Recuperare il passato, rivivere eventi ed emozioni: nella costruzione morale degli individui così come delle collettività può essere questo uno dei compiti più dolorosi. Ma ci sono cose che abbiamo il dovere di ricordare? Può davvero la memoria condivisa valere a fondare o a rafforzare il sentimento identitario di una comunità? Esiste insomma un'etica della memoria? Tenendo sin dal principio ferma la distinzione fra etica e morale, l'autore si misura con tali interrogativi in pagine dense di riflessioni colte, ma anche di spunti di cronaca recente, di testimonianze e di ricordi personali, per giungere infine ad affermare che un'etica della memoria è un'etica tanto del ricordo quanto dell'oblio e del perdono, e che dunque la questione cruciale, se ci siano cioè cose che dobbiamo ricordare, ne comporta una parallela, se ci siano cose che dobbiamo invece dimenticare.
Ogni volume di questa collana costituisce una guida alla lettura di un classico del pensiero. Uno strumento indispensabile che aiuta il lettore a comprendere e a interpretare il testo attraverso la trattazione analitica delle tematiche fondamentali dell'opera e ne ricostruisce la genesi e la fortuna.
John Stuart Mill (1806-1873) è una figura di riferimento per l'etica e la filosofia politica contemporanea. Il suo contributo spazia dalla riflessione sul romanticismo ai grandi lavori sulla logica, l'economia politica, il liberalismo, l'utilitarismo, il governo rappresentativo, la filosofia della psicologia e la religione. Il filo rosso che attraversa e accomuna l'intervento di Mill nei campi più diversi delle scienze umane è l'idea di ripensare il quadro illuminista e utilitarista alla luce dei nuovi temi che il romanticismo aveva messo al centro della scena, in particolare la dimensione della soggettività e dell'interiorità e il ruolo della storia e della cultura.
Il pensiero di Marx gode di un'attualità inesauribile in ambiti impensati: in questo scritto del 1843 il filosofo cerca di rispondere a uno dei quesiti politici più sentiti al suo tempo: come comportarsi nei confronti degli ebrei in Europa? La sua risposta è che gli ebrei si possono emancipare solo se rinunciano all'ebraismo, giacché bisogna emancipare l'uomo in quanto uomo: nella società capitalistica nessuno (e non solo l'ebreo) è veramente libero. Il testo, che fu impropriamente utilizzato anche in chiave antisemita dai nazisti, ha pertanto la duplice valenza di ferire la nostra coscienza affinché non dimentichi e non ripeta le tragedie del Novecento e di esaminare una delle vie alternative della cultura occidentale.
Questo è il primo scritto di Giorgio Colli, che andrà poi a far parte della sua tesi di laurea. "Un'unica soluzione sembra presentarsi al critico: interpretare Platone storicamente, ossia spiegare queste sue apparenti contraddizioni come successive fasi del suo sviluppo". E in queste pagine già risuona il timbro dell'argomentare di Colli, e si delinea un percorso in cui la ricerca teoretica è inseparabile da quella filologico-storica.
La scelta della morte lucidamente pianificata - il suicidio razionale - è solo la cuspide di una lunga serie di temi che riguardano l'amministrazione della morte in funzione della vita e viceversa. Il buon senso comune qui è in difficoltà: per un verso stabilisce che è bene vivere ed è male morire, per l'altro ricorda che è bene il preferibile e male lo sconveniente, cosicché diventa inevitabile chiedersi se sia davvero sempre preferibile proprio il vivere. Si parla di autopsia psicologica quando psicologi e psichiatri indagano i resti della presenza di un suicida nella memoria di chi gli ha vissuto accanto, per elaborare modelli di spiegazione e intervento. Una autopsia filosofica entra nel merito delle categorie che caratterizzano il pensiero di voler finire, scandagliando le strutture che sostengono la disperazione ultima.
Uno studio su tre Autori che, a diverso titolo, occupano un posto di grande rilevanza nella filosofia della religione e teologia moderne. Paul Tillich ha osservato che il conflitto tra autonomia ed eteronomia e la chiave per comprendere teologicamente lo sviluppo del pensiero sia greco sia moderno e molti altri problemi della storia spirituale dell'umanita". In questo volume esso funge da paradigma ermeneutico per delineare un percorso critico all'interno della filosofia della religione e della teologia protestante moderna che passa attraverso l'opera di Ernst Troeltsch, Rudolf Otto e Karl Barth. Il volume ripercorre, cosi, un tratto del cammino che va dall'affermazione del principio moderno di autonomia in filosofia della religione, alla sua crisi e quindi alla nascita di una rinnovata forma di eteronomia che connota l'epoca post-moderna. "
Il percorso intellettuale di Paul Ricoeur considerato dal punto di vista etico con una particolare attenzione alla psicoanalisi di Freud. Il confronto tra Ricoeur e Freud consente di individuare il luogo piu adeguato in cui l'esperienza etica puo venire a parola: la tragedia. In essa possono confluire le componenti piu importanti dell'agire: i sentimenti, la storia personale e comunitaria, l'identita narrativa, la dimensione poetica dell'esistenza, il rapporto alle istituzioni, ma anche l'esigenza di superare il livello del dovere aprendosi alla dimensione piu profonda e misteriosa dell'agire come l'amore, il desiderio, il dono e il perdono. Il filo rosso della proposta etica di Ricoeur e il suo carattere estetico" teso a rilevare la bellezza di una vita buona, animata dal desiderio di realizzare le proprie possibilita nell'incontro con l'altro."
Uno studio inedito e di grande spessore, una lettura complessiva del pensiero di Paul Ricoeur. Paul Ricoeur (1913-2005) e ormai quasi unanimamente considerato un grande della filosofia della seconda meta del Novecento. Il libro tenta una lettura complessiva del suo pensiero. Questo studio privilegia l'approccio tematico della sua opera e tiene in considerazione anche i capitoli meno frequentati (l'azione, la storia, il politico, l'estetica) nell'orizzonte del suo svolgimento diacronico e nella polarita che la riflessione orchestra tra il momento del senso e quello dell'essere. In dialogo con altri saperi la filosofia, domanda dell'uomo e sull'uomo, nel porta a espressione la fondamentale capacita, eticamente responsabile e drammaticamente vulnerabile.
Un testo sul tema della passione. Il volume tenta di percorrere al contempo in senso storico e speculativo fino alle soglie del pensiero politico, un ripensamento del tema della passione, riprendendo un filo lasciato in sospeso nel secolo scorso, per posizionarlo nel territorio costituente della filosofia.
Derrida, Arendt, Bloch... Una serie di brevi e inconsueti profili dei principali maestri del 900. La segreta speranza del presente lavoro e' quella di innescare nei lettori una serie di sani interrogativi che mettano in moto un'attivita' instancabilmente critica della ragione. A questo obiettivo concorrono due elementi di fondo. Innanzitutto un fertile incontro di due complementari approcci al pensiero filosofico del Novecento, l'uno concentrato analiticamente sulle intersezioni tra filosofia, scienza e conoscenza, linguaggio e ricerca della verita', l'altro piu' attento alle dinamiche etico-politiche comunitarie in senso lato. E poi il coro delle voci diverse del pluralismo culturale messo in gioco tra le righe del volume.
Gli anni della Seconda Guerra mondiale - costantemente sospesi tra la vita e la morte, con l'esperienza dell'importanza della corporeità per la sopravvivenza - determinano nella Filosofia di Hans Jonas (1903-1993), appassionato di ebraismo, Filosofo della libertà e della responsabilità, una svolta fondamentale. Contro ogni concezione che si rifa all'idealismo della coscienza poiché non tiene in sufficiente conto la base organica su cui si radica l'attivitàdella mente di ogni essere, Jonas "scopre" la fusione insolubile di interiorità ed esteriorità nell'organismo vivente. Questa fusiòne diviene la chiave d'indagine di una filosofia che è pensata oltre gli schematismiriduzionistici per interpretare in modo più efficace la realtà. L'Autrice ricostruisce la filosofia di Hans Jonas nel secondo dopoguerra, attraverso l'analisi del contesto storico-culturale e dei testi, intorno ai concetti di libertà e di responsabilità individuati come centrali nel suo pensare.