Il libro, edito per la prima volta nel 2011 in occasione del primo anniversario della stimmatizzazione, fu dato alle stampe in un periodo in cui la Chiesa cattolica sembrava andare incontro ad un risveglio spirituale. Oggi, invece, pare che a dominare sia un disorientamento dottrinale e morale che potrebbe trarre in inganno e portare moltissimi fedeli cristiani lontani dagli insegnamenti di sempre. Ecco perché la Beatificazione di Edvige Carboni arriva nel momento storico giusto; nel periodo in cui occorrono certezza dottrinale e giuste indicazioni che puntualizzino la via giusta per vivere correttamente l’effimera vita terrena e proiettare tutti verso quella definitiva ed eterna. Edvige Carboni può decisamente essere la risposta di Dio alla crisi del nostro tempo e alle tante e importanti domande che gli uomini di oggi si pongono.
Seguire l’esempio della nuova Beata è garanzia di camminare per la strada giusta! Edvige ci insegna come servire e amare Dio senza riserve e senza mezze misure. Imitare la sua vita e le sue virtù sarà molto difficile, ma bisogna almeno tentare di farlo.
«Drogati di merda». Così Don saluta i suoi ragazzi che gestiscono l’osteria marinara A’ Lanterna in via Milano dove si mangia un pesce da favola. «Ciao Don, in ritardo questa sera…», è la risposta di Fabio, che serve ai tavoli. Don gli batte una mano sulla spalla e poi girandosi verso di me: «Solo io li posso chiamare così».
Nel saluto c’è tutto l’affetto del mondo per i suoi giovani, per i tanti che sono passati dalla comunità di San Benedetto al Porto, che lui ha aiutato a uscire dal tunnel della droga e del malaffare.
Don lo avevo incontrato altre volte, durante un dibattito o un suo intervento in qualche mia trasmissione. Le sue parole mi hanno sempre affascinato, non sono mai buttate al vento, hanno sempre un senso, ti rimangono dentro, ti fanno pensare (è banale dirlo figuriamoci scriverlo, però non ho altro modo per raccontare quello che provo).
Quando è stato ospite a Che tempo che fa, mentre Fazio lo intervistava, io ero seduto dietro la scena, seguivo la ripresa attraverso un monitor di servizio, ascoltandolo pensavo: «Peccato che Don sia un prete, se fosse un politico, avremmo trovato il nostro leader». È facile fare il rivoluzionario con il fucile in mano, anche se a volte è inevitabile, soprattutto quando si lotta contro il dittatore o l’usurpatore.
Di Andrea Gallo conosco quasi tutto e mi sono reso conto, studiando la sua vita, che è quella di un grande rivoluzionario – sicuramente lui non sarebbe d’accordo con questa affermazione, scommetto che mi direbbe: «Io ho seguito solo le impronte lasciate da altri» – non solo per il bene che fa, ma per la forza della sua parola, l’esempio dato dal suo modo di vivere, per la capacità di rendere semplice tutto quello che è complicato.
Così ha scritto in una lettera pubblicata dal «Secolo XIX» qualche tempo fa: «Mai finora ci siamo ritrovati con animocosì turbato come oggi. Siamo di fronte, nel nostro bel Paese, a una caduta senza precedenti della democrazia e dell’etica pubblica. La mia coscienza di uomo e di prete che intende coniugare fede e impegno civile è in difficoltà a prendere la parola. Dov’è la fede? Nelle crociate moralistiche? Dov’è la politica? Nei palazzi? Dove sono i partiti? Sempre più lontani. È una vera eutanasia della democrazia, siamo tutti corresponsabili, anche le istituzioni religiose».
Loris Mazzetti
"Fin dalla nascita Paola soffre di una tetraparesi spastica che le impedisce di usare le gambe: il suo corpo, segnato da 14 operazioni, è rigido come uno scafandro, ma col pensiero riesce a volare alto. È una lottatrice, Paola. Non si commisera, non sciupa lacrime, abbraccia la Croce e va avanti con coraggio. Talvolta si arrabbia con Dio, si pone tante domande e si dà poche risposte, ma non cede. Con la carica evangelica di tanti cristiani semplici, che tanto più è forte, quanto è più umile. Questo libro di appunti quotidiani scopre e valorizza la nascosta fatica di una donna trentina che "coltiva con il suo piccolo corpo e con il suo grande cuore quel "pezzettino di cielo" che sente di aver avuto in dono." (dalla Prefazione di Luigi Accattoli)
Il volume presenta al lettore la figura di Dorothy Stang, missionaria statunitense (della congregazione delle suore di Nostra Signora di Namur), naturalizzata brasiliana, conosciuta come l’“ambientalista amazzonica”, assassinata nel 2005 mentre si trovava ad Anapu, nello stato brasiliano del Parà, Stato che detiene i record nelle deforestazioni, negli abusi dei dritti umani e nei crimini ambientali.
Da sempre schierata a favore dei più poveri e per la difesa dei diritti dei lavoratori, suor Dorothy si inserisce a pieno titolo nel fermento culturale e sociale che affonda le sue radici nella Teologia della liberazione e nel fervente impegno sociale che seguì la Conferenza deiVescovi dell’America Latina tenutasi a Medellín nel 1968. Suor Dorothy, che prese con forza posizione contro i latifondisti e il loro atteggiamento aggressivo, sosteneva l’idea di una Chiesa che fosse voce profetica di giustizia sociale; lottò per difendere la foresta amazzonica dalla fame di soldi dei latifondisti dove tutto si trasforma in distruzione, rapina, morte. La sua lotta diventa lotta per salvaguardare il creato:“Non fuggirò e non abbandonerò la lotta di questi contadini che non hanno protezione, nel mezzo della foresta. Loro hanno il diritto sacro a una vita migliore in una terra dove possano vivere e produrre con dignità”.
lottare per la salvaguardia del creato. lottare perché i poveri non muoiano alla speranza. lottare per la conversione di quei latifondisti accecati dall’insaziabile brama di soldi e di terra che ha accecato i potenti del Brasile.
Punti forti
La fama dell’Autore.
Una biografia su una figura ancora poco conosciuta: Dorothy Stang, uccisa dai latifondisti dell’Amazzonia per il suo impegno a difesa dei più poveri espropriati della loro terra.
Ricco inserto fotografico.
Una grande figura della nostra contemporaneità che aiuta a riflettere su scottanti temi sociali.
Destinatari
Per chi si interessa dei problemi sociali dell’America Latina.
Per chi ha una “coscienza ecologica”.
Autore
Valentino Salvoldi (Bergamo, 1950) è un sacerdote e prolifico scrittore. Docente di Antropologia culturale, oltre ad aver insegnato all’Accademia Alfonsiana di Roma, ha esercitato anche in Nigeria, Burundi e Zambia. Ha istituito la Fondazione Shalom, volta a favorire lo sviluppo dei Paesi del Terzo mondo. Con Paoline ha pubblicato: Dalla legge all’amore. Dai comandamenti alle beatitudini (2005); Vivere... se questo basta. Un sentiero d’amore (2006).
Suor Enrichetta entrò a vent’anni tra le suore della Carità di santa Giovanna Antida Thouret. In seguito si ammalò gravemente: tubercolosi ossea e restò paralizzata per tre anni. Ma nel 1923 guarì improvvisamente dopo aver bevuto dell’acqua di Lourdes. E venne destinata al carcere di San Vittore a Milano per occuparsi dei carcerati. Nominata superiora della comunità, aprì scuole all’interno del carcere, laboratori, asilo nido per i figli delle detenute. Ma durante l’ultima guerra i tedeschi si impossessarono del carcere e vi insediarono il loro quartiere generale.
È il tempo dei rastrellamenti degli ebrei e delle deportazioni nei campi di sterminio tedeschi. San Vittore è il punto di raccolta e di smistamento. Suor Enrichetta si prodiga come può per alleviare tanta tragica sofferenza. E fa da tramite tra i prigionieri e le loro famiglie ancora libere ma in pericolo di rastrellamento. Accusata di spionaggio, viene arrestata e internata nei sotterranei di San Vittore. Processata, è condannata alla fucilazione, ma per l’intervento del cardinale Schuster viene graziata e internata in una struttura che ospita persone con problemi psichici.
Finita la guerra e il pericolo nazista, ritornò di nuovo a San Vittore a continuare la sua missione. Qui morì nel 1951. Aveva vissuto quasi trent’anni in questo carcere a consolare, aiutare come poteva.
E c’era chi la chiamava l’Angelo di San Vittore e chi la Mamma di San Vittore.
Punti forti
Una pagina di eroismo del periodo nazista in Italia.
La persecuzione degli ebrei.
Evento che consiglia l’uscita in tale data: la
beatificazione di Suor Enrichetta Alfieri il 26 luglio 2011 prossimo.
Destinatari
Chiunque è interessato agli eventi storici dell’ultima Grande guerra.
Luoghi: soprattutto carceri, scuole (per integrare lo studio della Seconda guerra mondiale), istituti religiosi.
Autore
Luisa Bove, giornalista professionista, vive e lavora a Milano. Ha conseguito il baccalaureato presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale. Scrive sui giornali della diocesi di Milano Incrocinews, Il Segno e sull’inserto Milano 7 di Avvenire. Nel 2008 ha ricevuto il premio giornalistico indetto dalla Croce Bianca di Milano per il suo centenario. Per l’editrice Monti ha pubblicato Carlo Maria Martini, una voce nella città (2003), per Il Gabbiano Anna Sironi, una vita per il Brasile (2005), tradotto in portoghese nel 2007.
Anna Cataldi non è una donna comune: colta e privilegiata, a un certo punto della vita non ha esitato a rimettersi in gioco e a dedicare tutta se stessa agli altri. È stata l'amica di sempre Audrey Hepburn a indicarle la strada: l'indimenticata protagonista di Colazione da Tiffany che è diventata instancabile ambasciatrice dell'Unicef in Africa, America Latina, Asia. Di lei si racconta in queste pagine, ma anche di altre quattro donne, sorelle nel coraggio e nella volontà di costruire un futuro di speranza per coloro che futuro e speranza non hanno mai avuto. C'è la storia di Annalena Tonelli, missionaria in Somalia, che ha speso trent'anni della sua esistenza al servizio dei somali costruendo centri di assistenza e lottando contro le piaghe della tubercolosi, dell'Hiv e delle mutilazioni femminili. Finché nel 2003 ha trovato la morte per mano di un gruppo di fanatici nell'ospedale da lei creato. Di Nancy Dupree, l'unica occidentale a camminare per le vie di Kabul senza paura, che ha lavorato mezzo secolo per salvare dalla distruzione l'immenso patrimonio culturale afghano e restituire a un popolo le sue radici e la sua memoria. Di Rosamond Carr e di Linda Beekman. Storie di incredibile generosità, grande forza e assoluta determinazione, che obbligano alla riflessione, scuotono la coscienza, ma soprattutto toccano il cuore.
Medico, sacerdote, fondatore dei Piccoli Fratelli del SS.mo Sacramento e le Figlie del Sacro Costato, appassionato del bene del prossimo e sempre fedele alla Chiesa, Eustachio Montemurro (1857-1923), Servo di Dio, è stato un uomo di intensa vita spirituale e di instancabile tensione al servizio dei più poveri e malati nei quali vedeva un volto di Gesù umiliato e sofferente. Gli autori ne ripercorrono la vita inquadrandola nell'ambiente civile e religioso del tempo contesto storico e culturale dell'epoca
Contenuto
Biografia di Padre Mariano (1906-1972), il cappuccino più conosciuto e amato dagli italiani al tempo delle prime trasmissioni televisive della Rai. Una presenza rassicurante con l’immancabile sorriso e quella voce che trasmetteva speranza e serenità quando chiudeva la trasmissione con l’augurio di «Pace e bene». La semplicità delle sue conversazioni nascondeva l’uomo di profonda cultura: una laurea in lettere classiche a Torino, prima di entrare in convento a 36 anni, e una seconda laurea in teologia all’Angelicum di Roma. Nel marzo del 2008 Benedetto XVI lo ha dichiarato Venerabile. Presto pregheremo il primo santo della TV, il parroco di tutti gli italiani?
Destinatari
Ragazzi, giovani e grande pubblico.
Autore
RINALDO CORDOVANI è nato a Viterbo ed è entrato giovanissimo nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Dopo gli studi filosofici e teologici, è stato ordinato sacerdote e ha conseguito la laurea in lettere classiche all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano. Ha insegnato materie letterarie nelle scuole secondarie superiori dell’Ordine e in quelle statali. È incaricato dell’archivio storico dei cappuccini romani ed è autore di alcune pubblicazioni di carattere storico e di ricerca archivistica. È direttore della rivista bimestrale «La Posta di Padre Mariano», da lui fondata nel 1984, e collabora a varie riviste e periodici.
Tra i vescovi che, nella travagliata Storia della Chiesa ungherese, hanno fecondato e illuminato la terra magiara, si annovera per l'eroicità della vita e della morte il beato Vilmos Apor (1892-1945), Vescovo di Gyòr. Coed. Elledici -Velar.
La bellissima storia di Luigi e Maria, testimonia agli uomini e alle donne di oggi che attraverso il sacramento del Matrimonio, che dona la grazia all'uomo e alla donna che si amano, tutti possono raggiungere la vetta della santità. Coed. Elledici -Velar.
Una laica che lungo il XX secolo, nella città di Roma, offrì una luminosa testimonianza di fede, di amore e di speranza, e si offrì a Dio, per le mani della Vergine Maria, come vittima per la Chiesa. Coed. Elledici -Velar.
Questa è una galleria di ritratti sui generis. Raccoglie infatti 30 profili di christifideles laici avviati sul cammino della santità. In questa galleria, organizzata a scansione cronologica, troviamo ritratti di fedeli laici generosamente impegnati nell'ambito sociopolitico o in quello parrocchiale, ma anche in esperienze d'avanguardia nell'ambito ecumenico o in quello dell'evangelizzazione nelle strade, con "gli ultimi". Da Alcide De Gasperi a Giuseppe Lazzati, da Giorgio La Pira a Edith Stein, da Simone Weil ad Alberto Marvelli, a tanti altri ancora: esempi in cui spicca contagioso l'impegno a santificare sempre più e meglio la Chiesa in Cristo.