
La ricerca psicopedagogica di matrice cognitivista di questi ultimi decenni ha concettualizzato l'apprendimento scolastico come processo in cui l'allievo elabora attivamente la conoscenza. Questa concezione appare tuttora valida, ma studi recenti mostrano l'esigenza di ampliarla e integrarla. Da un lato, si sottolinea la dimensione affettivo-motivazionale dell'attività cognitiva, non abbastanza considerata dall'approccio di information processing; dall'altro, la prospettiva socioculturale, influenzata dalle ricerche interculturali e dal pensiero di Vygotskij, afferma polemicamente che l'attività cognitiva non si svolge solo "nella testa" dell'individuo, ma nei contesti di interazione sociale.
Un testo essenziale per comprendere il linguaggio cinematografico in tutte le sue componenti: dalla sceneggiatura al racconto, dal punto di vista della macchina da presa a quello dei personaggi, dal fuori campo ai movimenti di macchina, dal montaggio al rapporto fra suono e immagine, con ampie analisi di scene e sequenze tratte da film che appartengono a diversi momenti della storia del cinema, a differenti generi, stili e autori. Questo volume risponde efficacemente alla richiesta di una fruizione più consapevole dell'immagine, prendendo in esame gli elementi costitutivi del cinema, che è alla base di quella più generale comunicazione audiovisiva dominante la società contemporanea.
La lingua è un elemento fondamentale della cultura e della società. Cinquantanni di ricerche sociolinguistiche hanno permesso di conoscere, in modo sempre più approfondito, le interazioni tra lingua e società: attraverso l'analisi del linguaggio è, infatti, possibile addentrarsi nella complessità della struttura sociale, nelle sue dinamiche e nei suoi conflitti. Una sociolinguistica orientata in senso antropologico, come quella proposta in questo libro fondamentale da Giorgio Cardona, ci permette di comprendere appieno gli aspetti sociali, culturali e ideologici dell'uso del linguaggio, di scoprire come, operando sottili azioni di rielaborazione del linguaggio, diventi addirittura possibile intervenire sui rapporti tra individui, e come ogni cambiamento culturale si rifletta direttamente sul linguaggio e lo trasformi. Introduzione alla sociolinguistica è, quindi, il punto di partenza necessario per comprendere come la lingua, specchio della società che la crea, agisca a sua volta tanto prepotentemente su di essa da arrivare ad essere la sua spina dorsale.
La ricerca psicoanalitica non solo ha definitivamente evidenziato il ruolo centrale dei fattori emotivo-affettivi nella determinazione delle varie forme del comportamento umano, individuale e sociale, ma ha anche mostrato quali sono le problematiche profonde presenti nei rapporti interpersonali e di conseguenza nei vari lavori di aiuto. In che cosa consista questo specifico angolo visuale, come contribuisca a costruire un modo di osservare e pensare di tipo psicodinamico e, soprattutto, quale contributo la conoscenza psicoanalitica possa fornire alla formazione e allo sviluppo di capacità relazionali nello psicologo e nei lavori ad alto tasso di relazionalità sono gli interrogativi ai quali questo libro risponde in maniera chiara ed esaustiva. Per farlo Giorgio Blandino mostra, attraverso la illustrazione di vari paradigmi psicoanalitici (tra quelli più importanti e interessanti per la descrizione delle dinamiche profonde che intervengono nel lavoro psicologico) cosa significa e quali implicazioni operative comporta ragionare in termini di psicologia come funzione della mente. Un'opera destinata, dunque, non solo ai professionisti dell'aiuto e agli studenti di psicologia ma anche a tutti coloro che sono interessati a riflettere sulle possibilità applicative, sociali e politiche, della psicologia.
Lo scenario geografico dell'economia mondiale è profondamente mutato in questi ultimi decenni: l'emergere di nuove aree produttive, la rottura di equilibri consolidati, le trasformazioni politiche di una parte del mondo, la crescente interdipendenza tra le varie regioni del globo hanno prodotto nuovi scenari economici e geopolitici. "Geografia dell'economia mondiale", coniugando tra loro i fattori di natura politica, strategica, culturale e sociale, illustra in modo sistematico le profonde trasformazioni territoriali dell'economia dalla scala locale a quella globale e stimola alla riflessione sul significato delle tendenze in atto e sulla loro evoluzione futura. Riscritto in prospettiva delle nuove impostazioni didattiche, il libro, giunto alla quarta edizione, guida lo studente nello studio della geografia economica, delineando un quadro chiaro e completo dei rapporti tra le diverse forme dell'economia e gli spazi geografici del pianeta.
Non esistono popoli buoni o cattivi. Esistono però governi che governano bene e altri che governano male. Questo non significa che le società non riescano ugualmente a progredire: la storia e la geografia politica ed economica del pianeta lo dimostrano ampiamente. Il XXI secolo segnerà la grande svolta solo se popoli e governi, pur con ideali, culture e lingue diverse, sapranno dar luogo a un nuovo concetto di nazione per perseguire insieme il medesimo fine: intraprendere un comune percorso di sviluppo sostenibile. Capiremo finalmente che l'uso della violenza brucia inutilmente risorse sull'altare dell'incomprensione e degli interessi corporativi. La maturità e la consapevolezza raggiunte dopo secoli di contrapposizioni e di sprechi si spera spingeranno sulla strada per superare le lotte di potere e i problemi generati dallo sviluppo demografico e dall'accelerazione dei consumi che distruggono inesorabilmente le risorse del pianeta. "Geopolitica delle prossime sfide", percorrendo temi centrali all'analisi interdisciplinare degli spazi politici, crede in un'unica sfida: sviluppare le capacità di dire basta con gli errori del passato e avviarci lungo un nuovo cammino.
Quale immagine geografica può oggi descrivere efficacemente lo scenario economico mondiale? Geografia economica del sistema-mondo si sviluppa intorno a questo interrogativo: l'ipotesi di partenza è che molte vecchie rappresentazioni, seppur ancora radicate nell'immaginario comune, non siano più utili per orientarsi nello spazio globale. Considerare il Rio Grande, il Mar Mediterraneo e il fiume Amur come i confini fra il mondo "sviluppato" e il "Terzo mondo" suggerisce per esempio un'idea molto superficiale della geografia economica, che non tiene conto delle complesse interconnessioni fra i meccanismi di circolazione del capitale e la costruzione dello spazio economico. Senza negare i terribili divari economici e sociali che affliggono il mondo, occorre tenere a mente che paesi come Cina e India, o città come San Paolo e Seoul, costituiscono spazi "centrali" e strategici sotto molteplici prospettive, per esempio nelle logiche di localizzazione delle imprese multinazionali o nei flussi commerciali mondiali. Occorre quindi tentare di aprirsi a nuovi modi di intendere lo spazio: discontinui, ibridi, socialmente costruiti ed esplicitamente parziali e politici. Attraverso un discorso che coniuga i tradizionali strumenti della geografia economica con contributi della critica culturale e della geografia dello sviluppo, senza trascurare esempi e casi studio che testimoniano la varietà delle strutture economiche dello spazio globale.