(Dal testo): "Per tutti la quaresima di questo Anno Giubiliare è dunque un tempo favorevole per poter finalmente uscire dalla propria alienazione esistenziale grazie all'ascolto della Parola e alle opere di misericordia. Se mediante quelle corporali tocchiamo la carne del Cristo nei fratelli e sorelle bisognosi i essere nutriti, vestiti, alloggiati, visitati, quelle spirituali - consigliare, insegnare, perdonare, ammonire, pregare - toccano più direttamente il nostro essere peccatori. Le opere corporali e quelle spirituali non vanno perciò mai separate. E' infatti proprio toccando nel mistero la carne di Gesù crocifisso che il peccatore può ricevere in dono la consapevolezza di essere egli stesso un povero mendicante."
Mai nella storia della Chiesa si è avuta una così spaventosa concentrazione di profezie che prospettano un tempo catastrofico per la cristianità e per il mondo. E sono profezie cattoliche, cioè legate a santi, pontefici e mistici o messaggi di apparizioni mariane riconosciute dalla Chiesa. Dal Segreto di Fatima, per il quale Benedetto XVI ha evocato il 2017 come anno cruciale, alle profezie di don Bosco, da quelle della beata Anna Katharina Emmerich alle apparizioni di Kibeho, fino alle apparizioni in Rue du Bac e Lourdes ricondotte dal cardinale Ivan Dias a una lunga catena di fatti soprannaturali che ci allertano sull'imminenza di un tempo apocalittico. Antonio Socci nella sua lettera aperta a papa Francesco richiama l'attenzione di tutti sui segni del presente, ma soprattutto sul rischio dell'apostasia, sulla situazione di smarrimento e confusione che si è creata nella Chiesa con il pontificato di papa Bergoglio, di cui esamina gli atti e le parole più controverse. "Quelli che viviamo" scrive Socci "sono tempi dolorosi, ma anche gloriosi, in cui siamo chiamati a testimoniare Cristo. E forse, come per Ninive, ascoltare i profeti e convertirsi potrebbe ancora salvare la città dalla sua rovina."
«Perché oggi un Giubileo della misericordia? Semplicemente perché la Chiesa, in questo momento di grandi cambiamenti epocali, è chiamata a offrire più fortemente i segni della presenza e della vicinanza di Dio. Questo non è il tempo per la distrazione, ma al contrario per rimanere vigili e risvegliare in noi la capacità di guardare all'essenziale. È il tempo per la Chiesa di ritrovare il senso della missione che il Signore le ha affidato il giorno di Pasqua: essere segno e strumento della misericordia del Padre» (Papa Francesco). Nell'anno del Giubileo della misericordia, il sussidio accompagna nel cammino verso il Calvario attraverso alcune brevi riflessioni di Papa Bergoglio.
**************** EDIZIONE SPAGNOLA ****************
La Iglesia no está en el mundo para condenar, sino para permitir el encuentro con ese amor visceral que es la misericordia de Dios. Para que eso suceda, es necesario salir. Salir de las iglesias y de las parroquias, salir e ir a buscar a las personas allí donde viven, donde sufren, donde esperan.
«La misericordia es el primer atributo de Dios. Es el nombre de Dios. No hay situaciones de las que no podamos salir, no estamos condenados a hundirnos en arenas movedizas.»
Con palabras sencillas y directas, el papa Francisco se dirige a cada hombre y mujer del planeta entablando un diálogo íntimo y personal. En el centro, se halla el tema que más le interesa –la misericordia–, desde siempre eje fundamental de su testimonio y ahora de su pontificado. En cada página vibra el deseo de llegar a todas aquellas almas –dentro y fuera de la Iglesia– que buscan darle un sentido a la vida, un camino de paz y de reconciliación, una cura a las heridas físicas y espirituales. En primer lugar está esa humanidad inquieta y doliente que pide ser acogida y no rechazada: los pobres y los marginados, los presos y las prosti-tutas, pero también los desorientados y los que viven alejados de la fe, los homosexuales y los divorciados.
En la conversación con el vaticanista Andrea Tornielli, Francisco explica –a través de recuerdos de juventud y episodios relacionados con su experiencia como pastor– las razones de un Año Santo extraordinario que ha deseado intensamente. Sin ignorar las cuestio-nes éticas y teológicas, rebate que la Iglesia no puede cerrar la puerta a nadie; por el contrario, su tarea es adentrarse en las conciencias para abrir rendijas a la hora de asumir responsabilidad y alejar el mal realizado.
En la franqueza de la conversación, Francisco no se sustrae tampoco de afrontar el vínculo de la relación entre misericordia, justicia y corrupción.
Y a esos cristianos que se colocan a sí mismos en las filas de los «justos», les recuerda: «También el Papa es un hombre que necesita la misericordia de Dios».
Il nome di Dio è Misericordia se publica con un lanzamien-to mundial en 82 países.
Pensieri scelti da un dialogo di papa Francesco con l'amico Marcelo Figueroa, pastore evangelico e giornalista della Radio Milenium di Buenos Aires, sul tema dell'amicizia. Incontro che Bergoglio aveva lasciato sospeso per andare al conclave; con la promessa che l'avrebbe fatto al suo ritorno. Ma, come lui stesso ha detto: "sono rimasto lì, a Roma. Ho dovuto restituire il biglietto e il tema è rimasto in sospeso. Bene, parliamone ora". I due amici si incontrano alla fine dello scorso agosto in Vaticano, nella Casa Santa Marta, in clima confidenziale realizzano l'intervista... proprio perché, come dice il Papa: "Con l'amico si può parlare di cose comuni in modo molto profondo". Cos'è l'amicizia, i vari aspetti dell'amicizia, le caratteristiche: l'amicizia vera, profonda, generosa, l'amicizia nella bibbia, l'amicizia con Dio, il bisogno di avere degli amici, la gioia di camminare con gli amici? ma anche l'amicizia interessata di cui, prima o poi purtroppo, a tutti capita di fare esperienza.
In occasione del Giubileo della Misericordia, Papa Francesco si rivolge a ogni uomo e donna del pianeta in un dialogo semplice, intimo e personale. La sintesi del suo magistero è raccolta in questa intervista, arricchita dal racconto della sua vita e delle vicende di tante persone incontrate lungo il cammino. Papa Francesco è il volto di una Chiesa che non giudica, che non rinfaccia le fragilità e gli errori, ma che accoglie sempre. La misericordia è il volto del suo pontificato.
Il volume raccoglie gli Atti del Convegno promosso dalla Fraternità Francescana Frate Jacopa sulle Dolomiti nell'agosto 2015. Il tema - "Laudato si'. Sulla cura della casa comune. Custodire la terra, coltivare l'umano" - è stato analizzato da autorevoli esperti a partire dall'esame dell'Enciclica di Papa Francesco sull'ambiente. A fronte del quadro inquietante della terra, sempre più agitata da una crisi antropologica ed etica, oltre che ambientale, emerge una interpellanza profonda al cambiamento, che richiede da parte di tutti un impegno sistematico ed urgente, innanzitutto sul versante dell'ecologia umana per porre relazioni con Dio, con gli uomini e con la natura, improntate allo spirito di fraternità universale e cosmica, ed approdare, sulla base di una ecologia integrale, ad un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo. "Laudato si'" rimanda all'esemplarità di S. Francesco, per vivere il presente restituendo al nostro pianeta, così oltraggiato, quel volto che il Creatore gli aveva dato secondo un progetto di pace e bellezza. Perseguire stili di vita improntati ad una cittadinanza attiva e responsabile, segno di una conversione personale e comunitaria, è nostro compito.
In queste pagine dal carattere profetico, che risalgono all'epoca in cui Jorge Mario Bergoglio era un sacerdote gesuita, scopriamo il Papa Francesco che noi tutti abbiamo imparato a conoscere. Sono meditazioni sulla vita religiosa che l'allora padre provinciale ha dedicato ai suoi confratelli e che oggi illuminano i concetti fondamentali della sua spiritualità e del suo modo di intendere la fede, la comunità e il sacerdozio: famiglia, fratellanza, amore, fiducia, misericordia, pace, paternità. "Fin dalla Chiesa primitiva" spiega "la paternità esprimeva una dimensione essenziale della fede: la necessità della mediazione degli strumenti umani per la sua nascita". Il sacerdote, infatti, è soprattutto un padre: "Il senso primitivo del nome 'padre' riporta alla paternità di Dio, al mistero di Dio che ci genera eternamente, sia che si tratti della paternità della predicazione che suscita la fede, o del Battesimo che introduce in una vita nuova, o della direzione spirituale che conduce alla santità". Ma questo non è l'unico aspetto importante della paternità: nelle parabole evangeliche i padri di famiglia sono coloro che nel germoglio di grano vedono sempre la speranza della crescita, nonostante la zizzania, che scendono in strada a correre incontro al figlio prodigo, che sono capaci di sviluppare una sintesi di nuovo e di vecchio. Memoria del passato e slancio verso il futuro sono due atteggiamenti, apparentemente opposti, che riflettono tuttavia la maniera di essere dei gesuiti e di Papa Francesco.
Il presente volume raccoglie i discorsi pronunciati dal Santo Padre in occasione del viaggio apostolico in Kenya (25-27 novembre 2015), Uganda (27-29 novembre 2015) e Repubblica Centrafricana (29-30 novembre 2015).Sono inclusi inoltre i discorsi tenuti con i giornalisti durante i volo di andata e ritorno e i testi dei videomessaggi del Santo Padre alla vigilia dei due viaggi.
Sin dal giorno del suo insediamento - quando si è presentato come "vescovo di Roma" più che come Papa della Santa Romana Chiesa -, il progetto di Jorge Mario Bergoglio è stato orientato a costruire l'unità dei cristiani e ad aprire la Chiesa a un più diretto confronto con la realtà contemporanea. Papa Francesco è oggi l'interprete di un paradigma nuovo che annovera tra i suoi temi le questioni personali e familiari, gli sviluppi economici e quelli sociali; un paradigma sintetizzato nella formula "misericordia, periferie, cambiamento": un cambiamento dei cuori. Seguendolo nei suoi viaggi e interpretandone il pensiero, questo libro analizza la portata innovatrice dell'opera di Papa Francesco, mettendo in luce anche la dura opposizione di quanti vedono nelle sue aperture un tradimento della dottrina. Una ricostruzione delle fasi di una battaglia che sta cambiando la Chiesa cattolica e si rivolge al mondo intero.
Con parole semplici e dirette, papa Francesco si rivolge a ogni uomo e donna del pianeta instaurando un dialogo intimo e personale. Al centro, c'è il tema che più gli sta a cuore - la misericordia - da sempre fulcro della sua testimonianza e ora del suo pontificato. In ogni pagina vibra il desiderio di raggiungere tutte quelle anime - dentro e fuori la Chiesa - che cercano un senso alla vita, una strada di pace e di riconciliazione, una cura alle ferite fisiche e spirituali. In primo luogo quell'umanità inquieta e dolente che chiede di essere accolta e non respinta: i poveri e gli emarginati, i carcerati e le prostitute, ma anche i disorientati e i lontani dalla fede, gli omosessuali e i divorziati. Nella conversazione con il vaticanista Andrea Tornielli, Francesco spiega - attraverso ricordi di gioventù ed episodi toccanti della sua esperienza di pastore - le ragioni di un Anno Santo straordinario da lui fortemente voluto. Senza disconoscere le questioni etiche e teologiche, ribadisce che la Chiesa non può chiudere la porta a nessuno; piuttosto ha il compito di far breccia nelle coscienze per aprire spiragli di assunzione di responsabilità e di allontanamento dal male compiuto.
Il testo prende spunto dall’ultima enciclica di Papa Francesco Laudato si’. L’autore l’ha meditata all’aria aperta, immerso nella natura: una lettura itinerante – ricca di incontri – non soltanto nei boschi di montagna, ma anche nelle splendide coste della Sardegna. L’enciclica, infatti, non affronta esclusivamente i problemi ambientali, ma anche il nostro vivere quotidiano: «Oggi l’analisi dei problemi ambientali è inseparabile dall’analisi dei contesti umani, familiari, lavorativi, urbani, e dalla relazione di ciascuna persona con se stessa, che genera un determinato modo di relazionarsi con gli altri e con l’ambiente». Infine, ha concluso la lettura al termine di una giornata nella quale ha “abbracciato” dieci uomini che vivono l’esperienza del carcere, i loro familiari e diversi volontari; sperimentando così quanto ha scritto V. Woolf nel suo saggio “Una stanza tutta per sé”: «Pensavo com’è spiacevole rimanere chiusi fuori; e poi quanto deve essere peggio rimanere chiusi dentro».