Parigi, ottobre 1942. Durante l'Occupazione un uomo e una donna si incontrano. Lui è un ebreo di origini toscane, lei è una fiamminga arrivata a Parigi inseguendo l'impossibile sogno di diventare ballerina. I due si sposano e hanno due figli, uno è Patrick Modiano. Per vent'anni vivono in un appartamento al numero 15 di quai de Conti, ma quelle che conducono sono vite parallele che a volte si intrecciano per brevi istanti ma che non si incontrano mai del tutto. Intorno a loro gravita uno strano mondo, bizzarri personaggi che appaiono e scompaiono e che per brevi periodi abitano le stanze dell'appartamento: sono uomini d'affari le cui occupazioni sono sempre indefinite e misteriose, sono cinici profittatori ed esteti da strapazzo, mediocri attori e attricette pronte a tutto, registi già affermati e amanti di personaggi famosi, protettori e aristocratici in declino dalla dubbia sessualità. Sono uomini e donne che prima cercano di sfuggire alla guerra e alle deportazioni e che poi si arrangiano come possono nella difficile esistenza del dopoguerra. A essere narrato in queste pagine è un universo di volti, a tratti solo un nome o un soprannome, che Modiano cerca di far riemergere dalla profondità della memoria per ricostruire una personale carta d'identità, o meglio per tracciare un impossibile e indefinito pedigree. Ma è anche un quadro di una strana epoca in odore di disastro in cui gli uomini sembrano abitare la città come se fosse una stazione.
Dopo una scenata dello stravagante marito, Bernard, fisico tanto ambizioso da aspirare al Nobel, Irène se ne va di casa. Il giorno seguente torna, ma lui non c'è più. Ha lasciato un laconico biglietto: "Se vuoi ritrovarmi, devi cercare Einstein". Irène corre in biblioteca a consultare libri sul padre della relatività, ma la materia le risulta indigesta. In compenso incontra Léo, misterioso e affascinante giornalista scientifico che si offre di raccontarle la storia della fisica fin dagli albori. Passeggiando nei parchi o nei musei di Parigi, o davanti al Panthéon dove si trova il Pendolo di Foucault, Léo parla degli antichi egizi e dei pitagorici, di Platone e Giordano Bruno, di Democrito e Galileo, con scorribande nell'astronomia e nell'alchimia. Le "lezioni" sono intessute di aneddoti e di esempi concreti, sono storie di successi ma anche di clamorosi fallimenti e di colossali errori, e Irène comincia ad appassionarsi e a comprendere l'universo del marito. Ma il giornalista improvvisamente scompare...
Calma piatta al Quai des Orfèvres. Sono i primi giorni di gennaio, del resto, e non può essere che così. Anche il commissario prova un po' di malinconia. Tanto più che la signora Maigret non sta bene: i primi acciacchi, le piccole riparazioni obbligate - lo spettro della vecchiaia. E dunque un Maigret tetro e assente ad ascoltare lo sfogo di Xavier Marton, un uomo comune, in apparenza, del tutto simile alle migliaia di commessi che alle sei di sera si precipitano verso il métro. Ma Marton è convinto che la moglie cerchi di avvelenarlo. Imprevedibilmente, la donna si presenta a sua volta da Maigret. Ha classe da vendere, è bella, elegante, e inquieta: il marito soffre di depressione, di manie di persecuzione, e lei teme il peggio. Chi dei due è il folle? O si tratta forse di una coppia diabolica, visto che c'è in ballo un'assicurazione reversibile da dieci milioni di franchi? E che parte ha nella vicenda la sorella di lei, Jenny, il genere di donna che ogni uomo sogna di proteggere e amare? Addio calma piatta. Strana storia, comunque. Confusa e complicata. C'è un movente ma non ancora un delitto. E Maigret ha le mani legate. Tutte le inchieste che ha sin qui condotto gli paiono, d'improvviso, di una semplicità quasi puerile. Non si è mai sentito tanto insicuro. Ha davanti a sé un'inchiesta impossibile: non deve ricostruire un crimine, ma prevedere un comportamento. Forse, più che un commissario di polizia, occorrerebbe uno psichiatra.
Perché mai il dottor Mahé continuasse a trascinare l'intera famiglia a Porquerolles nessuno lo capiva. Sin dalla prima volta sua moglie si era lamentata del caldo, delle zanzare e della cucina meridionale che le rovinava lo stomaco, e lui stesso era solo riuscito a prendere delle terribili scottature. E quando andava a pesca, il fondo del mare gli dava le vertigini. Ma soprattutto si sentiva estraneo, fuori posto, e ogni essere animato o inanimato gli sembrava ostile. Aveva giurato, dopo quell'estate, di non rimetterci più piede, e una volta tornato nella piccola città della Vandea dov'era nato e dove viveva la sua famiglia, alla sua vita perfettamente regolata, a Porquerolles non aveva più voluto pensare. Eppure, non gli era mai uscita dalla mente. Così, sorprendendo un po' tutti aveva scelto di tornare una seconda volta. E poi una terza. Forse perché era ossessionato da un'immagine: quella di una ragazzina vestita di rosso, alla quale non aveva mai rivolto la parola, che "non era una donna, né un corpo", ma rappresentava "la negazione, l'opposto di tutto quello che era stata la sua vita" - della casa di pietra grigia, delle siepi tagliate in modo maniacale, della madre che gli preparava ancora la biancheria pulita e che gli aveva scelto persino la moglie... E forse perché sapeva che Porquerolles sarebbe stato il suo destino, un destino a cui, al pari di molti degli eroi simenoniani, anche lui non poteva che andare incontro con allucinata e implacabile determinazione.
Sono tanti gli invitati alle nozze di Henri Delamare e Lise e tutti orgogliosi di esserci. Chi non farebbe carte false per essere al matrimonio di Henri Delamare: una di quelle fortune senza origine, geneticamente trasmesse da sempre. Tra i camerieri in livrea bianca e gli invitati, agghindati con lo sfarzo eccessivo della borghesia di provincia, Lise, col suo abito bianco, spicca come un'adolescente. Sam schiva gli sguardi, supera la fila delle felicitazioni, le si avvicina e, mentre Henri Delamare è impegnato a dar fondo alle sue spacconerie in noiose conversazioni, la prende per mano, la trascina nel parco immerso nel buio. Il bicchiere in mano, impegnata a non rovesciare il vino sul vestito da sposa, Lise sussurra: "Io sono sposata, Sam, non si deve", e poi: "Sono tua sorella, Sam, lasciami", e intanto ride sempre più forte, e gli prende la testa tra le mani e gli si avvicina, la bocca protesa. Tutto è nato come per caso, per scherzo, per noia. Lise e Sam erano accovacciati sul davanzale d'una finestra, lo sguardo fisso negli occhi l'uno dell'altra, in silenzio, quando Lise a un certo punto ha detto: "Ora o mai più, Sam, è la nostra occasione". La nostra occasione... l'occasione per lasciarsi alle spalle una vita in cui non c'è alcuna possibilità di lasciare traccia di sé. L'occasione per spacciarsi per fratello e sorella e sposare Henri, l'ineffabile Henri, pieno di quattrini e stupidità. L'occasione per organizzare poi il rapimento e mettere le mani su un mucchio di quattrini...
Attraverso la parabola del povero Candido, un inguaribile ottimista, il narratore continua a "portare uno sguardo rapido su tutti i secoli, tutti i paesi, e di conseguenza, su tutte le sciocchezze di questo piccolo globo". Pubblicato a Ginevra nel 1759, e immediatamente ristampato a Parigi, Londra, Amsterdam e altre città d'Europa, Candido consente a Voltaire di perfezionare il nuovo genere letterario da lui creato, il conte philosophique. Le convulse e mirabolanti disavventure del protagonista offrono all'autore l'opportunità di dimostrare la vanità dell'ottimismo razionalista leibniziano, che vedeva realizzato nell'universo il migliore dei mondi possibili, nonché di sviluppare una straordinaria lezione di sopravvivenza alle catastrofi della natura e della storia. Un romanzo di eterna attualità, introdotto e annotato da Gianni lotti, con un'ampia Cronologia.
Il secondo e conclusivo volume dell'edizione di Flaubert nei Meridiani raccoglie le opere dal 1863 all'anno della morte, spaziando, sia pure in maniera antologica, per tutti i generi tentati dallo scrittore, compreso il teatro, grande e infelice amore della sua vita. Il libro si apre con uno dei suoi capolavori, la seconda Educazione sentimentale e si chiude con un altro purtroppo incompiuto, Bouvard et Pécuchet, accompagnato dal gustosissimo Dizionario delle idee correnti. Inoltre, la commedia Il candidato, in cui lo scrittore manifesta tutto il suo scetticismo per la vita politica e i suoi rappresentanti, le due diverse redazioni della Tentazione di sant'Antonio e il piccolo gioiello dei Tre racconti. Curatore del volume è Giovanni Bogliolo.
Jean Valjean, un forzato, si rifugia presso il vescovo di Digne, ma lo deruba di due candelabri. Arrestato, il vescovo testimonia in suo favore e Valjean, commosso, cambia vita. Il suo nuovo nome è Madeleine e, diventato sindaco, difende una donna, Faustine che, sedotta e abbandonata con la figlia Cosette, era stata arrestata e maltrattata dal commissario Javert che sospettava che Madeleine e Valjean fossero la stessa persona. Per salvare un innocente, Valjean confessa la sua vera identità. Poi fugge, si rifugia a Parigi dove, dopo varie vicende, riuscirà a salvare Colette dal violento Thénardier. Nel 1832 si trova sulle barricate con Marius che, salvato da lui, sposerà Colette. Quando Valjean morirà al suo capezzale ci saranno i candelabri del vescovo.
Il primo volume dell'edizione curata da Giovanni Bogliolo comprende le opere risalenti al periodo 1838-1862: Memorie di un pazzo, Novembre, L'educazione sentimentale, Madame Bovary, Salambò. In appendice i documenti relativi al processo contro Madame Bovary e le polemiche seguite alla pubblicazioni di Salambò.
L’opera di Chrétien de Troyes vide la luce nel XII secolo, il grande secolo in cui nacque l’Europa delle cattedrali e delle università, che assisté al ritorno della filosofia di Aristotele nell’Occidente latino dopo alcuni secoli di sostanziale oblio, che segnò una nuova fase nei rapporti tra cristianità e islam e nel commercio mediterraneo, che conobbe con la logica di Abelardo l’avvio della filosofia scolastica e con la mistica di Bernardo di Clairvaux una delle voci ascetiche e poetiche più alte dell’Occidente latino.
Questo volume presenta due degli scritti più noti di Chrétien de Troyes. Nella prima opera, Lancillotto o il cavaliere della carretta, è narrata la vicenda dell’amore tra il cavaliere e la regina Ginevra, e delle numerose peripezie che questi dovranno affrontare per sfuggire alle insidie del perfido Meleagant.
Nella seconda, Perceval o il racconto del Graal, la fantastica storia di Perceval il gallese si intreccia con quella di un altro cavaliere, Galvano, e con la celebre ricerca del Santo Graal.
Elaborando in maniera in un certo senso definitiva e destinata a passare ai secoli successivi il modello antico del romanzo, Chrétien reinterpreta antichi motivi leggendari e li fonde con nuovi temi narrativi, lasciandoci un’opera capostipite di un ricchissimo filone narrativo.
Chrétien De Troyes è nato a Troyes, importante centro mercatale della Champagne, fra il 1130 e il 1135, ed è morto intorno al 1180. Di lui abbiamo pochissime notizie biografiche, desunte da cenni presenti nelle sue opere. Tra esse, Erec ed Enide, Cligès, Lancillotto o il cavaliere della carretta, Il cavaliere dal leone e Perceval o il racconto del Graal.
La storia d'amore che Jeanne aveva creduto perfetta è distrutta da continui tradimenti e si rivela costruita sulle menzogne. Maupassant, nel suo primo romanzo (1883), descrive con lucida impassibilità l'avanzare inarrestabile della sventura nella vita di una donna. Sullo sfondo la piccola nobiltà di provincia, in un'atmosfera ovattata e dominata da intense figure femminili. Questa edizione è introdotta da un saggio di Joseph Conrad che mette in luce tutte le qualità narrative e le caratteristiche dello stile di Maupassant.