Quale significato possiedono le religioni? Perché e come i cristiani sono chiamati a mettersi in dialogo con i credenti di altre religioni? Com'è possibile articolare una riflessione teologica sulle religioni? Per rispondere a tali importanti questioni, l'indagine sul contributo teologico e sulla testimonianza di Pietro Rossano (1923-1991), costituisce un percorso assai stimolante e arricchente. Rossano, fu chiamato, infatti, a lavorare nel Segretariato per i non cristiani, fondato da Paolo VI il 19 maggio 1964. Per oltre venticinque anni, "Monsignor Dialogo", come veniva chiamato, egli fu attore e pensatore del dialogo interreligioso ufficiale della Chiesa Cattolica.
«Nel mistero di Israele e delle sue relazioni con la Chiesa e le nazioni ne va senz'altro e centralmente della possibilità di un corretto discernimento teologico dei segni dei tempi che stiamo vivendo».
In poche parole: I possibili esiti del dialogo tra popolo d’Israele e Chiesa cattolica secondo la visione di uno dei principali esponenti dell’ebraismo messianico contemporaneo.
La dichiarazione Nostra Aetatesui rapporti tra la Chiesa cattolica e le religioni non-cristiane ha cambiato radicalmente la visione cattolica dell’ebraismo: ricordando “il vincolo con cui il popolo del Nuovo Testamento è spiritualmente legato con la stirpe di Abramo” e il “grande patrimonio spirituale comune ai cristiani e agli ebrei”, la Chiesa cattolica ha affermato che il mistero di Israele è inseparabile dal mistero della Chiesa. Come misteri intrecciati, ognuna delle due parti richiede la presenza dell’altra per comprendere se stessa, pur nella diversità delle rispettive istituzioni. In questo libro il teologo ebreo messianico Mark S. Kinzer sostiene che il cammino intrapreso con Nostra Aetatedebba ancora essere adeguatamente esplorato in tutte le sue implicazioni: l’insegnamento cattolico riguardante Israele dovrebbe produrre nuove prospettive sull'intera gamma della teologia cristiana, inclusa la cristologia, l'ecclesiologia e i sacramenti.
Il volume, che si inserisce tra le iniziative promosse dall’Ufficio ecumenismo e dialogo interreligioso della Conferenza episcopale italiana, si propone di illustrare e favorire l’incontro e il dialogo tra cristiani e musulmani.
La comprensione dell’islam in Italia - spiegano gli autori - passa attraverso la conoscenza delle organizzazioni musulmane, del diritto ecclesiastico, della figura dell’imam, ma anche tramite l’incontro concreto nei luoghi della vita: la comunità, la scuola, l’oratorio, il carcere, l’ospedale. Senza dimenticare la dimensione quotidiana dell’islam – dalle regole alimentari alle feste – e l’attenzione concreta nei confronti dei poveri.
Sommario
Prefazione (G. Bassetti). I. Parametri per la comprensione dell’islam in Italia. 1. Organizzazioni musulmane e diritto ecclesiastico italiano (A. Angelucci). 2. La figura dell’imam dall’islam classico alla situazione italiana contemporanea (D. Tacchini). 3. La visita alla comunità islamica «di prossimità» (A. Ferrari - V. Ianari). II. Convivere in fraternità. 4. La scuola e i musulmani: una sfida interculturale (A. Cuciniello). 5. Musulmani all’oratorio (A. Negri). 6. Musulmani in carcere (I. De Francesco). 7. Incontrare i musulmani in ospedale (I. De Francesco). III. Interpretare l’islam nel quotidiano. 8. Islam: regole alimentari, digiuno e feste (A. Cuciniello - M. Rizzi). 9. La questione delle immagini nell’islam (M. Bombardieri). 10. La zakāt. L’islam e la concreta attenzione nei confronti dei poveri (S. Paternoster). IV. Temi a margine. 11. Troppa accoglienza? Dati e spunti per discutere di immigrazione, asilo, solidarietà (M. Ambrosini). Postfazione (A. Spreafico - C. Bettega).
Note sull'autore
Antonio Angelucci è docente di Diritto ecclesiastico europeo all’Università degli Studi del Piemonte Orientale di Novara e di Introduzione al diritto islamico alla Facoltà di Teologia di Lugano. È autore di monografie e fa parte del Gruppo per l’Islam dell’Ufficio Nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza episcopale italiana.
Maria Bombardieri, dottore di ricerca in Scienze sociali, studiosa delle comunità musulmane e dell'islam in Italia (associazionismo, moschee, radicalizzazione giovanile), ha tenuto l’insegnamento di Immaginari dell’alterità e ha collaborato con le cattedre di Sociologia e di Pluralismo sociale e conflitti culturali all’Università degli Studi di Padova.
Antonio Cuciniello, arabista e islamologo, è docente a contratto di Cultura e letteratura araba contemporanea all'Istituto di Alti Studi SSML Carlo Bo di Milano. Fa parte del Gruppo per l’Islam dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della CEI.
Davide Tacchini è Research Fellow and Project Coordinator alla Jena Center for Reconciliation Studies della F.-Schiller-Universität a Jena, in Germania, e professore a contratto di Lingua e letteratura araba all’Università di Parma.
Gualtiero Bassetti, cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, è presidente della CEI.
Ambrogio Spreafico, vescovo della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino, è presidente della Commissione Episcopale per l'ecumenismo e il dialogo.
Cristiano Bettega, docente di teologia presso lo Studio Teologico Accademico di Trento, è direttore dell’Ufficio nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso della Cei.
In occasione del 92° compleanno di Benedetto XVI un volume inedito che tratta un argomento importantissimo e quanto mai contemporaneo.
Un ampio articolo del papa emerito che interrompe per un attimo il suo silenzio per un argomento – il rapporto tra ebrei e cristiani – che gli sta particolarmente a cuore. Un vecchio pontefice la cui parola si fa sempre più flebile come un’ eco che giunge da un mondo lontano e un giovane rabbino che vive nella Vienna sempre più laica e distratta del XXI secolo. Sono due autorevoli rappresentanti rispettivamente del cristianesimo e dell’ ebraismo.
Inizialmente l’ articolo di Benedetto, che tocca i punti più delicati del dialogo ebrei-cristiani, suscita perplessità tra gli esperti.
Anche il rabbino capo di Vienna, Arie Folger,gli risponde inizialmente con toni severi.
Benedetto, tuttavia, accetta la sfida che prende la forma di una corrispondenza di grande interesse culturale e religioso.
Il tutto si conclude con una visita privata di tre importanti autorità religiose ebraiche al papa emerito.
Il volume contiene l’ articolo di Benedetto, la replica di Folger, la loro corrispondenza, i documenti più importanti del dialogo ebrei-cattolici.
Il rabbino Folger scrive una prefazione di grande apertura e apprezzamento nei confronti del papa emerito.
Un libro per tutti: centri e parrocchie aperte al dialogo; interessati alla pace tra i popoli e le religioni; gli ammiratori del papa emerito e tutti coloro che vogliono avere un’idea chiara su un argomento importantissimo nel contesto attuale.
Il pensiero cristiano si confronta con una realtà planetaria plurale, all’interno della quale differenti culture e mondi religiosi diversi si incontrano. Alla teologia è richiesto un contributo che sappia dire una parola chiarificatrice, dal punto di vista della fede della Chiesa, sul valore del fenomeno religioso nelle sue varie espressioni, sulla domanda di sacro, sulla ricerca di senso della vita.
Biografia
Paolo Selvadagi, vescovo ausiliare della diocesi di Roma, è stato docente di Teologia delle religioni e del dialogo interreligioso, di Introduzione alla filosofia presso la Pontificia Università Lateranense. È Consultore del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Ha già pubblicato sullo stesso argomento: Cristianesimo e religioni. Saggi teologici (Roma 1998), Teologia, religioni, dialogo (Roma 2009).
Viviamo in un mondo pluralista con molte religioni, culture, lingue, gruppi etnici. Dovremmo essere capaci di conoscere, accettare e apprezzare gli altri. Dovremmo dialogare e collaborare per il bene di tutti. È necessario portare le persone a capire che l'unico Dio può essere raggiunto in maniere diverse. Le strade diverse dipendono dalla storia, dalle circostanze geografiche e culturali. La sfida non è solo quella di rispettare e di tollerare queste differenze, ma di celebrarle. Le religioni non salvano. Ma Dio sì. Dio può far uso di ogni mezzo per raggiungere le persone. Dio può parlare tramite santi e profeti in ogni religione. Con contributi di Brunetto Salvarani e Gaetano Sabetta.
La domanda di fondo che percorre il testo è se è possibile o no avere la certezza della propria fede senza che ciò implichi una violenza al diverso? L'autore tenta di dare risposta a tali questioni sostenendo la ricerca dell'unità religiosa e della concordia riguardo i valori trascendenti deve essere per cristiani un segno di credibilità della verità, che non si possiede ma che possiede. In fin dei conti ogni tentativo di dimostrare con la forza o con la pura persuasione umana di essere la vera religione porterà a contraddire la stessa verità di cui il cristiano è portatore.
Questo libro raccoglie la testimonianza personale di Bruno Forte sulla Terra Santa, e su Gerusalemme in particolare, che nasce da una grande conoscenza della situazione religiosa e politica della regione. Come teologo e come pastore, impegnato nel dialogo ebraico-cristiano, Forte riesce a tracciare un profilo della situazione attuale che incoraggia i singoli credenti e sostiene l'esperienza del pellegrinaggio come dinamica fondamentale per ogni cristiano.
Il Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la convivenza comune è lo storico risultato di un viaggio altrettanto storico. In poche pagine, i due leader religiosi affermano la concreta possibilità del dialogo, unica scelta possibile - e ammissibile - per chi crede in Dio e considera l'altro come fratello.
Ma le parole di Papa Francesco e dell'Imam Ahmad Al-Tayyeb vanno oltre, individuando un terreno comune di convivenza, di fronte ai grandi mali del mondo moderno. Una collaborazione nella difesa del creato e delle creature, in primo luogo le più deboli, e nella promozione della libertà e dell'uguaglianza, senza distinzioni: «La libertà è un diritto di ogni persona: ciascuno gode della libertà di credo, di pensiero, di espressione e di azione. Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani».
I tanti conflitti cui assistiamo, che siano cruenti o meno, che siano grandi guerre o piccoli razzismi, non trovano assolutamente motivazione nella fede autentica. Nell’attualità globalizzata le tradizioni religiose sono spesso ritenute sorgente di identità delle persone, ma considerarle come il solo elemento identitario rischia di far credere che possano avere reale funzione solo “per opposizione” rispetto ad altre credenze. Gli autori di questo saggio dialogano tra di loro nella curiosità delle tradizioni altrui e scoprono che la diversità è il vero motore della vita in società, e che l’accettazione del diverso da sé è il principale contributo alla definizione della propria identità e alla composizione dei conflitti.
L'incontro e il dialogo hanno profondamente segnato la personalità e la vita di Pierre Claverie, vescovo di Orano, assassinato nel 1996: ha lavorato incessantemente per mettere in relazione le persone più diverse e si è egli stesso messo in gioco nella scoperta degli altri. Le considerazioni semplici e piene di buon senso che ci offre in questo scritto permettono di riflettere sui diversi fattori che conducono al successo o al fallimento delle relazioni. Dopo aver evocato le figure di Abramo, Mosè e Maria nel cristianesimo e nell'islam, medita su un certo numero di incontri, riusciti o no, di Gesù, così come sui suoi rapporti con gli altri e con il Padre. L'autore considera il testo delle Beatitudini come la legge dell'incontro, di cui la fede, la preghiera, la vita ecclesiale e la vita religiosa sono altrettante applicazioni pratiche. Secondo lui, la differenza dell'approccio di Dio nelle tradizioni musulmana e cristiana rivela le loro rispettive ricchezze (sono citati numerosi testi di mistici musulmani) ma anche l'originalità del cristianesimo, il carattere insieme straordinario e scandaloso del messaggio di Gesù Cristo. Queste meditazioni sono un invito caloroso a fare il punto sul nostro modo di essere con Dio e con gli altri, perché l'incontro e il dialogo sono per noi delle sfide permanenti nelle nostre comunità umane: vita familiare, vita professionale, vita religiosa, vita ecclesiale...