«Il lettore di questa raccolta del sommo poeta mistico persiano Jalal al-D?n Rum?» scrive il curatore Alessandro Bausani, il grande e compianto studioso della civiltà islamica «avrà il privilegio di conoscere - e mi auguro di condividere - un'esperienza spirituale di un'altezza, di una vastità, di una profondità a cui forse la letteratura mistica occidentale non ha saputo giungere. In questi mirabili versi l'ebbrezza mistica, che infonde tutto l'universo - anche l'acqua, l'aria, la terra e il fuoco, la mente e il cuore -, coincide con la più assoluta lucidità intellettuale. La fuga verso Dio, di cui il verso poetico diviene lo specchio fedele, coincide con l'accoglimento delle apparenze più violente e paradossali del mondo; il salto oltre la terra conduce al di là del bene e del male; la stasi spirituale coincide con la più labile e vertiginosa mobilità della fantasia poetica. A questo riguardo, un'ultima, doverosa avvertenza: la poesia, per quanto alta come quella di Rum?, è solo la parte emersa, la minima forse, dell'iceberg del mistico».
«Abbiate cura di impazzire per un abbraccio». Un libro intenso, pieno di luce, del piú antico fra i poeti contemporanei italiani. Con la sua lingua asciutta e lirica, sacrale e domestica, in cui c'è sempre uno scarto, uno slittamento inatteso, una sottile sensualità, Franco Arminio fotografa il corpo spaventato dalla morte e infiammato dall'amore. Non soltanto l'amore carnale, ma quello che ci conferma di esistere: l'amore per un figlio e quello per un angolo di paese, l'amore per una strada e quello per la madre, l'amore per un amico e per chi ci è ancora sconosciuto, al punto da scavare in noi il languore del desiderio. Nei suoi versi l'incontro erotico, sentimentale, è sempre un viatico verso Dio, raggira la morte e la corteggia, è miracolo ed epifania. Arminio dedica poesie e prose commoventi anche agli amori - vissuti o mancati - di altri scrittori e poeti, da Kafka a Pasolini, da Susan Sontag ad Amelia Rosselli, trovando una voce nuova per indagare il coraggio di essere fragili che ognuno di noi ha sentito innamorandosi, «il mistero di raggiungere nello stesso tempo il corpo di un altro e il nostro». «Uno dei poeti piú importanti di questo Paese» (Roberto Saviano). «Gli basta una manciata di sillabe, connesse da un gioco sapiente di rime ed assonanze, e un intero destino si staglia nettamente sul bianco della pagina. Come accadeva in certi indimenticabili epigrammi composti in vecchiaia da Giorgio Caproni» (Emanuele Trevi). «Poesia delicata, volatile, breve, ma esatta e lavorata giorno dopo giorno» (Valerio Magrelli). «Leggere Arminio è un'esperienza indimenticabile» (Marco Belpoliti). «Arminio è uno scrittore raro: scrive con tutto il corpo e si accorge di tutto quello che succede ai corpi altrui, di dentro e di fuori» (Domenico Scarpa).
Il volume raccoglie i versi di Stefania Falasca. Questa raccolta di poesie abbraccia tre decenni: dal 1990 al 2021. Nel suo momento creativo e nel suo processo espressivo, l'Autrice fa storia e fa geografia umana; descrive i luoghi e li ordina nella successione temporale e, come recita il titolo del suo libro poetico, stabilisce le tappe del suo cammino di osservatrice del mondo e degli esseri umani e, dalle innumerevoli testimonianze, presceglie le situazioni estreme, le più apparentemente irredimibili, come le più lievi, le più lontane, come le più vicine, le più orizzontali, come le più verticali, nel cammino dell'animo, del suo animo. Con la Prefazione di Edith Bruck e l'Introduzione di Rino Caputo.
I gatti sono imprescindibili per comprendere la visione teologica di Paolo De Benedetti - avverte la sorella Maria in apertura a questa galleria di poesie e disegni, dove ogni gatto svela un tratto unico della sua storia e, insieme, comune all'intera umanità. I gatti descritti da Paolo De Benedetti - ironici, buffi, stralunati - e illustrati da Maria Lojacono, per questa nuova edizione ampliata con testi inediti, riflettono un poco di grazia celeste e lo spirito stesso della creazione, l'Eden perduto e il Paradiso che ci attende, rivolgendosi ai bambini, a chi crede, a chi non crede ma non può non sperare. I gatti raffigurati, con l'espressione dei loro occhi, delle code, dei baffi, ci consolano e insieme ricordano che la loro anima, come quella di ogni creatura sulla terra, non va perduta. Prefazione di Giusi Quarenghi. Nota introduttiva di Maria De Benedetti. Introduzione di Ilario Bertoletti.
La poesia impregna la vita, perché corre sul filo delle emozioni e dello stupore conseguente, diventa consapevolezza e sublima con intuizioni che altrimenti andrebbero perdute. Ho sentito, perciò, la necessità di comporre queste catene di parole per fermare alcuni istanti e mi sono ritrovato a guardare in alto, da un punto di vista nuovo. In seguito, ho deciso di cucire i vari pezzi tracciando un percorso, accidentato e tortuoso, ma pregno di gioia e certezze, superiori alla mia capacità di comprensione. (L’Autore)
A centocinquant’anni dalla nascita del poeta, vede nuovamente le stampe questo libro dettato medianicamente dallo stesso Trilussa negli anni Ottanta del Novecento a un’anziana quasi cieca, Fernanda De Marco, una trasteverina “doc” con un passato da soprano lirico che cantò in tutto il mondo. Trecento pagine dall’origine senza dubbio misteriosa, ma ricche di umanità, commoventi e spiritose, smaliziate e ingenue: l’autobiografia di uno scrittore navigato, scritta con la freschezza di un fanciullo.
E se così è fatta la vita prendiamola com'è e così sia risale l 1970 circa e ripercorre in versi il periodo dei cosiddetti "anni di piombo", dalla fine del 1960 agli inizi del 2980 circa, quando in Italia avvenivano scontri, sequestri, attentati, omicidi e stragi, messi in atto dalle varie organizzazioni di estrema destra, di estrema sinistra e dalle associazioni malavitose. Il componimento ricorda inoltre come le forze dell'ordine riuscirono a debellare tali atrocità senza ricorrere a rimedi estremi e senza ulteriore spargimento di sangue, con un lavoro certosino, scandagliando accuratamente nei meandri delle varie organizzazioni, con il tempo dovuto e con interventi rischiosi e ammirevoli.
Il 10 ottobre 2021 ricorre il centenario della nascita di Andrea Zanzotto, unanimemente considerato uno dei grandi maestri della poesia italiana del secondo Novecento. Uno dei più attivi critici e studiosi della sua generazione, Andrea Cortellessa, sintetizza in questo libro i termini della sua già lunga fedeltà al poeta. La critica ha per lo più indagato, sinora, il tessuto linguistico e stilistico di quello che è stato definito «il Signore dei Significanti», facendo così perdere di vista che si tratta anche di una poesia densissima di 'significati', personali e collettivi, di traumatica urgenza, sebbene psichicamente schermati e 'cancellati' (come i temi dell'ambiente e del paesaggio, nella loro stratificazione storico-culturale). La monografia di Cortellessa risponde all'esigenza di una lettura che si rivolga anche a un pubblico più vasto di quello specialistico, come quello degli studenti universitari.
Scrivere poesie per l’autrice non è facile. I testi sono pezzetti di pelle che vengono strappati. Anche le poesie che apparentemente raccontano la felicità, in realtà cantano la ferita. Sì, la ferita che si rimargina, perché il mondo è una ferita aperta che solo la parola può curare. La parola è per l’autrice la chiave della vita. Parole semplici che tralasciano gli artifici letterari per approdare alla sintesi e allo stupore dello sguardo bambino.
Daniela Dose è nata a Milano nel 1961; dal 1987 vive e lavora a Pordenone. Sposata, ha due figli. Ha conseguito la laurea in Filosofia e lettere all’Università di Trieste e il diploma di laurea in Scienze religiose all’Istituto ISSR di Portogruaro con una tesi su “La fiaba nell’educazione religiosa”. È giornalista pubblicista dal 1999. Insegna lettere e storia all’ISSTE “O. Mattiussi” di Pordenone. Nel 1999 ha ideato il progetto di lettura di fiabe ad alta voce “Matilda: mi racconti una storia?”, rivolto ai bambini e ai loro genitori. Nel 2013-2014 sono stati avviati anche il progetto “Leggiamo insieme”, un percorso di lettura ad alta voce per i ragazzi delle superiori, e “Leggiamo i Manga”, sempre per ragazzi. Da diversi anni tiene conferenze sul valore della fiaba e l’importanza della lettura ad alta voce.
Non sappiamo di preciso come nasce la poesia, ma sin dai tempi più antichi i poeti e i pensatori hanno individuato tre fonti particolari: l'ispirazione, la meraviglia e l'incanto. La prima si è sempre detta divina, qualcosa che proviene da un altrove misterioso e remoto e che rende l'uomo un invasato, preda di quella che Platone chiamava mania. Più complessa è la meraviglia, fonte della filosofia secondo Platone, origine, attraverso il mito, anche della poesia secondo Aristotele. Ma è l'incanto, il più magico e più sfuggente degli elementi: lo stregare, il dismagar. Da Orfeo all'Odissea, da Pindaro a Boezio, da K?lid?sa a Du Fu, la malia domina le albe provenzali e il risveglio di Romeo e Giulietta, le poesie che celebrano l'allodola, la canzone di Mignon, Leopardi e Keats, Tjut?ev e Rilke. La poesia incanta: prima di piombare nel silenzio da cui proviene, si fa musica.
VITAstrocche è una raccolta di trentuno filastrocche nate come risposta al monopolio culturale che non rispetta la vita nascente e impone una visione positiva della cultura dello scarto. Fondendo ritmo e musicalità all’importanza del tema, la filastrocca diventa uno strumento efficace per rendere familiare a grandi e piccoli la realtà della vita nel grembo materno come preziosa per dare voce ai senza voce a cui il diritto alla vita viene ingiustamente negato.
Rosa Evangelista (2003) vive in Campania. Ama leggere, scrivere e fare musica ed è particolarmente appassionata al tema della vita nascente dopo aver partecipato alla Marcia per la Vita 2020 a Washington D.C.