La vicenda si svolge in Italia verso la metà degli anni trenta. Una serie di inspiegabili esplosioni si verificano in un laboratorio scientifico in cui si svolgono ricerche biologiche di natura indecifrabile cui si accompagna la successiva sparizione di tre scienziati. Di fatto, i tre scienziati sono stati rapiti dagli uomini di un altro pianeta con il probabile intento di studiare la Terra e i terrestri. Nei tre anni di permanenza nel pianeta si sviluppa il difficile tentativo di stabilire un rapporto con una civiltà tanto diversa. Così, la "scoperta della Terra" non è soltanto quella degli extraterrestri ma anche quella dei rapiti, costretti a un continuo confronto tra la loro esperienza e le forme di vita e di espressione con cui sono entrati a contatto. Questo turbinare di vicende rappresenta l'altra faccia della "scoperta della Terra". Questo non è un tradizionale romanzo di fantascienza, ma la storia di un complesso di vicende narrate in alternanza tra i due pianeti come in un gioco di specchi.
"Mi chiamo Alice Allevi e ho un grande amore: la medicina legale. Il più classico degli amori non corrisposti, purtroppo. Ho imparato a fare le autopsie senza combinare troppi guai, anche se la morte ha ancora tanti segreti per me. Ma nessun segreto dura per sempre. Tuttavia, il segreto che nascondeva il grande scrittore Konrad Azais, anziano ed eccentrico, è davvero impenetrabile. E quella che doveva essere una semplice perizia su di lui si è trasformata in un'indagine su un suicidio sospetto. Soltanto Clara, la nipote quindicenne di Konrad, sa la verità. Ma la ragazza, straordinariamente sensibile e intelligente, ha deciso di fare del silenzio la sua religione. Non mi resta che studiare le prove, perché so che la soluzione è lì, da qualche parte. Ma studiare è impossibile quando si ha un cuore tormentato. Il mio Arthur è lontano, a Parigi o in giro per il mondo per il suo lavoro di reporter. Claudio, invece, il mio giovane superiore, il medico legale più brillante che conosca, è pericolosamente vicino a me. Mi chiamo Alice Allevi e gli amori non corrisposti, quasi più delle autopsie, sono la mia specialità."
Questa è la storia, almeno un poco, dei divi di Napoli che fanno - alcuni pensano di fare - musica. Questa è una storia che passa di bocca in bocca, il più delle volte derisa dagli stessi napoletani, una storia di soldi, di brutte canzoni, di belle frasi, di Smart e Cinquecento sgargianti, di fan urlanti, di televisioni locali, di qualche artista vero, di truffatori e di pochi bravi autori, di gravidanze nascoste dal velo bianco (ancora, sì), di tanti manager padri-padroni, di rari figli di talento, di grosse illusioni e di grandi speranze. Questa è la storia di una geografia, della suddivisione di un territorio come fosse un'India musicale, quartieri spartiti con l'accetta dove regna ora un Franco Ricciardi, ora una Ida Rendano, ora una Maria Nazionale, ora un Natale Galletta, ora un Alessio, ora una Emiliana Cantone, ora un Raffaello, che se ci fosse un castello e ci fossero dei draghi, potremmo chiamarli principi e principesse del regno di Napoli.
Siamo a Minster Lovell, freddo e austero villaggio inglese. E al tempo stesso "paradiso terrestre" del romanticismo nero. Un luogo fatato che è già da solo un romanzo - un luogo, si direbbe, non troppo dissimile dalla brughiera selvaggia delle sorelle Brontë. È il 1911. C'è nebbia. Albertina e Annetta Stevenson, gemelle monozigote, arrivano da Londra per ereditare un cottage vittoriano in seguito alla morte dei genitori, avvenuta sotto circostanze misteriose. Vestono in modo identico, e si mostrano così integerrime, così schive, che il primo ad accoglierle, o forse ad attirarle nella tela di un ragno, sarà uno strano parroco, Padre Amos: le cui parole saranno sin da subito cariche di agghiaccianti sottintesi. E sarà lui ad affidare alle sorelle Stevenson (l'una insegnante di canto, l'altra organista) la gestione del coro della sua chiesa, il coro "Amorino". Più che un semplice coro, un'umanità in miniatura, dove a cantare sono gli abitanti stessi del villaggio, velocemente conquistati dal rigore delle due ragazze. La sensualità, la compostezza, la grazia: quel che appare delle due sorelle è un inganno. Ogni notte, quando l'oscurità scende su Minster Lovell, sul fondo della quiete si odono delle grida spaventose. Chi sono realmente Albertina e Annetta Stevenson? Perché il loro arrivo a Minster Lovell coincide con una serie di inspiegabili accadimenti
Rocco trascina la sua misera esistenza sotto i ponti lungo l'Arno. Un'esistenza fatta di vino a poco prezzo, miseria e cartoni nei quali avvolgersi quando scende la sera, per difendersi da un freddo che è prima di tutto dentro di lui. C'è stato un tempo, prima della seconda guerra mondiale, in cui Rocco è stato un ragazzo felice, con un lavoro, un amico fidato, Rodolfo, e una donna amatissima, Anita. Ma poi tutto è crollato: Rodolfo con l'inganno gli ha portato via Anita, che è finita a fare la prostituta a Torino, dove ha trovato una morte orribile. E la guerra ha spazzato via tutto. Ma adesso Rodolfo è tornato, e per Rocco è il momento di ottenere vendetta.
Giorgio Correnti vive in una periferia romana di acquedotti e binari, dividendosi tra lo studio dell'arte medievale, le supplenze in una scuola superiore, i cornetti del bar del Zozzo e illuminanti viaggi in treno verso Milano per collaborazioni inconsistenti quanto prestigiose. Nella sua precarietà esistenziale non mancano poche ma granitiche certezze: i passaggi in macchina del fratello Mario, un ventitreenne grunge posthippy che ha redatto sul suo taccuino le tavole della legge uomo-donna; il salotto contaminato di Davide, il vicino che calcola algoritmi per una società di telefonia e che gli racconta di una donna che a rigor di logica matematica potrebbe anche non esistere; le occasioni del professor Abernati, che lo coinvolge in eventi accademici del calibro di Pitcha te stesso: le udienze con Zanbesi, il luminare che dischiude a Giorgio le porte di una vacanza in barca che gli cambierà la vita... Ma come sempre, mentre tu aspetti che il destino bussi delicatamente da una parte, lui arriva dall'altra e ti stana coi lacrimogeni. La casa di Giorgio viene travolta dall'arrivo di un nuovo amico che lo inizia all'arte della decorazione dei videopoker, al furto delle fave sulla Sacro-fanese e alla degustazione comparata dei biscotti nel latte. E, proprio negli stessi giorni, alla sua porta bussa anche la persona che più gli occupava i pensieri ma da cui meno se lo sarebbe aspettato: Agnese di fronte a cui non puoi che sentirti inattrezzato perché...
Un vecchietto smemorato scende di casa per comprare le sigarette e al posto del resto la tabaccaia gli offre un biglietto del SuperEnalotto. Senza nemmeno seguire l'estrazione, quella sera infila il biglietto tra le pagine di un romanzo. Uno di quelli fuori catalogo, che ormai non stampano più. Peccato, poteva essere lui il vincitore. Ma il destino di ogni libro è imprevedibile: per un caso fortunato, il volume finisce nelle mani di un libraio che sta lottando per salvare il suo negozio dalla chiusura. E sempre il caso vuole che a domandargli quel romanzo introvabile sia Francesca, affascinante, con lo sguardo intenso e la battuta pronta. Il libro però è già sparito - con il biglietto dentro - perché Tzu Gambadilegno, un ragazzo cinese, alto due metri e zoppo, l'ha rubato mentre consegnava pollo fritto a casa del libraio. Per fortuna lui, come tutti i librai, somiglia a un armadillo: è testardo, coriaceo e non si arrende di fronte agli ostacoli. Vuole ritrovare il libro e avere una buona scusa per presentarsi a casa di Francesca con un mazzo di fiori... "La libreria dell'armadillo" è un romanzo capace di commuovere, di far sorridere e pensare. Ma è soprattutto una storia sull'amore per i libri all'epoca dell'ebook e della crisi; un omaggio al potere della letteratura.
Ci sono luoghi dove i ricordi di più persone si intrecciano, senza riuscire a diventare memoria condivisa. Giovanna, magistrata a rischio costretta a vivere sotto copertura benché ormai fuori dai ranghi, cerca in una casa di riposo qualcosa che sarà pena o sollievo, dipenderà anche dalle sue scelte. I suoi compagni di viaggio si conoscono fra di loro più per le malattie di cui soffrono che per nome, e condividerne la quotidiana fatica a sopravvivere, costantemente avvelenata dal rancore per le promesse non mantenute dalla vita, impegna Giovanna in una lotta vischiosa con se stessa. La grande Storia ha attraversato la piccola esistenza di ciascuno, imprimendovi cicatrici incancellabili: c'è Olga, che celebra accendendo candele le stragi di Stato; Virginia, che tutti chiamano Vandaosiris; e poi Quintina con la sua religiosità rabbiosa, l'ex partigiano Carlo, Dante che ostinatamente crede nei valori della Costituzione, e Federico, che per il segreto di cui si fa scudo rischia di trasformarsi, nei pensieri di ognuno, in capro espiatorio. Però sarà proprio Federico, per un malanno misterioso, a costituirsi per tutti in occasione di ripensamento, in opportunità di pacificazione nei confronti di se stessi e degli altri, in possibilità di percepirsi non come sommatoria di insofferenze e sospetti individuali ma come comunità. Un romanzo che ci racconta da dove veniamo e traccia un ritratto non rassegnato del presente: un'Italia fragile, invecchiata che non rinuncia in un impegno verso il futuro.
Un cane regalato mette a nudo un matrimonio che fa fatica a stare su, e chissà se a Tano fare il vigile basterà. E il Matto Bedini? Esisterà davvero o saranno le solite chiacchiere di paese? Di sicuro esistono i due ragazzini che decidono di scoprire finalmente la verità. Una lettera che un chirurgo forse aprirà, forse no. Che forse gli farà aprire gli occhi su una storia di quotidiana disumanità, forse no, ma è certo che li farà aprire a noi. Un'azienda che sta morendo, anche se ha ancora qualcosa da dire, e un fiume che sta morendo, anche se ha ancora qualcosa da dire. Una vacanza nell'estate più strana fin qui e una in pieno inverno, e la scoperta che il passato riesce a ferire nonostante i patti e le promesse, ma forse non mortalmente. Un comico all'apice del successo che compie una scelta difficile da capire. Un rapimento per errore che forse non è tanto per errore. Una moglie già anziana che si è portata dentro tutta la vita un incredibile segreto e adesso lo svela. O forse no. E quale verde aspetterà il giovane medico per oltrepassare il semaforo davanti al quale la sua vita sembra essersi tranquillamente assestata? Ci sono molti tipi di amore, in queste storie. Nessuno facile. Verso i figli, verso i genitori, verso gli amici, dentro le più diverse coppie e famiglie. Ma c'è soprattutto tenerezza, nei racconti teneri come in quelli che colpiscono dritti allo stomaco. E c'è speranza e futuro, nei finali aperti che lasciano immaginare tante soluzioni possibili.
Come una danza leggera e sapiente, ma implacabile, Massimo Carlotto ci conduce nella orgogliosa arroganza del nuovo crimine. E racconta da par suo una grande storia, che spazia dai boschi radioattivi di Cemobyl ai caveau delle banche svizzere. Con una irresistibile gang di privilegiati. Zosim, Sunil, Giuseppe, Inez. La Dromos Gang. Si sono conosciuti studiando economia a Leeds. Brillanti, impeccabilmente vestiti, del tutto amorali ma tra loro fraterni, quattro giovanissimi con pesanti famiglie alle spalle piombano su Marsiglia da ogni parte del globo, per prendersela tutta. Sono convinti che il mondo è di chi corre veloce come il denaro, di chi corre più veloce di tutti, e il resto non merita di vivere. È subito guerra con i vecchi arnesi: un tenace boss corso di lunga carriera, e una poliziotta in disgrazia che ha un'idea tutta sua della giustizia. Mentre un narcotrafficante allo sbaraglio, che porta il nome fatale di un grande calciatore, proverà a giocare la sua esilarante, tragica partita. E Marsiglia, il luogo oggi dello scontro criminale per eccellenza, dove i conflitti si risolvono a colpi di kalashnikov, diventa l'epicentro di un sisma vastissimo, dalle conseguenze del tutto imprevedibili.
Comicità scatenata e scatenato erotismo: ecco i due binari su cui corre velocissima la cronaca della (breve) vita di Oberdan Baciro, vissuto quanto il fascismo e morto per distrazione. Figlio unico di madre vedova, devotissima a Dio e al Duce, il piccolo Oberdan è uno di quei rari esseri umani il cui destino si manifesta già nell'infanzia più tenera. A Oberdan basta un orlo appena sollevato, un baluginio di pelle, per trasformare la curiosità in chiodo fisso. Attorno a quell'apparizione fugace si consumano la sua infanzia e la sua giovinezza, votate al culto solitario dell'inspiegabile mistero femminile. Il problema però è che gli anni passano, ma per Oberdan il mistero resta tale. Non gli rimane così che rifugiarsi nella fantasia, accesa dai racconti di chi millanta esperienze trionfali. Mentre l'Italia degli anni Trenta cammina tronfia verso il baratro della guerra, Oberdan Baciro danza il suo impacciatissimo balletto con il desiderio, fino a un beffardo ultimo atto. Lelio Luttazzi sa essere meravigliosamente leggero. Di quella leggerezza gioiosa e immaginifica che è l'antidoto all'opacità del vivere. Con una lingua spigliata e volutamente démodée, strizzando l'occhio ai romanzi libertini, ci consegna un singolare affresco d'epoca che svela lo spirito irriverente nascosto sotto la gonnella dell'Italia più severa. Una storia briosa e imprevedibile come la migliore delle sue improvvisazioni jazz.
Un santuario di montagna, una comunità di preti e suore di clausura, nobiltà massonica, dicerie e sotterfugi, alleanze e intrighi. Questi gli ingredienti dell'avvincente e misteriosa vicenda che esplode a partire dal ritrovamento di un neonato piangente all'interno della chiesa. Nessuno sa chi sia e da dove provenga, ma la sua comparsa dà l'avvio a una indagine complessa e colma di sorprese. Da una parte le suore, protettive e materne, dall'altra i preti, con le loro diverse e talvolta contrastanti personalità, infine la popolazione laica, rapita dai suoi interessi e dai suoi capricci, sconvolta da passioni, gelosie e continui imprevisti. E lo spettro del satanismo, la sapienza patristica, il giro di informazioni segrete, la ricerca di una verità diffìcile a trovarsi.