Scelti e pubblicati da Mondadori nel 1947, a cura di Lavinia Mazzucchetti, i testi etici e politici raccolti in questo libro furono scritti da Thomas Mann tra il 1922 e il 1945. La silloge si apre con il grande discorso berlinese del 1922 «Della repubblica tedesca» che segna l'approdo di Mann al pensiero democratico, e comprende tra l'altro la lettera al preside dell'università di Bonn che gli aveva tolto la laurea honoris causa, e i cinquantacinque radiomessaggi violentemente antinazisti inviati dall'America al popolo tedesco durante la guerra. Come scrive Giorgio Napolitano nella sua Introduzione, «la riflessione di Mann resta incancellabile - al di là dell'influenza che poté esercitare nel suo Paese prima e dopo essere stato costretto all'esilio -, riflessione che di certo non poté essere tale da salvare la Germania da quindici anni di regressione barbarica. È una lezione che torna ad ammonirci e illuminarci, nelle crisi sociali, culturali e politiche di questo inizio del XXI secolo in Europa».
Dopo Il meraviglioso Mago di Oz, Baum scrisse altri tredici romanzi ambientati nello stesso mondo, con la piccola Dorothy e i suoi vecchi amici, ai quali se ne aggiungono via via di nuovi non meno bizzarri e simpatici, come Testadizucca, lo Scarasaggio Sommamente Eccessivo, la gallina Billina, la Tigre Famelica, l'automa Tic-Toc e tanti altri. I romanzi successivi, sebbene poco o nulla conosciuti in Italia, non sono affatto inferiori al capostipite. Chiara Lagani ha tradotto e antologizzato i quattordici romanzi, ha scritto i collegamenti tra un episodio e l'altro e ha corredato il volume di brevi note che mettono in luce ulteriori riferimenti tra i vari racconti. In collaborazione con lei, Mara Cerri ha realizzato una serie di disegni a colori e in bianco e nero che accompagnano le storie di Dorothy e dei suoi soci. Cosí anche il pubblico italiano può percorrere in un solo volume, per la prima volta, l'intero ciclo dei libri di Oz. Una saga il cui assoluto valore sta nel non farsi costringere in nessuno schema interpretativo; la libertà narrativa di Baum, la sua continua invenzione fantastica, gli esilaranti giochi linguistici, l'ambivalenza emotiva, fra comicità, paura e malinconia, attivano da sempre una misteriosa complicità con i lettori di ogni età che appartiene ai piaceri dell'intelligenza e alla sostanza della vera letteratura.
Nella prefazione alla prima edizione di "Kinder-und Hausmdrchen" i fratelli Grimm definiscono i loro testi "innocenti fiabe per la casa". Difficile crederci vista la truculenza che spesso trabocca da questa raccolta: vendette, malefici, avvelenamenti, poteri occulti, boschi fitti in cui sembra impossibile ritrovare il sentiero perso, atmosfere oscure e tenebrose. Eppure, in queste fiabe riunite e riviste dai due filologi tedeschi, la purezza e l'innocenza infantili sono sempre presenti in quel magico mondo popolato da streghe, gnomi, draghi, fate e diavoli, e si intrecciano con naturalezza agli episodi sinistri. La grande forza liberatoria delle fiabe dei Grimm sta nell'immancabile e crudelissima punizione del "cattivo" e nella rivalsa dei deboli sugli oppressori: una giustizia rigida che non lascia sfumature tra bene e male e che ben rappresenta l'immaginario dissacrante dei Grimm. "Biancaneve", "Cappuccetto rosso", "Pollicino", "Hansel e Gretel", "Cenerentola": sono solo alcune delle "fiabe popolari" elevate dai Grimm a classici della letteratura.
Arthur Friedland è un aspirante scrittore disoccupato che decide di riempire il pomeriggio portando i tre figli a una performance del grande Lindemann, Maestro dell'ipnosi. Arthur si dichiara con sprezzo immune e scettico a riguardo di qualsiasi magia. Ma il grande Lindemann sa il fatto suo e quando invita Arthur sul palco, lo porta a confessare in pubblico i suoi segreti più reconditi, intimandolo a trasformarli in realtà. Così, quello stesso giorno, dopo aver abbandonato i tre figli sulla soglia di casa, Arthur svuota il conto in banca della famiglia, prende il passaporto e svanisce per diventare uno scrittore famoso in tutto il mondo. E i ragazzi? Martin, dolorosamente timido, crescendo diventa un prete cattolico. Eric diventa un consulente finanziario di successo. E Ivan sembra destinato alla gloria come pittore. Kehlmann racconta tre fratelli (e un padre assente), tre impostori, ognuno a suo modo, che hanno saputo crearsi un'esistenza quasi normale. Ma quando scoppia l'estate della crisi finanziaria del 2008, gli incubi diventano reali e si spalanca l'abisso pronto a inghiottirli.
Cresciuto in un ambiente protestante, Goethe ha l'opportunità di conoscere da vicino il cattolicesimo durante il viaggio in Italia. Il fascino per la dignità delle cerimonie papali e per i canti della liturgia del Venerdì santo non attenua la sua avversione per i miracoli e per la venerazione delle reliquie. Tuttavia, il grande poeta tedesco fa un'eccezione per san Filippo Neri, al quale dedica diverse pagine e una breve biografia nelle quali evidenzia l'«umore felice» di una figura che, proprio all'epoca di Lutero e nel cuore di Roma, si preoccupava di congiungere «la religiosità, anzi la santità, con le cose del mondo, d'introdurre il senso del divino nella vita secolare, così da gettare egli pure le basi di una riforma».
Nel 1936, il quarantunenne Ernst Jünger si imbarca sul Monte Rosa, storico piroscafo che collegava Amburgo al Sud America, e approda in Brasile. Il suo resoconto delle otto settimane di viaggio, pubblicato solo dopo la guerra, seduce pagina dopo pagina: per le preziose descrizioni di paesaggi esotici e di piante incontrate finalmente nel loro habitat naturale, come accade alle Azzorre, e poi di pesci volanti, serpenti velenosi, cacce agli insetti... La flora e la fauna delle foreste tropicali catturano il suo sguardo più di ogni altra cosa, ma non mancano le annotazioni sulla vita di bordo, che dà spunto a ritratti di personaggi singolari, né le osservazioni sugli abitanti del posto, con il loro lavoro e la loro stratificazione sociale, e sull'impronta lasciata dalla vecchia Europa nel nuovo mondo; la curiosità per i prodigi della meccanica, poi, spinge Jünger fin dentro il ventre del piroscafo, dove lavorano nell'aria rovente i grandi motori diesel. Non una parola sulle minacce di guerra che ormai si colgono in quegli anni, ma l'atmosfera serena e a tratti perfino felice che si respira in queste pagine è turbata verso la fine del viaggio dalle fiamme che, preludio di catastrofi, «già guizzano all'orizzonte». Questo diario è arricchito delle lettere confidenziali, aneddotiche, a tratti divertenti, che l'autore scrisse al fratello Friedrich Georg durante la traversata.
Goethe diceva che gli studi di scienze naturali gli erano serviti per comprendere la propria interiorità attraverso l'analisi delle parti fondamentali dell'essere della natura. I testi contenuti in questo libro mostrano le relazioni strutturali esistenti tra il mondo dell'arte e della scienza in connessione alla dimensione esistenziale, autobiografica dello stesso Goethe. "La metamorfosi delle piante" esamina il problema generale del divenire della forma, mettendo in luce le condizioni in cui i fenomeni si manifestano nel gioco infinito della creatività della natura, che pur rinnovandosi conserva la sua unità. Questo saggio sulla metodologia della ricerca scientifica, sull'origine delle piante e di altri fenomeni biologici, sulla filosofia contemporanea, costituisce un esempio significativo della critica goethiana all'idea di scienza formulata da Newton ed esprimono sinteticamente la visione filosofica di Goethe nella sua complessa formazione di derivazione mistica e alchemica, che si serve del pensiero di Spinoza, di Leibniz e di Kant. Il modello di scrittura proprio di questa saggistica scientifica, molto meno conosciuta della pagina poetica, evidenzia le analogie formali con l'insieme dell'opera letteraria, sottolineando come l'indagine del divenire delle forme nel mondo naturale, ben lungi dall'essere un vuoto esercizio di erudizione, consente anche di penetrare nelle grandi del mondo poetico di Goethe.
Nella Germania del Terzo Reich, mentre imperversa l'occupazione nazista e milioni di persone vengono perseguitate, Ernst Lossa si chiede: Perché io? Perché proprio io? Ernst ha solo quattro anni quando, nel 1933, viene separato dalla sua famiglia di nomadi e mandato in un orfanotrofio, e poi da lì trasferito in un riformatorio. Giudicato "irrecuperabile", all'età di dodici anni viene trasferito ancora, questa volta in un manicomio. Ernst però non si arrende all'immagine di sé che vede riflessa negli sguardi degli altri. Non si sente né diverso, né sbagliato. Nonostante gli orrori nazisti non risparmino neanche i bambini, lui stringe amicizie e vede nascere il suo primo amore, lottando fino alla fine per la salvezza. Tra il 1939 e il 1945 oltre 200.000 persone furono vittime del programma di eutanasia nazista. Questa è una storia vera, per ricordare Ernst e tutti coloro che come lui hanno amato la libertà.
"Se volessimo tener fermo il senso proprio, filosofico e non meramente letterario della parola romanticismo, dovremmo audacemente sostenere che esiste un unico, grande romantico: Novalis. E come corollario dovremmo dire che il più grande testo romantico, se non l'unico, sono gli 'Inni alla notte'. [...] Cos'è dunque, in breve, la poesia per Novalis? La poesia è magia immaginativa dell'io. Novalis riprende quindi l'idea fichtiana dell'io assoluto, interpretandolo però non come semplice soggetto trascendentale, ma come fonte infinita di realtà; l'idealismo diviene magico: la fantasia e la volontà del soggetto individuale - cioè del poeta - si fanno onnipotenti, dal momento che sono in grado di creare e trasformare il mondo. La poesia è dunque l'atto supremo, la libertà creativa assoluta; la trasformazione reale del mondo terreno, il fare dei casi della vita quel che ci pare, il servirsene a proprio capriccio: 'quel che io voglio essere, io lo sono'." (dall'Introduzione di Susanna Mati)
La poesia di Celan, influenzata da Mallarmé, dall'espressionismo e dal surrealismo, è incentrata principalmente sulla problematica etica e metafisica (metafisica del Male) connessa con la persecuzione e il genocidio del popolo ebraico; ma al di là di questa connessione storicamente condizionata essa acquista una valenza universale, che la rende perennemente di attualità e rapportabile a questioni di fondo della nostra civiltà contemporanea. Questo volume presenta il corpus completo del poeta, costituito da nove raccolte, tutte con testo tedesco a fronte e tradotte da Giuseppe Bevilacqua, al quale si devono anche l'introduzione e le note.
A Milano L'Ultima Cena di Leonardo Da Vinci viene distrutta. In Messico un gruppo di modelle viene rapito e seviziato: quando le ragazze riappaiono, i loro volti sono brutalmente sfigurati da quelle che sembrano vere e proprie operazioni chirurgiche. Contemporaneamente in tutto il mondo si diffonde un virus informatico, che altera sistematicamente i file fotografici. C'è forse una connessione tra questi eventi? Sarà Helen Morgan - una scienziata di Boston - a far luce sulla vicenda. Quando infatti sua figlia viene rapita, la donna comincia a seguire una pista che la porta in Europa, ed esattamente al Louvre, dove il quadro della Gioconda pare essere in pericolo. Ma le ragioni di tutto questo affondano nel passato, intorno al 1500, quando, il famoso dipinto vide la luce...
Vienna, 1881. Dopo dieci anni nell'esercito austro-ungarico, il tenente August Liebeskind sta trascorrendo le vacanze nella sua città natale, deciso a godersi un po' di libertà prima di iniziare un nuovo lavoro nella fabbrica di cioccolato dello zio. Fin da giovane, infatti, August ha sempre amato passare il tempo nelle cucine della villa di famiglia, dimostrando un talento non comune nell'abbinare ingredienti, soprattutto dolci, e nel riconoscere aromi e profumi. Quando, in un caffè viennese, August vede comparire Elena Palffy, ne rimane subito stregato. La donna, in apparenza fredda e sfuggente, ha un profumo inebriante, che sa di zucchero, di avventura, di paesi lontani e di spezie, con una punta di bruciato. Al collo porta un ciondolo di foggia esotica: un prezioso scarabeo d'oro. Sebbene il giovane tenente venga a sapere che il marito di Elena è scomparso in circostanze oscure e che lei è sospettata di averlo ucciso, decide di provare lo stesso a conquistarla. E di inventare per lei dei cioccolatini che rendano onore al suo fascino inafferrabile. Elena e August diventano inseparabili, finché, così come all'improvviso era entrata nella sua vita, altrettanto bruscamente la donna scompare, lasciando dietro di sé solo il suo scarabeo d'oro...