Quanto conta la speranza nella vita morale del cristiano? Si può affermare che essa, nella sua fenomenologia, sia il costitutivo della Chiesa, che la mattina di Pasqua canta surrexit Christus spes mea? La stessa Chiesa che due giorni prima l'aveva visto morire sulla croce e il giorno appresso chiudere nel sepolcro ha sperato contro ogni speranza, ha visto l'invisibile e ha vinto sulla sempre ed incombente tentazione della disperazione.
Il diritto (come il mondo) si può guardare dalla grata di una cantina, dalla finestra di casa, dalla terrazza di un condominio, dalla cima di una collina di una montagna, da un aereo o dalla stazione spaziale orbitante. Non c'è una visione "giusta" e una "sbagliata". Semplicemente, sono visioni diverse, che forniscono informazioni diverse. Quella che è scientificamente sbagliata è la pretesa che la visione che si ha dalla cantina, o dalla finestra di casa, sia l'unica giusta. "Sistemi costituzionali comparati", nel trattare i temi sostanziali della materia, dà applicazione alle teorie metodologiche, esposte nel capitolo introduttivo, relative alla centralità del linguaggio, alle classificazioni, ai formanti, alla circolazione e ai trapianti, ai rapporti con altre scienze, al pluralismo, al rifiuto dell'eurocentrismo. La materia nel suo complesso, e i singoli segmenti che la compongono (le fonti, diritti, le famiglie giuridiche, le forme di stato e di governo, il federalismo, la giustizia costituzionale, ecc.) sono trattati nell'alveo di classificazioni duttili e prevalentemente basate sull'utilizzazione di vari elementi pertinenti, per offrire interpretazioni da diversi angoli visuali. "Sistemi costituzionali comparati" predilige l'approccio interdisciplinare ma al tempo stesso non fa sconti al rigore del metodo giuridico. L'apertura a modi di fare diritto non solo occidentali deve confrontarsi con la polisemia della parola "diritto" nelle diverse epoche e latitudini. La decostruzione, applicata a linguaggio e classi, e le nuove proposte di sistemazione, si accompagnano però all'esposizione delle categorie tradizionali e all'illustrazione degli istituti vigenti e delle tesi prevalenti. Con il contributo di Silvia Bagni, Serena Baldin, Fioravante Rinaldi, Massimo Rinaldi e Giorgia Pavani.
Un ordine mondiale veramente globale, cioè un assetto delle relazioni internazionali riconosciuto e condiviso da tutti gli Stati, non è mai esistito nella storia, perché le diverse civiltà hanno sempre considerato la propria cultura e le proprie leggi le uniche universalmente valide. Così ogni epoca è stata caratterizzata dalla supremazia di una o più potenze egemoni che hanno cercato di imporre, nelle rispettive zone d'influenza, il proprio modello di organizzazione politica e statuale, con esiti più o meno duraturi, ma comunque sempre transitori. Lo dimostra l'attuale sistema unipolare a guida statunitense, affermatosi ormai da un quarto di secolo, che dopo aver tentato di esportare su scala planetaria i principi della democrazia e del libero mercato, sembra avviato verso un inarrestabile declino. Ad affermarlo non è un politologo estremista e antioccidentale, bensì Henry Kissinger, che del potere americano e della "vittoria" sull'Unione Sovietica nella guerra fredda è stato uno dei maggiori artefici, nelle vesti di consigliere per la Sicurezza nazionale e di segretario di Stato. Per giungere a questa conclusione e per scrutare nuovi possibili scenari, Kissinger rivisita momenti cruciali della storia mondiale del secondo dopoguerra, riflette sul futuro dei rapporti tra Stati Uniti e Cina, esamina le conseguenze dei conflitti in Iraq e Afghanistan, analizza i negoziati nucleari con l'Iran, le reazioni dell'Occidente alla Primavera araba e le tensioni con la Russia.
Il manuale, con specifica attenzione ai riflessi sull'ordinamento italiano, descrive il sistema europeo di protezione dei diritti e libertà che sono comuni alla Convenzione europea dei diritti umani e alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. La prima vincola i 47 Stati del Consiglio d'Europa, la seconda i 28 Stati che sono anche membri dell'Unione. Il contenuto dei diritti considerati è definito dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani, di cui tiene conto la Corte di giustizia dell'Unione europea. Il manuale illustra le nozioni generali del diritto dei diritti umani in Europa e i singoli diritti ed espone la disciplina dei ricorsi e della procedura della Corte europea.
L’insegnamento dell’Economia Politica e della Microeconomia in particolare è presente in numerosi corsi di laurea, e in diversi di questi non vengono impartiti insegnamenti di matematica o statistica. Questo libro nasce essenzialmente dalla necessità di disporre di uno strumento didattico che sia in grado di fornire le conoscenze di base di una scienza che costituisce oggi il naturale punto di riferimento per molte considerazioni e osservazioni. In questo volume ci si è proposti, dunque, di compiere un’esposizione elementare dei fondamenti della Microeconomia, comprensibile per qualunque studente che abbia conseguito un diploma di scuola media superiore.
Questo volume non si rivolge solo agli studenti universitari, ma anche agli operatori giuridici privati, ai funzionari della Pubblica Amministrazione e agli operatori del mondo dell’informazione, tutti quotidianamente investiti da tematiche di rilevanza internazionale.
Il sistema giuridico internazionale viene qui presentato nella pluralità delle sue dimensioni funzionali.
In particolare:
a) come uno degli strumenti di gestione del mutamento mirato alla salvaguardia dei livelli minimi di stabilità e prevedibilità delle relazioni internazionali;
b) come linguaggio finalizzato al raggiungimento dell’accordo, o come strumento di gestione del “disaccordo pacifico”;
c) come elemento di maggiore consapevolezza strumentale ad una migliore tutela dell’interesse generale e di quelli privati di portata internazionale;
d) come una delle chiavi di lettura delle dinamiche della società internazionale contemporanea.
Le tre funzioni su cui si fonda l’ordinamento giuridico internazionale – formazione, accertamento e attuazione coercitiva delle regole – vengono analizzate nella dimensione storico-sociale moderna e contemporanea. Tale analisi mette in rilievo come le regole giuridiche internazionali – sebbene elaborate dagli Stati e ad esse indirizzate – incidano sui privati e sul funzionamento degli ordinamenti giuridici nazionali.
Le numerose esemplificazioni della prassi relative alla formazione, accertamento ed esecuzione delle regole internazionali sono state scelte per fornire indicazioni anche relativamente al contenuto delle regole di comportamento del diritto internazionale, particolarmente, in tema di trattamento degli stranieri e delle loro attività economiche, diritti umani, utilizzazione e protezione dell’ambiente, immunità giurisdizionali e uso della forza.
Dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica, gli Stati Uniti sono apparsi come la sola potenza in grado di condizionare il sistema internazionale. Questa ipotesi è stata contraddetta dall'emergere di nuovi soggetti capaci di delimitarne la supremazia: la Cina, l'India e la Russia. In altre parti del mondo hanno avuto luogo mutamenti sostanziali. L'America Latina tende a sottrarsi al controllo statunitense, l'Africa e l'Asia si affacciano a una difficile modernizzazione; nel Medio Oriente le rivoluzioni del 2011 e il consolidarsi del fondamentalismo islamico fanno sorgere nuovi problemi. Uno strumento per comprendere le tappe fondamentali di una fase di transizione, iniziata con il 1989 e non ancora conclusa.
"L'origine del male" e "L'uomo è buono" vengono scritti ed elaborati nel primo anno della Grande Guerra. Leonhard Frank non cede alla mitizzazione del progresso, della potenza, dell'organizzazione e della necessità della guerra e decostruisce, nelle sue novelle, i percorsi che hanno portato alla tragedia: la tendenza alla sopraffazione e la propensione all'adattamento, alla conservazione dello stato delle cose per timore della sofferenza, il pessimismo. In "L'origine del male" Anton Seiler, un poeta messo a dura prova dagli eventi della vita eppure ancora fedele ai propri ideali, sente la necessità enigmatica di tornare nella sua città natale dove incontra per caso il suo sadico maestro di scuola. Un tentativo di riconciliazione si trasforma in delitto, e il poeta viene arrestato. Rischia la pena di morte. Sarà lo svolgimento del processo a farci conoscere la vera origine del crimine e le sue conseguenze. "L'uomo è buono" è un ciclo di cinque novelle: in ognuna un protagonista ci trasporta nella sua visione della guerra e della sofferenza. La sciagura e il dolore, mascherati da onore e sacrificio, vengono qui svelati in tutta la loro indigesta oggettività. La narrazione scoperchia il vaso di Pandora per affrontare la realtà dei mali uno a uno, in un energico slancio verso la reazione, verso l'ottimismo e la presa di coscienza della forza del singolo, perché "l'uomo potrà essere e sarà umano quando non sarà più costretto all'inumanità".
Henry Kissinger non ha resistito e ha voluto regalarci una linea guida, un nuovo modo per capire ed osservare quello che accade a livello internazionale e lo fa con Ordine mondiale, un compendio storico politico del grande diplomatico che mette insieme storia, geografia, politica e passione. A 91 anni lo stratega di relazioni mondiali ha un punto di vista più lucido che mai e sorprende come riesca a spiegare nelle pagine di questo incredibile saggio i problemi del mondo moderno. Il suo punto di vista è occidentale, questo è certo, ma rilegge gli avvenimenti moderni, guardando il passato, quello che è accaduto e che si riflette sull’oggi. Le guerre di religione, l’avanzata della Cina, il declino americano e le guerre di religione si incastrano in un unico casellario di pedine in cui l’equilibrio mondiale è, appunto, tutto da definire. Kissinger allora aspira ad un nuovo equilibrio delle potenze e ad una sorta di governance globale a cui si possa far riferimento. Così sembra invece di viaggiare ad occhi bendati e le nazioni sbandano, prive della conoscenza del proprio passato, essenziale invece per Kissinger per guardare con la lente d’ingrandimento il presente. Tutto si ripresenta e i fenomeni storici ritornano: il Medio Oriente sembra vivere la guerra dei Trent’anni che visse l’Europa mentre la Russia di oggi sembra l’Europa di secoli fa, alla ricerca di espansione e di nuovi territori e culture da conquistare. Gli stati però sembrano molto dipendenti uno dall’altro, forse troppo, e questo crea solo minore capacità decisionale e maggior caos. L’appello alla comunità internazionale che spesso sentiamo nominare per Kissinger è negativo perché svela quanto in realtà essa sia assolutamente indefinita. Colpevole sembra essere la globalizzazione selvaggia, senza limiti, senza regole che hanno appunto reso un Paese dipendente dall’altro. La politica estera è allo sbando e allora bisogna cercare di raggiungere un nuovo equilibrio. Ordine mondiale lo traccia e convince il lettore con stratagemmi e dinamiche internazionali.
Il fenomeno migratorio, sempre più intenso e articolato, viene qui affrontato dal sociologo Vincenzo Cesareo con un sguardo ampio e attento alla sua dimensione di sfida che coinvolge differenti attori (il migrante, il Paese di origine e il Paese di arrivo) e diversi ambiti (politico, sociale, economico e culturale). Una ricostruzione storica delle migrazioni, che dà conto delle loro cause e segue le tracce dei percorsi di inserimento dei migranti nelle società di arrivo, fornisce le basi per uno studio insieme preciso e coinvolgente delle migrazioni nel nostro Paese, che oggi si trova a essere, allo stesso tempo, luogo di partenza, di arrivo e di transito. E la presenza sempre più stabile di stranieri in Italia viene monitorata attingendo a dati significativi come l'aumento della scolarizzazione e dei ricongiungimenti familiari. Il caso italiano non rimane però isolato. L'autore lo inserisce in una prospettiva di più ampio respiro, affrontando con lucidità alcune questioni ancora aperte, come la globalizzazione e il transnazionalismo e le difficoltà di convivenza tra gruppi diversi. Oggi più che mai diventa urgente provare a rispondere a un quesito fondamentale: quale sarà l'impatto della mobilità umana sulle società del futuro? I flussi migratori saranno una risorsa o un problema?
Dopo una prima parte critica verso una visione filosofica che ci ha portati dalla ricerca di una morale provvisoria alla provvisorietà della morale, il presente lavoro analizza il problema dei valori morali sociali cercando di arrivare a una morale sociale condivisa. Si scoprono così una serie di presupposti irrinunciabili - come il lavoro, la persona, la responsabilità, il pluralismo, l'etica del conflitto, il diritto alla verità, il senso del limite, la fiducia sociale, la cittadinanza, la fratellanza e loro corollari: libertà, dignità, eguaglianza, giustizia, solidarietà, e altri ancora - che costituiscono i cardini di una vita sociale nella quale tutti possono realizzare le proprie più legittime aspirazioni. Tali valori sociali, in un clima di crescente sicurezza, consentono lo sviluppo dell'intelligenza e l'accrescimento della cultura, aspirazioni caratterizzanti della natura umana. Il libro si chiude con un brevissimo itinerario per un'analisi storica, canovaccio per ulteriori ricerche, nell'intento di sottolineare come, nonostante alcune ricorrenti visioni pessimistiche, il cammino dell'umanità sia costellato da un costante sforzo di miglioramento, anche se questo viene, a volte, infranto da frustranti e pericolose fasi di anormalità politica.
L'Europa ha perso slancio e vigore. E si è allontanata la prospettiva di una federazione europea. Le rigide politiche di austerità ma anche le resistenze opposte alle riforme strutturali hanno diviso l'Unione tra un'area forte nordica e mitteleuropea a trazione tedesca e un'area debole meridionale e mediterranea. Le conseguenze della crisi esplosa nel 2008 hanno aggravato questa spaccatura, accresciuto i pericoli di stagnazione economica, generato vaste sacche di povertà e di emarginazione sociale, accentuato le nevrosi dell'opinione pubblica, alimentando un'ondata di sfiducia e di scetticismo. Per sopravvivere e tornare padrona del proprio destino, l'Europa deve riacquisire la sua ragion d'essere originaria con una strategia incentrata sugli obiettivi dell'integrazione politica, della crescita e della competitività. Di questo compito dovrebbe farsi carico, per prima, la Germania, che ha conquistato negli ultimi anni un ruolo economico preminente senza però assumersi funzioni e responsabilità di leadership politica per costruire, insieme agli altri partner, un'Europa più equilibrata e solidale. Valerio Castronovo ha analizzato le vicende dell'Europa, a partire dalla caduta del Muro di Berlino: l'allargamento a Est e le sue complesse modalità, la nascita dell'euro e i problemi dell'unione monetaria, i controversi rapporti fra i paesi membri, il naufragio del progetto costituzionale, le relazioni ambivalenti con gli Stati Uniti...