Frutto di minuziose e prolungate ricerche, quest'opera propone un'ampia carrellata su oltre 3000 nomi propri di persona, fornendo per ognuno dettagliate informazioni: la lingua di origine; il significato etimologico; l'origine storica; l'esatta ricorrenza del santo corrisponderete sul calendario; notizie biografiche sul santo stesso e su eventuali personaggi illustri che hanno portato il nome. La completezza dei dati raccolti potrà soddisfare la curiosità del lettore più esigente e venire in soccorso dei genitori ancora incerti nella scelta del nome per il loro bambino.
Questi Appunti non sono una biografia del santo piemontese. Rappresentano piuttosto un contributo per una migliore conoscenza del vissuto spirituale di Don Bosco nel quadro complessivo della sua vita, della sua produzione letteraria, della sua esperienza apostolica, del progetto di vita cristiana e religiosa proposto alla sua "famiglia". Partendo dagli anni della fanciullezza per giungere alla maturità del santo, il racconto lascia emergere l'importanza data alla preghiera e alla "ritiratezza", le ansie e i sentimenti, i progetti e le realizzazioni, l'amore donato e ricevuto, l'eredità spirituale lasciata ai "suoi".
Maria Goretti, giovane originaria di Corinaldo, nelle Marche, si trasferì presto con la famiglia nelle Paludi Pontine, dove visse in estrema povertà. Fu uccisa non ancora dodicenne, vittima di un tentativo di violenza. L’attualità di questa piccola santa non è nel fatto di cronaca nera, simile a tanti altri del nostro tempo, ma nella preparazione vigile e operosa al sacrificio della vita.
L’aspetto tipico della spiritualità di Marietta è la semplicità della fede. Alle grandi scelte non si arriva attraverso un atto solitario di eroismo, ma attraverso un cammino ordinario di piccoli gesti quotidiani, un cammino iniziato dentro una comunità, vissuto dentro una famiglia, assunto e concretizzato ogni giorno.
Dino De Carolis è un religioso della congregazione dei Fratelli della Dottrina Cristiana. Lavora da anni come insegnante ed educatore di bambini e giovani. Ha pubblicato Maria Goretti, una santità nel quotidiano, Paoline, 20032.
Giuseppe Moscati è un giovane medico vissuto a cavallo tra la fine dell'800 e gli inizi del '900. Egli si impone senza volerlo, all'attenzione di colleghi e pazienti per la sua illuminata competenza professionale e per la dedizione incondizionata al mondo della medicina. È chiamato "il secondo Cardarelli" che era ritenuto il luminare della medicina partenopea del Novecento. Una vita, quella di Moscati, dedicata completamente al servizio degli ammalati e alla ricerca scientifica. Sensibile ai bisogni dei poveri, parte dei suoi guadagni erano destinati ai pazienti più indigenti in modo discreto e anonimo. La sua vita di grande fede e la scelta di celibato potenziarono la dedizione incondizionata a questi ideali altamente umanitari ed evangelici. Alla sua morte, che arrivò prematura in un fisico fiaccato dal lavoro intenso, i colleghi paragonarono la sua professione medica a "un sacerdozio e un apostolato".Nel 1987 è stato canonizzato da Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro.
"Verrai da me. Qui potrai proseguire gli studi e mi aiuterai." Con queste parole, l'8 ottobre 1966, l'arcivescovo di Cracovia Karol Wojtyla chiese a un giovane sacerdote polacco di diventare il suo segretario privato, confermandolo nell'incarico anche dopo l'elezione pontificia. Da allora, don Stanislao Dziwisz ha condiviso tutti i momenti importanti della vita di Giovanni Paolo II, organizzando i suoi appuntamenti quotidiani e raccogliendo le sue confidenze, i suoi pensieri, le sue preoccupazioni. Oggi, insieme al giornalista Gian Franco Svidercoschi, Dziwisz ripercorre in questo libro le tappe più significative della vita di Karol Wojtyla: dal servizio pastorale di giovane vescovo all'elezione a Pontefice nel 1978, dal sostegno a Solidarnosc all'attentato di cui fu vittima nel 1981, dalla storica Giornata di preghiera per la pace ad Assisi al Giubileo del Duemila. Fino all'aprile del 2005, l'ultima volta in cui don Stanislao "vedeva il suo volto", prima di deporgli sul viso un velo bianco di seta e attendere che la bara di cipresso fosse chiusa.
È il terzo volume della trilogia di ritratti medievali aperta con san Benedetto e Abelardo. Il libro presenta le medesime caratteristiche dei volumi precedenti. Si tratta di una ricostruzione biografica che combina una solida documentazione storica con una scrittura giornalistica.
Il Bernardo di Pamparana è un contemplativo costretto per obbedienza a impegnarsi nel “mondo”, come quando fu incaricato dal papa a bandire la seconda crociata o ad accusare gli eretici o presunti tali (la sua vittima più illustre fu Abelardo). Grande mistico prestato alla politica del tempo, “innamorato di Dio” (Dante lo ha scelto come guida alla contemplazione del mistero divino al termine del Paradiso), è depositario di una grande lezione anche per il nostro tempo: l’azione ha un senso solo se poggia sulla contemplazione.
Chi è Bernardo?
San Bernardo di Chiaravalle o Bernard de Clairvaux (1090-1153), teologo, è il fondatore della celebre abbazia cistercense di Clairvaux. Canonizzato nel 1174 da papa Alessandro III, fu dichiarato Dottore della Chiesa (Doctor Mellifluus), da papa Pio VIII nel 1830.
Il tema del sacerdozio ha attratto l’intelligenza di Paolo VI già dai tempi del seminario e della formazione e, in seguito, negli anni di impegno pastorale come arcivescovo della Diocesi di Milano. Il volume, in maniera articolata e profonda, mette in luce un aspetto fondamentale della persona di Paolo VI in il suo essere “sacerdote”, facendone emergere tutte le peculiarità.
L’autore, studiando la spiritualità sacerdotale di Paolo VI, riprende in modo esemplare l’impegno di comprendere sempre più profondamente che cosa significhi essere sacerdote e vivere davvero come tale, cioè riprende quella domanda sempre attuale: “chi è il sacerdote?” .
Si chiamava Francesco, della nobile famiglia Possenti di Assisi, dove nacque nel 1838. A 18 anni, dopo molte incertezze, lascia la famiglia e la città di Spoleto dove era cresciuto ed entra tra i religiosi Passionisti. Amava in modo particolare la Madre del Signore. Alla professione volle chiamarsi Gabriele dell'Addolorata in suo onore. Dopo appena sei anni di vita religiosa, il Signore lo chiamò a sé nel fiore degli anni, alla vigilia dell'Ordinazione sacerdotale. Il 2008 segna il primo centenario della sua beatificazione dichiarata da Pio X nel 1908. San Gabriele è chiamato con diversi appellativi, ma gli si addice specialmente quello di "Santo dei giovani", per la sua esperienza conflittuale prima di scegliere la sua strada.
«Padre Pio, il giallo delle stigmate» e «Padre Pio, un immenso inganno». Due titoli a tutta pagina – comparsi nell’arco di due giorni sul «Corriere della Sera» – hanno creato sconcerto e dibattito. All’origine di tutto ciò l’uscita di un libro dello storico Sergio Luzzatto che, sulla base di documenti del Sant’Uffizio, tanto vecchi quanto già scandagliati dal Vaticano, ha rilanciato antichi sospetti.
Padre Pio da Pietrelcina, definito “piccolo chimico”, messo ancora una volta in cattiva luce da un fascio di accuse che ha lasciato amarezza in chi, conoscendo con quanta cura sia stato svolto il processo di beatificazione, sa bene come ogni obiezione, anche la più piccola, sia stata a fondo analizzata e adeguatamente risolta.
Che origine avevano, dunque, le stimmate di Padre Pio? Quali prove ed evidenze scientifiche abbiamo sulla natura di quelle ferite? Perché scomparvero prima della morte del futuro santo?
Senza alcun intento agiografico, ma sulla base di documenti storici e testimonianze di prima mano, questa inchiesta vuole rispondere una volta per tutte a quel terribile ultimo sospetto.
Questo libro sovverte completamente la vecchia e stereotipa immagine del santo stimmatizzato, cioè di san Francesco d'Assisi. Dopo attenti studi sulle fonti francescane l'autore ha appurato che Francesco non ha mai fondato un Ordine di frati, non è vissuto secondo i precetti della Chiesa e soprattutto non è stato un cristiano, ma un panteista. La religione francescana, la terza in Italia dopo quella romana e quella cristiana, non è giunta a compimento e può dirsi perciò abortita, poiché Francesco era troppo debole nel confrontarsi con la Chiesa, poiché era in precarie condizioni di salute e anche poiché la sua morte fu prematura: forse fu avvelenato per un accordo tra la Curia romana e un gruppo di conventuali. L'autore di questo libro ha tenuto ad Assisi un ciclo di cinque conferenze, con cui ha illustrato il vero pensiero di Francesco e lo ha posto al fianco di Giordano Bruno, il primo filosofo in Occidente che formulò un sistema panteistico e che perciò fu condannato al rogo. Nel 1228 Gregorio IX, il papa che canonizzò Francesco, dette incarico al frate Tommaso da Celano di scrivere la vita del santo: è da quella agiografia che sono derivate le leggende che perdurano ancora oggi. Adino Universi è lo pseudonimo di un matematico napoletano, che ha intrattenuto rapporti culturali con Benedetto Croce e Renato Caccioppoli. Prima denunciato dai fasciti, perseguitato anche negli anni del dopoguerra, ha conosciuto duri anni di esilio.
Il cofanetto contiene i due volumi: "Don Bosco. Una biografia nuova", di Teresio Bosco; "Maria Domenica Mazzarello", di Maria Pia Giudici e Mara Borsi. Due opere che raccontano la vita delle figure fondamentali della storia salesiana vengono così offerte in un'unica pratica confezione.