«L'ascolto è particolarmente delicato quando ci si trova in situazioni di profondo dolore: lo sappiamo, chi soffre ha diverse modalità di esprimere il proprio disagio. Qualche volta sono lamenti, qualche volta possono essere grida di protesta, qualche volta - forse è capitato anche a voi - sono dei ragionamenti con cui uno cerca di dare una spiegazione a sé stesso della propria situazione, magari trovando anche delle giustificazioni» (Carlo R.M. Redaelli). «In questi anni, come pastorale della salute, abbiamo provato a declinare in maniera diversa il nostro "essere curanti a fianco dei curanti", come pure "a fianco dei sofferenti", e abbiamo capito che c'è bisogno di tutto noi stessi. È necessario il coinvolgimento totale delle nostre persone, che parta anzitutto dal riconoscimento dei nostri limiti e delle nostre ferite, per poterci poi affiancare ai sofferenti evitando il rischio di risultare poco credibili» (Massimo Angelelli)
L'Arcivescovo invita a confidare nella grazia del Signore e a opporsi al male personale e collettivo. Nell'anno giubilare l'esortazione a vivere un tempo sabbatico con al centro la preghiera e le relazioni, e a curare la Confessione e la celebrazione della Messa. Richiamando la Lettera di san Paolo ai Corinzi e gli scritti di santi come Teresa d'Avila e Ignazio di Loyola, monsignor Delpini spiega che "lo smantellamento della nostra superbia apre uno spazio in cui si fa percepibile in modo limpido che tutto è frutto del dono del Signore, potenza sua che si manifesta proprio nella nostra debolezza. Questo ci dona anche la chiarezza e il coraggio di dire “basta” a quanto fa dimenticare il dono del Signore o a quanto lo contrasta esplicitamente"
Il dibattito sul tema del fine vita e le implicazioni di carattere religioso ed etico morale sono da lungo tempo al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica. A tale riguardo la Pontificia Accademia per la Vita propone ai lettori un "Piccolo lessico del fine vita" che, attraverso una serie di voci esplicative e di approfondimento, per esempio dalle "cure palliative" e all' "eutanasia" ? rigorose concettualmente e che si avvalgono dei più recenti dati scientifici ? intende contribuire con un linguaggio comprensibile anche ai non addetti ai lavori, a chiarire e a saper utilizzare nel modo corretto i termini aiutando chi cerca di districarsi in queste tematiche. «In modo tale ? si sottolinea ? da ridurre almeno quella componente di disaccordo che dipende da un uso impreciso delle nozioni implicate nel discorso». Introduzione di Vincenzo Paglia.
Due termini accompagnano in modo trasversale tutte queste riflessioni sulla sinodalità nella Vita Consacrata: l’ascolto e il consenso. L’ascolto non può mai essere dato per scontato e richiede, anzi, un grande lavoro interiore; il consenso va ricercato vincendo la tentazione di chiedere semplicemente l’assenso a quanto è già stato deciso.
Quando sappiamo riconoscere la nostra finitezza appare chiaro il fascino che il potere ha su di noi e diveniamo più umani. È questa una necessità che oggi sentiamo con particolare forza e gli Orientamenti Per vino nuovo otri nuovi hanno insistito sulla necessità che nella Vita Consacrata si curino meglio le relazioni nell’humanum. La sinodalità non è una mera tecnica di governo, ma un’esperienza di fede nell’ascolto di ciò che “lo Spirito dice alle Chiese”.
Biografia dell'autore
Maurizio Bevilacqua, missionario clarettiano, ha conseguito la licenza e il dottorato in teologia morale presso l’Accademia Alfonsiana di Roma. Dal 2012 è docente presso l’Istituto di Teologia della vita consacrata “Claretianum”, di cui è attualmente preside.
Le organizzazioni sono caratteristiche pervasive e durevoli della nostra società, un ambiente quasi "naturale" in cui ci muoviamo e che sembra delimitare il raggio della nostra personale responsabilità. Una fenomenologia non naturalistica mostra che la questione della responsabilità individuale non è riducibile all'interrogativo circa la misura materiale dei doveri verso l'organizzazione, verso l'ambiente sociale e naturale. Riguarda invece anche e soprattutto il senso di quei doveri e regole procedurali, i modi cioè con cui la coscienza può e deve assumere una necessità obiettiva, materiale e spogliate d'ogni senso religioso. L'adozione della prospettiva del soggetto consente una visione non riduttiva della responsabilità individuale e delle strutture organizzative. Queste si rivelano reti di rapporti umani, dove è possibile il riconoscimento dell'altro come prossimo: è la base comune che permette di affermare insieme la responsabilità verso le organizzazioni e la libertà di spirito nei loro confronti.
Il rapido evolversi culturale delle recenti generazioni ma anche la specifica sensibilità dei pontefici, più teologica-dottrinale per alcuni, più pratica-pastorale per altri, hanno dato vita a iniziative pastorali e documenti magisteriali di diverso tipo e diverso spessore, tra i quali la prima enciclica di Giovanni Paolo II, Redemptor hominis, che costituisce una pietra miliare ricca di spunti ancora oggi importanti per il cammino ecclesiale, soprattutto per l'intreccio fra l'analisi storica e quella filosofico-teologica, il piano della dottrina e quello della prassi, il contenuto dogmatico e la forma dialogica dell'annuncio di salvezza. L'autore presenta e analizza questo importante documento pontificio in maniera concettualmente rigorosa e stilisticamente sciolta e seducente.
Il Messaggio del Papa per la 58a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali riguarda il tema dell'intelligenza artificiale. I contributi raccolti in questo volume lo commentano da diverse angolazioni, da quella etica a quella filosofica, fino a quella educativa e giuridica, senza dimenticare le implicazioni negli ambiti della scuola, del giornalismo, dell'arte e del cinema o l'impatto concreto sull'opinione pubblica e sulle relazioni intergenerazionali. Non si tratta di immaginare una realtà potenziale quanto piuttosto di fare i conti con un presente che ha in sé, fin d'ora, i germi del futuro. «Per non smarrire la nostra umanità, ricerchiamo la Sapienza che è prima di ogni cosa (cfr. Sir 1,4), che passando attraverso i cuori puri prepara amici di Dio e profeti (cfr. Sap 7,27): ci aiuterà ad allineare anche i sistemi dell'intelligenza artificiale a una comunicazione pienamente umana» (Papa Francesco). Papa Francesco Intelligenza artificiale e sapienza del cuore Vincenzo Corrado - Stefano Pasta, Introduzione. Commenti di Paolo Benanti, Stefania Careddu, Alessandra Carenzio, Sabino Chialà, Andrea Ciucci, Vincenzo Corrado, Nello Cristianini, Adriano Fabris, Luciano Floridi, Antonella Marchetti, Dermot Moran, Ivana Pais, Stefano Pasta, Sergio Perugini, Paolo Ruffini, Luca Maria Scarantino, Giovanni Ziccardi, Claudia D'Ippolito.
La presente pubblicazione si ispira ai più recenti documenti della dottrina sociale della Chiesa, che interpretano e sviluppano gli insegnamenti del Concilio Vaticano II fino al recente magistero di papa Francesco. I principi-guida del pensiero sociale della Chiesa, che nel tempo hanno animato concreti progetti in vari contesti territoriali, necessitano di essere operativamente attuati e soprattutto di coinvolgere le istituzioni educative e accademiche attraverso le quali investire sulla formazione delle giovani generazioni. Oggi, in particolare, urge preparare, culturalmente e professionalmente, "artigiani di sviluppo e di pace" per promuovere un "nuovo umanesimo". Il saggio vuole essere anche un contributo al dibattito circa i modelli di cooperazione affinché criteri e strategie di più ampia visione e a lungo termine si integrino con interventi d'urgenza o strutturati su breve e medio periodo. Nuove modalità di cooperare sono indispensabili per rispondere alle nuove sfide sociali.
"Desidero infatti ardentemente vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale perché ne siate fortificati, o meglio, per essere in mezzo a voi confortato mediante la fede che abbiamo in comune, voi ed io. Rm 1, 11-12."
Riflessioni e testi sul sinodo e sulla sua importanza nella vita della Chiesa sono ormai inflazionate e numerose. Questo testo, sullo stile degli esercizi spirituali proposti negli anni dal cardinale Carlo Maria Martini, propone, attraverso alcuni brani del Nuovo Testamento, un itinerario biblico alla scoperta dello stile sinodale come stile di vita cristiana, come dimensione fondamentale della vita della Chiesa insieme a quella missionaria. Dopo la sapiente prefazione di padre Pietro Bovati, illustre biblista, già professore al Pontificio Istituto Biblico di Roma e segretario della Pontificia Commissione Biblica, la prima parte del testo è dedicata ad alcune note previe che aiutano il lettore a comprendere cosa significhi e cosa sia lo stile di vita sinodale. La riflessione attraverso i testi biblici si articola intorno a tre successive direttrici: nella prima la Parola di Dio ci interroga su come Gesù sia modello di vita sinodale attraverso i testi della lettera di San Paolo ai Filippesi, riguardo a Gesù fondamento della sinodalità, il brano dei discepoli di Emmaus di Luca 24 in merito a come Gesù si faccia icona di sinodalità ed infine con il brano di Giovanni 17 si riprende la preghiera del Signore per la sinodalità. Nella seconda parte invece, attraverso i testi evangelici di Matteo 14 e di Marco 9, ci si sofferma sul come gli apostoli abbiano vissuto la sinodalità. Infine nell'ultima parte, riprendendo alcuni passaggi fondamentali del libro degli Atti degli Apostoli ci si interroga su come la Chiesa nascente abbia testimoniato lo stile sinodale. Questi testi biblici dunque hanno lo scopo ed il desiderio di aiutare il lettore a comprendere come il sinodo non sia una struttura burocratica post - conciliare, ma una caratteristica costitutiva della vita della Chiesa, riscoperta e riattuata dal magistero di San Paolo VI e da quello attuale di papa Francesco.
Camminare insieme non è un esercizio facile. Soprattutto se ci è richiesto di condividere la strada con coloro che sentiamo estranei, o magari col me stesso che non accetto. D'altra parte, fare sinodo non è stare in un cerchio chiuso, ma esporsi al cambiamento della vita, uscire, andare incontro, accettando che le cose si modifichino per fare spazio all'altro. Sperando alla fine di riscoprire Dio, il grande desa­parecido del nostro tempo. Come per la bicicletta, solo finché sia­mo in movimento possiamo restare in equilibrio. È una legge della fisica che vale anche per la sinodalità: fermarsi equivale a cadere. Solo il movimento, che si sviluppa col procedere missio­nario, assicura l'equilibrio pastorale delle nostre Chiese.
Amoris laetitia offre una prospettiva di rinnovamento ecclesiale che passa per la riscoperta della ricchezza e della complessità dell'amore familiare. L'Area famiglia e vita di Azione cattolica ha provato a raccogliere questa sfida, ascoltando persone e storie dentro e fuori l'associazione, e strutturando dei percorsi, secondo il paradigma della cura, che possano essere utilizzati dalle realtà territoriali, dalle coppie cooptate dell'Azione cattolica, da quanti vogliano promuovere la soggettività della famiglia per una Chiesa e un'Ac che sappiano correre "il rischio di sporcarsi con il fango della strada" (Al 308).