Il Corano: tutti ne parlano, ma chi lo conosce veramente? Questo libro rivela al grande pubblico un Corano misconosciuto, spesso poco conosciuto persino dagli stessi musulmani. Con metodo e con chiarezza, Rachid Benzine mette alla portata di tutti gli strumenti necessari per leggerlo e per capirlo. Come si è prodotta la rivelazione coranica? In quale società è apparso il Corano? A chi si rivolge? Chi era Maometto? Come è successo che la predicazione orale dei primi tempi sia diventata il libro a cui oggi fanno riferimento più di un miliardo di nostri contemporanei? Quali insegnamenti propone il Corano? Quali punti ha in comune con la Bibbia? Per quale motivo ha qualcosa da dirci? Un libro per scoprire come il Corano è diventato, fin da quando è apparso nella storia, una fonte di ispirazione spirituale e di trasformazione sociale.
I destini dei fratelli Cioran, uniti in gioventù dalla passione intellettuale e dal fervore politico, si separano sul finire degli anni Trenta. La guerra mondiale e la cortina di ferro che taglia l'Europa in due blocchi contrapposti, li costringeranno a quarant'anni d'esilio forzato. L'uno, Emil, meteco a Parigi, nel cuore di quel "paradiso desolante" che è diventato ai suoi occhi l'Occidente; l'altro, Aurel, prigioniero in patria, in una Romania ormai simile a un grigio inferno "che non è più di nessuno". I due fratelli affidano alla sorte incerta e vulnerabile della missiva il desiderio di sentirsi uniti, nonostante la Storia stessa cospiri contro di loro. Dalle lettere ad Aurel emerge un altro Cioran, per certi versi inedito. Benché animato da un orrore gnostico per la procreazione, di fronte alle sofferenze dei congiunti il "persuasor di morte" cambia registro, rivelandosi di volta in volta provvidenziale medico dell'anima, consulente familiare e scrupoloso... farmacista. Sotto il segno della malinconia - eredità a un tempo familiare e culturale - Cioran si riconcilia col fondo romeno della sua anima ed è colto da un'"ineffabile nostalgia" per i luoghi incontaminati dell'infanzia, metafora del suo sradicamento metafisico.
Lungo la sua carriera di storico dell'arte l'autore ha incontrato la maggior parte dei collezionisti, degli antiquari e degli studiosi del secondo Novecento. Questo libro non è una biografia né una storia vera e propria quanto, piuttosto, una serie di incontri e di scelte. Alcuni individui che hanno comunque segnato la sua esistenza non vi compaiono per diversi motivi: taluni non gli erano congeniali, altri li ha amati al punto di rendergli difficile parlarne ora. Per i suoi stessi limiti biografici in questa raccolta si parla molto dell'Italia ma non solo di italiani. Il narratore è nato a Cuba e ha vissuto in diversi paesi, soprattutto in Francia, in Spagna e in Inghilterra. Scrive in italiano, una lingua inventata che non è la sua, come non lo sono più il materno spagnolo o il francese o l'inglese. Questo non lo fa essere comunque super partes: leggendo questi ritratti si ha l'impressione che il giudizio non manchi mai e che l'occhio non sia sempre indulgente. La teoria dei personaggi si apre con Bernard Berenson, si chiude con Alfonso Perez Sànchez e include figure molto diverse come Anthony Blunt, Liliane de Rothschild, Francis Haskell, J.P. Getty, Costantino Bulgari e Daniel Wildenstein.
Questo volume presenta un'ampia selezione delle lettere, per la gran parte inedite, scritte da Sigmund Freud a cinque dei suoi sei figli (è esclusa Anna, l'unica che non si sposò e seguì le orme del padre, diventando psicoanalista a sua volta), inquadrandosi in quel tragico scorcio temporale che va dallo scoppio della prima guerra mondiale al precipitare degli eventi alla vigilia della seconda. La sensibile e intelligente partecipazione del padre della psicoanalisi alle piccole e grandi vicende di figli, generi, nuore e nipoti; il suo e il loro personale coinvolgimento in eventi epocalmente traumatici; la fitta rete di relazioni in cui Freud si muove da protagonista e insieme da spettatore e commentatore: questo lo sfondo su cui si esprime, nelle lettere ai figli, un pensatore la cui modernità non finisce ancora di stupire, e che qui si presenta - per mezzo di una scrittura deliziosa, pervasa ora da affettuoso umorismo ora da pessimistica rassegnazione - nell'inedita veste di generoso patriarca e di padre premuroso. La raccolta, frutto dell'accurato lavoro di un team di studiosi guidati dallo storico della psicoanalisi Michael Schröter, presenta concise ma esaurienti biografie di Mathilde, Martin, Oliver, Ernst e Sophie Freud ed è corredata da un ampio apparato che comprende, oltre alle note, una cronologia, una bibliografia e l'albero genealogico della famiglia Freud.
Quante volte nella nostra quotidianità accade ai sentirci aggrediti o indispettiti da qualcuno senza essere in grado di replicare, almeno sul momento? Le situazioni possono essere le più disparate: il guidatore di una quattro per quattro che continua a stare incollato alla nostra auto, una signora che ci tratta da omosessuali perché non la troviamo seducente, l'incontro con qualcuno che si ritiene indebitamente dotato di un'intelligenza superiore, un presentatore che ci guarda con disprezzo dallo schermo televisivo, un testimone di Geova che viene a venderci Dio come se si trattasse di un aspirapolvere... Costretti a rimuginare sulla nostra incapacità di reagire sul momento, pensiamo e ripensiamo alle frasi ad effetto capaci di zittire questi imbecilli che non siamo stati capaci di formulare. L'autore si sofferma sulle situazioni più offensive con un ragionamento fermo e implacabile, così da fustigare l'importuno di turno, ribaltandogli contro le sue stesse ragioni. Le sue caustiche lettere, ispirate da un animo vendicativo, ci consentono di attenuare il ricordo di queste situazioni umilianti e intollerabili, fornendoci altrettanti suggerimenti per "cantarle chiare". Leggendole potremo placare i nostri cupi rimuginii e, tornando a confrontarci con il nostro persecutore, sperare di inchiodarlo alla sua cattiva coscienza, recuperando quella serenità che proviamo quando il mondo riacquista il proprio equilibrio.
Come sono nati gli dèi? Perché sono oggetto di culto? Che cos'è l'Olimpo? Che importanza rivestono le divinità di sesso femminile? Pauline Schmitt Pantei soddisfa tutte queste domande e altre ancora. Accanto alle figure mitologiche più conosciute, delinea il ritratto di divinità meno note ma che ebbero un'influenza fondamentale sulla civiltà greca, offrendoci una serie di "istantanee" su un mondo solo apparentemente lontano. Un libro per tutti coloro che desiderano rendere più attuali le proprie conoscenze nel campo della mitologia greca o scoprire per la prima volta le avventure di dèi ed eroi e, al contempo, un'occasione per apprezzare un sistema aperto e tollerante che ha consentito alla civiltà greca di espandere la sua influenza culturale senza combattere "guerre di religione", ma semplicemente assimilando e facendo propri i valori dei popoli con cui entrava in contatto.
In questo breve, attualissimo trattato, Plutarco prende in esame la figura del "princeps ignorante": il pernicioso, inamovibile tiranno che, privo di qualunque nozione di politica, decide di immischiarsi nella gestione del governo e costruisce il consenso sulla propria immagine, ben sapendo di non essere assolutamente all'altezza del compito che si è assunto. Ostentando potere, ricchezze e un'autorevolezza implausibile, il principe ignorante è prepotente, ingiusto, non ha la minima idea di quel che sta facendo e porta alla rovina se stesso e lo Stato che governa. Digiuno di qualunque forma di sapere, arrogante, totalmente ignaro dei princìpi morali, egli è inoltre incapace di fondare la propria autorità sulla rettitudine, ed è talmente ottuso e tronfio da non accettare alcun consiglio da uomini esperti, convinto che il punto d'arrivo del potere sia quello di fare quel che vuole senza doverne rendere conto a nessuno. Attingendo da un vasto repertorio di aneddoti tratti dalla storia greca e romana, Plutarco ci conduce con pacatezza e ironia alla scoperta di questo pessimo personaggio, fornendoci le coordinate per smascherarlo e individuarne i punti deboli.
Elegante e gradevole, perennemente in bilico tra il serio e il faceto, questo libro somiglia ai film di cui parla. Nella prima parte, racconta come uno tra i più geniali cineasti statunitensi ha cambiato la vita di uno psicanalista svizzero. Tutto ha inizio quando un giovanissimo Eric Vartzbed vede il suo primo film di Woody Alien, "Un'altra donna": nasce così una fascinazione della mente e del cuore che da allora non lo ha più lasciato e che, insieme alle "passioni" per Buddha e Lacan, si è trasformata in un vero e proprio filo conduttore della sua esistenza personale e professionale. Nella seconda parte, l'autore passa da una prospettiva personale a una più universale, analizzando i film di Woody Alien alla luce di una serie di problematiche più o meno serie, del tipo: "Come rovinare la propria vita amorosa", "Come prosperare grazie al crimine", "Come reggere agli assalti del caso". Inizia così un'agile e originale carrellata sulla filmografia alleniana, punteggiata da citazioni psicanalitiche, letterarie, filosofiche, alternate a riflessioni personali, cui fanno da contrappunto alcune tra le più irresistibili gag di Alien stesso.
In una vecchia chiesa ormai in disuso un anziano prete assiste impotente allo smantellamento di tutti i simboli religiosi fino alla sparizione del grande crocifisso e alla trasformazione della casa del Signore in un centro di accoglienza per gli immigrati, "i veri ornamenti del tempio di Dio". Il vecchio prete, senza più un luogo in cui officiare i suoi servizi, si troverà a prendersi cura dei disperati che, inseguiti dalla polizia, hanno cercato un rifugio nella chiesa dismessa, e grazie a loro ritroverà una fede ormai vacillante. Il messaggio di Ermanno Olmi non lascia spazio a dubbi: via i simulacri, dentro gli uomini. La sceneggiatura del film del grande regista lombardo, presentato fuori concorso all'ultima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia e accolto dal giudizio unanime dei critici come un piccolo capolavoro, è stata scritta valendosi delle considerazioni di Claudio Magris e Gianfranco Ravasi ed è qui accompagnata da un saggio introduttivo del teologo Vito Mancuso.
L'"Enciclopedia capricciosa di tutto e di niente" è un'opera unica nel suo genere che ci guida in un viaggio virtuale nel mondo e nella vita attraverso una serie di liste che spaziano dalla letteratura all'arte, dal cinema all'abbigliamento, dai cibi ai luoghi, dalle città alle spiagge, ora con leggerezza, ora con accenti sulfurei, ma sempre con passo originale ed elegante. Si succedono così, come in uno specchio in cui ogni lettore può ritrovare se stesso, liste di capitali, di viaggi, di film da salvare per l'ultima sala cinematografica rimasta al mondo... Un'enciclopedia straordinaria, bizzarra e imprevedibile (come potrebbe essere "capricciosa", altrimenti?), in cui non manca neppure una "Lista degli uomini vestiti nel modo più ridicolo", tra cui spiccano David Beckham e Silvio Berlusconi... Un libro che è anche un ritratto a tutto tondo del suo autore: Charles Dantzig, uno dei più raffinati letterati contemporanei d'Oltralpe. E allora il libro si trasforma, sotto gli occhi del lettore inconsapevole, in un'autobiografia sorprendente in cui si parla di popoli, di amicizia, di luoghi e di ossessioni. Insomma, uno strumento indispensabile per affrontare una vita che "finirebbe per ucciderci, se la lasciassimo fare".