Quanti sono i significati della storia di Psiche, la bellissima fanciulla sposa dell'invisibile dio dell'amore, che perde l'amato contravvenendo al divieto di guardarlo, e poi lo riconquista superando le prove di un viaggio che la porta fino al regno degli Inferi? Il percorso iniziatico attraverso il quale l'eroina passa dall'amore narcisistico all'amore puro e generoso può simboleggiare il cammino dell'anima per raggiungere l'amore perfetto. Ma la violazione del divieto significa anche la scoperta, da parte della donna, delle nudità dell'uomo, dunque della natura sessuale dell'amore. La Fontaine intreccia maliziosamente vari motivi ereditati da una lunga tradizione in un testo a più livelli, misto di prosa e versi.
Già quando Talleyrand viveva erano leggendari i suoi bons mots - una battuta sussurrata a un'amica con aria noncurante, uno strale lanciato a un avversario politico attraverso una tavola imbandita, una risposta piazzata al momento giusto per togliersi dai piedi un postulante -, destinati a riverberarsi di salotto in salotto e di corte in corte, fino ad assumere lo status di certe sentenze anonime che tutti ricordano ma di cui nessuno saprebbe indicare l'origine. Così accadde che nel 1829 Henri de Latouche, singolare poligrafo di cui spesso scorgiamo la sagoma dietro le quinte del Romanticismo francese, ebbe l'eccellente idea di raccoglierli e di pubblicarli in un delizioso libretto che la finzione letteraria vuole inviato da una misteriosa Madame de *** a un'altrettanto misteriosa Contessa di..., la quale risponderà a sua volta con un florilegio di motti e aneddoti folgoranti significativamente intitolato "Il rovescio della medaglia". Il libretto apparve mentre Talleyrand stava preparando il suo ultimo capolavoro: la sua uscita dalla scena del mondo. Mai riproposto in Francia dopo la prima edizione (che era già assai confidenziale), L'album perduto merita un posto accanto a quei preziosi "libri portatili" in cui lo spirito francese, da La Rochefoucauld a Chamfort, ha cristallizzato il meglio di sé, e al tempo stesso ci introduce al genio di uno dei rari esseri che, nel mondo moderno, hanno capito i segreti - fisici e metafisici - della politica e del potere.
Constant racconta qui i primi vent'anni della propria vita: la nascita, l'educazione discontinua sotto la guida di un padre vedovo, sino alla fuga in Inghilterra. Il narratore non risparmia il sale dell'ironia neppure alla sua persona e ai suoi amori. Dal suo beffardo umorismo si salva solo l'amica di sempre, cui sono dirette le bellissime lettere dall'Inghilterra che completano il volume.
Nel cinquantenario della nascita dello Stato ebraico questo romanzo ne ricorda la genesi tormentata. Nel maggio '48, mentre gli ebrei festeggiavano la nascita di Israele, gli arabi già si preparavano alla lotta. Questo romanzo racconta gli uomini, i drammi, i fatti di quella tragica stagione terminata con la nascita del nuovo stato.
Due racconti di Amelie Nothomb mai apparsi in libreria. Nel primo, "L'entrata di Cristo a Bruxelles", il giovane protagonista Salvator commette per gelosia un'azione orribile, fugge da Parigi e arriva a Hong Kong, dove diventa smisuratamente ricco. Torna nella sua città dopo diciotto anni e si innamora della bellissima Zoe, dai lunghi capelli e dalle fragranze intense... Nel secondo, "Senza nome", si narra del viaggio di un uomo nel "grande Nord" alla ricerca della donna dei suoi sogni...
L'esperienza di un giornalista colpito da ictus che è riuscito a raccontare la sua storia solo attraverso il movimento delle palpebre.
La piccola Lise, affidata ai nonni dopo la morte dei genitori, arriva da Parigi in un paese della Provenza occupata dagli italiani nel 1940. Qui conosce l'alpino torinese Mario e se ne innamora, come può farlo una bambina di dodici anni. Mentre l'eco della guerra arriva soltanto da lontano, la vita scorre placidamente fino al momento in cui, alla vigilia del Natale '42, qualcosa cambia e la vera tragedia incalza: un convoglio si porta via le compagne ebree di Lise e la fidanzata di Mario. Il tempo scorre, ma i misteri e i dolori dell'infanzia rimangono. Quando la sorella di Mario, durante un incontro a Torino, dà a Lise le lettere dell'alpino diventato un comandante partigiano, inizia per Lise l'ultimo pellegrinaggio nella memoria.
Il libro di Barthes si dipana attraverso il richiamarsi di una geografia di luoghi topici dell'amore, di frasi ricorrenti: "Adorabile!, la dichiarazione, il disagio, la gelosia, l'incontro, l'attesa, la tenerezza, io-ti-amo, fare una scenata, elogio delle lacrime, idee di suicidio, nell'amorosa quiete delle tue braccia, m'inabisso, soccombo..." Barthes sceglie l'ordine alfabetico a forma di frammento, che tutto evoca e disperde.
L'imperatore Adriano ha 62 anni e, sentendo avvicinarsi la morte, scrive una lunga lettera al giovane Marco Aurelio per raccontargli la propria vita. Evoca la giovinezza, i viaggi, le conquiste. L'incontro con Antinoo illumina la sua vita di una singolare passione, ma Antinoo si uccide e Adriano si sente un sopravvissuto per il quale ogni cosa ha "un volto deforme". Il suo senso dello Stato ha comunque il sopravvento, mentre le forze incominciano ad abbandonarlo e subentra la malattia che lo avvicina alla morte. La sua lettera a Marco Aurelio si conclude così: "Cerchiamo d'entrare nella morte ad occhi aperti".