La Storia e la Vita non sono due parole. Sono fili che s'intrecciano e a volte s'annodano. Si corre, si corre... verso quale traguardo? Perché affannarsi tanto se tutto finisce? In un attimo si può spegnere la luce e cala il sipario. Qual è il senso di tutto questo? C'è sempre una trama da scoprire, se non siamo distratti ed occupati dalle nostre corse quotidiane. I fili della Storia e della Vita possono diventare uno solo. Fili persi, fili ritrovati. Vita imprevedibile che passa da una Storia sorprendente. In questo caso ha un nome: Adele. Di Adele de Batz de Trenquelléon (1789-1828), fondatrice delle Suore Marianiste, è in corso la causa di beatificazione.
"Come ho avuto modo di dichiarare in apertura di un mio libro di alcuni anni fa che raccoglieva alcuni saggi di argomento francescano, io non sono, non sarò mai un francescanista.[…]
Invece, francescanisti noti e illustri sono i protagonisti di quel convegno e degli studi che ne rappresentarono il contenuto e che qui si pubblicano seguendo un ordine che segue rigorosamente quello nel quale si scandirono i lavori di quella giornata. Ne fu e ne è protagonista un religioso e scrittore che fu una delle glorie del grande Duecento centromeridionale italiano.
Certo è, comunque, che Tommaso da Celano è noto soprattutto per la sua grande, originale, innovativa opera di agiografo sanfrancescano: e so bene quanto riduttiva sia in fondo questa definizione. Ciò forse ha indotto a trascurare un po' il fatto che questo 'figlio di Francesco e padre della Biografia francescana' - come stato definito da monsignor Santoro vescovo dei Marsi nel suo 'Saluto' - fu altresì (e le rime del 'Dies Irae' appunto ce lo ricordano) uno dei protagonisti di quella feconda stagione di rinnovamento spirituale della Chiesa e della Cristianità europea.
Il libro si basa su un'accurata indagine delle fonti storiografi che dei documenti devozionali e della gran mole di saggi che testimoniano la reverenza e l'interesse sempre vivi ed attuali per le figure dei santi taumaturghi. È stata ripresa e riesaminata la questione della storica esistenza di due distinte coppie di santi medici dello stesso nome (martiri arabi e confessori asiatici). Il saggio è corredato di una mappa attendibile dei luoghi di culto e di un'elencazione significativa, anche se sintetica, dei miracoli compiuti dai santi.
Il Cantico delle Creature di san Francesco non è soltanto l'espressione poetica dello stupore e della meraviglia di fronte alla bellezza e alle segrete corrispondenze del creato, o una lode rivolta a Dio Altissimo per e da diversi elementi del cosmo (sole, luna, stelle, vento...). Sono letture certamente valide, ma non esaustive. Composto da san Francesco sofferente e quasi cieco alla fine della sua vita, esso ne costituisce una sintesi e un inno. Tutte le grandi intuizioni e i grandi temi del suo itinerario umano e spirituale vi sono presenti. La sua intera storia vi rivive sullo sfondo. Ma tutto ciò si cela nelle forme apparentemente semplici di una canzone trobadorica. Attraverso un'attenta esplorazione delle fonti, il libro inette in luce le novità e l'estensione delle intuizioni presenti nel Cantico, che costituiscono i presupposti di un nuovo umanesimo, di una nuova cultura, fondati sull'idea della fraternità universale non solo tra gli uomini, ma tra tutte le espressioni del cosmo "come se fossero dotate di ragione". Un pensiero che non ha ancora esaurito la sua carica rivoluzionaria, come dimostra l'insegnamento e l'azione di papa Francesco che, scegliendo il nome del "poverello d'Assisi", se ne è fatto quotidianamente l'interprete più autorevole.
Il libro presenta la vita, i miracoli e il culto, attraverso le varie epoche storiche, di san Ciriaco diacono e martire, la cui devozione si sta diffondendo in tutto il mondo, grazie alle guarigioni inspiegabili e alle liberazioni dal demonio che avvengono nel suo Santuario di Torre Le Nocelle, in provincia di Avellino, dove si conserva la preziosa reliquia del suo sangue. In questo luogo il culto di san Ciriaco si intreccia e si confonde con il ministero carismatico di don Michele Bianco, rettore del Santuario. Le numerose testimonianze di grazie, i riferimenti storici, oltre a una ricca selezione di preghiere, rendono il libro un'opera inedita e stimolante per imparare ad amare e a pregare il glorioso martire e levita, potente intercessore presso Dio.
In questa nuova autorevole biografia di san Francesco (pubblicata negli USA dalla Cornell University Press, nel 2012), lo studioso domenicano Augustine Thompson è andato alla ricerca del cosiddetto Francesco della storia, al netto delle leggende agiografiche e delle interpretazioni teologiche o culturali. Sul modello della Jesus quest, anche questa Francis quest parte sfatando preliminarmente una serie di tipiche ricostruzioni della figura del Santo che lo arruolano in questa o quella temperie culturale o sociologica: dal Francesco ecologista, romantico, mistico della natura e degli animali, hippie, pacifista o femminista di tante rivisitazioni moderne (cattoliche o laiche) alle interpretazioni teologiche che si sono stratificate - nell'Ordine francescano e fuori - intorno alla biografia storica del Santo. Il proposito di Thompson è stato quello di scarnificare la tradizione delle fonti biografiche francescane per ritrovare il nucleo dei fatti che la critica storica più raffinata può ragionevolmente attribuire alla vita di san Francesco. Quella di Thompson è pertanto una biografia storica e filologica, che porta a compimento in maniera originale il programma iniziato e mai completato da Raoul Manselli con il suo noto San Francesco d'Assisi del 1982. L'opera non si rivolge esclusivamente agli storici, anzi. Si tratta di un'opera leggibile da chiunque abbia un interesse non superficiale alla figura di Francesco, che mette in luce anche la sua dimensione spirituale.
Nell'epoca della riproducibilità tecnica anche le reliquie trovano nella fotografia un nuovo supporto. La dimensione fisica e corporea degli oggetti di culto tende, infatti, sempre più a dematerializzarsi a favore di immagini che rivendicano il potere di vere icone e suscitano pratiche commemorative che riducono il reale al visibile e si inscrivono in modo nuovo nella memoria riservata ai defunti. Attraverso la fotografia la reliquia si fa immagine, partecipa allo sviluppo di una discutibile economia della vita spirituale e si rivela in grado di entrare nel dominio invisibile del divino, come nel caso della Sindone di Torino, dove proprio il negativo fotografico consente di scoprire ciò che resta nascosto all'immediatezza dello sguardo.
La pratica del digiuno e le scelte alimentari rivestono un'importanza fondamentale per la storia del movimento monastico nella tarda antichità, nonostante la carenza delle fonti materiali e il fatto che cibo e bevande possiedono un significato simbolico non univoco, bensì continuamente rimodulato, anche all'interno di uno stesso contesto culturale e religioso. In merito alla pratica ascetica del digiuno l'autore prende in esame due esempi. Il primo riguarda Paolo il Semplice, che per essere accolto come monaco da Antonio viene sottoposto a diverse prove, in cui il cibo e l'acqua svolgono un ruolo centrale. Il secondo è un passo delle Confessioni in cui Agostino afferma di lottare "ogni giorno contro la concupiscenza del cibo e della bevanda" perché, a differenza dei "piaceri venerei", la gola è più difficile da tenere a freno. Dai due casi emerge che la sfida più importante degli asceti non consisteva nel reprimere il desiderio sessuale, come invece sostiene lo storico Peter Brown, ma nel controllare la fame e la sete. La categoria moderna di sessualità, dunque, sarebbe poco adatta per comprendere il fenomeno tardoantico dell'ascetismo.
Il libretto propone l'itinerario della Via Lucis, che ricorda e celebra gli eventi della vita di Cristo e della Chiesa nascente, dalla Risurrezione alla Pentecoste: un cammino orientato in questo volumetto da frammenti luminosi della vita di San Francesco di Paola.
Un poeta è un appassionato, oppure non è un vero poeta. In questi termini, possiamo condensare la vita di José de Anchieta: un "poeta appassionato". Nato nelle isole Canarie nel 1534, si trasferisce in giovane età a Coimbra (Portogallo) per intraprendere gli studi. La convivenza con gli studenti della Compagnia di Gesù lo porta a voler diventare gesuita. All'età di 19 anni viene inviato in Brasile, dove vivrà per ben 43 anni fino alla sua morte. Oltre ad essere fondatore di città e un fervoroso missionario fra gli indigeni, è appassionato di cultura, teatro, letteratura e poesia. È conosciuto come uno dei primi evangelizzatori del più grande paese cattolico del mondo. Per questa ragione è stato proclamato "Apostolo del Brasile". Dopo quasi 500 anni dalla sua morte, è stato canonizzato da Papa Francesco il 3 aprile 2014.
Nato ad Antiochia (Turchia) nel 250 circa d.C. da padre cristiano e madre pagana, Efisio si arruolò a 18 anni nell'esercito imperiale di Roma. Educato dalla madre al culto pagano, si convertì al cristianesimo e fu battezzato durante il viaggio che lo conduceva in Sardegna su incarico dell'imperatore per pacificare quella terra. Qui, denunciato e processato come cristiano, dichiarò coraggiosamente la sua fede. Condannato a morte, fu decapitato nel 303.
Nel IX secolo, negli anni attorno all'850, Costantino (Cirillo) e Metodio furono gli evangelizzatori della Grande Moravia e della Pannonia. Ricordati come "apostoli degli slavi", oggi sono venerati anche come compatroni d'Europa.