Il libro si interroga sul ruolo dell'educazione in un mondo sempre più molteplice e sempre più interdipendente e "globale". Di qui l'attualità degli antichi: dell'idea aristotelica di "cittadinanza", ma soprattutto della "critica" socratica e dell'ideale stoico del "cosmopolitismo". Tale, dunque, l'educazione liberale a cui si pensa: un'educazione che è volta a liberare la mente e lo sguardo da ogni pregiudizio che impedisca di "coltivare l'umanità" in tutte le sue forme. Questo libro mostra come questi ideali possano oggi vivere nella cura per la storia delle minoranze, nell'interesse per le culture non occidentali, negli studi sulla sessualità e le differenze di genere.
Il volume raccoglie alcuni saggi dell'autore sul cinema, materiali diversi tra loro perché il suo rapporto con il grande schermo è sempre stato intenso ma ha subito le curve di attenzione e i vuoti di una ricerca mediologica che sin dall'inizio ha tentato di spingersi oltre una storia o estetica o sociologica del cinema. Minimo comune denominatore che li lega è il transito dalla dimensione analogica alla dimensione digitale, un nodo che consente di rileggere per intero ogni scienza del linguaggio filmico e cinematografico.
L'economia della conoscenza è un sistema in cui la quota di occupazione ad alta intensità di conoscenza e il peso economico dei settori legati all'informazione sono preponderanti. In altri termini, un'economia in cui la scienza e la tecnologia svolgono un ruolo determinante. Storicamente le economie fondate sulla conoscenza si sono affermate a partire da un doppio fenomeno: da un lato una tendenza di lungo periodo che riguarda l'aumento delle risorse consacrate alla produzione e alla trasmissione delle conoscenze e dall'altro un'innovazione tecnologica importante che ha agito da elemento scatenante dei cambiamenti strutturali.
Siamo tutti diversi ma anche uniti da connessioni profonde. Nel conoscere e comporre contiguità e distanze, prossimità e meticciati, si esercita quell'arte del convivere frutto di realismo politico e di speranza. È il realismo di fronte a un mondo plurale. È l'augurio che non sì ripeta l'impazzimento della pluralità nel conflitto. È la realizzazione di una civiltà fatta di tante civiltà o di tanti universi culturali, religiosi e politici, senza svendita e senza paura delle identità. La coscienza di quanto sia necessaria la civiltà del convivere è l'inizio di una cultura condivisa. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, e storico del mondo contemporaneo e in particolare del Cristianesimo.
Recentemente si sono moltiplicate in molti paesi europei le esperienze di progettazione e di pianificazione territoriale che promuovono una più o meno ampia partecipazione dei cittadini. A partire da tali pratiche, questo libro propone una riflessione tanto sui significati che la partecipazione assume, o può assumere, quanto sulle modalità concrete con cui si attua e sugli strumenti che utilizza.
Sin dalle origini, la Chiesa è apparsa organizzata e dotata di un si stema di norme, diretto a disciplinarne la vita interna. É, questo, un dato di fatto storicamente indiscutibile. Il fenomeno giuridico nella Chiesa è poi cresciuto nel tempo, si è progressivamente articolato, organizzato, reso sempre più complesso. Il fatto non deve stupire: è del tutto ovvio che la crescita della dimensione giuridica nella Chiesa segua la sua crescita esponenziale nel tempo, dal «granello di senapa» delle origini all'enorme albero pieno di rami e di fronde di oggi. Il governo di quella grande comunità di uomini sparsa in tutto il mondo, che oggi è la Chiesa, non è paragonabile allo sparuto gruppo di credenti delle origini, ed il suo governo richiede strumenti - in primo luogo giuridici - ben più complessi e sofisticati di quelli di cui si servirono gli Apostoli per reggere la Chiesa nascente. La presenza del diritto nella Chiesa è peraltro un elemento ad essa connaturale, strutturale:per la dottrina cattolica, infatti, la Chiesa è realtà al tempo stesso invi sibile e visibile, spirituale e sociale, carismatica ed istituzionale, sacramentale e giuridica.
Superando la tradizionale visione individualistica, il volume propone una lettura della sofferenza psichica come fenomeno relazionale, non riducibile solo al funzionamento del singolo individuo ma come evento che acquista significato entro la rete di relazioni in cui il soggetto è inserito. Questa differente lettura della patologia psichica implica l'elaborazione di metodi di cura che prevedano la relazione molteplice tra individui come strumento di cambiamento. Compito del curante è dunque quello di predisporre progetti terapeutici capaci di includere le reti relazionali significative del paziente, come la famiglia, i gruppi, i contesti di appartenenza.
Il cinema americano classico, la cosiddetta 'età dell'oro di Hollywood', ha avuto un impatto enorme sulla vita sociale e culturale del Novecento. Dalle star americane intere generazioni hanno imparato come pettinarsi, come baciare, come fumare. Questo libro offre un'introduzione alla storia di quella stagione irripetibile e ne studia i nodi di fondo, dall'assetto industriale al sistema dei generi, dal modello linguistico-formale al divismo. Un percorso affascinante che si snoda attraverso l'analisi in profondità di alcuni film particolarmente significativi.
Creatività è ideare, dar vita, usare gli oggetti, fare dal nulla, dare forma all'informe, ovvero a quel 'qualcosa' che attende di essere creato per assumere vitalità e senso di realtà. Prendendo le mosse dalle teorie del pediatra e psicoanalista inglese Donald Winnicott sul processo creativo, questo volume esplora il ruolo della creatività e del gioco nello sviluppo della personalità del bambino e dell'adulto e suggerisce ipotesi di lavoro per individuare i lineamenti essenziali della personalità creativa.