, che conclude la "Nuova storia della filosofia occidentale", Anthony Kenny racconta lo sviluppo del pensiero filosofico dai primi decenni del XIX secolo agli anni Settanta del XX: un periodo nel quale il succedersi inarrestabile di scoperte scientifiche, mutamenti culturali e trasformazioni politiche fa da sfondo alla genesi del pensiero della tarda modernità. Come nei volumi precedenti, a una prima parte - in cui l'autore descrive la vicenda dei maggiori pensatori e delle maggiori correnti filosofiche - fa seguito una seconda, in cui la filosofia degli ultimi due secoli è analizzata nello sviluppo delle sue principali articolazioni disciplinari. Merito della ricostruzione di Kenny è non solo rendere accessibile al lettore, in una trattazione insieme vivace e rigorosa, le idee più significative dei grandi pensatori che hanno segnato le radici del nostro presente, ma anche tracciare un affresco capace di render conto delle ragioni profonde d'un dibattito quello fra "analitici" e "continentali" - che ha segnato in maniera indelebile il pensiero del Novecento. Nel suo volume conclusivo, l'opera di Kenny rivela cosi anche la propria finalità più ambiziosa: porre l'agenda per una filosofia a venire che sia consapevole della complessità della propria vicenda storica, se vuole presentarsi come autentico esercizio del pensare.
DESCRIZIONE: Divenuto centrale nella riflessione etico-politica contemporanea, il termine “responsabilità” è usato con una varietà di accezioni non riconducibili a un’unità di significato. Di qui prendono le mosse gli interrogativi di questo volume. Che cosa significa responsabilità? A quali condizioni consideriamo responsabile un’azione? Non si tratta di una ricostruzione storica o di una ricerca empirica, ma trascendentale: avente per oggetto ciò senza di cui non ha senso parlare di azione responsabile. In questa prospettiva, fenomenologica, si delineano concetti quali legge, colpa, coscienza morale, responsabilità, libertà, giustizia, esplorati lungo il pensiero moderno e contemporaneo, da Kant a Lévinas e Derrida.
COMMENTO: Un percorso nella filosofia moderna e contemporanea attraverso i testi di Derrida, Levinas, Kant, Cohen, Heidegger e Bergson per comprendere il concetto di giustizia, coscienza morale, responsabilità.
VINCENZO COSTA insegna filosofia teoretica presso l’Università del Molise. Studioso del pensiero contemporaneo, si è occupato della tradizione fenomenologica, in particolare di Husserl, di cui ha tradotto alcune delle opere più importanti, di Heidegger e di Derrida. Tra i suoi lavori: La fenomenologia (con P. Spinicci e E. Franzini, Torino 2002), La verità del mondo. Giudizio e teoria del significato in Heidegger (Milano 2003), Esperire e parlare. Interpretazione di Heidegger (Milano 2006), Il cerchio e l’ellisse. Husserl e il darsi delle cose (Cosenza 2007), Husserl (Roma 2009), I modi del sentire. Un percorso nella tradizione fenomenologica (Macerata 2009), Fenomenologia dell’intersoggettività. Empatia, socialità e cultura (Roma 2010), Distanti da sé. Verso una fenomenologia della volontà (Milano 2011), Alterità (Bologna 2011), Heidegger (Brescia 2013).
COLLANA: Filosofia - Testi e Studi n. 46
DESCRIZIONE: La prospettiva della fede è il primo dei Due discorsi edificanti dell’anno 1843, qui tradotto dalla nuova edizione critica danese degli scritti di Kierkegaard. La “prospettiva” è appunto quella di un credente che vuole aiutare un altro uomo ad avere fede anzitutto liberandolo dai dubbi di origine razionale. Non è direttamente Cristo l’oggetto di queste pagine, né il cristianesimo, ma anzitutto un contenuto teoretico: l’uguaglianza, evangelica, di tutti gli uomini di fronte al Padre – un’assoluta trascendenza irriducibile all’immanenza del soggetto. Questo significa che se la fede non può essere chiusa dentro il cerchio dell’umano dubitare, viceversa non può dirsi un fatto separato da quel dubitare, ma piuttosto un cammino, che si svolge attraverso il mondo e con Dio.
COMMENTO: La prospettiva della fede è il primo dei Due discorsi edificanti di S. Kierkegaard, datati 1843. Questa è la prima edizione italiana, condotta sull'edizione critica danese. Un testo che merita attenzione per il ricorrere dell'Anno della Fede, voluto da Joseph Ratzinger.
Di SOREN KIERKEGAARD (1813-1855) è in corso di stampa presso Morcelliana la quarta edizione riveduta e ampliata dei Diari.
UMBERTO REGINA, già ordinario di Filosofia morale presso l’Università di Verona, per Morcelliana ha pubblicato: La vita di Gesù e la filosofia moderna (1979); L’uomo complementare (1988); Servire l’essere con Heidegger (1995); Kierkegaard (2005); e curato: con E. Rocca, Kierkegaard contemporaneo (2007); di S. Kierkegaard, Gli atti dell’amore (2009) e Briciole filosofiche (2012).
DESCRIZIONE: Se dovessimo indicare alcuni punti forti di questo libro che presentiamo al lettore italiano, potremmo innanzitutto affermare che esso ha il merito di mettere a tacere coloro che hanno pensato che, su Pascal, tutto sia stato detto. Senza alcun dubbio, Pascal è un classico con cui per secoli si sono misurate legioni di lettori, di studiosi e di pensatori. Ma, appunto perché classico, continua a dialogare con chi lo studia, ora ponendo nuovi problemi, ora fornendo nuove soluzioni, ora sollecitando nuove ipotesi di lavoro. In questa prospettiva, Philippe Sellier – uno dei più grandi maestri di studi pascaliani – da decenni ci va ricordando che nel pianeta Pascal esiste una zona d’ombra non esplorata a sufficienza: la letteratura critica pascaliana, fortemente attirata dalle Lettere Provinciali o dai Pensieri, ha sostanzialmente sottovalutato il Pascal degli scritti spirituali. È questo sentiero a essere battuto e approfondito nel volume raccogliendo il frutto di una ricerca decennale che qui appare come una ricca composizione orchestrale capace di fondere in armonia le molteplici parti musicali. A emergere è un Pascal modernissimo pensatore che agita in modo stupefacente problemi e concetti non lontani dalla sensibilità culturale che prenderà forma nel Novecento con la crisi della Modernità: esalta i motivi dell’umanesimo, della razionalità, dell’immanenza, e, al contempo, cade nella prostrazione di chi non ha più una stella polare e va alla deriva in un mare infinito. Solo così si perviene alla morale cristiana, dove i contrari coincidono, la grandezza e la miseria dell’uomo si spiegano e si conciliano.
COMMENTO: Uno studio sul pensiero di Blaise Pascal (1623-1662) e dei laici di Port-Royal, giansenisti dediti alla cultura e alla meditazione, da parte di uno dei maggiori esperti del filosofo francese.
PHILIPPE SELLIER è professore emerito all’Université de Paris-Sorbonne. Direttore di quattro collane presso l’editore Honoré Champion, Sellier è uno dei più autorevoli protagonisti del dibattito internazionale sugli aspetti letterari, teologici e filosofici del XVII secolo in Francia. Autore di volumi su Agostino, Pascal e Port-Royal, ha curato l’edizione di B. Pascal, Pensées, opuscules et lettres (Paris 2011).
MARIA VITA ROMEO insegna Filosofia morale ed Etica della comunicazione all’Università di Catania e dirige la rivista di etica «Quaderni leif». Tra le sue recenti pubblicazioni: Il re di concupiscenza. Saggio su Pascal etico-politico (Milano 2009); Coscienza e responsabilità: Hegel e Croce lettori di Pascal (Catania 2011); Note etico-politiche nel “Gesuita Moderno” di Gioberti (Catania 2011); Il soggetto all’alba della modernità (Catania 2012); Descartes: la “générosité” come simulacro della carità (Catania 2012); I dubbi sul cogito di Descartes (Catania 2013). Per Morcelliana ha tradotto e curato: J. Mesnard, Sui “Pensieri” di Pascal (2011).
Ferdinand Ebner fu l'unico filosofo cristiano della scuola della filosofia dialogica. Il centro della sua riflessione si orienta sulla filosofia del linguaggio, ma se ne distanzia per la prospettiva particolare da cui affronta il tema e per la pista decisamente inesplorata che egli percorre, fino a riabilitare l'evento parola. Il suo contributo ha portato verso una reinterpretazione dell'uomo in chiave interpersonale.
In questo libro combattivo e radicale, Terry Eagleton affronta l'opera di Marx con un linguaggio semplice e diretto. In un mondo come quello attuale, caratterizzato da una pesante crisi del capitalismo, questo libro ha il merito di discutere in modo critico e diretto le accuse di coloro che rimproverano a Marx di non essere più attuale. Ma proprio il momento che stiamo vivendo conferma sempre più la verità e l'attualità del suo pensiero. Eagleton ha il merito di avvicinare a Marx anche il lettore che ha meno familiarità con le sue riflessioni, attirando un pubblico ampio, non solo di accademici.
Nel panorama della filosofia contemporanea, contrassegnata dalla crisi della razionalità e dei grandi sistemi metafisici, il pensiero di Jacques Maritain rappresenta un'innegabile quanto encomiabile "eccezione": in lui vi è ancora la fiducia nella ragione e nelle sue possibilità cognitive. Il pensiero di Maritain, anche se costituisce un sistema in cui "tout se tient", può essere affrontato da varie angolature. Il volume ricostruisce una sorta di unità del sapere intorno al tema di un'estetica della bellezza, vista come plesso teorico-pratico di molteplici intersezioni, che vanno dal rapporto tra individualità personale e comunità politica alle dimensioni etiche e pedagogiche dell'esperienza umana. Tale prospettiva si articola su quattro tematiche principali: la dimensione etica della responsabilità, iscritta in un quadro ontologico di riferimento; la responsabilità nella sua dimensione educativa; la bellezza declinata nelle sue valenze etiche e pedagogiche; il superamento dell'individualismo attraverso la ricomprensione della sfera sociale e politica. Il volume fornisce un contributo allo studio di Maritain, riproponendone il pensiero come un invito a superare gli steccati eccessivamente specialistici che caratterizzano vasti settori del pensiero filosofico e della cultura del Novecento.